Mesagne. Condannato il piromane di auto

Luglio 08, 2016 2016

tribunaleSi è celebrato nella mattinata di ieri,

dinanzi al Giudice per l'udienza preliminare presso il Tribunale di Brindisi, dottoressa Stefania De Angelis, il processo nelle forme del rito abbreviato nei confronti di Alessandro Muscio, mesagnese di 37 anni. L'uomo, accusato d’incendio doloso pluriaggravato, è stato condannato alla pena di anni due e mesi quattro di reclusione. Nessun risarcimento a titolo provvisorio per le costituite parti civili, alle quali sono state liquidate solo le spese legali di costituzione, le quali dovranno ricorrere al giudice civile per ottenere il ristoro degli ingenti danni subiti. Il pubblico ministero, rappresentato in udienza da Manuela Pellerino, al termine della propria discussione aveva chiesto la condanna dell'imputato a tre anni e otto mesi di reclusione. Così come le parti civili che avevano chiesto il risarcimento dei danni subiti per svariate decine di migliaia di euro. Il difensore dell'imputato, l'avvocato Dario Budano, nel corso della discussione, aveva chiesto l'assoluzione e, in subordine, la riqualificazione giuridica del fatto. Alessandro Muscio, già noto alle forze dell'ordine, era stato arrestato su disposizione del gip, Luigi Forleo, il 30 marzo scorso dagli agenti del commissariato di pubblica sicurezza della cittadina messapica, perché ritenuto responsabile del mega incendio doloso avvenuto a Mesagne in via Bologna che nella notte tra il 24 e il 25 gennaio ha visto coinvolte tre autovetture, alcune abitazioni, e un lampione e alcuni cavi della pubblica illuminazione. L’arrestato, oggi condannato in primo grado, fu individuato già dopo poche ore dal fatto attraverso le immagini di un impianto di videosorveglianza della zona. L'uomo avrebbe appiccato il fuoco all'auto del cognato del fratello, una Fiat Grande Punto, dopo un diverbio per futili motivi con lo stesso avvenuto nel pomeriggio prima del fatto. Per tali fatti la Procura della Repubblica chiese e ottenne il giudizio immediato, a seguito del quale il difensore dell'imputato, anche allora rappresentato dall'avvocato Dario Budano, chiese che l'uomo fosse giudicato allo stato degli atti nelle forme del giudizio abbreviato. Ieri l'udienza di discussione del processo e la condanna in primo grado a due anni e quattro mesi di reclusione che pone fine a questa fase processuale, in attesa di un eventuale proseguo in appello.