Redazione

A confermarlo i dati di uno Studio sul Turismo Outdoor realizzato da Enit-Agenzia Nazionale del Turismo e Human Company in collaborazione con Istituto Piepoli. 

  • Dall’inizio della pandemia per due italiani su tre è cresciuta la propensione per le vacanze all’aria aperta
  • 25 milioni di italiani (52%) vanno in vacanza, di questi uno su cinque pianifica una vacanza outdoor
  • Vacanze più lunghe per chi sceglie l'outdoor
  • Per l’88% dei turisti outdoor la vacanza è in Italia
  • Puglia, Toscana e Sardegna sul podio delle regioni preferite dal turista outdoor, seguite da Lazio, Calabria e Sicilia
  • Vacanze last minute per un italiano su quattro

Flessibile, sostenibile e sicuro: grazie alle sue caratteristiche intrinseche il comparto dell’open air negli ultimi anni ha saputo guadagnarsi e conquistare la fiducia degli italiani. Merito anche della propria capacità di evolversi, intercettando necessità e richieste dei nuovi target di riferimento. Se da una parte la pandemia ha avvicinato le persone a un concetto di turismo più consapevole e di prossimità, dall'altra il segmento ha saputo trasformarsi, per offrire servizi di qualità e ogni tipo comfort. Tanto che le vacanze all’aria aperta sembrano essere il must post-covid per gli italiani: due su tre, infatti, ammettono che dall’inizio della pandemia la loro propensione a svolgere all’aperto le proprie vacanze è cresciuta.

Parte da questo dato storico sul turismo open air la nuova edizione dello Studio sul Turismo Outdoor commissionata a Istituto Piepoli da Enit-Agenzia Nazionale del Turismo e Human Company, la più importante società a capitale italiano nel segmento open air. Un trend che si conferma anche per la stagione estiva 2022, che sembra avere tutte le carte in regola per essere in linea con quella del 2019, se non addirittura superiore.

Realizzata a giugno con metodo quantitativo su un campione rappresentativo della popolazione italiana, la ricerca ha indagato la propensione degli italiani per le vacanze estive, le previsioni di soggiorni outdoor per l’estate 2022 e i fattori determinanti per la scelta delle vacanze.

 

Le previsioni per l’estate 2022

Secondo le stime dell’indagine per l’estate 2022 più di un italiano su due (52%) ha programmato una vacanza, di questi uno su cinque pianifica una struttura outdoor, con predilezione per villaggi e agriturismi. Tra i propensi alla vacanza il turista open air non solo è il più fidelizzato (l’82% si dichiara pronto a partire) ma anche il più orientato a prolungare il soggiorno: per il 24% dei turisti outdoor la vacanza sarà più lunga, mentre resterà invariata per gli altri. 

Riguardo alla meta, l’Italia si conferma anche quest’anno la favorita dai turisti outdoor con l’88% delle preferenze (+3% rispetto al 2021). Sul podio delle regioni preferite dal turista outdoor la Puglia (18%) consolida la propria prima posizione e condivide il podio con la Toscana (11%) e la Sardegna (10%). Ottime le performance anche di Lazio, Calabria e Sicilia (tutte a quota 8%). Quanto alle destinazioni e al periodo, il 58% di chi pianifica una vacanza outdoor sceglierà il mare, il 17% la montagna e il 14% città e località d’arte prevalentemente nei mesi di luglio (42%) e agosto (46%), che si confermano i mesi dominanti, con una quota apprezzabile a settembre (11%).

I fattori di influenza

Se nella rinuncia alle vacanze non stupisce che a prevalere siano i motivi economici (38%), sorprende che il Covid resti piuttosto marginale, con solo il 5% degli intervistati che ha dichiarato di non partire per paura del contagio. Caro carburante e inflazione sono i principali fattori per la scelta delle vacanze per sette italiani su 10, seguiti dalla presenza di tariffe flessibili che mettono al sicuro da perdite economiche (61%) e un buon numero di offerte last minute (53%). Secondo l’indagine circa un quarto dei vacanzieri aspetta la prenotazione sotto data: la percentuale è la stessa sia tra i propensi (29%) che tra i turisti outdoor (28%). Tra i canali di prenotazione, prevale il metodo diretto con il 53% degli intervistati che ha dichiarato di aver prenotato o volerlo fare, contattando direttamente la struttura. Solo il 25% ha indicato le OLTA e il 13% le agenzie di viaggio o i tour operator tradizionali.

