Redazione

Vaccinazioni, Amati: “Meloni dice scienza ma applica magia. Obbligo per sanitari è nella Carta di Pisa. Sia battaglia del PD”

“Sulla vaccinazione di medici e infermieri il Governo nazionale dice scienza ma applica magia. La scienza ha chiesto da anni, attraverso la Carta di Pisa, l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario.

La Puglia non può diventare un’isola felice sulla pratica vaccinale e il resto dell’Italia condannato a una maggiore esposizione al contagio delle persone già malate. Il federalismo vaccinale crea distorsioni e ingiustizie sulla pelle dei più poveri e meno abbienti. Già questo meriterebbe una battaglia senza risparmio di colpi del PD sia nelle aule parlamentari che nella società, per estendere l’obbligo a tutte le vaccinazioni raccomandate.”

Lo dichiara il consigliere regionale Fabiano Amati, promotore e primo firmatario delle leggi pugliesi sull’obbligo vaccinale a carico degli operatori sanitari.

“La materia della tutela della salute è una competenza concorrente tra Stato e Regioni, come riconosciuto varie volte dalla Corte costituzionale, per cui ogni regione deve rispettare il Piano vaccinale nazionale ma è libera di eseguirlo con le modalità più opportune. Questo è stato sancito non da me, ma dalla sentenza della Corte costituzionale n. 137 del 2019.

Sento in queste ora tanti apprendisti giuristi ripetere come un mantra il concetto di gerarchia delle fonti, per sostenere la prevalenza della legge statale. Essi non considerano, però, che proprio in tema di gerarchia si piazza al primo posto la disposizione statale che raccomanda le vaccinazioni e subito dopo la legge regionale che la esegue. Ne deriva, proprio in termini di gerarchia e per paradosso, che le leggi regionali pugliesi ossequiano le disposizioni statali e correggono la contraddizione in cui incappa il decreto legge statale approvato qualche giorno fa. Insomma, quando si prova a forzare la realtà a colpi di magia, finisce che la realtà si vendica e presenta il conto salato da pagare all’ideologia e alle parole d’ordine". 

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CALDO: COLDIRETTI PUGLIA, IN ASFISSIA PESCI E OSTRICHE A LESINA E VARANO PER ALTE TEMPERATURE ACQUA E ASSENZA PIOGGE.

La situazione è aggravata dalla mancata manutenzione dei canali che risultano ostruiti, causando la mancata circolazione delle acqua e la relativa stagnazione

Con il caldo record che ha fatto scattare l’allarme siccità fuori stagione nei campi, a soffrire ci sono anche i pesci e i mitili  nelle acque troppo calde per la stagione autunnale e la proliferazione di alghe che ne provocano la moria o il mancato accrescimento. E’ quanto emerge dal monitoraggio di Coldiretti Impresa Pesca Puglia sugli effetti delle temperature sopra la media stagionale con l’assenza di piogge che causano la mancanza di acqua dolce per garantire il ricambio idrico.

Nella laguna di Lesina l’assenza di piogge e le alte temperature delle acque stanno causando la moria dei pesci, mentre nella laguna di Varano la salinità eccessiva ha inibito la fotosintesi ed il metabolismo delle ostriche – aggiunge Coldiretti Impresa Pesca Puglia – ma con il nutrimento che scarseggia non crescono a sufficienza, con gli allevatori che sono fermi e assistono all’anossia delle ostriche. La situazione è aggravata – aggiunge Coldiretti Puglia – dalla mancata manutenzione dei canali che risultano ostruiti, causando la mancata circolazione delle acque e la conseguente stagnazione con la proliferazione di alghe che proliferano a temperature tra i 18 e i 22 gradi.

Con il cambiamento della distribuzione nella pioggia dal punto di vista geografico e temporale e la mancata gestione ottimale delle zone di coltivazione dei mitili, si sta mettendo a rischio un intero settore che – spiega Coldiretti regionale – ogni anno porta sulle tavole degli italiani oltre 20mila tonnellate di molluschi fra cozze e ostriche allevate in Puglia.

La Puglia, tra l’altro, ha il triste primato nazionale di essere la regione d’Italia dove piove meno con 641,5 millimetri annui medi e impatti gravi sull’agricoltura, afferma Coldiretti Puglia, sulla base del Rapporto dell’ISPRA e del Sistema Nazionale per la Protezione dell’ambiente e mantiene anche il primato negativo della disponibilità annua media di risorsa pro capite con soli 1000 metri cubi, meno della metà della disponibilità annua pro capite media nazionale stimata in 2330 metri cubi.

