Redazione

E’ allarme incendi a Lecce, favoriti dal caldo ma soprattutto dai ritardi nell’espianto degli ulivi secchi per la Xylella, con centinaia di ettari mangiati dalle fiamme e migliaia di ulivi che divengono torce roventi con temperature che raggiungono oltre 750 gradi, anche a causa dell’abbandono forzato in cui versano campi pieni di sterpaglie e infestanti. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, con l’incendio scoppiato ad Ugento di dimensioni tali da on essere domato, ma sono numerosi i roghi alimentati nella provincia di Lecce dal caldo fuori stagione, con il Bosco di San Biagio a Borgagne di Melendugno ad avere per primo la peggio in questa estate che si preannuncia più calda del solito sul fronte incendi.

Sono necessari oltre 1000 litri di acqua per spegnere ogni singolo ulivo divenuto una torcia di fuoco, aggiunge Coldiretti Puglia che plaude all’attività dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile che ogni estate in provincia di Lecce combattono una battaglia difficile e pericolosa contro il fuoco.

Vanno attivate immediatamente – sollecita Coldiretti Puglia – le procedure per gli svellimenti, con gli ulivi secchi sui terreni abbandonati pieni di sterpaglie che goni estate trasformano il Salento in un enorme rogo con danni irreparabili sull’ambiente e sul turismo.

“Sono troppi gli ettari di uliveto ormai improduttivi da anni, a causa dei ritardi negli espianti e reimpianti che hanno aggravato una situazione già critica, con la burocrazia che arreca più danni della Xylella. L’abbandono era inevitabile e va invertita la rotta senza perdere altro tempo”, aggiunge Pietro Piccioni delegato confederale di Lecce.

Secondo il report 2021 dei Vigili del Fuoco, sono stati quasi 25mila gli incendi in Puglia, con 6.221 interventi solo in provincia di Lecce, dove oltre ai VVFF – aggiunge Coldiretti Puglia interviene anche la Protezione Civile, quindi è immaginabile che gli episodi salgano ad oltre il doppio.

Una strage che si ripete ogni anno lasciando – sottolinea la Coldiretti Puglia – paesaggi lunari in Salento dove le fiamme si moltiplicano riducendo gli ulivi colpiti dall’infezione in torce gigantesche, anche a causa dell’abbandono forzato in cui versano campi pieni di sterpaglie e infestanti, dove vanno a fuoco anche i tubi degli impianti di irrigazione e i cumuli di immondizia, creando delle nubi tossiche di fumo che avvolgono anche i centri abitati.

Ai danni incalcolabili all’agricoltura si sommano quelli d’immagine con gravi ripercussioni anche sul turismo – denuncia Coldiretti Puglia - in un territorio come il Salento ricco di luoghi di straordinaria bellezza che hanno attirato negli anni un numero crescente di vacanzieri italiani e stranieri per ammirare le bellezze naturali.

Gli agricoltori – conclude la Coldiretti – chiedono interventi decisi per espiantare, reimpiantare e far rinascere le aree colpite, dopo anni di annunci, promesse, rimpalli di responsabilità e la mancanza di impegni concreti per la ricostituzione del patrimonio olivicolo distrutto, mentre non sanno come comportarsi per realizzare nuovi impianti resistenti e tornare a lavorare e produrre per sottrarre le campagne all’abbandono.

I ritardi nell’autorizzazione degli espianti degli ulivi secchi colpiti dalla Xylella in Salento, a rischio desertificazione e incendi, perché dopo 9 anni la provincia di Lecce continua a morire di burocrazia, impone l’autorizzazione regionale che consenta di eliminare gli ulivi secchi, senza aspettare l’esito delle istruttorie delle domande dell’articolo 6, con l’inaccettabile paralisi amministrativa che sta facendo slittare di un altro anno la rigenerazione del territorio salentino, dopo che la Xylella ha fatto seccare 21 milioni di ulivi, provocando effetti più disastrosi di un terremoto con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa.

