Mesagne. Parla la vittima della stalker: "Adesso riprendo a vivere" In evidenza

Novembre 12, 2015 3220

commissariato 1A 24 ore dall'arresto dell'infermiera E. C. di 47 anni di Brindisi, (Articolo completo su Nuovo Quotidiano di Puglia)

e di L. R., 47 anni di Statte, in provincia di Taranto, accusati di essere i presunti mandanti ed esecutori di atti persecutori e di vari danneggiamenti ai danni di un 47enne tecnico del petrolchimico di Brindisi e della sua famiglia, la vittima si è liberata dal suo pesante fardello e ha iniziato a parlare, a confidare i diciotto mesi di "inferno" che ha trascorso isolato dal mondo e dagli affetti. "Adesso che tutto sembra essere finito è difficile riprendere la solita routine. Ma lo devo fare, devo riprendere in mano la mia vita e andare avanti", sono le prime parole che l'uomo ha pronunciato dopo che i poliziotti del commissarito di Mesagne, divenuti per un anno e mezzo i suoi angeli custodi, gli hanno comunicato l'arresto dell'ex compagna, e del suo presunto complice. Il racconto dell'uomo è chiaro, anche se spezzato dall'emozione. "Per diciotto mesi - ha detto - ho subito l'onta dell'umiliazione poichè su di me si sono concentrati una serie di dubbi. La gente mi guardava in maniera strana. Io stesso, all'inizio, non riuscivo a comprendere cosa avessi fatto per meritare quelle intimidazioni. Più passava il tempo più le intimidazioni diventavano pressanti". Poi, con un sospiro ha confidato: "Il mio grande cruccio è stato quello di non stare vicino ai miei figli. L'ho fatto esclusivamente per tutelarli. Non volevo che gli capitasse qualcosa. mL'obiettivo di queste persone era quello di terrorizzarmi e farmi allontanare dagli affetti più cari". A un certo punto le indagini hanno avuto una svolta e gli investigatori si sono fatti un qudro preciso degli accadimenti. "Quando mi hanno detto chi poteva essere il mandante e l'esecutore non ci ho creduto - ha precisato - con la mia ex ho avuto una storia di circa 7 mesi iniziata a fine del 2013. Nulla di più. Le mie intenzioni, dopo la separazione da mia moglie, che mi ha profondamente segnato, erano quelle di trovare una donna con cui condividere un progetto di vita. Quando mi sono accorto che con lei ciò non era possibile ho interrotto il nostro rapporto". E poi? "Immediatamente sono iniziati degli atti intimidatori anche se mai potevo collegarli a lei". Oggi, finalmente, può guardare a un suo nuovo progetto di vita. "La prima cosa che sto facendo è quella di riallacciare i rapporti con le persone più care, i familiari, gli amici. Voglio, finalmente, sentirmi libero di uscire con chi mi pare e piace senza il timore di guardarmi le spalle. Nella mia vita non ho mai fatto male a nessuno. Sono una persona onesta e figlio di persone oneste e lavoratrici. Non sono certo l'individuo che mi volevano far passare quelle persone con gesti eclatanti e diabolici". Infine, l'uomo ha voluto esprimere alcuni ringraziamenti. "Voglio ringraziare di cuore i poliziotti, dal commissario Rosalba Cotardo, agli ispettori Eupremio Marzo e Claudio Rizzo. Oltre a tutte quelle persone che in queste ore mi stanno dimostrando il loro affetto e la loro solidarietà". Intanto oggi pomeriggio alle ore 15 la donna, accompagnata dal suo legale, l'avvocato Luca Leoci, sarà ascoltata in Procura dai magistrati. Fino adesso si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Atteggiamento che potrebbe assumere anche oggi.