La situazione climatica in un anno come il 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate rischia così – evidenzia Coldiretti Puglia – di aumentare le importazioni dall’estero che già rappresentano 1/3 dei consumi e che sono balzate del +50% nei primi tre mesi dell’anno.

Servono interventi per rivitalizzare il ricambio delle acque – aggiunge Coldiretti Impresapesca – anche perché la tendenza all’innalzamento della colonnina di mercurio è ormai strutturale in Puglia dove – precisa la Coldiretti – la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine il 2018, il 2020, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2003.

L’emergenza acqua per la miticilicoltura pugliese  – aggiunge Coldiretti Impresapesca Puglia – si aggiunge a quella rappresentata dal caro carburanti con il prezzo medio del gasolio per la pesca che è praticamente raddoppiato (+90%) rispetto allo scorso anno costringendo i pescherecci italiani a navigare in perdita o a tagliare le uscite e favorendo le importazioni di pesce straniero, considerato che fino ad oltre la metà dei costi che le aziende ittiche devono sostenere è rappresentata proprio dal carburante.

E intanto la flotta peschereccia pugliese, denuncia Coldiretti Puglia, ha perso oltre 1/3 delle imprese e 18.000 posti di lavoro, con un contestuale aumento delle importazioni dal 27% al 33%. Di assoluto rilievo i numeri del settore in Puglia, segnala Coldiretti, il cui valore economico è pari all’1% del PIL pugliese e arriva fino al 3,5% se si considera l’intero indotto, conta 1500 imbarcazioni, 5000 addetti, 10 impianti di acquacoltura e mitilicoltura. Le aree vocate sono prioritariamente Manfredonia, Molfetta, sud Barese, Salento, dove il pescato più importante è costituito da gamberi, scampi, merluzzi.

Una crisi quella del settore ittico, che si trascina da 30 anni – rileva Coldiretti Puglia – in un mercato, quello del consumo del pesce, che aumenta, ma sempre più in mano alle importazioni. La produzione ittica derivante dall’attività della pesca è da anni in calo e quella dell’acquacoltura resta stabile, non riuscendo a compensare i vuoti di mercato creati dell’attività tradizionale di cattura. Una rinascita che passa per il mercato e sulla quale Coldiretti sta cercando di impegnarsi a fondo, facendo partire iniziative nei Mercati di Campagna Amica che hanno come obiettivo la vendita diretta, la semplificazione e la tracciabilità.

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I pugliesi tornano nei cimiteri con piante e fiori da porgere in dono ai propri defunti per un totale di 250mila crisantemi acquistati assieme a molti altri fiori e piante Made in Puglia, dai lilium alle crisantemine, particolari margherite. E’ quanto stima la Coldiretti regionale per la giornata dei defunti il 2 novembre, una ricorrenza che resta tra le più radicate della tradizione nazionale, con oltre 2 milioni di uomini e donne in Puglia che fanno visita ai cari scomparsi.

Il crisantemo – sottolinea la Coldiretti – continua dunque ad essere il dono preferito in occasione della ricorrenza soprattutto per la sua bellezza e lunga durata, anche se non manca chi fa scelte alternative. La sua produzione è in calo a livello nazionale e i prezzi al dettaglio – riferisce la Coldiretti – possono variare tra 1,50 a 3 euro per i crisantemi e possono arrivare a oltre 20 euro se si tratta di fiori in vaso o di mazzi con più fiori, con una tendenza all’aumento fino al 20% per acquisti last minute. I crisantemi si possono acquistare come steli recisi e in vaso nelle diverse forme (pon pon, a dalia, a fiore grande, ad anemone, a margherita e spider) con uno o più fiori per stelo, anche in ciotola nella nuova forma a “cuscino rotondo”, e – precisa la Coldiretti – nei diversi colori tradizionali (giallo, bianco) ai quali si sono aggiunte varianti di tendenza di quest’anno che vanno dal viola scuro al prugna fino ai colori “bruciati” in genere.

La Puglia concorre in maniera importante alla produzione di fiori recisi, con il 10% dei crisantemi, il 34% di garofani, il 23% di rose, il 13% di gerbere e il 16% di fresie, afferma Coldiretti Puglia. Il mercato interno e, soprattutto, quello estero, sono ripartiti con vigore, c’è voglia di bello, di colori, di profumi, di verde, ma l’aumento dei costi di produzione – aggiunge Coldiretti Puglia - rischia di affossare il reddito delle imprese.