«Le nuove prospettive offerte dall’outdoor consentono di vivere pienamente e in modo nuovo spazi inattesi.  Il contesto storico ci ha educato a vivere l'esperienza di viaggio con modalità rivisitate, rispondendo anche all'esigenza di rafforzare il senso di rispetto per l'ambiente naturale e consentendo di potenziare la fruizione dell'esperienza di viaggio. Il turismo all'aria aperta pone le basi per consolidarsi sempre di più negli scenari turistici attuali. Il 2022 è un anno ideale per intercettare nuovamente i flussi da Oltreoceano che rappresentano uno dei bacini principali di provenienza degli adventure traveler, e uno dei più attivi per presenza di t.o. specializzati in questo mercato» ha dichiarato Roberta Garibaldi, Amministratore Delegato ENIT.

Secondo Domenico Montano, General Manager Human Company: «L’indagine conferma le previsioni del Gruppo, per cui si annuncia una stagione positiva con performance superiori ai dati pre-Covid. A oggi stimiamo il 40% di presenze in più rispetto al 2021 e una crescita del 15% sulla stagione 2019 per tutti i village. Il mare si conferma la meta preferita specialmente dai connazionali ma registriamo anche la ripresa del turismo nelle città d’arte, dove siamo presenti con i nostri camping in town, vissuti non più come semplici luoghi dove pernottare ma come facilitatori per visitare il territorio anche fuori stagione. A testimoniare il trend positivo delle città italiane anche i nostri Mercati Centrali a Firenze, Roma, Torino e Milano».

Livio Gigliuto, Vice Presidente Istituto Piepoli ha commentato: «All'aperto, conveniente, italiana. L'identikit della vacanza degli italiani per l'estate del 2022 è piuttosto definito. Gli italiani cercano soprattutto località di mare, le cercano in Italia, e cercano ampi spazi all'aperto per sfuggire ai rischi del contagio. La propensione all'open air, che sembrava solo una risposta alla pandemia, è diventata in fretta un nuovo punto fisso delle vacanze italiane e probabilmente resterà abitudine anche per gli anni a venire».

