Mesagne. Sottrae ai fratelli 343 mila euro, beni sequestrati In evidenza

Settembre 11, 2022 1061

Il film di Maurizio Ponzi del 1997, Fratelli coltelli, almeno nella prima parte, spiega molto bene ciò che è accaduto a Mesagne, dove un commerciante, ex comproprietario di un supermercato oggi chiuso, è finito in tribunale per rispondere del reato di appropriazione indebita. Lui imputato, dunque, mentre due suoi fratelli sono i denuncianti, cioè le “vittime” di questa incredibile diatriba familiare. La prima udienza è stata fissata per il 3 dicembre mentre l’ammontare dell’ammanco supererebbe la somma di 343mila euro. 

La storia ha avuto inizio alcuni anni fa ed ha come protagonisti tre fratelli commercianti di Mesagne. Imprenditori conosciuti e stimati in città, onesti lavoratori. Fin da ragazzi i tre hanno svolto attività commerciale senza mai un litigio, un problema. Sempre d’accordo. Peraltro qualcuno di loro segue le attività sportive locali e le supporta. Sono partiti dal nulla e hanno realizzato un’attività commerciale di qualità. Ognuno di loro, all’interno della società, aveva un ruolo ben preciso. Chi alla vendita, chi alla realizzazione dei prodotti e chi aveva i contatti con le varie istituzioni; dalle banche, al Comune agli enti previdenziali e assistenziali.

Alcuni lustri fa i tre hanno deciso di aprire una seconda attività: un supermercato che potesse veicolare commercialmente anche i loro prodotti. L’attività va subito bene. Il bacino di clienti è ottimo poiché era collocato in una zona in cui mancava questa tipologia merceologica. Poi alcuni anni fa le cose sono cambiate, non sono andate più bene e il supermarket è stato chiuso. Tra i tre fratelli sono iniziati dei sospetti, i dissapori, le accuse, le incomprensioni. Da un accertamento contabile due fratelli avrebbero notato delle discrasie. Operazioni bancarie che loro non avevano mai avallato o effettuato. Pertanto i rapporti si sono fatti così tesi da rompere i vincoli familiari. Non solo.

A seguito di una denuncia sono state effettuate delle indagini, disposte dal sostituto procuratore della Repubblica di Brindisi, Milto De Nozza, che hanno accertato come il fratello 66enne, oggi imputato nel processo, avesse distolto a suo favore parte dei capitali della società. Lo avrebbe fatto giacché aveva una specifica delega per eseguire qualsiasi tipologia di operazione bancaria. Dagli accertamenti contabili che ne sono derivati è stato accertato che la sottrazione di capitale, tra contanti, mutui e altro, ammonterebbe a poco più di 343 mila euro. Da qui la disposizione del tribunale di Brindisi di autorizzare un sequestro conservativo dei beni del fratello, nel frattempo denunciato per appropriazione indebita, per cercare di recuperare il recuperabile.

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Ultima modifica il Martedì, 13 Settembre 2022 15:37