Gli agricoltori chiedono di espiantare gli impianti olivicoli danneggiati,  e non più produttivi e di eseguire le operazioni colturali utili al reimpianto, perché gli strumenti per la verifica del numero di piante  di olivo danneggiate da eliminare e da ripiantare sono già in possesso della pubblica amministrazione, come le ortofoto 2019, il catasto olivicolo e le banche dati Agea.

La Coldiretti ha elaborato un decalogo per combattere gli incendi. La prima regola per non causare l'insorgenza di un incendio è quella - afferma la Coldiretti Puglia - di evitare di accendere fuochi non solo nelle aree boscate, ma anche in quelle coltivate o nelle vicinanze di esse, mentre nelle aree attrezzate, dove è consentito, occorre controllare costantemente la fiamma e verificare prima di andare via che il fuoco sia spento. Soprattutto nelle campagne - precisa la Coldiretti - non gettare mai mozziconi o fiammiferi accesi dall'automobile e nel momento in cui si è scelto il posto dove fermarsi verificare che la marmitta della vettura non sia a contatto con erba secca che potrebbe incendiarsi. Inoltre - continua la Coldiretti Puglia - non abbandonare mai rifiuti o immondizie nelle zone di campagna o boscate o in loro prossimità e in particolare, evitare la dispersione nell'ambiente di contenitori sotto pressione (bombolette di gas, deodoranti, vernici, ecc.) che con le elevate temperature potrebbero esplodere o incendiarsi facilmente. Nel caso in cui venga avvistato un incendio - consiglia la Coldiretti regionale - non prendere iniziative autonome, ma occorre mantenersi sempre a favore di vento evitando di farsi accerchiare dalle fiamme per informare tempestivamente le autorità responsabili con i numeri di emergenza disponibili. Dal momento che - conclude la Coldiretti Puglia - un elevato numero degli incendi è opera di piromani o di criminali interessati alla distruzione dei boschi, occorre collaborare con le autorità responsabili per fermare comportamenti sospetti o dolosi favoriti dallo stato di abbandono di campi e boschi.

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Continuano a Mesagne gli appuntamenti patrocinati dall’Amministrazione Comunale nell’ambito del programma che l’assessorato ai Percorsi di Legalità ha unificato sotto il nome ‘Maggio della legalità’.

Domani, domenica 22 maggio, l’appuntamento è con ‘Una corsa per la legalità’: con partenza alle ore 9.30 da Piazza Vittorio Emanuele II, l’evento podistico prevede una gara agonistica riservata ad atleti tesserati Fidal – Federazione Italiana Atletica Leggera; una non agonistica, che verrà percorsa sulla distanza di 10 chilometri, organizzata dal CSI, e una camminata ludico-motoria sulla distanza di 5 km. A tutti i partecipanti verrà consegnata la t-shirt ricordo con l’immagine dei giudici Falcone e Borsellino.Corsa_per_la_legalità_2022.jpg

Sostengono l’iniziativa: ASD ‘Atletica Mesagne’; AIGA – associazione italiana giovani avvocati; A.N. Dir Giustizia; ANM - Associazione Nazionale Magistrati di Brindisi; FAI – Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura Italiane; Associazione Nazionale Polizia di Stato; Camera Penale di Brindisi ‘Oronzo Melpignano’; CSI Brindisi; Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie; Ordine degli Avvocati della provincia Brindisi; Ordine dei farmacisti Brindisi.

A seguire, lunedì, si svolgerà la ‘Giornata cittadina della Legalità’, che dal 29 maggio – data in cui si è tenuta nelle scorse edizioni – verrà anticipata per onorare la memoria delle vittime della strage di Capaci in cui il 23 maggio 1992 persero la vita il giudice Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo insieme agli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.

