Redazione

Conclusasi la consultazione pubblica, si rende noto che è stato approvato dal Prefetto di Brindisi il nuovo Piano di Emergenza Esterna (PEE) relativo al deposito della I.P.E.M. srl ed agli stabilimenti industriali a rischio di incidente rilevante (ai sensi del D.Lgs. n. 105/2015) siti nel Polo Petrolchimico di Brindisi (Versalis S.p.A. – Chemgas srl – Basell Poliolefine Italia srl), sito industriale di particolare rilievo.

Il Piano, comprensivo delle relative cartografie, ed il relativo decreto di approvazione sono disponibili al pubblico sul sito istituzionale della Prefettura, nella sezione “Protezione Civile”.

Il Piano di Emergenza Esterna, come noto, definisce le misure per gestire un'eventuale emergenza esterna ai citati siti industriali e contenere al massimo le conseguenze di un potenziale evento calamitoso sulla popolazione, nonché coordinare le attività di soccorso.

Il documento approvato, in particolare, contiene le seguenti informazioni:

  • la descrizione e le caratteristiche dell'area interessata dalla pianificazione;
  • la natura dei rischi;
  • le azioni previste per la mitigazione e la riduzione degli effetti e delle conseguenze di un incidente;
  • le autorità pubbliche coinvolte e l’attribuzione dei rispettivi compiti;
  • le azioni concernenti il sistema degli allarmi in emergenza e le relative misure di autoprotezione da adottare.
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Dopo la sconfitta contro la capolista Molfetta, la New Virtus Mesagne si rituffa nel campionato preparandosi alla delicata sfida contro il Monteroni, che nel turno domenicale ha ceduto il passo al Vieste per 62-70.

 
Sarà una sfida importante sia ai fini della classifica, sia per quanto riguardo l'impatto emotivo sul resto della stagione. Dopo le due sconfitte con Bari e Molfetta, certamente condizionate dalle assenze per Covid, i ragazzi di coach Bray cercano la forma ed i due punti contro una diretta concorrente per la salvezza. Fischio d'inizio alle 20.30 di mercoledì 2 febbraio, sempre al PalaDefrancesco di via Udine.
 
Facciamo un passo indietro e raccontiamo la sfida di ieri, vinta dal Molfetta capolista per 76-96. Coach Bray si presenta con i soliti dubbi di formazione: Galantino, fermo da oltre un mese e mezzo, è costretto a stringere i denti e a scendere in campo, così come Dekic e Cardillo, ancora alla ricerca della condizione migliore. Ancora assente Cito, mentre Risolo giocherà solo pochi minuti, stoicamente in questa situazione di piena emergenza.
 
L'inizio di gara è equilibrato, ma dopo pochi minuti il Molfetta mette la freccia e scava un divario che, alla lunga, risulterà incolmabile. Il parziale si chiude sul 13-38, frutto di una prova devastante dalla linea dei tre punti.
 
Il secondo ed il terzo quarto sono più combattuti e vengono vinti ai punti dalla formazione messapica, che accorcia prima sul 30-50 e poi sul 51-69 con cui si chiude il terzo parziale.
 
Nell'ultimo tempo il Mesagne riesce ad accorciare ulteriormente fino al -12, grazie soprattutto alle triple di Fiusco e Galantino, ma negli ultimi minuti paga la mancanza di ricambi e la conseguente stanchezza accumulata. Si chiude sul 76-96, per una sconfitta forse preventivabile, certamente condizionata dalle tante assenze e dalla impossibilità di coach Bray di fornire alternative valide allo starting five.
 
Mesagne: Crovace 7, Cardillo 11, Fiusco 17, Gallo 12, Dekic 10, Risolo 5, Galantino 14, Zullo, Bellanova, D'Amato. All. Bray.
Molfetta: Buljan 28, Formica 13, Orlando 4, Lo Piccolo 3, Feruglio 17, Guzman 6, Calisi 12, Delic 9, Liso 5. All. Gallo.
 