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L’Assemblea dei soci ha nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto. Confermati il presidente Rocky Malatesta, i designati dal WWF e il consigliere del comune di Brindisi nella veste di vicepresidente, nuovi ingressi, invece, per le cariche di consigliere dei comuni Brindisi e di Carovigno. 
Si è riunita l’Assemblea composta dal Comune di Carovigno, quello di Brindisi e dal WWF Italia.
In chiusura del triennio al termine del quale i soci nominano il nuovo CdA, questa mattina le parti hanno scelto i propri referenti in seno al Consorzio.
Il Comune di Carovigno, titolare della nomina della presidenza, ha confermato la propria preferenza per Rocky Malatesta e nominato per la carica di consigliere Maria Giuseppina Semeraro tecnico della prevenzione nell’ambiente della ASL di Brindisi. Il Comune di Brindisi ha individuato per il ruolo di vicepresidente l’avvocato Vincenzo De Bonis, già consigliere nell’uscente CdA e il dipendente del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in forza alla Guardia Costiera di Brindisi, Alessandro De Vincentis. Il WWF Italia ha confermato l’avvocato Lara Marchetta alla vicepresidenza e l’attivista Giovanni Ricupero, dipendente del Ministero della Difesa, Aeronautica Militare, per il ruolo di consigliere.
Si segna così l’avvio di un nuovo percorso istituzionale in chiusura di un triennio che ha visto il Consorzio realizzare numerosi progetti ideati in passato e metterne altrettanti in cantiere.     
Il periodo appena concluso si è caratterizzato per il notevole impegno con il quale il Consorzio si è dedicato al rafforzamento dei rapporti con il tessuto istituzionale e sociale della riserva. 
Per quanto attiene il livello delle Autorità, l’ente ha fatto in modo che tutti i rappresentanti territoriali conoscessero appieno la realtà di Torre Guaceto e le assicurassero sostegno, un esempio ne è la sottoscrizione di una convenzione con la Provincia di Brindisi per il rafforzamento del controllo esercitato dalla polizia locale provinciale sull’area protetta. Per quanto riguarda il coinvolgimento della comunità, sono state numerose le iniziative di sensibilizzazione e citizen science condotte, e altrettanti gli accordi di collaborazione stretti, uno fra tutti quello con Legalitria con il quale nelle prossime settimane il Consorzio e l’associazione porteranno i temi della legalità e della tutela ambientale in giro per la Puglia. E non solo. Il Consorzio si è impegnato anche per migliorarsi e migliorare il contesto Parchi regionale, avviando il progetto Tetide, la rete delle aree protette pugliesi per lo scambio delle buone pratiche e l’aumento dello standard generale di tutela della natura.
Nel triennio, l’ente si è dotato del centro recupero fauna selvatica, presso il quale ogni anno salva la vita a decine di animali, ha proseguito nella strada che condurrà all’ampliamento sia dell’Area Marina Protetta, sia della Riserva Naturale dello Stato, ha avviato la collaborazione con la Blue Marine Foundation con la quale realizzerà un sistema per lacerare le reti dei pescatori di frodo e proteggere così la fauna ittica.
E’ nata la Porta della riserva, progetto che, grazie al comune di Carovigno, ha visto la luce a 7 anni dall’ideazione e dopo aver scontato lunghi passaggi burocratici, che porta i mezzi a motore fuori dall’area protetta e grazie al quale dall’estate 2023, gli utenti potranno godere di numerosi servizi. La procedura per l’avvio dei lavori inerenti il progetto, finanziato dalla Regione Puglia in collaborazione con Acquedotto Pugliese e comune di Carovigno, del riuso in agricoltura dei reflui affinati provenienti dall’impianto di depurazione di Carovigno è arrivata al capolinea. L’intero collettamento sarà realizzato entro il 2024.  
Il Consorzio è entrato nella didattica scolastica insieme a Slow Food Puglia, grazie ad un accordo con l’Istituto alberghiero di Brindisi.
La riserva ha ottenuto la conferma delle certificazioni attestanti la qualità della governance del Consorzio e acquisito altre medaglie. Rinnovate Emas, Cets, Aspim, guadagnato il titolo di Blue Park.
Ma queste sono solo alcune delle conquiste celebrate dal Consorzio, sarebbe impossibile fare sintesi di tre anni di lavoro e soddisfazioni.
“Sono molto soddisfatto per questa rinnovata attestazione di fiducia che i commissari del Comune di Carovigno e poi l’assemblea dei soci hanno voluto riservarmi - dice Malatesta. Raccolgo con grande entusiasmo questa nuova sfida e sono loro grato anche per il continuo supporto ed incoraggiamento ricevuto in questo non facile anno.
Ringrazio i due consiglieri, che hanno appena terminato il loro mandato, per l’opera profusa e do un cordiale benvenuto ai due nuovi rappresentanti degli enti fondatori del Consorzio.
Ci aspettano anni di grande impegno perché occorre mantenere alto lo standard di tutela dei nostri habitat e lavorare per il miglioramento della fruibilità sostenibile della riserva.  
Sono certo che opereremo con la stessa passione e abnegazione che ci ha sempre contraddistinto, con la certezza di avere al nostro fianco istituzioni, autorità civili e militari e soprattutto le comunità attive del nostro territorio, che sapranno dare costantemente valore e sostanza all’Alleanza di Torre Guaceto”.