Il settore florovivaistico in Puglia si sviluppa sul distretto in provincia di Lecce di Taviano e Leverano che si estende anche ai comuni limitrofi di Alliste, Maglie, Melissano, Nardò, Porto Cesareo, Racale e Ugento e quello della provincia di Bari con al centro della produzione e degli scambi Terlizzi, Canosa, Bisceglie, Molfetta, Ruvo di Puglia e Giovinazzo, e altre realtà aziendali sparse nel resto della regione. In provincia di Lecce il settore florovivaistico rappresenta ben il 12,4% della produzione agricola, mentre in provincia di Bari  il settore florovivaistico costituisce il 5,8% del valore della produzione agricola. In realtà, confrontando la distribuzione delle aziende per classi di superficie, si registra che, in termini di dotazione in fattore “terra”, le aziende pugliesi sono mediamente più grandi della media nazionale. Delle 853 aziende floricole il 65% si colloca tra 1 e 5 ha mentre a livello nazionale la stragrande maggioranza delle aziende (58,2%) ha una superficie inferiore ad 1 ettaro.

Il ricordo dei defunti – sottolinea la Coldiretti – rappresenta la ricorrenza più importante dell’anno per molti italiani ma anche per la floricoltura tricolore che realizza in questo periodo circa 1/5 del proprio fatturato seppur alle prese con una drammatica crisi scatenata dall’aumento dei costi di produzione legato alla guerra in Ucraina.A causa dei rincari energetici le spese per i vivai sono in media raddoppiate (+95%) con punte che vanno dal +250% per i fertilizzanti al +110% per il gasolio o il +1200% per il metano per il riscaldamento delle serre, secondo l’analisi Coldiretti. Ma gli incrementi colpiscono anche gli imballaggi – continua Coldiretti regionale – dalla plastica per i vasetti dei fiori (+72%) al vetro (+40%) fino alla carta (+31%) per i quali peraltro si allungano anche i tempi di consegna, in qualche caso addirittura quintuplicati. E sono esplose anche le spese di trasporto – sottolinea Coldiretti – in un paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su gomma.

La produzione del crisantemo è sicuramente una delle tecniche più complesse del florovivaismo italiano, basti pensare al fatto che – spiega la Coldiretti – occorre “programmare” la fioritura, dosando le ore di buio e di luce con la copertura delle piante in funzione del momento in cui i fiori verranno messi in commercio. Il crisantemo o fiore d’oro (dal greco chrysòs (oro) e ànthemon (fiore) viene coltivato in Cina ben cinque secoli prima di Cristo. In Europa, i primi crisantemi furono diffusi alla fine del 1700, prima in Francia, poi in Italia, e in Inghilterra. In principio era una vera rarità esotica, ma col tempo se ne diffuse la coltivazione casalinga. Se in Italia il crisantemo ci ricorda soprattutto il giorno dei defunti, in Giappone – conclude la Coldiretti – è fiore nazionale, emblema araldico della famiglia imperiale e il principale ornamento floreale utilizzato per la celebrazione delle nozze, mentre in molti Paesi è il simbolo della vita, della forza d’animo e della pace.

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I RISULTATI DI SUPERBRINDISI AUTUMN SCHOOL. Si è conclusa domenica 30 ottobre la Superbrindisi Autumn School, la scuola dell’innovazione in modalità residenza che dal 26 al 30 ottobre ha accolto oltre 50 partecipanti provenienti da Brindisi e da altre città pugliesi e italiane per un percorso di formazione sui temi del design dei servizi, autocostruzione e coinvolgimento delle comunità attraverso gli eventi. Ai workshop formativi, l’Autumn School ha associato anche appuntamenti serali con ospiti da esperienze italiane di rigenerazione urbana e sociale come la Casa di Quartiere di Via Agliè di Torino, Le Serre di Bologna, la Fondazione Innovazione Urbana, il Distretto Puglia Creativa e tante altre ancora.

