Redazione

La svolta naturalistica dei pugliesi, alimentata anche dall’emergenza Covid, spinge il ritorno delle erbe selvatiche e delle piante officinali dalla tavola alla farmacia, dalla cosmetica alla moda con un boom che ha portato le superfici coltivate in Puglia ad +298%, con la domanda nazionale salita a 25 milioni di chili. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti Puglia, elaborata in riferimento all’intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni sul decreto interministeriale sulle piante officinali che chiarisce tutte le fasi per lo sviluppo del settore.

Le potenzialità del settore sono notevoli con la produzione di erbe selvatiche che potrebbe più che triplicare – aggiunge Coldiretti Puglia - con notevoli effetti sull’occupazione e sull’indotto, limitando la dipendenza dall’estero a quelle piante esotiche che per condizioni climatiche e ambientali non sono coltivabili in Puglia. Così come le piante selvatiche potrebbero divenire una valida alternativa in Salento per non condannarlo nuovamente alla monocoltura dell’olivo, dopo il disastro avvenuto a causa della Xylella.

Sono quasi 300 le piante prodotte che – sottolinea la Coldiretti regionale – grazie alle particolari proprietà vengono utilizzate per scopi erboristici, farmaceutici, cosmetici, liquoristici, culinari, per la preparazione di prodotti per la profumeria, per l’industria dolciaria, infusi, per la difesa delle colture, per l’igiene della persona, della casa o per l’ottenimento di oli essenziali o tinture per l’abbigliamento. Tra le altre – precisa la Coldiretti – ci sono basilico, elicriso, menta peperita, lavanda, stevia rebaudiana, peperoncino, tarassaco, maggiorana, timo, rosmarino, salvia, eucalipto, mirto, stevia e lippia, zafferano, camomilla, echinacea e bardana.

Sono circa 150 le aziende agricole pugliesi impegnate con una superficie coltivata a piante aromatiche, medicinali e da condimento di oltre 450 ettari che coprono però appena il 3% del fabbisogno nazionale, secondo una stima della Coldiretti Puglia sulla base di dati ISTAT.

Ancora ingente il ricorso di piante officinali dall’estero con la Cina – insiste Coldiretti Puglia – è il principale produttore mondiale tanto che circa ¼ delle erbe aromatiche e officinali utilizzate dall’Italia provengono dal gigante asiatico. Si tratta però di prodotti che spesso non rispettano gli stessi standard di sicurezza alimentare, ambientale e di rispetto dei diritti dei lavoratori vigenti in Italia come dimostra il fatto che Pechino è ai vertici mondiali per allarmi alimentari secondo l’analisi del sistema di allerta rapido europeo (RASSF)

E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute – conclude Coldiretti Puglia - l’importanza di sostenere gli investimenti nazionali in un settore in forte crescita come quello delle erbe selvatiche e officinali.

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CONTESSA (ANCE BRINDISI) – LE IMPRESE SONO UN BRACCIO OPERATIVO DELLO STATO! VA RICONOSCIUTO LORO UN RUOLO PER POTER RICOSTRUIRE IL PAESE

Le cronache degli ultimi giorni forniscono un quadro desolante in relazione alla gestione degli appalti pubblici. Il riferimento è ai lavori per la costruzione del nuovo ospedale Monopoli/Fasano, alla bonifica di Micorosa e alla realizzazione dello “Shuttle” a Brindisi, al restauro della Torre dell’orologio a Cisternino, alla pista ciclabile e alla costruzione del nuovo palasport a Fasano e ai lavori stradali a Torre Santa Susanna.

In questi, come in altri casi, le responsabilità sui ritardi vengono addossate alle imprese.

Spesso, invece, in situazioni analoghe, sono state accertate le responsabilità della stazione appaltante determinate essenzialmente da carenze e imprecisioni progettuali.

La conseguenza è che si fa fatica a dare avvio ai lavori per la realizzazione delle opere o peggio ancora a completarle, tanto più perché non c’è mai una chiara assunzione di responsabilità da parte di chi ha bandito le gare, pur non essendoci a volte i presupposti per poter procedere.