“Ricordare è una forma di impegno civile. L’esercizio della memoria può conoscere diversi strumenti di espressione, a seconda delle età e dei contesti in cui si sceglie di operare, mentre la partecipazione, in particolare dei giovani, è la condizione necessaria per affermare i valori della verità e della giustizia”, ha dichiarato il sindaco di Mesagne, Antonio Matarrelli.CORSA_LEGALITA_2022.jpg

La mattinata del 23 maggio sarà scandita da due iniziative tra loro complementari per il significato unico del messaggio che si intende promuovere: alle 8:30 verrà collocata una targa commemorativa in ricordo del giudice Giovanni Falcone presso la scuola “G. Falcone”, a cura del II Circolo Didattico “Giovanni XXIII;  a partire dalle ore 9.30, in Piazza Garibaldi, si terrà il raduno delle scuole di diverso ordine e grado del territorio e dei cittadini che vorranno partecipare. Il corteo, al quale prenderanno parte i rappresentanti istituzionali, percorrerà via Federico II Svevo, via Brindisi, Piazza Porta Grande e si fermerà in Villa Comunale per un momento celebrativo che si aprirà e chiuderà con un flashmob a tema degli studenti. Interverranno i rappresentanti istituzionali, i dirigenti scolastici, le forze dell’ordine e i referenti dell’associazione ‘Libera’. ‘L’attenzione riservata al mondo della scuola sul tema cruciale della legalità è indicativa di una tradizione ma anche di un obiettivo che si rinnova: i ragazzi crescono e si formano elaborando gli esempi degli adulti. E' questa una responsabilità da coltivare e condividere”, ha concluso Anna Maria Scalera, assessore comunale ai Percorsi di Legalità.

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Il cerchio si stringe intorno agli autori dell’assassinio del mesagnese Carlo Giannini, avvenuto nel Regno unito. Ieri mattina la polizia di Sheffield, nel South Yorkshire, ha arrestato un ragazzo minorenne, di 17 anni, sospettato di avere a che fare con la morte dell’italiano. Lo stesso ragazzo è stato rilasciato oggi 20 maggio dopo aver pagato la cauzione. Lo hanno reso noto gli investigatori con una nota postata sui loro profili social: “Un ragazzo di 17 anni di Sheffield – hanno scritto - è stato arrestato oggi, giovedì 19 maggio, con l'accusa di omicidio. In questo momento è in custodia della polizia. L’arresto è il secondo effettuato nell'ambito dell’indagine. Ieri, mercoledì 18 maggio, gli agenti hanno arrestato un uomo di 18 anni di Sheffield con l'accusa di una serie di reati. Uno di questi è l'omicidio. È stato rilasciato su cauzione. L'indagine è in corso e gli investigatori sono desiderosi di parlare con altri testimoni che potrebbero aver visto o sentito qualcosa che potrebbero aiutarli in vista della morte di Carlo”.

Gli stessi poliziotti hanno lanciato un appello: “Chi ha informazioni che potrebbero aiutare i nostri funzionari nelle indagini può contattare il numero 101 citando la pratica numero 122 del 12 maggio”. La polizia ha pubblicato anche delle immagini di una telecamera di video sorveglianza della notte di mercoledì scorso, 11 maggio, in cui si vede Carlo entrare nel Manor Fields Park, il luogo in cui è stato rinvenuto il suo corpo senza vita, in quelli che potrebbero essere i momenti precedenti la sua morte. La foto è stata scattata alle 11,05 circa. Intanto il medico legale ha eseguito l’autopsia sul corpo di Carlo Giannini ed ha confermato che lo stesso è deceduto a seguito di una coltellata. Nei prossimi giorni consegnerà agli investigatori la relazione conclusiva. Resta, tuttavia, ancora il mistero sul movente. Il perché Carlo è stato ammazzato? Si è, per caso, trovato nel posto sbagliato all’ora sbagliata? Oppure si è trattato di un caso di rapina finita male? O c’è dell’altro? E chi sono i due giovani arrestati? Che legame hanno con la vittima? Una serie di interrogativi su cui stanno lavorando i poliziotti di Sheffield che continuano a indagare per ricostruire ora per ora la giornata di Giannini per trovare l’elemento che possa chiarire questo efferato delitto.