“Un’occasione di confronto che arricchisce tutti – ha dichiarato il Sindaco Riccardo Rossi nel corso dell’evento conclusivo della Scuola –, utile per ascoltare esperienze diverse e per migliorare. L’Autumn School ci ricorda che l’innovazione sociale risiede anche e soprattutto nel processo con cui essa costruisce i suoi risultati”.I_RISULTATI_DI_SUPERBRINDISI_AUTUMN_SCHOOL_2.jpg

L’iniziativa fa parte del programma di attività del Progetto del Comune di Brindisi Case di Quartiere finanziato dal POR Puglia 2014-2020 Azione 3.2 e 9.3 Hub di Innovazione Sociale che, partito a marzo 2022, sta rifunzionalizzando e mettendo in rete 11 immobili nel centro e nella periferia della città di cui fanno parte gli spazi già attivi di Palazzo Guerrieri, Accademia degli Erranti (Ex Convento Scuole Pie), Yeahjasi Spazio Musica (Ex Convento Santa Chiara), Bastioni Carlo V, Parco Buscicchio, Centro Aggregazione Giovanile del Paradiso, Casa San Bao, e quattro spazi che verranno rifunzionalizzati nel corso del 2023: la ex Scuola Ferranti Aporti, ex Supermercato Perrino, il Centro di Dinamicizzazione di Tuturano e l’ex Delegazione Commenda. Per i gestori di questi spazi, le loro comunità e per chi, anche in altri contesti si occupa di sviluppo urbano, l’Autumn School ha inteso fornire strumenti per migliorare la capacità di gestire luoghi a vocazione sociale e culturale, puntando sulla relazione con le comunità e promuovendo la cura per la città.

“Questi 5 giorni – ha dichiarato Giulio Gazzaneo Consigliere Delegato alle Politiche Giovanili del Comune di Brindisi- hanno avuto il merito di creare una rete di giovani professionisti che hanno collaborato insieme a nuove idee per Brindisi che si potranno trasformare in eventi di attivazione dei quartieri e in nuovi servizi delle Case di Quartiere a disposizione dei cittadini. Un risultato raggiunto è stato quello di fare incontrare persone provenienti da studi, esperienze e realtà diverse che hanno dialogato con i residenti, incontrato i cittadini nei quartieri e progettato nei workshop partendo dai loro bisogni”.

L’Autumn School si è svolta in maniera itinerante in 5 delle Case di Quartiere di Brindisi: Yeahjasi Spazio Musica gestita dalla omonima associazione, Accademia degli Erranti gestita da Brindisi e le Antiche Strade APS, Parco Buscicchio gestita dalla Cooperativa di comunità Legami di Comunità, San Bao nuova casa di quartiere a La Rosa affidata alla Cooperativa Naukleros Onlus e Palazzo Guerrieri gestita da The Qube srl. I 5 giorni si sono poi conclusi con Parco in Festa, l’evento di comunità dedicato allo sport e alle arti urbane, organizzato a Parco Buscicchio dalla Cooperativa Legami di Comunità in collaborazione con il team di Case di Quartiere a cui hanno partecipato associazioni e numerosi cittadini di tutte le età che hanno potuto praticare sport, seguire esibizioni all’aperto e assistere alla attesa inaugurazione dei nuovi campi da tennis.

Nel corso della mattinata i partecipanti alla Autumn School hanno presentato i risultati dei workshop di autocostruzione, design dei servizi e organizzazione di eventi.

 

Valeria Sebastiani, consulente in comunicazione e marketing a Roma, ha raccontato i risultati del laboratorio di autocostruzione condotto dall’Architetto Paolo Robazza: “Siamo partiti da un brainstorming collettivo che ha messo insieme i punti di vista del team multidisciplinare con le esigenze di utilizzo della comunità di Parco Buscicchio. Il risultato è stato la costruzione di due pareti mobili modulari e multifunzione che potranno essere utilizzate per svolgere attività diverse all’interno e all’esterno della casa di quartiere. Svolgere questa attività pratica e manuale e vederne il risultato finale è stato bellissimo. Porto a casa esperienza unica – conclude Valeria – che mi ha fatto anche scoprire la città di Brindisi”.

