Mesagne e i cani di quartiere, segno di civiltà

Settembre 06, 2015 3507

CANI RANDAGISono ormai tre anni che la città di Mesagne ha i suoi cani di quartiere.

Alla luce dei fatti si può affermare, senza timore di essere smentiti, che l’esperimento è ben riuscito poiché adesso il quartiere non può fare a meno dei suoi beniamini. Il Comune di Mesagne ha stipulato un protocollo d’intesa con l’Associazione Oipa sin dal 2012 per la reimmisione sperimentale sul territorio comunale di cani, dopo le necessarie sterilizzazioni e la dotazione di appositi collarini. Nel momento in cui il cane, già libero su un determinato territorio, è riconosciuto non pericoloso dal servizio veterinario pubblico dell’Asl, mediante visita e sopralluogo da parte di personale specializzato, lo stesso è sterilizzato e microchippato a spese del Comune, risultando iscritto nell’anagrafe canina regionale a nome dell’ente stesso. Il cane dovrà portare un segno di riconoscimento come un collare con targhetta o altro metodo idoneo e sarà monitorato da un’associazione di animalisti che si assume l’onere di gestione e responsabilità dell’animale. Insomma saranno i loro padrini durante la loro vita o fino ad affidamento. Nel caso di Mesagne si è trattato di cinquanta randagi che nel tempo sono stati in buona parte affidati a proprietari, riuscendo nell’intento di dare loro una dignitosa sistemazione. Duplice l’obiettivo raggiunto. Il primo è di aver tolto dal canile i pelosi dandogli una vita più serena mentre il secondo obiettivo è di aver decongestionato il canile offrendo ai cani ancora “reclusi” una qualità di vita dignitosa. In questo modo, il cane rimane libero e può comunque interagire con la popolazione evitando di passare l’intera vita, o una buona parte, in un canile non gravando sulle spese comunali necessarie per il mantenimento giornaliero. In questo modo la lotta contro il randagismo sarà sempre più forte e vincente tutelando in tal modo il migliore amico dell’uomo.