Nella trascorsa giornata personale della Squadra Volante del Commissariato di P.S. di Mesagne durante il servizio di controllo del territorio, traeva in arresto in flagranza del reato di violenza, resistenza e minacce a P.U, un rumeno di circa 28 anni in stato di agitazione e alterazione psicofisica, causata dall’evidente abuso di sostanze alcoliche.

Nello specifico, nella mattinata di ieri 30 gennaio, gli operatori della Squadra Volante provvedevano a controllare una persona che con fare sospetto si aggirava tra le abitazioni di una zona centrale della città di Mesagne. All’atto del controllo il predetto si rifiutava di fornire le proprie generalità iniziando a minacciare e aggredire con violenza gli operatori di polizia, tant’è che questi ultimi per riuscire a contenere l’aggressività del soggetto in stato di agitazione, utilizzavano l’Oleoresin Capsicum (spray irritante) in dotazione al personale della Squadra Volante della Polizia di Stato, strumento irritante oculare con effetti reversibili che arricchisce il ventaglio delle dotazioni in uso alle forze di polizia e che rappresenta una valida alternativa alla coazione fisica nei casi di soggetti in stato di alterazione psicofisica. Infatti proprio grazie all’utilizzo di questo strumento di dissuasione e autotutela si riusciva a bloccare il ragazzo e a trarlo in stato di arresto con la successiva liberazione in ottemperanza a quanto previsto dall’art. 121 norme di attuazione del c.p.p.. Peraltro durante tutto l’evento il 28enne si rifiutava di indossare i dispositivi di protezione delle vie aeree e “sputava” ripetutamente in direzione del personale operante, pertanto allo stesso veniva contestata anche la sanzione amministrativa prevista del Decreto per il contenimento della diffusione della pandemia da Covid-19.

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In seduta congiunta le Commissioni bilancio e sanità, presiedute da Fabiano Amati e Mauro Vizzino, hanno ascoltato il direttore del Dipartimento organizzazione e i dirigenti delle Sezioni amministrazione, e finanze e della Protezione civile, sulle spese sostenute per fronteggiare la pandemia Covid.
Relativamente alle spese sanitarie non effettuate dal centro di costo della Protezione civile, il dirigente della Sezione finanze e controllo, si è reso disponibile a dotare la Commissione di un modello sulla base di quello del bilancio delle spese sostenute dalle singole Aziende sanitarie, riportando i costi complessivi con l’indicazione della natura. Il totale del costo riveniente dal fondo sanitario per il 2020 è di 370 milioni di euro di cui 110 milioni gestito dalla Protezione civile e 260 milioni dalle Aziende sanitarie. Di queste, la voce principe è di 119 milioni per spese per il personale. La seconda voce sostanziale è quella relativa ad acquisto di beni sanitari pari a 51 milioni di euro. Altri 16 milioni per consulenze o prestazioni e 25 milioni per acquisto attrezzature e lavori su fabbricati e impianti.
Relativamente alla rendicontazione del 2021 si è in attesa che le Aziende sanitarie inviino comunicazione, ma da una pre-analisi la spesa è sovrapponibile. Mentre la somma destinata alla Protezione civile nel 2021 è stata di 75 milioni di euro. 
In virtù delle richieste avanzate dai Commissari, le Sezioni interpellate procederanno alla verifica dei fascicoli prendendo in esame determinati impegni o affidamenti con importo sotto i 50 mila euro e fino alla misura del sotto soglia previsto. Formuleranno anche una relazione integrativa contenente delucidazioni in particolar modo sui preventivi di comparazione, criteri delle determinazioni delle tariffe delle strutture sanitarie private ed accreditate per l’assistenza Covid, certificazione dei DPI acquistati all’estero, costi per l’allestimento e modalità di reclutamento personale per la messa in funzione della fabbrica regionale delle mascherine. 
L’analisi dei costi sostenuti per fronteggiare l’emergenza Covid tornerà ad essere argomento di disamina da parte delle Commissioni bilancio e sanità in seduta congiunta.  