Purtroppo questo determina gravi conseguenze, tanto più perché sui sindaci e, in genere, sui pubblici amministratori (vittime di errori e ritardi dell’apparato burocratico), ricade la pressione dell’opinione pubblica che chiede la realizzazione delle opere essendo all’oscuro di ciò che è realmente accaduto.

In un contesto così ingarbugliato la strada più semplice resta quella di addossare tutte le responsabilità alle imprese che si sono aggiudicate gli appalti, fino a giungere alla rescissione contrattuale, con la conseguente “coda” giudiziaria che spesso provoca ingenti danni economici agli enti pubblici (e immediate gravi difficoltà all’impresa che si è aggiudicato l’appalto e soprattutto ai dipendenti ed alle loro famiglie).

Non si capisce, inoltre, il motivo per cui solo alle imprese (al contrario di ciò che avviene nella PA) non viene riconosciuto l’accertato disagio provocato dal diffondersi della pandemia da covid-19 (con le conseguenti assenze per malattia/quarantena del personale) che inevitabilmente determina ritardi nel rispetto del cronoprogramma.

Forti sono le sollecitazioni ad intervenire, da parte delle imprese associate, presso gli uffici tecnici di urbanistica ed edilizia per gli atavici ritardi nel rilascio dei titoli autorizzativi, spesso dovuti ad interpretazioni soggettive delle leggi e dei regolamenti.

E’ giunto il momento, a questo punto, che le imprese si riapproprino di un ruolo, rivendicando in ogni sede i propri diritti nella gestione del rapporto con la Pubblica Amministrazione.

In questa ottica, l’Ance di Brindisi ha deciso di mettere a disposizione degli associati un servizio di assistenza sindacale per fornire consulenza legale stragiudiziale finalizzata a stabilire rapporti costruttivi ed efficaci con le pubbliche amministrazioni e quindi a prevenire situazioni patologiche di contenzioso attraverso una maggiore chiarezza sui livelli di responsabilità per l’eventuale mancato rispetto degli obblighi della tecnostruttura.

Non è più procrastinabile, infatti, la necessità per le aziende di rivendicare il rispetto del proprio ruolo e delle proprie funzioni, nell’interesse delle nostre comunità e dei sindaci che le amministrano.

È evidente che lo Stato, con la sua attuale organizzazione, potrà rendere efficace l’azione di governo politica e di investimenti, tra cui il PNRR, solo con il pieno coinvolgimento delle Imprese (che sono sostanzialmente un braccio operativo dello stesso Stato), ottimizzando e digitalizzando i servizi degli apparati burocratici.  

Angelo Contessa – Presidente ANCE Brindisi

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Ammonta ad oltre 600 milioni di euro il taglio delle spese turistiche in Puglia per l’intero anno 2021 rispetto a prima della pandemia, con 1/3 delle perdite che hanno colpito i consumi 20mila ristoranti, pizzerie, trattorie e i 900 agriturismi, ma anche per l’acquisto di cibo di strada e souvenir agroalimentari delle vacanze. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in riferimento all’analisi elaborata sul movimento turistico nei primi nove mesi del 2021, sulla base dei dati divulgati dall’Istat dai quali si evidenzia che le presenze dei clienti negli esercizi ricettivi sono in crescita rispetto al 2020 (+22,3%) ma restano ben sotto i livelli del 2019 (-38,4%). Si tratta del risultato del blocco pressoché totale della stagione turistica invernale e della ripresa di quella estiva. A mancare all’appello sono stati soprattutto – sottolinea Coldiretti regionale – i turisti stranieri bloccati alle frontiere dall’avanzare dei contagi e dalla misure di restrizione adottate ma a calare sono state anche le presenze nazionali soprattutto nelle festività di fine anno mentre risultati più positivi si sono registrati nel periodo estivo.