Intanto, a Mesagne c’è tanta costernazione per questa giovane vita spezzata e tanti sono gli attestati di stima e di cordoglio che stanno arrivando alla famiglia Giannini. Una famiglia perbene che in città gode la stima di tutta la comunità. Su questa vicenda c’è da registrare un appello che ha lanciato sui social la signora Rosalba, mamma di Carlo, per quelle cose che in queste ore, per loro tragiche, si stanno dicendo o scrivendo: “Ogni parola falsa è una pugnalata a un cuore ferito”. Carlo, pizzaiolo di professione, aveva deciso di andare via dalla sua città natale per trovare lavoro all’estero. Prima in Inghilterra e poi nel dicembre del 2020, in piena pandemia, si era stabilito in Germania, a Titisee-Neustadt, nella foresta nera, dove aveva aperto una pizzeria insieme al fratello Stefano e alla cognata Valentina Argentiero. Lo avevano chiamato “La spiga d’oro”, per ricordare i campi dorati di grano che l’estate caratterizzano il panorama delle campagne mesagnesi. “Volevamo accompagnare i nostri clienti in un viaggio immaginario nella nostra terra, attraverso sapori e profumi inconfondibili”, aveva detto a quanti gli chiedevano il perché di quel nome dato al locale. L’attività andava bene. Poi Carlo aveva deciso di fare ritorno nel Regno unito. Qui aveva trovato lavoro presso una pizzeria di Sheffield. Una vita tranquilla fino a quel maledetto giovedì 12 maggio quando la sua vita è stata spezzata in un parco.

 

Una volta eseguita l’autopsia la città di Mesagne e, soprattutto, la famiglia sono in attesa di poter svolgere le esequie di Carlo. Potergli dare quel conforto spirituale che merita. Quando si svolgeranno i funerali ancora non si sa poiché il corpo non è stato consegnato alla famiglia. Sarà il coroner, espletate tutte le formalità di legge, a dissequestrare la salma e consegnarla ai familiari che sono a Sheffield già dalla scorsa settimana. I funerali si svolgeranno, con molta probabilità, presso la parrocchia di Mater Domini, luogo in cui Carlo, insieme ai fratelli e alla sorella, è cresciuto. Intanto questi sono giorni di immenso dolore per la famiglia Giannini. Per la mamma Rosalba che aspetta il feretro di questo suo figlio. Ma ad aspettare Carlo sono anche i tanti amici che aveva in città e con i quali, durante i periodi di ferie, trascorreva delle serate spensierate. Era un ragazzone alto e robusto con un carattere molto gioviale. Un leader nelle comitive di amici che oggi lo ricordano con grande rimpianto. Tra questi c’è anche don Pietro De Punzio, parroco del santuario di Mater Domini, che ha cresciuto Carlo e conosce molto bene la famiglia Giannini. “La famiglia Giannini – ha spiegato il sacerdote - da giorni è chiusa in questo dolore, ma anche la comunità parrocchiale e la città intera lo piange.

Tutti conoscevamo Carlo poiché aveva un cuore grande. Il suo ideale era il servizio nella ristorazione. Era uno chef bravo e stimato. Carlo era un ragazzo solare e vivace, amicone di tutti. Ecco perché oggi tutti lo piangiamo. Nel cuore aveva la grande volontà di adoperarsi per il bene. Adesso la famiglia attende per comprendere la dinamica di questo tragico evento. I genitori aspettano, con grande dolore, la salma che, in ogni modo, non sappiamo ancora quando arriverà”. Carlo era un ragazzo solare e disponibile. Ecco perché era andato in Germania per avviare una pizzeria insieme al fratello Stefano e alla cognata Valentina. Qui ogni giorno si sfornano leccornie tipiche del Salento come le pucce, le focacce, i piatti tipici, i panzerotti, i rustici e, perfino, i pasticciotti che sodisfano il palato dei clienti, molti dei quali italiani. “È stata dura – aveva confidato Carlo agli amici -, abbiamo fatto tutto il lavoro di ristrutturazione da soli”. Era orgoglioso di quel lavoro e ne parlava con tutti. Una volta avviata “La spiga d’oro” aveva fatto ritorno nel Regno unito per continuare lì la sua attività.