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A causa della siccità i campi sono allo stremo in Puglia e hanno già perso in media 1/3 delle produzioni dalla frutta al grano, dal foraggio per alimentare gli animali al latte, fino alle olive e alle cozze, con gli effetti anche sull’annata prossima, mentre gli invasi registrano un calo progressivo dell’acqua, con le zone non servite da ‘serbatoi’ artificiali dove agricoltori e allevatori si approvvigionano dai pozzi ormai esauriti e con le autobotti. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in riferimento all’arrivo della nuova grande ondata di caldo che aggrava l’emergenza raccolti con la necessità che venga richiesta senza indugio dalla Regione Puglia la dichiarazione di stato d’emergenza, dopo l’annuncio della probabile estensione dell’emergenza per la siccità ad altre quattro regioni  annunciata dal Ministro dell'Agricoltura, Stefano Patuanelli, dopo che il Consiglio dei Ministri lo aveva già deliberato per le prime 5 regioni.

In Puglia gli invasi hanno distribuito, in una settimana, circa 18 milioni di metri cubi d'acqua, quando gli invasi artificiali – riferisce Coldiretti Puglia, su dati dell’Osservatorio dell’ANBI Nazionale – da maggio a luglio registrano una continua discesa dei volumi di acqua invasati pari a -80,12 milioni di metri cubi, con una differenza rispetto alla capacità effettiva di -130,2 milioni di metri cubi e il peggio deve ancora venire.

Il fatto che la Puglia conviva da sempre con la siccità – argomenta Coldiretti Puglia -  con oltre il 57% del territorio a rischio desertificazione, impone di non sottovalutare e minimizzare il problema, piuttosto di correre ai ripari una volta per tutte sfruttando le risorse del PNRR anche per far fronte allo stato di emergenza cronica che la nostra regione sopporta, con costi enormi a carico di tutti i settori produttivi e della popolazione stessa, con l’urgente riconoscimento di evento catastrofale eccezionale richiesto da Coldiretti Puglia al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, tale da superare per ragioni di gravità il Decreto Legislativo n.102/2004 che disciplina il Fondo di Solidarietà Nazionale.

In Puglia – spiega Coldiretti regionale – si registrano già cali del 45% per i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle, del 35-40% per il grano duro per la pasta, di oltre il 15% della frutta ustionata da temperature di 40 gradi, del 20% delle cozze e del 35% della produzione di miele.

La Puglia, tra l’altro, ha il triste primato nazionale di essere la regione d’Italia dove piove meno, ma quando piove in maniera anche violenta, l’acqua non viene raccolta per la mancanza di invasi utili a conservarla. In questo scenario critico, serve subito una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve, ma urge il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi, in uno scenario aggravato in Puglia – dice ancora Coldiretti regionale - dal ventennale commissariamento dei Consorzi di Bonifica, con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto complessivo e ottimizzare i risultati finali.

La siccità grave e perdurante  sta costringendo gli agricoltori all’irrigazione di soccorso con costi altissimi per il caro gasolio – spiega Coldiretti Puglia - per tirare l’acqua dai pozzi e rifornirsi di acqua con le autobotti, anche per abbeverare gli animali nelle stalle, con i pozzi artesiani  che stanno franando, mentre altri pozzi a falda superficiale, stanno scomparendo, si stanno prosciugando.

Bisogna ripartire dalle incompiute – segnala Coldiretti Puglia nella lettera al Presidente Emiliano . come la diga del Pappadai in provincia di Taranto, un’opera idraulica mai utilizzata e di fatto abbandonata, utile a convogliare le acque del Sinni per 20 miliardi di litri di acqua da utilizzare per uso potabile e irriguo, che una volta ultimata andrebbe a servire l’Alto Salento, ancora oggi irrigato esclusivamente con pozzi e autobotti; 80 progetti finanziati e non ancora completati;

Il completamento delle opere di sistemazione idraulica e di conservazione del suolo nel bacino del torrente Vallona a protezione dell’area irrigua di San Nicandro garganico – ricorda Coldiretti Puglia - con inizio lavori a luglio 1991 interrotti a giugno 1993 e sul torrente Scarafone, con inizio lavori ad ottobre 1990 interrot- ti nel luglio 1992 in provincia di Foggia, Il completamento e la sistemazione del bacino Capo D’acqua ed utilizzo irriguo acque alte e del Serbatoio Tempa Bianca sul torrente Saglioccia, con lavori ultimati ma non collaudati perché difformi dal progetto;

La definitiva concretizzazione di rapporti e accordi con la Regione Molise per la realizzazione di una condotta di 10 chilometri per drenare acqua dall'invaso del Liscione sul Biferno fino all'invaso di Occhito sul Fortore.