Il turismo in Puglia impatta per 6,5 miliardi sui consumi finali, pari al 12,3% sui consumi totali – insiste Coldiretti Puglia – una ricchezza straordinaria a cui contribuisce il turismo esperienziale negli agriturismi, come dimostrato dalla quota percentuale di soddisfazione nel rapporto con il territorio. Ai primi posti di gradimento c’è l’offerta di olio di qualità all’85%, di prodotti agroalimentari all’83, paesaggi e colori per il 75%, l’ospitalità al 72% e l’offerta vitivinicola al 70%,

“L’agriturismo ha aumentato la disponibilità di accoglienza turistica, offrendo una lettura positiva del territorio pugliese e, pertanto, lo sviluppo dell’agriturismo significa maggiore capacità di attrazione da parte della Puglia a beneficio dell’intera economia regionale. L’ospitalità nelle strutture agrituristiche assume una rilevanza fondamentale per la salvaguardia del patrimonio rurale che, oggi, è il fiore all’occhiello del turismo regionale”, spiega Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti.

La Puglia – sottolinea la Coldiretti regionale - è fortemente dipendente dall’estero per il flusso turistico con oltre 3,8 milioni di pernottamenti di turisti stranieri che la scorsa estate hanno dovuto rinunciare a venire in Puglia per effetto delle limitazioni e alle preoccupazioni per la diffusione del contagio. L’assenza di stranieri in vacanza in Puglia  grava sull’ospitalità turistica nelle mete più gettonate che risentono notevolmente della loro mancanza anche perché – sottolinea Coldiretti Puglia – i turisti dall’estero da paesi come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna o la Cina hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa.

La mancanza di vacanzieri si trasferisce a valanga sull’insieme dell’economia per il crollo delle spese per alimentazione, alloggio trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Il cibo infatti – aggiunge Coldiretti Puglia – è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Puglia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche, un tesoro che può contare su 13 bevande analcoliche, distillati e liquori, 24 carni fresche e loro preparazione, 1 condimento, 17 formaggi, 1 olio extravergine aromatizzato, 120 prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati, 79 paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria, 43 prodotti della gastronomia,  9 preparazioni di pesci, molluschi e crostacei e tecniche particolari di allevamento degli stessi, oltre a 4 prodotti lattiero caseari, la ricotta fresca, la ricotta forte, la ricotta marzotica leccese e la ricotta salata o marzotica.

Il turismo enogastronomico "è il vero traino dell'economia turistica pugliese – afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – con il Covid che già nel 2020 ha fatto crollare il turismo straniero in Puglia del 61% nel 2020 rispetto all’anno precedente, toccando il minimo da almeno venti anni”.

Dietro ogni prodotto c’è una storia, una cultura ed una tradizione che è rimasta viva nel tempo ed esprime al meglio la realtà di ogni territorio – conclude Coldiretti Puglia – con la necessità di valorizzare questo patrimonio anche per aumentare la spinta propulsiva del Made in Italy sui mercati esteri.

Prosegue il lavoro nella definizione di nuovi strumenti urbanistici capaci di ridisegnare l’assetto di Francavilla Fontana nel lungo periodo. Dopo l’adozione del PUMS e del PEBA, che consentono di delineare la mobilità in un’ottica di sostenibilità, accessibilità e inclusione, in cima all’agenda dell’Amministrazione Comunale c’è ora il Piano Urbano della Mobilità Ciclistica.

Dopo aver concluso gli studi preliminari da parte dei tecnici, la parola ora passa alla cittadinanza per una fase di ascolto e di condivisione.

Il primo incontro è in programma venerdì 14 gennaio a Castello Imperiali alle ore 17.30. Interverranno il Sindaco Antonello Denuzzo, l’Assessore all’Urbanistica Nicola Lonoce, l’Assessore alla Mobilità Sostenibile Sergio Tatarano e l’Ing. Nicola Berloco che si sta occupando della stesura del Piano.

“L’adozione di questi strumenti urbanistici – spiega il Sindaco Antonello Denuzzo – segna il passaggio dalla estemporaneità alla programmazione nelle politiche di mobilità urbana. Il Piano per la Mobilità Ciclistica è un ulteriore passo in avanti per una Città capace di tutelare tutti gli utenti della strada.”

Il Piano Urbano della Mobilità Ciclistica (PUMC) definisce obiettivi, strategie ed azioni per promuovere e intensificare l’uso della bici come mezzo di trasporto sia nel quotidiano sia per le attività turistiche e ricreative.