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Dati del giorno: 31 gennaio 2022

2.638
Nuovi casi
27.689
Test giornalieri
17
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 824
Provincia di Bat: 233
Provincia di Brindisi: 311
Provincia di Foggia: 382
Provincia di Lecce: 594
Provincia di Taranto: 265
Residenti fuori regione: 21
Provincia in definizione: 8
137.035
Persone attualmente positive
728
Persone ricoverate in area non critica
59
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

602.309
Casi totali
7.682.915
Test eseguiti
458.059
Persone guarite
7.215
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 206.547

In prevendita la prima silloge del poeta mesagnese Damiano Andriolo, "Arpeggi d'autunno" edita da Interno Libri di Andrea Cati di Latiano. Una poesia pacata, onesta, come nella migliore tradizione lirica novecentesca, nelle poesie di Damiano Andriolo, come Tranquillino Cavallo riporta nella postfazione, “si cela l’essenzialità di un pensiero, narrato con parole semplici, ma mai banali. Un pensiero profondo del poeta che ritroviamo spesso nelle sue liriche. L’espressione di un pessimismo non solo della propria condizione, ma della stessa natura umana, indifesa di fronte ad un fato sempre presente e ineluttabile”.

Fino al 7 febbraio il libro sarà disponibile in prevendita sul sito di Interno Libri, poi sarà ufficialmente disponibile in libreria online e in quelle fisiche tramite Messaggerie e Fastbook, i principali player del settore editoriale.

2022 01 31 133036

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Mesagne è nella top ten delle candidature a Capitale italiana della Cultura. La deciusione è stata assunta dalla commissione esaminatrice, delle candidature delle 23 città italiane candidate a divenire “Capitale italiana della cultura 2024”. Grande gioia a Mesagne dove l'obiettivo di entrare nelle prime 10 città selezionate è già una vittoria. 

"#MESAGNE2024, SIAMO IN FINALE! Che giois - le prime parole del sindaco Toni Matarrelli -. Ci abbiamo sperato e creduto, in tanti, tantissimi, mettendoci anima e cuore. Da qualche minuto il sogno è ancora più vicino: il MiC ci ha appena comunicato che siamo tra le città finaliste per il titolo di Capitale italiana della Cultura'. 

 

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Francavilla Fontana conferma per il secondo anno consecutivo la bandiera gialla attribuita dalla Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB) agli Enti locali che promuovono politiche orientate a favorire l’uso della bici.

Il riconoscimento, consegnato virtualmente nelle mani dell’Assessore Sergio Tatarano, è stato ufficializzato nel corso dell’annuale cerimonia tenutasi lo scorso 28 gennaio in diretta streaming. Il premio è il frutto del lavoro portato avanti dall’Amministrazione Comunale in tema di mobilità sostenibile.

“Sin dal nostro insediamento abbiamo portato al centro dell’azione amministrativa il tema della mobilità sostenibile. Si tratta di un percorso – spiega l’Assessore alla Mobilità Sostenibile Sergio Tatarano – avviato con l’adozione di strumenti urbanistici orientati a innovare la viabilità cittadina partendo dagli utenti deboli della strada, in primis ciclisti e pedoni.”

A pochi mesi dall’adozione del PUMS, la nuova sfida intrapresa dall’Amministrazione Comunale si chiama Piano Urbano della Mobilità Ciclistica (PUMC) che ha lo scopo di delineare una ridistribuzione dei flussi di viabilità per permettere il transito in sicurezza delle biciclette con la creazione di nuovi percorsi o con la rifunzionalizzazione degli esistenti.

Intanto, sempre in materia di mobilità, a breve avrà inizio la creazione della “Zona 30” del quartiere Peraro che consentirà di contenere la velocità dei veicoli e impedire la sosta selvaggia delle auto per aumentare la sicurezza e garantire la compresenza “pacifica” di biciclette e mezzi a motore. Tra gli interventi è prevista anche la creazione di una pista ciclabile in via Caniglia che si collegherà con il percorso esistente nel quartiere San Lorenzo. La rete qui presente, inoltre, sarà ulteriormente potenziata grazie alla Rigenerazione Urbana Sostenibile. Recentemente, infine, il Ministero delle Infrastrutture ha finanziato il progetto da 853 mila euro per la realizzazione di percorsi ciclopedonali legati ai luoghi storici cittadini.