La foto scattata da un automobilista ci fa vedere un camion che erroneamente sale contromano sulla rampa di ingresso alla statale 7. Fortunatamente un giovane a piedi lo ha bloccato facendogli notare l'errore commesso. 

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Cresce la Bee Economy in rosa delle donne delle api che in Puglia dal miele producono dagli integratori alimentari al ‘nappage’ per i dolci, dalla cosmesi naturale fino alla pellicola per gli alimenti. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, diffusa in occasione della Giornata mondiale delle api, proclamata dall'Onu, al mercato di Campagna Amica di via Tiburtina 695 a Roma dove sono scese in piazza anche le apicoltrici pugliesi impegnate in prima linea per difendere questo insetto che svolge un ruolo insostituibile per l’ambiente e per la vita dell’uomo.

A Massafra in provincia di Taranto c’è Roberta Dimauro, biologa, che ha creato la linea di cosmesi naturale a base di cera e miele, oltre a prodotti per il lifting con l’estrazione del veleno d’api, una linea di dressing per guarnire i piatti gourmet e di laccatura ‘nappage’ per i dolci. All’insegna del salutismo – aggiunge Coldiretti Puglia - gli integratori a base di miele e pappa reale, ginseng e guaranà e con olio essenziale di piante e propoli, ma anche il nettare degli dei con l’alga spirulina. Ma Roberta riesce anche a proteggere gli alimenti – dice Coldiretti Puglia - usando carta da forno e stoffa di cotone imbevute in cera d’api.

Proprio per assicurare un controllo in tempo reale dell’attività nelle arnie ma anche un puntuale biomonitoraggio ambientale sono arrivati anche i primi cyber alveari, presentati dalla Coldiretti a Roma, in collaborazione con gli esperti del Crea Agricoltura e Ambiente.

Si tratta di un’arnia elettronica – continua Coldiretti - collegata ad internet e dotata di telecamere e sensori capaci di rilevare l’attività di volo e la temperatura e l’umidità interna all’alveare, registrare il ronzio della colonia, misurare i parametri ambientali di micrometeorologia. I dati acquisiti vengono trasmessi ad una piattaforma dove l’apicoltore collegato ad internet, magari da uno smartphone, può visualizzarli graficamente, monitorando così a distanza e quasi in tempo reale la sua colonia.

I cyber alveari sono peraltro alimentati ad energia pulita – spiega Coldiretti - grazie a piccoli pannelli fotovoltaici, mentre la presenza di un dispositivo di geolocalizzazione permette di segnalare spostamenti della centralina a seguito, ad esempio, di un ribaltamento oppure in caso di furto dell’arnia.

E per preservare le api dalla tropicalizzazione del clima, ad Ostuni in provincia di Brindisi Maria Donnaiola produce miele biodiverso – racconta Coldiretti Puglia – salvando le api dalla calura e dalla siccità con la transumanza nelle regioni limitrofe, a caccia di acqua e fiori per strappare le api dallo stress e offrendo loro pascoli rigogliosi.

Ma c’è anche l’apicoltura eroica con Daniela Margarito che a Racale in provincia di Lecce, nonostante l’abbandono e la morte di migliaia di ulivi a causa della Xylella, continua a prendersi cura delle sue api, dedicandosi a colture diverse per offrire pascoli nuovi.