“Il PUMC – prosegue l’Assessore alla Mobilità Sostenibile Sergio Tatarano – costituisce un nuovo capitolo nel processo di pianificazione e di sostenibilità intrapreso da Francavilla Fontana negli ultimi tre anni. Questo strumento darà la definitiva spinta sia per ottenere i necessari finanziamenti (che già stanno arrivando) sia per programmare in senso ciclabile la nuova città del futuro, finalmente non più rassegnata, ma in grado di raggiungere i sogni che le sono stati negati per decenni.”

Il PUMC, per la cui redazione l’Amministrazione Comunale ha definito delle linee guida, sarà armonico con il Piano Urbanistico Generale, il PUMS e il PEBA. Lo scopo principale di questo strumento è quello di ridistribuire i flussi di viabilità consentendo il transito in sicurezza delle biciclette con la creazione di nuovi percorsi o con la rifunzionalizzazione degli esistenti. Tutto questo avverrà tenendo presenti le infrastrutture regionali e i percorsi europei realizzati o in programmazione che conducono sino alle porte di Francavilla Fontana.

“Già il PUG – conclude l’Assessore all’Urbanistica Nicola Lonoce – prevede per Francavilla la creazione di piste ciclabili, ma ora occorre rendere questi percorsi organici e funzionali alle esigenze degli utilizzatori abituali delle due ruote. Il PUMC arricchirà e completerà quanto già previsto dagli strumenti urbanistici. Condivideremo preliminarmente i prossimi passi con la cittadinanza perché dietro a queste sigle, PUMS, PEBA, PUG e PUMC, si nasconde la quotidianità di domani per ognuno di noi.”

La realizzazione del PUMC di Francavilla Fontana ha ricevuto un finanziamento regionale di 8 mila euro che consentirà di abbattere i costi relativi alla progettazione quantificati complessivamente in 18 mila euro.

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Pioggia di raccomandate a Mesagne che ha scatenato una maretta tra i cittadini chiamati a pagare una somma maggiore di tari. Questo perché in diversi casi, non corrisponderebbe alle reali superficie delle abitazioni. Così, un maggior volume riscontrato si trasforma, logicamente, in una maggiore spesa per le famiglie. Da qui le richieste di chiarimenti che stanno arrivando presso l’ufficio Tributi del Comune di Mesagne. Dunque, in questi giorni stanno arrivando nelle residenze dei mesagnesi le raccomandate con gli accertamenti tari, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti, relativa agli anni 2016/2017/2018/2019 e 2020. Il Comune, infatti, ha esternalizzato questo servizio necessario a incrociare i dati catastali con le dichiarazioni presentate negli anni scorsi dai cittadini. Da questo riscontro è emersa una situazione di elusione piuttosto alta. Per la verità lo scorso mese di novembre l’Amministrazione comunale aveva avvisato gli utenti di aver iniziato un doppio incrocio dei dati, chiedendo loro di verificare la situazione debitoria attraverso il sistema Unicumdata.

Purtroppo, la comunicazione non è arrivata in maniera capillare a tutti gli utenti, oppure non è stata tenuta nella giusta considerazione, e i disagi sono emersi quando l’ente ha fatto recapitare ai cittadini le raccomandate di pagamento. Così, in questi giorni diverse persone si stanno recando presso l’ufficio Tributi del Comune, al primo piano di Palazzo dei Celestini, per contestare e far correggere quanto accertato dal sistema informatico. Verande, terrazzini e balconi, spesso rimasti aperti, sono divenute superficie da tassare. In questi casi il tutto può essere chiarito con una semplice autodichiarazione. Nei casi più complessi, e sono la maggioranza, la superfice dichiarata non è la stessa di quella verificata con l’accertamento dal sistema informatico. Infatti, l’incrocio dei dati fiscali, tributari ed edili sta facendo emergere molte situazioni di elusione. A chiarire la situazione ci ha pensato il sindaco Toni Matarrelli: “Finalmente oggi abbiamo gli strumenti tecnologici per fare un censimento definitivo degli immobili – ha spiegato il primo cittadino -. Inoltre, con il sistema Unicumdata gli utenti o i tecnici possono collegarsi direttamente con gli uffici preposti e risolvere i problemi senza doversi recare pressi gli stessi. In questo modo si abbattono i disagi”. Matarrelli ha, quindi, aggiunto: “Sia chiaro che con questa operazione di controllo i cittadini non pagheranno un euro in più degli altri anni. Anzi queste verifiche ci porteranno, in un prossimo futuro, a ridurre il costo della tari. I cittadini sanno bene che quando promettiamo qualcosa la manteniamo. Chi pagherà in più sono coloro che erroneamente hanno dichiarato delle superficie minori di quelle esistenti”.