“In questi anni abbiamo intercettato finanziamenti e avviato progettualità che nel medio periodo cambieranno il volto della Città. Il riconoscimento della FIAB – conclude l’Assessore Tatarano – attesta la qualità del cammino che abbiamo intrapreso e ci spinge a fare ancora di più. Se lo scorso anno il progetto di bike sharing ci ha consentito di entrare in questa esclusiva graduatoria, ora dobbiamo pedalare per rafforzare il processo culturale che con fatica abbiamo avviato.”

FIAB ha confermato il suo “bike smile” per “l’impegno nella promozione e nella realizzazione di infrastrutture e politiche a favore della bicicletta” e ha preannunciato il conferimento di un secondo smile al completamento degli interventi già finanziati nel quartiere Peraro e l’adozione del PUMC.

La rete dei Comuni Ciclabili coinvolge 156 Enti locali ed è una iniziativa patrocinata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dal Ministero dell’Ambiente.

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È allarmante il dossier realizzato dai Cicloamici-Fiab relativo all’abbandono dei rifiuti nelle campagne della provincia di Brindisi. Un anno di attività, il 2021, durante il quale i volontari hanno fotografato e postato online i siti inquinati realizzando una mappa interattiva che mostra la capillarità delle discariche abusive presenti sul territorio. Ad esempio, il 76% dei rifiuti è abbandonato ai margini delle strade mentre quello maggiormente lasciato, con il 75%, è il domestico. Dunque, un anno è trascorso da quando i Cicloamici, in collaborazione con altre associazioni ambientaliste, hanno sviluppato una “buona pratica” ovvero raccolgono, studiano e segnalano i rifiuti abbandonati. Al 26 gennaio 2022 sono stati segnalati e mappati oltre 60 siti in tutta la Puglia. La gran parte dei siti segnalati versano in condizioni deplorevoli. Tuttavia, la documentazione fotografica dello stato delle discariche, prima e dopo le denunce, è monitorata nel tempo dai Cicloamici che aggiornano la mappa dei rifiuti.

Quando una amministrazione o un gruppo di cittadini effettua una bonifica ambientale su un sito questo cambia colore sulla mappa e da rosso si trasforma in verde. Le segnalazioni pervenute indicano che, principalmente, i rifiuti sono abbandonati a margine strada e in second’ordine su terreni non recintati. Tante sono le segnalazioni di materiale pericoloso, come l’eternit, gli elettrodomestici in disuso o i copertoni. “In oltre il 50% dei siti l’abbandono avviene da lungo tempo, con continuità, attestando un sostanziale disinteressamento degli enti di controllo”, hanno spigato i Cicloamici nel loro dossier -. Nel 30% dei casi l’abbandono è recente, nel 16%, invece, si tratta di abbandono datato”.

Quasi il 40% dei rifiuti risulta conferito in territori di alta rilevanza paesaggistica e naturalistica. “Questo dato – hanno spiegato gli ambientalisti - rivela l’impatto negativo non solo sull’ambiente, ma anche sul turismo e sull’economia locale”. Sono poco più del 27% coloro che hanno denunciato, “ma tengono a mantenere l’anonimato, in alcuni casi per timore di compromettersi con gli amministratori locali. In questi casi la nostra associazione ha sporto denuncia a proprio nome”, hanno tenuto a far notare i Cicloamici. Fortunatamente nel 72% dei casi chi ha segnalato non ha chiesto di mantenere l’anonimato e nella maggior parte dei casi i “segnalatori” hanno denunciato a titolo personale l’abbandono dei rifiuti. Tra i Comuni che hanno ripulito le discariche abusive in tempi brevi c’è Brindisi. “Enormi sono state le soddisfazioni per le denunce andate a buon fine in quanto le amministrazioni comunali di competenza nel giro di poche settimane dalla denuncia hanno provveduto a eseguire gli interventi di bonifica. Tra tutti i Comuni additiamo il Comune di Brindisi come quello più sensibile e meritevole di riconoscimento per le operazioni di ascolto e per gli interventi susseguenti”, hanno concluso i Cicloamici.