Come se non bastasse, la Puglia brucia con oltre 940 incendi in 15 giorni (dal 15 al 30 giugno) da sud a nord della Puglia -  insiste Coldiretti Puglia - in una estate segnata da una siccità che non si registrava da anni che sta devastando campi e colture, dopo una primavera che si è classificata come la sesta più calda di sempre sul pianeta a livello climatologico facendo registrare una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani addirittura superiore di 0,85 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo.

Serve subito una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori – conclude Coldiretti - con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, abbiamo elaborato un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti) per arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua dalla pioggia. Si tratta di 6mila invasi aziendali e 4mila consortili da realizzare entro il 2030 multifunzionali ed integrati nei territori perlopiù collinari o di pianura.

Andamento dei volumi invasati da maggio a luglio 2022 (Mln mc)

PUGLIA

3 maggio 2022

7 giugno 2022

12 luglio 2022

Differenza

Invasi artificiali

Occhito

Capaccio

Capacciotti

Osento

286,12

260.81

206

- 80,12


* Elaborazione Coldiretti Puglia su fonte dati Osservatorio ANBI Nazionale.

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In questi tre giorni di raduni abbiamo assistito ad un grande entusiasmo e ad una grande partecipazione. Sono stati infatti più di 150 i ragazzi che hanno preso parte agli stage delle rispettive categorie per le quali avevamo dato appuntamento. Un ringraziamento a tutti i calciatori che hanno scelto il Brindisi per mettersi in gioco. È arrivato il tempo di realizzare il vostro sogno.
 
 

Nelle edicole il nuovo numero di “Buone Nuove – l’altra informazione”, il periodico edito dalla Km707 Smart srls che porta le firme di due giornalisti di Mesagne: Cosimo Saracino e Tranquillino Cavallo.
Stralcio dell'Editoriale che potrete leggere nel nuovo numero:

SI TORNA A FAR FESTA
Finalmente è estate. In un attimo si sono dissolti i mesi di pandemia, anche se il contagio è sempre in agguato, mentre la città è tornata a vivere. Così, come promesso da tempo anche l’Amministrazione comunale ha predisposto una serie di iniziative per accogliere quanti stanno trascorrendo le loro ferie a Mesagne. ...

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Nelle prime ore del mattino di oggi, 14 luglio 2022, la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare a carico di dodici soggetti, sei dei quali in carcere e sei ai domiciliari, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Lecce su richiesta della Procura della Repubblica — D.D.A. nei confronti di un sodalizio criminoso che sarebbe riferibile al clan Romano — Coffa, operante nel territorio di questa provincia.

La Squadra Mobile di Brindisi, nell'ambito delle attività di contrasto alla criminalità organizzata, ha posto in particolare l'attenzione su un presunto sodalizio criminoso, particolarmente attivo sul territorio, che secondo gli elementi raccolti si sarebbe reso responsabile di una serie di attività illecite, peraltro ampiamente riscontrate in vari episodi delittuosi di diversa indole commessi in questo capoluogo. L'attività di indagine ha, innanzi tutto, avrebbe consentito di delineare una puntuale mappatura delle piazze di spaccio operative in questo centro cittadino, che sarebbero controllate, quando non direttamente gestite, dal clan malavitoso in parola.

Le piazze di spaccio maggiormente attive avrebbero interessato il quartiere Sant'Elia, vera e propria base operativa del sodalizio, il rione Paradiso e i luoghi della movida brindisina ove sovente avrebbero stazionato referenti del clan che si sarebbero avvalsi, per la consegna delle dosi di stupefacente, di pusher che, nell'ottica di una pronta e facile mobilità, oltre che per evitare i controlli, spesso si sarebbero mossi con performanti e-bike.