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Dati del giorno: 12 gennaio 2022

3.993
Nuovi casi
86.037
Test giornalieri
0
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 1.298
Provincia di Bat: 258
Provincia di Brindisi: 478
Provincia di Foggia: 406
Provincia di Lecce: 1.000
Provincia di Taranto: 500
Residenti fuori regione: 45
Provincia in definizione: 8
65.772
Persone attualmente positive
490
Persone ricoverate in area non critica
51
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

367.476
Casi totali
6.515.241
Test eseguiti
294.676
Persone guarite
7.028
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 130.380
Provincia di Bat: 36.354
Provincia di Brindisi: 32.564
Provincia di Foggia: 61.363
Provincia di Lecce: 51.917
Provincia di Taranto: 51.605
Residenti fuori regione: 2.501
Provincia in definizione: 792

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In Puglia a causa delle reti colabrodo va perso 1 litro di acqua su 2, un lusso che non ci si può permettere in una situazione in cui con l’emergenza Covid l’acqua è centrale per garantire l’approvvigionamento alimentare in uno scenario globale di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti e speculazioni che spingono la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazione. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in riferimento all’Osservatori dell’ANBI sulle risorse idriche che segnala la condizione dei grandi serbatoi di Puglia e Basilicata a fine d’anno, dove pur con l’incremento dei volumi idrici trattenuti rispettivamente di 9 milioni e  3  milioni di metri cubi, si registra la riduzione del pur ampio surplus sul 2020 in conseguenza di precipitazioni autunnali, inferiori a quelle dell'anno passato.

In 6 anni dal 2013 al 2019 il conto del dissesto idrico in Puglia ha raggiunto quasi 1 miliardo di euro di richieste di risarcimento danni – aggiunge Coldiretti Puglia - per gli eventi climatici estremi con siccità, nubifragi e piogge torrenziali che hanno indebolito un territorio già fragile.

“Vanno sfruttate al meglio tutte le risorse messe a disposizione della programmazione degli interventi idrici e di riassetto del territorio nei prossimi anni, perché è andata persa finora l’opportunità di ridisegnare la bonifica integrale in Puglia, dove sono drammatici gli effetti dell’incuria e delle mancate opere di bonifica sul territorio, tanto tangibili che siamo riusciti a documentarli. Si sono consolidate nel tempo nuove e inevitabili esigenze di manutenzioni straordinarie delle opere pubbliche di bonifica che non possono e non devono essere scaricate sull’incolpevole platea di utenti, i quali hanno, loro malgrado, già subito nell’ultimo ventennio innumerevoli danni per mancata manutenzione”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Coldiretti Puglia e ANBI chiedono la determinazione dell’ammontare complessivo per ciascun Consorzio commissariato delle passività per  opere e servizi strettamente connessi alla bonifica, delle esposizioni debitorie per prestiti e mutui e dei crediti effettivamente esigibili, perché solo dalla fotografia reale della situazione si deve ripartire per consentire alla Giunta regionale di predisporre un piano di intervento finanziario da parte della Regione Puglia diretto all'azzeramento della massa passiva netta gravante sul bilancio di ciascun Consorzio, articolato in più misure e graduato nel tempo.