Per consultare il dossier o fare segnalazioni su discariche abusive basta cliccare sul sottostante link:

https://www.cicloamici.it/wp/2022/01/26/un-anno-di-denunce-ambientali/

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Alle prime luci dell’alba, in Mesagne (BR), Brindisi, Ostuni (BR) e San Pietro Vernotico(BR) i Carabinieri della Compagnia Carabinieri di San Vito dei Normanni (BR), collaborati nella fase esecutiva da personale dello Squadrone Eliportato Carabinieri “Puglia”, dal 6° Nucleo Elicotteri dei Carabinieri di Bari e dal Nucleo Cinofili, hanno dato esecuzione all’Ordinanza applicativa di misure coercitive personali n. 11926/19 R.G.N.R. D.D.A. e n. 7156/2020 R. Gip, n. 1/2022 OCC, emessa  dal G.I.P. del Tribunale di Lecce nell’ambito dell’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce nei confronti di 30 indagati.

In particolare, il Giudice per le Indagini Preliminari di Lecce, ha emesso:

  1. Ordinanza della custodia cautelare in carcere nei confronti di 5 soggetti;
  2. Ordinanza di applicazione degli arresti domiciliari, nei confronti di 6 soggetti;

Le misure cautelari sono state notificate nei confronti dei sottonotati indagati, i quali si devono ritenere presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento fino ad un definitivo accertamento della colpevolezza con sentenza irrevocabile:

1.      B. L. o.c.c. in carcere;

2.      C. L., o.c.c. in carcere;

3.      C. M., o.c.c. in carcere;

4.      S. M., o.c.c. in carcere;

5.      Z. G., o.c.c. in carcere

6.      C. L., o.c.c. agli arresti domiciliari;

7.      C. L., o.c.c. agli arresti domiciliari;

8.      D. D. L., o.c.c. agli arresti domiciliari;

9.      F. F., o.c.c. agli arresti domiciliari;

10.  S. V., o.c.c. agli arresti domiciliari;

11.  T. S. ,o.c.c. agli arresti domiciliari;

All’esecuzione dei provvedimenti cautelari personali, coordinata dal Comando Compagnia di San Vito dei Normanni, hanno partecipato 70 Carabinieri unitamente ai militari del Nucleo Elicotteri CC di Bari e dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”.

I reati contestati sono l’art. 74 commi nr. 1, 2 3 e 4 del D.P.R. 309/90 “associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti pluri - aggravata”, art. 73 commi 1 e 4 del D.P.R. 309/90 “spaccio e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti”, artt. 2 e 7 L. 895/67 “detenzione illegale di armi” e artt. 81/2° c.p. e 75 comma 2 D. Lvo 159/2011 “violazione degli obblighi inerenti la Sorveglianza Speciale di P.S.”, art. 378 c.p. capo 25 “favoreggiamento personale”.

Nel dettaglio, l’attività d’indagine è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di San Vito dei Normanni e trae origine dall’attentato incendiario compiuto nei confronti di un Maresciallo dei Carabinieri, all’epoca in servizio presso la Stazione Carabinieri di Latiano al quale nella notte del 16 agosto 2019 è stata incendiata l’autovettura privata, parcheggiata nei pressi della propria abitazione. Gli accertamenti esperiti nell’immediatezza hanno consentito di risalire ai responsabili dell’atto intimidatorio, al mandante dell’azione delittuosa, nonché al movente. È infatti emerso l’azione delittuosa sarebbe stata posta in essere quale ritorsione nei confronti del Maresciallo per aver contravvenzionato, a seguito di violazioni al codice della strada, un noto pregiudicato mesagnese contiguo ad ambienti mafiosi.