“Sono tenaci e resilienti le donne che allevano le api – afferma Maddalena Rignanese Rinaldi, responsabile di Coldiretti Donne Impresa Puglia – si dedicano con sacrificio e passione ad un’attività delicata con le api che necessitano di clima e alimentazione giusta per il loro benessere, prima ancora che per produrre miele. La società perfetta delle api, tutta al femminile, non può che essere gestita da imprenditrici che ne conservano dinamiche e logiche”.

Una spinta all’innovazione che ha fatto crescere la “bee economy” che abbraccia - spiega Coldiretti – ormai diversi settori, dal business delle cerimonie con le agribomboniere con la cera d’api ideate da una apicoltrice abruzzese alla cosmetica con creme e unguenti a base di cera, miele e veleno d’api, create da una produttrice pugliese fino allo sport con bevande energizzanti per atleti di un agricoltore umbro. Un fenomeno che – conclude la Coldiretti - traina anche lo sviluppo di nuove professioni come il sommelier del miele che guida i consumatori a riconoscerne le caratteristiche, arrivando anche a capire da quale pianta o fiore è stato prodotto.

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Una pattuglia delle Volanti, impegnata in servizi di controllo del territorio lungo il litorale a nord della città, ha arrestato L.G. (classe 1989) e D.G. (classe 1990) resisi responsabili del reato di resistenza aggravata a P.U.

In particolare, i poliziotti avevano notato una Citroen C1 a bordo della quale viaggiavano i due giovani e, insospettiti dall’atteggiamento assunto, avevano deciso di procedere ad un controllo. Subito dopo aver intimato l’ALT POLIZIA, l’auto accelerava la sua corsa da cui ne nasceva un lungo e rocambolesco inseguimento.

Nessun effetto sortivano le ulteriori e numerose intimazioni a fermarsi durante la folle corsa dipanatasi dapprima lungo la SS16 - caratterizzata da un notevole flusso di veicoli messi in pericolo dalle manovre spericolate del conducente che zigzagando e compiendo repentine e improvvise frenate e sterzate ostacolava la corsa della Volante – e poi lungo un gran numero di strade interpoderali.

Durante il lungo inseguimento nelle campagne comprese tra la SS16 e la contrada Vaccaro i poliziotti, resisi conto che quanto fatto sino a quel momento non aveva sortito alcun effetto, esplodevano alcuni colpi di pistola nella speranza che i due giovani   interrompessero la loro corsa.

Anche questo tentativo risultava vano.

La fuga dei due giovani aveva termine quando, percorrendo a fortissima velocità una stradina sterrata del Canale Reale, il conducente della C1 tentava una disperata manovra di svolta non riuscita tanto da provocare la perdita del controllo della vettura che finiva nel canale profondo circa tre metri e completamente privo d’acqua. Non altrettanto accadeva alla Volante della Polizia che, nonostante seguisse da vicino l’auto in fuga, riusciva ad interrompere la sua corsa permettendo ai poliziotti di scendere dalla macchina di servizio e di arrestare i due giovani rimasti illesi.

Su disposizione del Pubblico Ministero di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi, L.G. è stato condotto presso la Casa Circondariale di Brindisi, mentre D.G. è stato accompagnato presso la sua abitazione in regime degli arresti domiciliari.

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“Quanto dichiarato dal consigliere regionale Paolo Pagliaro, in ordine a una presunta penalizzazione perpetrata ai danni dell’Aeroporto del Salento, è assolutamente privo di fondamento.

Lo testimoniano i numeri relativi al primi quattro mesi del 2022 che indicano una ripresa del traffico che si attesta ai valori del 2019, e i dati parziali dei primi 15 giorni di maggio che riportano un incremento del 20% rispetto allo stesso periodo del 2019, trend identico, in termini percentuali, al dato di Bari.

Altrettanto privo di fondamento è quanto dichiarato dal Consigliere regionale circa un errore di visione rispetto alle strategie che porterebbero a penalizzare l’incoming verso il Salento a favore del traffico in uscita verso altre mete turistiche; nulla di più errato dal momento che al successo registrato dalla destinazione Salento un enorme contributo va riconosciuto al capillare network di destinazioni nazionali e internazionali costruito da Aeroporti di Puglia in accordo con i vettori e con l’Amministrazione regionale e le sue partecipate.