“Ribadiamo la necessità di cristallizzare il pagamento degli oneri di contribuenza – aggiunge Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia - in attesa che sia rideterminata una misura equa dei contributi di bonifica, vincolati alla sola manutenzione ordinaria, La mancanza di una organica politica di bonifica e irrigazione comporta che lo stesso costo dell’acqua sia stato e continui ad essere caratterizzato da profonde ingiustizie. Per questo vanno rivisti gli accordi fatti con la Regione Basilicata, circa il ristoro del danno ambientale”.

La Regione Puglia, l'assessore regionale all’Agricoltura Pentassuglia, dovranno assicurare ai cittadini sicurezza ambientale, contrasto al dissesto idrogeologico e acqua per l'agricoltura, tramite risorse economiche adeguate dovrà assicurare al Consorzio risorse economiche adeguate – incalzano Coldiretti Puglia e ANBI - per poter iniziare un necessario, serio, preventivo, concreto, programma di manutenzione delle opere di bonifica idraulica, solo in questo modo infatti sarà possibile riprendere appieno l’attività istituzionale con l’esercizio e la manutenzione delle opere pubbliche che giustificherà l’imposizione della contribuenza consortile, imposizione attraverso l’applicazione del nuovo piano di classifica, come sopra definito.

L’ANBI resta disponibile ad assicurare la propria collaborazione – conclude Coldiretti Puglia - al fine di consentire finalmente ai Consorzi da anni commissariati di tornare a svolgere il proprio ruolo insostituibile di ente pubblico economico ad autonomia funzionale e di autogoverno delle categorie interessate, alla luce del principio di sussidiarietà e nel rispetto dell’accordo Stato-Regioni stipulato il 18 settembre 2008 e quale punto di riferimento rispetto alle opportunità offerte dai finanziamenti pubblici per la bonifica e l’infrastrutturazione irrigua.

Il 17 gennaio 2022, si svolgerà la decima edizione della “Giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali” istituita dall’Unione Nazionale delle Pro Loco per sensibilizzare istituzioni e comunità locali sull’importanza di tutelare questo notevole patrimonio culturale.
 
La Pro Loco Ostuni Marina-nell’aderire alla iniziativa organizza in collaborazione con l’Università delle Tre Età di Ostuni la seconda edizione locale e invita i concittadini, gli istituti scolastici, le associazioni e gli appassionati al dialetto locale a partecipare all’edizione 2022.
 
Per partecipare occorrerà pubblicare entro il giorno 23 gennaio 2022 sulla pagina Facebook "Pro Loco Ostuni Marina. Giornata nazionale del dialetto" una poesia scritta in lingua locale.
 
Le poesie saranno valutate oltre che dai cittadini che esprimeranno il loro voto, entro il 6 febbraio, mettendo un "MI PIACE" sulla poesia scelta e pubblicata sulla pagina Facebook, anche da una giuria tecnica composta da esperti della lingua locale.
 
I punti a disposizione saranno 10: 5 riservati alla giuria tecnica e 5 a quella popolare.
 
Il voto popolare sarà rappresentato dal numero dei Likes conseguiti da ciascun componimento secondo questa graduatoria:
 
1 punto fino a 50 like
2 punti fino 100
3 punti fino a 200
4 punti fino a 400
5 punti da 400 in sù
 
La giuria tecnica assegnerà il punteggio da 1 a 5 in base ai criteri di buona conoscenza ortografica e grammaticale della lingua ma anche della metrica e della creatività artistica e della originalità del tema trattato.
 
E' possibile partecipare con più poesie fino ad un massimo di tre
 
La pubblicazione sarà possibile fino al 23 gennaio e i like saranno validi se espressi entro il 6 febbraio
 
Tre i premi in palio per le poesie che avranno conseguito il maggior punteggio

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San Michele Salentino. Controlli finalizzati al contrasto e alla prevenzione del fenomeno epidemico da Covid-19. Sanzionati 2 titolari di esercizi commerciali. A San Michele Salentino, a conclusione degli accertamenti, i Carabinieri della locale Stazione hanno sanzionato due commercianti del luogo per la violazione delle misure sull’emergenza epidemiologica da Covid–19. In particolare, i medesimi sono stati sorpresi intenti a svolgere l’attività lavorativa all’interno dei rispettivi esercizi commerciali privi di certificazione “green pass” e pertanto sono stati segnalati per l’irrogazione della sanzione amministrativa definitiva e proposti all’Autorità Amministrativa per la sospensione delle attività.