Le indagini, avviate nel mese di agosto 2019 fino ad aprile 2020, condotte con l’ausilio di intercettazioni audio e video e pedinamenti, oltre ad identificare gli autori del grave atto intimidatorio, hanno ipotizzato l’esistenza nel territorio di Mesagne di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti in cui risulterebbe inserito anche uno dei soggetti ritenuto responsabile dell’attentato al maresciallo dei Carabinieri.

Le investigazioni, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Lecce e sviluppate in piena sinergia con la D.C.S.A. (Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno), hanno permesso di ipotizzare lo stretto legame tra l’organizzazione criminale investigata e alcuni esponenti della “Sacra Corona Unita”, confermando l’operatività e la permanenza sul territorio della provincia di Brindisi di strutture criminali finalizzate al narcotraffico, nonché come questo fenomeno delittuoso costituisca ancora una importante fonte di guadagno per la criminalità organizzata.

L’organizzazione di stampo mafioso “Sacra Corona Unita” che nasce sul territorio mesagnese, ha sempre fatto del traffico di droga uno dei capisaldi delle proprie attività illecite finalizzandolo, oltre al rapido arricchimento, anche al controllo del territorio.

In tale contiguità con le famiglie storiche legate alla S.C.U. mesagnese è stato individuato il sodalizio investigato e capeggiato da C. R., fratello del boss della S.C.U. deceduto in un agguato di mafia C. E. e cognato di L. F., personaggio di spicco della criminalità organizzata mesagnese. Figurano tra i sodali individuati C.L., figlio del boss E. e Z. G., affiliato alla S.C.U. di Mesagne e condannato per 416 bis c.p., braccio destro di C. R.

L’organizzazione in questione si ritiene essere stata in stretto contatto con il noto boss mesagnese D. G., capo storico e socio fondatore della Sacra Corona Unita, resosi responsabile delle violazioni degli obblighi della Sorveglianza Speciale cui era sottoposto. È stata ipotizzata la frequentazione da parte del D. di una delle basi operative della consorteria, localizzata in un circolo ricreativo di Mesagne, che, a seguito delle numerose perquisizioni, arresti e sequestri di stupefacente, è stato poi chiuso dal sodalizio poiché ritenuto non più sicuro per effettuare riunioni.

I risultati investigativi, riscontrati da nr. 7 arresti in flagranza di reato e sequestri di sostanze stupefacenti, per un traffico accertato di circa 50 kg tra marijuana, hashish e cocaina, riassunti nell’informativa dei Carabinieri e riportati nella richiesta di misura presentata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, hanno raccolto elementi indiziari nei confronti di 30 soggetti che, a vario titolo, sono risultati coinvolti nelle attività di spaccio di sostanze stupefacenti nel comune di Mesagne (BR), 11 dei quali indagati per la presunta appartenenza ad un’associazione per delinquere armata, finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e hashish.

Dalla ricostruzione investigativa effettuata dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, si evincerebbe come il sodalizio abbia gestito, attraverso i propri pusher, lo spaccio di hashish e marijuana sul territorio mesagnese, approvvigionando anche alcune piazze di spaccio ricadenti nei comuni limitrofi di Brindisi e San Pietro Vernotico. Rifornimento che ha riguardato anche alcune piazze di spaccio individuate in Veneto ed in particolare nella provincia di Verona, luogo dove uno degli indagati, originario di Mesagne ed identificato in L. A. B., avrebbe fatto trasportare ingenti quantitativi di marijuana.

La progressione investigativa ha consentito altresì di ipotizzare la struttura criminale, organizzata con una precisa divisione gerarchica dei ruoli e dotata di basi operative e centri per lo stoccaggio ed occultamento degli stupefacenti.

C. R. è accusato di essere il promotore e organizzatore del sodalizio occupandosi dell’approvvigionamento dello stupefacente, della direzione e del coordinamento di tutte le attività dell’associazione.

Z. G. è accusato di essere il luogotenente di C. R., con il compito di procacciare lo stupefacente, in particolare hashish, per l’associazione e affiancando il promotore nelle attività di gestione e di coordinamento dei sodali.

Sono stati individuati poi giovani accusati di essere pusher inseriti nell’associazione e dediti allo spaccio al dettaglio nelle piazze mesagnesi.