Ad introdurre il secondo laboratorio sul service design è stata Chiara Sponza di Fondazione Innovazione Urbana di Bologna. Il workshop ha progettato nuovi servizi che potranno essere erogati all’interno della Casa di Quartiere che ha aperto i suoi battenti solo lo scorso 4 ottobre, e lo ha fatto anche attraverso un contatto diretto con i cittadini del quartiere che sono stati intervistati dai partecipanti; grazie a questa analisi e scoperta del territorio, sono state individuate delle sfide da affrontare e possibili soluzioni, mappando le possibili alleanze per realizzarle. Tra i potenziali futuri servizi ideati sono stati presentati un bistrot sociale e intergenerazionale, un brand dei prodotti agricoli del quartiere, un museo e laboratorio diffuso per raccontare la vocazione agricola del quartiere. Il laboratorio ha fornito un metodo e degli strumenti di analisi che potranno essere utilizzato da tutte le Case di Quartiere per il design dei loro servizi.

Il terzo laboratorio, a cura della Cooperativa specializzata in organizzazione di eventi CoolClub, ha ideato il festival delle case di quartiere che oltre a rappresentare un evento per promuovere cultura e spettacoli dal vivo, servirà a far conoscere le realtà delle case, i loro spazi e servizi ai cittadini attraverso degli open day informativi.

“Ho conosciuto persone provenienti da altre realtà d’Italia con le quali condivido tantissime cose dal punto di vista umano e professionali – ha detto Paola Guadalupi, consulente tecnico specializzato

in marketing agroalimentare appena rientrata a Brindisi e partecipante al workshop eventi –. Insieme, stiamo già pensando di creare un gruppo di lavoro e realizzare nuovi progetti per la città”.

“È bello tornare in Italia per prendere parte ad iniziative come questa -ha dichiarato Simona Curci, di Trani, ma residente a Siviglia da 15 anni – che puntano non solo a riattivare gli spazi ma anche le persone riuscendo a far interagire comunità differenti”.

Il Progetto Case di Quartiere continuerà con le attività in programma per tutto il 2023, finalizzate a rifunzionalizzare gli spazi nel centro e nella periferia della città di Brindisi e a renderli sostenibili anche dopo il progetto stesso. Intanto, entro l’anno, sarà pubblicato un nuovo bando pubblico che prevedrà un sostegno economico per attività di animazione all’interno delle Case di Quartiere svolte da associazioni o imprese sociali.

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Apulia Diagnostic, da sempre molto attiva nell’ambito della diagnosi precoce, per il quarto anno consecutivo, dopo l’Ottobre Rosa dedicato alle donne e alla prevenzione del tumore al seno, avvia Novembre Azzurro: PUOI PREVENIRLI! una campagna di informazione e diffusione della cultura della prevenzione alla popolazione maschile offrendo una serie di pacchetti promozionali agli uomini di tutte le età.

Per gli under 40: visita urologica/andrologica + ecografia € 120,00 invece di € 154,00; over 40: visita urologica/andrologica + ecografia + esame PSA € 130,00 invece di € 166,00. Test Genetico per lo screening dei tumori alla prostata (BRCA 1 e BRCA 2) € 350 invece di € 700.

“Risulta spesso difficoltoso parlare agli uomini di queste tematiche – dichiara il dr. Sergio Pede, direttore sanitario di Apulia Diagnostic - poiché hanno un livello inadeguato di consapevolezza dei rischi e dell’importanza della prevenzione. Per questi motivi la nostra struttura mette in atto una campagna di informazione e sensibilizzazione alla prevenzione”.

L’obiettivo di Apulia Diagnostic è quello di promuovere la diagnosi precoce attraverso la conoscenza delle malattie che colpiscono gli uomini, dall’adolescenza all’età adulta, sino alla maturità e alla terza età e fare informazione sul tema in modo serio, accurato e aggiornato. Consigliamo a tutti di sottoporsi, almeno una volta all’anno, ad una visita urologica soprattutto se si ha familiarità per la malattia o se sono presenti fastidi urinari. Per info e prenotazioni basterà contattare Apulia Diagnostic al numero 08311970111 o al numero verde 800894100.

 

I numeri dei tumori maschili in ITALIA:

TUMORE AL TESTICOLO è il più diffuso negli uomini sotto i 50 anni di età
- 9/10 la probabilità di sopravvivenza a 5 anni della diagnosi è oltre il 90%
- 12% dei tumori negli uomini sotto i 50 anni
- 2.300 nuove diagnosi all’anno in Italia

TUMORE ALLA VESCICA è il tumore urologico più diffuso tra gli uomini dopo il tumore alla prostata
- 8/10 la probabilità di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi in Italia
- 25.500 nuove diagnosi annue (4 su 5 tra gli uomini)
- 5.700 decessi annui per tumore della vescica