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La Uil pensionati STU Appia e STU Messapia chiedono alla direzione dell’Asl di Brindisi un tavolo d’incontro, al più presto. Il sindacato non riesce a capire il perché vi è un ritardo d’incontri con le parti sociali quando si vive una situazione di emergenza pandemica. La normalità, però, in provincia ritarda. La realtà del picco di pandemia ci presenta 514 nuovi casi di contagio a Brindisi, mentre le persone in questo periodo che hanno contratto il covid in tutta la Puglia sono 339.499 persone, di cui oltre 280 mila guarite. I tamponi eseguiti sono, fino ad oggi, oltre 6 milioni.

Per gli imprenditori e le associazioni di categoria è importante non avere ripercussioni economiche causate dai ritardi nell’esecuzione dei controlli sanitari sulla comunicazione per gli esiti dei tamponi, che costringe gli operatori a tenere chiuse le proprie attività, pure per giorni interi, anche e spesso all’esistenza di una certa e sicura presenza di una negatività al Virus Covid-19. È visibile, e quindi di reale evidenza, che il problema debba essere risolto coinvolgendo anche la presenza delle altre strutture sanitarie del territorio (e in Provincia di Brindisi ve ne sono 9 strutture ospedaliere che fanno parte della Stessa Asl Brindisina). Il sindacato chiede al direttore dell’Asl il perché, in questi giorni, non si convocano le parti sociali? Il perché i pensionati non sono convocati ?

È necessario aspettare Godot, citando il filosofo Ionesco, mentre il cittadino vive in un picco pandemico e i pensionati trascorrono il perdurare della loro vita in uno stato di paura e d’incertezza?

La Uil pensionati vuole conoscere cosa il direttore sta programmando per la tutela della salute del cittadino? Come e in che modo procede la rete gestionale delle strutture? Perché ancora vi sono una lista di attesa molto lunga e una spola di centinaia di cittadini, com’è accaduto a fine dicembre scorso, per fare il tampone, segno di certificazione o no di contagio da Covid-19.  Ci si chiede ancora del perché non sono attivate tutte le potenzialità disponibili negli altri centri in provincia?

Vista la situazione pandemica del territorio brindisino, e in particolare in alcuni comuni della provincia, occorre sapere che Omicron, però, non è “un’influenza”, ma una brutta bestia nella “trasmissibilità”, destinata a infettare un numero di persone molto superiore nello stesso intervallo di tempo, dove sono inclusi tantissimi vaccinati.

Come Uil pensionati della provincia di Brindisi STU Appia e STU Messapia noi ringraziamo la professionalità e il ruolo dell’Asl di Brindisi per quello che sta facendo per l’ospedalizzazione e ricoveri, ma il segno è in una nuova normalità con i vaccini, che vorremmo che fosse più vicina, poiché la stagione dei dolorosi compromessi non è ancora terminata. Vorremmo essere insieme per una “grande macchina organizzativa” di tutela per i nostri cittadini, particolarmente per gli over-65, che sono a maggior rischio di progressione verso forme severe di patologia. Esiste oggi la Pillola anti covid, domenica scorsa, 9 gennaio, nella nostra Asl di Brindisi è stato amministrato il farmaco antivirale Molnupiravic a un paziente di Ostuni a elevato rischio per l’evoluzione della malattia.

Noi della Uil pensionati di Brindisi, siamo sempre all’avanguardia non solo nelle vaccinazioni e nel potenziamento della rete ospedaliera, ma anche nel cogliere le sperimentazioni e le novità scientifiche per abbassare la pressione ospedaliera, a tutelare i rischi aumentando la prevenzione, ad avere servizi sanitari di qualità e (per la fattispecie curando domicilio i pazienti sintomatici).