Dalle indagini emerge che, per le attività di narcotraffico, l’associazione sarebbe dotata di due basi operative, individuate presso alcune attività ricreative e commerciali del territorio mesagnese, tra cui un noto bar già oggetto di agguati negli anni che hanno caratterizzato l’ascesa della Sacra Corona Unita a Mesagne. Presso tali strutture veniva posta in essere l’attività di spaccio al dettaglio del narcotico, impartite le direttive del capo-promotore, pianificati e conclusi ingenti cessioni di narcotico, in gergo definiti “passaggi di mano”.

L’associazione sarebbe provvista, inoltre, di più centri per lo stoccaggio e l'occultamento dello stupefacente, affidate a soggetti incensurati o ormai da anni lontani da vicende giudiziarie, tra cui un insospettabile professionista mesagnese, al fine di ridurre al minimo il rischio di eventuali perquisizioni e conseguenti sequestri da parte delle Forze di Polizia.

La consorteria, infine, è accusata di aver avuto la disponibilità di più armi da fuoco tra cui due pistole ed un fucile a pompa, occultati e prontamente disponibili, nonché di armi da sparo nella disponibilità dei sodali.

Le indagini avrebbero disvelato l’allarmante capacità del sodalizio di cooptare soggetti insospettabili ed incensurati del tessuto sociale mesagnese apparentemente estraneo alla criminalità tra cui, commercianti, camionisti e professionisti in contatto con la pubblica amministrazione.

Altro dato di rilievo è la capacità del sodalizio di allargare i propri interessi fuori dal territorio mesagnese, monopolizzando la fornitura di alcune piazze di spaccio dei Comuni di San Pietro Vernotico, Brindisi e come detto prima, del Veneto.

Nel corso delle indagini sarebbero stati riscontrati episodi di violazione della normativa antimafia, ex art. 75 comma 2 del D. Lgs 159/2011, commessi dal Sorvegliato Speciale di Pubblica Sicurezza D. G., capo di una frangia del sodalizio di stampo mafioso “Sacra Corona Unita” operante sul territorio della provincia di Brindisi, attualmente detenuto. D. G. avrebbe in più occasioni disatteso l’obbligo di associarsi a pregiudicati e di frequentare abitualmente circoli, recandosi in più occasioni presso una delle basi operative della consorteria e dimostrando, pertanto, una rinnovata e rinforzata attualità criminale che non ha subito alcuna flessione a seguito dalla lunga permanenza in carcere e dalla limitazione della libertà personale imposta con la misura di prevenzione a carico. D., impiegato presso una carrozzeria di Mesagne (BR), avrebbe utilizzato il luogo di lavoro come base operativa per mantenere contatti con più pregiudicati del territorio condannati per gravi reati quali associazione per delinquere di stampo mafioso, stupefacenti ed altro.

RISULTATI CONSEGUITI NELL’AMBITO DELLA PROSPETTAZIONE ACCUSATORIA

  • Indagate 30 persone di cui 11 costituenti l’associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico;
  • Identificati gli autori dell’attentato incendiario compiuto il 16.08.2019 a Mesagne nei confronti dell’autovettura di un Maresciallo dei Carabinieri all’epoca in servizio presso la Stazione Carabinieri di Latiano;
  • Nel corso delle indagini sono state inoltre tratte in arresto in flagranza di reato nr. 7 persone per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti;
  • È stato accertato il traffico di hashish, marijuana e cocaina, riscontrato da sequestri, per un totale di 50 kg di sostanze stupefacenti;
  • Documentata l’esistenza di più piazze di spaccio rifornite dal sodalizio.

Considerata la pericolosità del sodalizio per l’ordine pubblico potendo avere lo stesso la disponibilità di più armi da sparo, la Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce ha lavorato intensamente per chiudere il cerchio intorno ai soggetti.

Il G.I.P.  ha condiviso pienamente la ricostruzione investigativa e l’impianto accusatorio emettendo, per i reati contestati, le misure cautelari contenitive necessarie per interrompere le condotte ritenute reato.

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