TUMORE ALLA PROSTATA è il tumore più diffuso negli uomini sopra i 50 anni
- 9/10 la probabilità di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è il 92%
- 36.000 gli uomini italiani colpiti ogni anno da tumore prostatico
- 6.800 decessi annui per tumore della prostata

#IOFACCIOPREVENZIONE

(Dati AIRTUM-AIOM https://www.aiom.it/i-numeri-del-cancro-in-italia/)

 

Dati del giorno: 01 novembre 2022

1.757
Nuovi casi
10.928
Test giornalieri
2
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 538
Provincia di Bat: 108
Provincia di Brindisi: 243
Provincia di Foggia: 156
Provincia di Lecce: 481
Provincia di Taranto: 212
Residenti fuori regione: 14
Provincia in definizione: 5
13.356
Persone attualmente positive
180
Persone ricoverate in area non critica
11
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.520.278
Casi totali
12.999.953
Test eseguiti
1.497.753
Persone guarite
9.169
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 489.677
Provincia di Bat: 129.457
Provincia di Brindisi: 144.668
Provincia di Foggia: 213.220
Provincia di Lecce: 316.146
Provincia di Taranto: 205.932
Residenti fuori regione: 16.012
Provincia in definizione: 5.166

VINO: COLDIRETTI PUGLIA, VIA LIBERA VENDITA 300MILA BOTTIGLIE DI NOVELLO. 

​Ottima qualità e numeri stabili per il novello in Puglia, un vino per tanti fatto da pochi, con 300mila bottiglie e circa 1,5 milioni di euro di fatturato. Lo rende noto la Coldiretti Puglia, nel sottolineare che quest’anno il “déblocage” in Italia per legge è partito alle ore 0,01 del 30 ottobre, anticipato di quasi tre settimane rispetto al concorrente Beaujolais nouveau francese che si potrà invece assaggiare solo a partire dal 17 novembre prossimo. Il vino novello – sottolinea la Coldiretti – viene consumato soprattutto in abbinamento con i prodotti autunnali come le caldarroste in Fiere e Sagre in un anno segnato peraltro dall’emergenza costi che ha colpito il settore vitivinicolo con rincari dalle bottiglie alle etichette fino ai tappi.

La legislazione, affinché il vino possa essere chiamato Novello, prevede l'utilizzo obbligatorio a macerazione carbonica per almeno il 30% dell'uva, mentre il restante 70% può essere vinificato con il metodo tradizionale.

Leggero e con bouquet aromatico il “vino da bere giovane” deve le sue caratteristiche al metodo di vinificazione utilizzato messo a punto dal ricercatore francese Flanzy ed è fondato sulla fermentazione carbonica di grappoli integri di uve che vengono poi spremute a distanza di una decina di giorni per un vino delicato che di solito si attesta sugli 11 gradi ma che può raggiungere anche i 12.

La produzione di Novello è calata negli ultimi decenni a causa – rileva la Coldiretti – di una serie di fattori, a partire dalla limitata conservabilità, che ne consiglia il consumo nell’arco dei prossimi 6 mesi fino alla tecnica di produzione, la macerazione carbonica, che è più costosa di circa il 20% rispetto a quelle tradizionali. Ma soprattutto – spiega la Coldiretti – gli stessi vitigni che negli anni passati rappresentavano la base del novello vengono oggi spesso utilizzati per produrre vini ugualmente giovani, ideali per gli aperitivi, ma che non presentano problemi di durata.

In Francia, il novello è nato nella zona di del Beaujolais con i vignaioli locali che sfruttano le meno pregiate uve Gamay della Borgogna meridionale per ottenere il Beaujolais nouveau. La produzione italiana è invece basata da sempre su uve di qualità Doc e Igt – sottolinea la Coldiretti – e ha quindi registrato lungo la Penisola una rapida espansione toccando il picco di 17 milioni di bottiglie dieci anni fa per poi ritagliarsi una stabile nicchia di consumo con le circa 3,5 milioni di bottiglie attuali.

Il novello, con la tecnica della macerazione carbonica che è più costosa di circa il 20 % rispetto a quelle tradizionali, è un vino dallo stile “spremuto e bevuto” – sottolinea la Coldiretti -​ con una limitata conservabilità, che ne consiglia il consumo nell’arco di 6 mesi. La tradizione vuole che l’apertura del novello – conclude la Coldiretti regionale – si festeggi a San Martino, l’11 novembre, giorno in cui da sempre i contadini chiudono la stagione dei raccolti e fanno il bilancio di un anno di lavoro.