Per la città e provincia di Brindisi, secondo la Uil pensionati Stu Appia e Stu Messapia, è doveroso rispettare la dignità dell’ammalato.  La Puglia, secondo il report Agenas, è fra le regioni in cui aumentano i tassi di occupazione dei reparti Covid e delle terapie intensive, nell’Asl di Brindisi sono ospitate 568 persone alle prese con il virus. La percentuale è pari al 13 per cento in area Covid e dell’8 per cento per il tasso di occupazione nelle terapie intensive. Il rispetto è in una macchina organizzativa che consideri anche il supporto degli Ospedali che sono nel territorio. È lodevole valutare oltre il Perrino di Brindisi e il Camberlingo di Francavilla, anche per evitare la pressione ospedaliera quotidiana dei Pronto Soccorso, gli Ospedali Di Summa a Brindisi, di San Pietro Vernotico, il San Camillo de Lellis di Mesagne, di Ostuni, di Ceglie e di Cisternino. L’interesse è, secondo Noi della Uil pensionati, di evitare la sospensione dei ricoveri programmati e le attività ambulatoriali che, sicuramente, ricadranno sulle persone ammalate.

Il riferimento va anche per i servizi sociali che sono “insieme di prestazioni a fornire risposte ai problemi di cura, di assistenza e aiuto a persone e famiglie in condizione di disagio per superare interventi atti ad attenuare o affrontare lo stato di bisogno fisico, economico e di emarginazione sociale”. In Italia il ruolo è affidato al Terzo Settore nel rispetto del dettato costituzionale della sussidiarietà, la cui erogazione dei servizi ai cittadini spetta all’Amministrazione comunale. Nel territorio brindisino vi è la quasi esistenza consortile in tutti i quattro ambiti. L’attenzione deve essere rivolta alla criticità assistenziale socio-sanitaria integrata in particolare all’assenza quasi continua dell’Asl nel consorzio, la cui presenza avrebbe costituito con l’ente un’autentica rete sociale risolvendo le criticità dell’assistenza domiciliare Adi e Sad. Un altro riferimento è nel rendere compatibile i costi per la gestione del consorzio con il piano di riequilibrio ed evitare che il consorzio diventi un dispendioso strumento di spesa.

Nei giorni scorsi per il Consorzio Ats Br/4, il sindacato ha voluto consolidare servizi già erogati, quali l’integrazione scolastica, l’assistenza domiciliare per anziani e disabile l’educativa domiciliare e l’offerta dei bisogni di accoglienza ai cittadini in condizione per le fragilità socio-economiche e rafforzare il centro ascolto famiglie integrato con il consultorio. Ai quattro ambiti del territorio la Uil pensionati Stu Appia e Stu Messapia chiedono a Tutti i direttori e presidenti degli ambiti a “cogliere l’occasione di fare squadra progettuale territoriale”.

L’esigenza è negli obiettivi programmati di condivisione sull’offerta di risposte adeguate alle esigenze, in particolare per l’assistenza domiciliare ADI (assistenza domiciliare integrata) e Sad (servizio a domicilio), Nuova procedura per il Polo (servizio alle famiglie e/o conflittuali e Servizio di mediazione familiare), che sono dovute all’invecchiamento della popolazione e che emergono sempre più numerose come esigenze sociali e sanitari sui singoli territori, ritenute esigibili in questo momento di sofferenza pandemica.

Le risorse finanziare del PNRR, date in prestito dall’Europa, sono delle risorse di opportunità per una ripartenza sociale ed economica, soprattutto per il nostro territorio, che chiede ripresa infrastrutturale, crescita economica e una sanità dignitosa, rispettosa e di qualità per i cittadini. L’Asl di Brindisi con l’opportunità per le risorse economiche di 70 milioni di euro potrebbe cogliere l’occasione per rivendicare un cambio di passo progettuale rispetto a oggi, sul recupero dei servizi e l’appropriatezza di una sanità e servizi sociali più appropriati per i cittadini, che chiedono servizi più dignitosi, evitare liste di Attesa e Viaggi della Speranza in altri territori.

Il segretario responsabile                                                                       Il segretario responsabile

Della Uil pensionati Stu Appia                                                             Della Uil pensionati Stu Messapia                                            Tindaro Giunta                                                                                           Nicolazzo Cosimo