Nel corso delle indagini sarebbe emerso che l'attività di spaccio, nel novembre 2019, avrebbe avuto un grave epilogo col decesso di un giovane tossicodipendente. Questi, allontanatosi da una comunità terapeutica presso la quale era degente, a causa dell'assunzione di una dose di stupefacente, perdeva la vita mentre si trovava al rione Paradiso di Brindisi, nell'abitazione di una donna che lo aveva momentaneamente ospitato e lo aveva agevolato nell'acquisto della droga. Oltre alle attività di spaccio di stupefacenti, che sarebbe stata esercitata anche in maniera associata, le indagini avrebbero posto in risalto come molti commercianti di questo centro fossero costretti a sottostare a continue vessazioni da parte del gruppo criminale attenzionato. I soprusi avrebbero spaziato tra l'omesso pagamento di quanto acquistato o prelevato negli esercizi commerciali e vere e proprie richieste estorsive, a volte di poche decine di euro, cui i commercianti erano costretti a soccombere pena la minaccia di gravi ritorsioni o con l'esercizio di veri e propri atti di violenza.

L'inclinazione alla violenza dei componenti il gruppo criminale sarebbe stata altresì riscontrata in più episodi durante i quali sarebbero stati anche esplosi colpi di arma da fuoco, verificatisi al quartiere Paradiso e finalizzati ad affermare il controllo del territorio anche nei confronti di personaggi storicamente inseriti nella criminalità brindisina e che mal sopportavano la presenza di "nuove leve" che, di fatto, ne insidiavano lo storico predominio. stato eseguito, altresì, un decreto di sequestro patrimoniale preventivo di un immobile, in località Giancola, nella disponibilità del clan Romano-Coffa, che si sarebbe ritenuto, nonostante l'interposizione fittizia del bene ad altro soggetto, acquistato con in proventi delle attività illecite.

Sembrava una segnalazione di routine quella giunta al Comando di polizia locale di Mesagne nel tardo pomeriggio di oggi allorquando segnalava due caprette al centro strada,  in fila indiana, lungo la trafficata provinciale Mesagne-San Vito dei Normanni. 

Giunta prontamente sul posto la pattuglia più vicina trovava solo una capretta immobile sulla sede  stradale incautamente a rischio. 
Fermato il traffico in ambo le direzioni di marcia si riusciva abilmente a "catturarla" portandola in una tenuta recintata nelle cure di un agricoltore nell attesa di rintracciare il proprietario. Cosa  avvenuta in serata. 

La direzione strategica della Asl Brindisi ha nominato tre nuovi direttori: Giovanni Taurisano per il Distretto sociosanitario 3 di Francavilla Fontana (che comprende anche i territori di Carovigno, Ceglie Messapica, Oria, San Michele Salentino e Villa Castelli), Francesco Romeo per l'Unità operativa complessa di Neurochirurgia dell'ospedale Perrino di Brindisi ed Emanuela Ciracì per l'Unità operativa complessa di Medicina interna dell'ospedale di Ostuni.

Ai medici è stato conferito incarico di direttore di Struttura Complessa a seguito di avviso pubblico.

Il dottor Giovanni Taurisano dal 1987 è dirigente medico della disciplina di Igiene, Epidemiologia e Sanità pubblica nel Dipartimento di Prevenzione. Ha lavorato nel Servizio per le tossicodipendenze e nel Servizio di Igiene e Sanità pubblica, con funzioni di referente per Francavilla Fontana.

Il dottor Francesco Romeo è in servizio al Perrino dal 2005: negli ultimi anni è stato prima direttore vicario e poi direttore facente funzione del reparto di Neurochirurgia, Centro di riferimento regionale per il trattamento chirurgico del Parkinson. 

La dottoressa Emanuela Ciracì lavora per la Asl di Brindisi dal 2010, in servizio nell'ospedale di Ostuni, ed è stata dal 2020 direttore facente funzione dell'Unità operativa di Medicina interna. È anche referente clinico-organizzativo della struttura post Covid di Mesagne.