 

PONTE OGNISSANTI: COLDIRETTI PUGLIA, DALLE ZUCCHE ALLA PATATA DOLCE FINO A FORMAGGI AL TARTUFO; È BOOM SAGRE.

Dalle zucche alla patata dolce di Frigole, dall’olio extravergine di oliva alle marmellate bio, dal vino ai formaggi al tartufo, fino ai fiori e alle mele cotogne, è boom di sagre in Puglia che saranno visitate da oltre 500mila vacanzieri attirati  nei borghi dagli eventi enogastronomici e folkloristici organizzati per raccontare le tradizioni locali della regione. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Puglia, in occasione delle festività del 1 novembre con il mercato di Campagna Amica che si è trasferito in una delle più grandi sagre di Ognissanti a Carpignano Salentino in provincia di Lecce.COLDIRETTI_ZUCCHE.jpg

Dalle patate dolci di Frigole servite arrosto o fritte fino agli assaggi di formaggi salentini accompagnati dalle marmellate ai frutti di stagione,  il cibo è centrale nelle sagre – evidenzia Coldiretti Puglia – che rappresentano un momento conviviale alternativo che riguarda sia le località più turistiche, ma anche più spesso le aree interne meno battute dove si va a guardare, curiosare fra le bancarelle e magari anche acquistare qualcosa.

L’acquisto di un alimento direttamente dal produttore – sottolinea la Coldiretti – è anche una occasione per conoscere non solo il prodotto, ma anche la storia, la cultura e le tradizione che racchiude dalle parole di chi ha contribuito a conservare un patrimonio che spesso non ha nulla da invidiare alle bellezze artistiche e naturali del territorio nazionale. Acquistare prodotti cibo locale direttamente dai produttori – evidenzia la Coldiretti regionale – è un segnale di attenzione al territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale.

La Puglia si rivela una delle mete più gettonate del turismo enogastronomico anche il primo lungo ponte d’autunno per le campagne e gli agriturismi di straordinaria bellezza, ma anche per i borghi con il 33% tra i più belli d’Italia, dove si conservano – spiega Coldiretti Puglia - le antiche tradizioni enogastronomiche rurali, incrementano la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali, dove Dop, Igp e i 311 prodotti pugliesi riconosciuti tradizionali dal Mipaaf vengono coltivati, allevati e trasformati, in quelli che rappresentano veri e propri presidi presìdi della biodiversità.

I piccoli comuni in Puglia sono 87, tra i più belli d’Italia, di cui 42 in provincia di Lecce, 38 in provincia di Foggia, 5 in provincia di Taranto e 2 in provincia di Bari, con l’80% delle Dop e Igp e della miriade di produzioni locali tradizionali – aggiunge Coldiretti Puglia - che vengono coltivate, allevate e trasformate in aree sotto i 5mila abitanti e riguardando specialità come la carota giallo - viola di Tiggiano, il barattiere, le lenticchie di Altamura, i lampascioni, i funghi cardoncelli, la Cipolla di Zapponeta, Fava di Zollino, Patata di Zapponeta, Pisello nano di Zollino, Pomodoro di Morciano, Fava di Carpino, Cacioricotta caprino orsarese, Lardo di Faeto, Prosciutto di Faeto, Calzone di Ischitella, l’Arancia del Gargano, il Limone Femminello del Gargano e la Patata novella di Galatina, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.COLDIRETTI_MELECOTOGNE.jpg

Un terzo della spesa di turisti italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche, un tesoro che può contare in Puglia – aggiunge Coldiretti Puglia - su 13 bevande analcoliche, distillati e liquori, 24 carni fresche e loro preparazione, 1 condimento, 17 formaggi, 1 olio extravergine aromatizzato, 120 prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati, 79 paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria, 43 prodotti della gastronomia,  9 preparazioni di pesci, molluschi e crostacei e tecniche particolari di allevamento degli stessi, oltre a 4 prodotti lattiero caseari, la ricotta fresca, la ricotta forte, la ricotta marzotica leccese e la ricotta salata o marzotica.

I “Sigilli”, censiti dall’Osservatorio sulla biodiversità istituito dal comitato scientifico di Campagna Amica, sono prodotti rari che posseggono caratteristiche assolutamente preziose che il mondo contadino ha sapientemente custodito contro l’omologazione e la banalizzazione.

