Mesagne. I ladri trovano sulla loro strada un bimbo che dorme In evidenza

Dicembre 14, 2022 1885

Essere svegliati con la luce di una torcia puntata in faccia quando non è un familiare, ma un balordo che ti sta depredando casa fa venire i brividi. È quanto accaduto in una villetta della zona residenziale Torretta, dove i ladri sono entrati in casa e hanno iniziato a rovistare per cercare soldi e preziosi. Nel buio dell’abitazione si sono fatti strada con una torcia per trovare il bottino. Almeno fino a quando il fascio di luce ha incrociato il volto di un bimbo che dormiva nel suo lettino. I ladri hanno voltato i tacchi e sono andati via, il bimbo credendo che fosse il fratello ha riabbassato la testa sul cuscino e ha continuato a dormire. La scoperta è stata fatta poco dopo quando i genitori si sono accorti che l’abitazione era stata messa a soqquadro dai malviventi. Storie che per Mesagne sono divenute, purtroppo, di ordinaria follia. Così, se in una parte della città, che si sta apprestando a vivere il Natale, scintillano le luci dall’altra parte della città c’è la luce emanata dalle torce dei malviventi che portano oscurità e brividi nella comunità locale.

“Non si può vivere in questa situazione – ha spiegato un gruppo di residenti delle zone Torretta-Palmitella -. Abbiamo il timore di essere derubati. Abbiamo paura di uscire da casa. Non è possibile che nel ventunesimo secolo ci auto sequestriamo in casa per timore che se usciamo ci svaligiano l’abitazione”. La maggior parte delle villette derubate dai balordi sono prive del sistema di allarme e di videosorveglianza. “Purtroppo non tutti noi ci possiamo permettere di installare un sistema di allarme che costa mediamente intorno alle 3 mila euro oltre ai costi di un sistema di videosorveglianza – hanno fatto notare i residenti -. Abbiamo chiesto aiuto più volte alle istituzioni, ma non abbiamo sortito nulla”. Molti dei residenti sono abbonati a istituti di vigilanza privati ai quali è stato chiesto un aumento di attenzione nei confronti degli immobili vigilati. “In alcuni casi quando scatta il sistema di allarme occorrono diversi minuti prima che arrivino i vigilantes sul posto, tempo sufficiente ai malviventi per portare a termine il loro raid.

La centrale operativa, infatti, non invia subito la pattuglia sul luogo segnalato, ma telefona all’utente per accertarsi che l’allarme non sia scattato per suo errore tecnico”, hanno proseguito i residenti. Tuttavia, per risolvere questo allarme sociale servono indagini certosine, tradizionali e scientifiche, per individuare le bande di malviventi che, secondo gli addetti ai lavori, provengono da fuori provincia. Intanto, la polizia ha invitato i cittadini a segnalare al numero di emergenza 113 eventuali situazioni strane riscontrate o persone sospette. Pertanto resta basilare, per epurare questo cancro sociale, mettere in campo un coordinamento di azione tra polizia, carabinieri, polizia locale e vigilantes. E non solo a livello locale poiché il fenomeno ha travolto l’intera provincia.

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