 

Mesagne. Al via la quarta edizione del Messapica Film Festival una settimana di cinema d’autore, documentari, libri, workshop, cinema per ragazzi. 

Nell’Auditorium del Castello di Mesagne è stato svelato questa mattina il programma della quarta edizione del Messapica Film Festival: un evento con il miglior cinema internazionale realizzato dalle donne e dagli uomini che le donne le raccontano, ma più in generale ‘un presidio di umanità’ che con l’hashtag #peace declina tutti i contenuti di un’edizione speciale.
Insieme all’ideatrice e direttrice artistica del MEFF, Floriana Pinto, sono intervenuti il sindaco di Mesagne Antonio Matarrelli; la presidente di Apulia Film Commission Simonetta Dellomonaco; il consulente comunale alle Politiche culturali e scolastiche, Marco Calò; il dirigente dell’IISS ‘Epifanio Ferdinando”, Mario Romano Palmisano, e il dirigente della scuola media “Materdona – Moro” di Mesagne, Salvatore Fiore.
“Un’occasione che si ripropone, con tutte le novità dell’ultima edizione, come un’opportunità di crescita culturale per il nostro territorio. I grandi nomi del cinema, con titoli e persone, e  la riflessione sui grandi temi del nostro tempo rendono sempre più esaustiva un’esperienza dinamica che si arricchisce di anno in anno”, ha dichiarato il sindaco Matarrelli, sottolineando, insieme al consulente Calò, il ruolo di partecipazione attiva che hanno avuto gli studenti delle scuole medie e superiori di Mesagne nel percorso a loro dedicato che li ha visti protagonisti.
Quello che dal 18 al 24 luglio aspetta la cittadina di Mesagne sono sette giorni di anteprime, cinema d’autore, documentari, libri, workshop, cinema per ragazzi. Tra i film, dal festival di Venezia arrivano l’ucraino ‘107 Madri’, l’israelo-palestinese ‘Amira’ e il francese ‘En plein temps’, da Cannes il franco-tunisino ‘Una storia d’amore e desiderio’ (sarà ospite del festival la protagonista, Zbeida Belhajamor) e da Berlino il film Orso d’oro ‘Alcarras’.
“Siamo particolarmente contenti del ritorno del Messapica Film Festival – commenta Simonetta Dellomonaco, presidente di Apulia Film Commission -. La presenza di nomi e di opere rappresentative e di valore come quelle
 che propone in questa quarta edizione il festival, non fa che suggellare l’alta qualità artistica e sociale dell’iniziativa. Un festival che continua a perfezionarsi anno dopo anno, in una città come Mesagne tra le più in crescita di tutta la Puglia”. 
Alessandro Zan e Catena Fiorello apriranno e chiuderanno sette giorni di presentazioni di libri che vedranno, tra gli ospiti, la giornalista de La7 Elena Testi, la direttrice del settimanale Left, Simona Maggiorelli, e il Rettore dell’Università di Bari, Stefano Bronzini. Di grande qualità la programmazione dei documentari (ci sarà anche l’anteprima italiana di Pussy versus Putin II) e, come nelle passate edizioni, gli workshop tenuti da professionisti del settore e ai quali, chi vorrà, potrà partecipare gratuitamente (23 e 24 luglio ci sarà Francesco Di Stefano, Nastro d’Argento 2022 per il montaggio di  Freaks Out).
Novità importante di questa quarta edizione è la presenza di una giuria internazionale. Saranno a Mesagne per decretare il Miglior Film del Concorso il regista Philip Groening (suoi Il Grande Silenzio e La moglie del poliziotto), Francesca Calvelli (montatrice di tutto il cinema di Bellocchio), Damiano Garofalo (docente di Cinema presso l’Università La Sapienza), Chiara Sbarigia (presidente Luce Cinecittà) e Ginella Vocca (presidente Medfilm Festival).
Il Festival sarà anche l’approdo di un percorso durato un anno, realizzato attraverso il MEFF School Lab, un laboratorio di educazione  al linguaggio cinematografico rivolto alle scuole superiori di primo e secondo grado di Mesagne, conclusosi con la produzione di due cortometraggi che saranno presentati durante le giornate del Festival. 
Il MEFF, che fa parte della Apulia Cinefestival Network, ed è realizzato con il contributo di Comune di Mesagne, Regione Puglia e Apulia Film Commission, arriva dunque a questa quarta edizione con un’identità ben definita. Unica è la narrazione che l’esperienza si sta ritagliando in tutta la Puglia.