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Terza sconfitta consecutiva in questo avvio di campionato per la New Virtus Mesagne. 

 Punita da un pesante passivo oltre i propri demeriti da una brillante ed a tratti incontenibile Pall. Sveva Lucera.
 
La partita inizia sul filo dell’equilibrio con due squadre che si affrontano a viso aperto, correndo in contropiede e difendendo forte. Ad un efficacissimo quanto elegante Ouandie risponde un incredibile prestazione di Gualano che chiuderà con un eloquente 6/7 dall’arco: il migliore dei suoi e sempre pronto in questo primo periodo sugli scarichi di Ranitovic e Gallo spesso raddoppiati in post basso. Quando la difesa ospite si allunga per inseguire il numero 2 mesagnese fuori dall’arco si riesce a colpire con facilità con Ranitovic sotto le plance. La partita è bella da vedere ed il pubblico rumoreggia spingendo i propri beniamini.
 
La New Virtus sembra beneficiare dei rientri seppur non a pieno servizio di Taddeo, Crovace e Gualano. Le rotazioni finalmente accettabili riescono a distribuire energie e fosforo nelle scelte offensive. L’aggressività in difesa rimane alta e la Sveva Lucera fa meno paura ed è quasi impattata sul 20-24 di fine quarto.
 
Alla ripresa del secondo tempino, Renna appare dolorante per un contatto di gioco subito nei primissimi minuti del primo quarto, mentre Taddeo sarà costretto a fermarsi per il riacutizzarsi dell’infortunio muscolare. Ma è l’entusiasmo che esorcizza le paure mesagnesi ed irretisce l’attacco ospite che segna appena 8 punti nel secondo quarto e consente a Mesagne di volare sul massimo vantaggio 39-32.
 
Come sempre è accaduto in questo primo spezzone di campionato, il riposo lungo arriva a freddare l’ardore agonistico dei gialloblu, che escono malconci dai primi due quarti e si lasciano sommergere dall’onda azzurra degli avversari: dal canto suo Lucera stringe le maglie a volte anche oltre il consentito. Nel terzo quarto farà incetta di falli tecnici a rappresentare il massimo sforzo agonistico proposto in campo. Di arte e di mestiere Lucera sblocca il proprio tabellino offensivo trovando canestri da ogni posizione lungo l’arco. I beniamini di casa accusano il colpo, affiora d’un tratto la stanchezza che solo l’entusiasmo dato dalla superba prestazione dei primi due quarti aveva celato. Tanti palloni persi ed il serbatoio vuoto fa si che si sbaglino persino conclusioni semplici in campo aperto. Lucera dilaga sul 45-65 con un parziale monstre che di fatto chiude il sipario.
 
La partita termina sul 55-94, lasciando trasparire sprazzi di ciò che la New Virtus Mesagne saprà e potrà produrre sul campo quando riuscirà a risolvere i guai della propria infermeria.
 
 
C GOLD – 3° GIORNATA: NEW VIRTUS MESAGNE 55 – 94 PALL. SVEVA LUCERA
 
New Virtus Mesagne: Gualano 19, Ranitovic 15, Gallo 9, Pellecchia 5, Renna 3, Risolo 2, Taddeo, Crovace, Bellanova 2, Zullo.
 
Pall. Sveva Lucera: Cepic 3, Olivieri n.e., Gramazio 7, Mazzullo 4, Acosta 17, Scarponi 21, Alvisi 10, Di Ianni 12. Di Mario n.e., Ouandie 20, Ianzano.
 

Dati del giorno: 31 ottobre 2022

351
Nuovi casi
3.295
Test giornalieri
0
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 95
Provincia di Bat: 17
Provincia di Brindisi: 56
Provincia di Foggia: 20
Provincia di Lecce: 123
Provincia di Taranto: 32
Residenti fuori regione: 7
Provincia in definizione: 1
13.683
Persone attualmente positive
182
Persone ricoverate in area non critica
11
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.518.521
Casi totali
12.989.025
Test eseguiti
1.495.671
Persone guarite
9.167
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 489.139
Provincia di Bat: 129.349
Provincia di Brindisi: 144.425
Provincia di Foggia: 213.064
Provincia di Lecce: 315.665
Provincia di Taranto: 205.720
Residenti fuori regione: 15.998
Provincia in definizione: 5.161