Fondamentale, in tal senso, il radicamento dei più importanti vettori sul territorio che tra basi già operative e basi di prossima apertura credono nelle potenzialità del mercato pugliese e individuano in Aeroporti di Puglia un partner commerciale serio e affidabile. “

Il progetto BenePossibile, promosso a livello nazionale dall’Associazione AGESCI, e che per Mesagne intende rinnovare e rivalutare il territorio, va avanti.
Dopo aver sottoscritto venerdì scorso il patto di valorizzazione con il Sindaco di Mesagne Toni Matarrelli, con il quale i ragazzi e le ragazze del "Clan dei Girasoli" del Gruppo scout Mesagne 1 e l’Amministrazione Comunale si sono reciprocamente impegnati per la tutela del Parco Baden Powell, dividendosi compiti e responsabilità al fine di ottimizzare tempi e risorse, domenica prossima gli scout inizieranno la pulizia del parco. Tutti sono invitati domenica 22 maggio alle 9,30 al parco Baden Powell in contrada Tagliata a dare una mano nella pulizia del Parco che è patrimonio di tutti e che dovremmo iniziare tutti a prendercene cura.

 I Rover e le Scolte del Clan dei Girasoli, Gruppo scout Mesagne 1

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Nota del capogruppo de La Puglia Domani. "L’aeroporto del Salento resta la “sorella povera” di quello di Bari, dove si continuano ad attivare nuovi voli internazionali e dove si concentrano i collegamenti nazionali soprattutto verso la capitale e Milano, lasciando a Brindisi solo le briciole. Su questa evidente disparità ho acceso un faro di attenzione già da lungo tempo, con una mozione presentata ad aprile 2021 e non ancora discussa, che impegna la Giunta regionale a potenziare l’aeroporto salentino.

Mentre lo scalo di Bari festeggia il rinnovo del contratto fino al 2026 con la compagnia aerea WizzAir e l’attivazione di nuove rotte, il presidente Vasile si limita a dire che “Aeroporti di Puglia è pronta ad aprire una base operativa anche nell’aeroporto del Salento di Brindisi”. I dati parlano chiaro: WizzAir, che per numero di destinazioni e presenza di mercato è il secondo vettore in Puglia, nei primi quattro mesi di quest’anno ha trasportato oltre 262mila passeggeri, ma di questi solo 39mila su Brindisi e 223mila su Bari.

Quello che contesto è un errore di visione di fondo: è sbagliato incentivare prevalentemente i voli in uscita verso altre mete turistiche, peraltro in concorrenza con le nostre, senza promuovere l’incoming. Così facendo, i nostri aeroporti diventano tappe di passaggio e non mete di arrivo. Bene che si consenta ai salentini e ai pugliesi di viaggiare in maniera diretta e più comodamente da e per località come Santorini, Rodi o Olbia, ma bisognerebbe lavorare soprattutto per portare qui da noi i turisti dal nord Europa. C’è una strategia da capovolgere: portare economia e non esportarla.

Se poi andiamo a vedere i numeri dei voli nazionali per Roma e Milano, lo sbilanciamento a favore di Bari è paradossale. Basta provare a cercare un volo low cost RyanAir per Roma Fiumicino in un giorno qualsiasi, per rendersi conto che il rapporto Bari-Brindisi è di 3 a 1, non solo per frequenza ma anche per costi. Cioè, partire dall’aeroporto del Salento costa in media il triplo e c’è un terzo dei voli, peraltro in orari scomodi (mattino presto e tarda sera) che causano disagi e obbligano a pernottare a Roma. Condizioni svantaggiose che scoraggiano pendolari, viaggiatori occasionali e turisti, dirottando i flussi su Bari a tutto svantaggio del Salento.

