Mesagne. Sulla piattaforma di via Marangio l'Azim non interviene

Aprile 09, 2015 2570

piattaforma ecologica via san donaci 2Sono sonni agitati quelli che stanno facendo diversi imprenditori mesagnesi

a causa della piattaforma ecologica che dovrà sorgere in via Marangio. Il tutto tra insediamenti produttivi e abitazioni d’imprenditori che, nel prossimo futuro, saranno a contatto ambientale con un sito in cui, secondo il progetto comunale, saranno depositati, anche, rifiuti speciali e pericolosi. Per tutelarsi gli imprenditori hanno dato mandato a un legale mentre hanno messo in discussione il ruolo di tutela che l’Azim, l’associazione degli imprenditori della zona industriale, sta svolgendo nei loro confronti e quella dell’assessore alle Attività produttive, Giorgio la Sala che, peraltro, è un imprenditore con azienda nella stessa zona industriale. Il centro di raccolta dei rifiuti individuato dall’Amministrazione comunale, che costerà circa 265 mila euro, è un’area di 5 mila metri quadrati, ubicata in via Marangio, confiscata alla criminalità organizzata. Il nuovo centro di raccolta, secondo quanto è scritto nel progetto esecutivo, ha lo scopo di integrare l’ordinario circuito di raccolta e smaltimento al fine di recuperare e differenziare quantitativi sempre crescenti di rifiuti che tenda a disincentivare l’abbandono e lo scarico incontrollato, ponendosi come alternativa possibile per l’utente e come supporto per l’operatore ecologico. E fin qui nulla di anomalo, anzi. Il problema è sorto sulla tipologia dei rifiuti da conferire a questo centro di raccolta. In particolare nella tabella allegata al progetto vi è, tra gli altri, la possibilità di conferire imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati, imballaggi metallici contenenti matrici solide porose pericolose, solventi, acidi, sostanze alcaline, fitofarmaci, prodotti fotochimici, pesticidi, oli minerali esausti, vernici, inchiostri adesivi e tante altre tipologie di rifiuti. Una miriade di spazzatura pericolosa che ha fatto rizzare i capelli agli imprenditori, specialmente quelli che hanno le loro attività nei pressi del nascente centro di raccolta. “L’Azim – hanno spiegato alcuni imprenditori – deve scendere in campo con decisione per tutelare i nostri interessi. Se il Comune vuole fare una nuova zona di stoccaggio per i rifiuti che la facesse nella nascente zona industriale che potrà essere infrastrutturata per quella specifica tipologia di impianto”. “Il responsabile dell’ufficio Ambiente del Comune di Mesagne – è scritto nel progetto del centro di raccolta di via Marangio - dovrà individuare le tipologie e i quantitativi di rifiuti che si intendono raccogliere presso questa struttura”. Infine, gli imprenditori hanno fatto notare che il Comune di Mesagne ha già realizzato un’altra piattaforma ecologica-centro di raccolta, in via Sandonaci, che dovrebbe decongestionare l’attuale piattaforma di via Murri. Questa piattaforma, però, non è mai entrata in funzione. E se lo farà ci saranno problemi di manovrabilità per i grossi mezzi che dovranno entrare all’interno per caricare i cassoni dei rifiuti poiché l’area è piuttosto piccola e il bilico per pesare i rifiuti è stato realizzato a pochi metri dall’ingresso prospiciente la via provinciale per Sandonaci. La difesa d’ufficio delle ragioni avanzate dagli imprenditori della zona industriale di Mesagne, al fine di far saltare la costruzione del nuovo centro di raccolta rifiuti in via Marangio, è stata assunta dal consigliere comunale di Mesagne moderata, Carmine Dimastrodonato, e dal candidato sindaco del Movimento 5 stelle, Danilo Facecchia. “Il Comune ha assicurato che il centro di raccolta non sarà una discarica autorizzata – ha precisato Dimastrodonato – per cui non c’è nessun rischio ambientale per la zona interessata poiché sarà conferito il rifiuto differenziato. In particolare plastica, vetro, carta e scarti di potatura il cui conferimento non pongono rischi in termini ambientali. Intenzioni smentite dal progetto esecutivo la cui tabella dei rifiuti dice ben altro”. A questo punto il consigliere di Mesagne moderata ha chiesto al sindaco di “sospendere l’affidamento dei lavori per valutare gli atti e le condizioni necessarie e indispensabili per evitare situazioni di degrado territoriale e ambientale”. Dimastrodonato ha, quindi, avanzato una proposta di utilizzazione dell’area. “Il terreno individuato proviene da una confisca – ha detto - sarebbe meglio utilizzarlo per la costruzione di una struttura per svolgere attività scolastica e laboratorio per la formazione professionale”. Anche i grillini hanno rifiutato la costruzione di una nuova piattaforma ecologica. Il candidato sindaco Danilo Facecchia ha sostenuto che “è inammissibile realizzare un’altra piattaforma ecologica concepita al solo scopo di differenziare. Secondo Facecchia il successo della raccolta differenzata “inizialmente ha portato alcuni Comuni a guadagnare, attraverso il prodotto riciclato, cosa mai accaduta a Mesagne. Anche Facecchia, al pari di Dimastrodonato, ha avanzato una sua proposta operativa. “Anziché realizzare un’altra discarica legalizzata – ha spiegato - possiamo costruire la fabbrica del riuso, cioè creare un nuovo sistema produttivo che possa dare occupazione”. L’idea del candidato sindaco è quella che, attraverso un sistema virtuoso, tutto il materiale riciclabile, dai vestiti ai vecchi oggetti, mobili, plastica, vetro, ferro, cibo, carta, cartone, strumenti elettronici, “possa essere raccolto, trasformato e commercializzato sul mercato sotto varie forme”.