SICCITA’: SPINGE CINGHIALI IN CITTA’ E SUI LITORALI, IN PUGLIA SONO 250MILA. NASCE ALLEANZA COLDIRETTI-CNCN PER SALVARE TERRITORI. 

​La siccità che assedia le campagne spinge i cinghiali nelle città e persino sui litorali, a caccia di cibo tra i rifiuti, aggravandone i problemi di gestione, dopo aver fatto piazza pulita di quel che rimane delle coltivazioni, ma è allarme per la sicurezza delle persone con i branchi che si spingono fin dentro i centri urbani, fra macchine in sosta, carrozzine con bambini e anziani che vanno a fare la spesa, con le aree della Murgia e del Gargano divenute l’eldorado dei cinghiali, causa di incidenti stradali gravi anche mortali. A lanciare l’allarme è la Coldiretti in occasione della prima alleanza tra il mondo agricolo e il mondo venatorio e della gestione faunistica siglata a Roma, con la nascita dell’Associazione Agrivenatoria Biodiversitalia firmata a Palazzo Rospigliosi dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini e dal presidente del Comitato Nazionale Caccia e Natura (Cncn) Maurizio Zipponi.

Si tratta di una grande rete di migliaia di aziende per il monitoraggio e la gestione del territorio nazionale con l’obiettivo di rappresentare un argine alla proliferazione indiscriminata di fauna selvatica che mette a rischio la vita dei cittadini sulle strade e le produzioni agroalimentari Made in Italy, a partire dai suoi settori di punta, ma anche di tutelare l’ambiente, attraverso una presenza capillare in grado di prevenire gli incendi e i pericoli legati al dissesto idrogeologico e combattere il cambiamento climatico valorizzando il ruolo dei boschi di catturare Co2.

La mancanza di pioggia, con precipitazioni dimezzate nel 2022, e il caldo record hanno fatto seccare i raccolti e reso asciutti i corsi d’acqua portando i branchi sempre più verso i centri urbani e i litorali a caccia di cibo e di acqua.

I branchi dei cinghiali – sottolinea la Coldiretti – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute. La situazione è diventata insostenibile in città e nelle campagne con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole ma – sottolinea Coldiretti – viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.

Si tratta – evidenzia la Coldiretti regionale - solo della punta dell’iceberg perché molti non denunciano scoraggiati dalle lungaggini burocratiche e dalle condizioni poste dalle assicurazioni come ad esempio, oltre alle tracce sulla vettura e sull’asfalto, anche il rinvenimento della carcassa dell’animale con il quale ci si è scontrati.

L’invasione di vie e piazze da parte dei selvatici viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè - pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero anche perché un italiano adulto su quattro (26%) si è trovato faccia a faccia con questi animali.

Ma, oltre che sul controllo degli animali selvatici, l’alleanza tra Coldiretti e Comitato Nazionale Caccia e Natura ha importanti effetti anche dal punto di vista economico per il comparto turistico e agroalimentare. Si va dalla possibilità di garantire nei piccoli borghi la presenza di corner per la commercializzazione dei prodotti agricoli locali alla costituzione di una vera e propria filiera certificata consenta lo sviluppo di una filiera della carne di selvaggina l00% italiana, tracciata e certificata colmando così un vuoto. Nonostante il numero dei selvatici sia letteralmente esploso, la carne di cinghiale e dei suoi prodotti trasformati consumata nei ristoranti in Italia arriva per il 90% dall’estero.

 

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