A questa situazione di squilibrio che penalizza fortemente l’economia salentina, si aggiunge la mancanza di collegamenti su gomma e ferro dell’aeroporto di Brindisi con i tre capoluoghi salentini e con le destinazioni turistiche. I progetti sbandierati, alcuni peraltro contestati, resteranno su carta ancora per anni. E intanto il Salento resta indietro, mentre l’aeroporto di Bari decolla, favorito da una politica dei trasporti strabica e sbilanciata della Regione". 

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Al via le domande del Fondo Impresa Femminile per sostenere e promuovere con strumenti adatti, finanziari e normativi, l’intraprendenza e i talenti femminili nel mondo dell’impresa e in agricoltura. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in riferimento all’apertura dello sportello il 19 maggio 2022 per la presentazione delle domande per richiedere contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati, grazie al Fondo che dispone di 160 milioni di euro di risorse PNRR che hanno integrato i 40 milioni di euro già stanziati nella legge di bilancio 2021.

“Bisogna recuperare il gap di parità di genere tra uomini e donne nelle aree rurali, promuovendo e dando sostegno all’intraprendenze delle donne in agricoltura. In media le donne trascorrono 22 ore a settimana in attività lavorative non retribuite, mentre gli uomini ne trascorrono meno di 10”, commenta Maddalena Rignanese Rinaldi, leader di Coldiretti Donne Impresa Puglia. 

Il Gender Equality Index per l’Unione europea – calcolato su dati del 2017 – è di 67,4 punti su 100, migliorato di soli 5,4 punti dal 2005. L’Italia – spiega Coldiretti - si colloca a metà classifica, con 63 punti nell’indice complessivo, poco al di sotto della media UE. Il dato positivo è che il nostro Paese è migliorato di en 12 posizioni dal 2005, quando era tra i peggiori, con meno di 50 punti.

Coldiretti ha chiesto investimenti seri nelle infrastrutture di supporto alle imprenditrici femminili nelle aree rurali. “Sotto questo aspetto va sottolineata l’esigenza di rafforzare il nuovo welfare nelle aree interne per consentire di mettere un argine allo spopolamento. Pensiamo agli agriasilo per consentire alle donne di non rinunciare alla maternità e coniugarla con il lavoro – aggiunge la responsabile regionale Rignanese Rinaldi - alle fattorie didattiche e a quelle di agricoltura sociale, che in alcuni territori potrebbero rappresentare un presidio insostituibile. Crediamo che la multifunzionalità dell’impresa agricola possa essere una chiave da un lato di creazione di lavoro, dall’altro di risposta al tema dell’inclusione sociale che anche nel Piano viene raccomandata”.

Digitalizzazione delle campagne, foreste urbane per mitigare l’inquinamento e smog in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari ed in difficoltà dai cereali all’allevamento fino all’olio extravergine di oliva sono alcuni dei progetti strategici cantierabili elaborati dalla Coldiretti per la crescita sostenibile del Paese,  perché “come donne di Coldiretti siamo pronte a dare il nostro contributo anche nelle progettualità presentate dalla nostra organizzazione, insieme a Filiera Italia, che sono pronte a diventare cantieri e a creare opportunità di lavoro”, conclude Rignanese Rinaldi.

Basti pensare che sono 24mila le aziende al femminile in agricoltura in Puglia, dove l’esperienza dell’emergenza coronavirus ha anche dimostrato che – precisa la Coldiretti – con una adeguata formazione e semplificazione l’agricoltura nazionale può offrire agli italiani in difficoltà i posti di lavoro che oggi sono affidati necessariamente a centinaia di migliaia di lavoratori stranieri stagionali che ogni anno attraversano le frontiere per poi tornare nel proprio Paese. L’allarme globale provocato dal Coronavirus ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma anche le fragilità presenti in Italia sulle quali occorre intervenire per creare nuovi posti di lavoro, difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali.

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