Il centro Marco Cavallo chiede aiuto per la sua sopravvivenza

Febbraio 16, 2020 1860

centro sperim marco cavallo logoSono preoccupati gli ospiti e l’associazione che gestiscono

il centro sperimentale “Marco Cavallo” di Latiano che è a corto di risorse economiche. Il centro è una struttura sperimentale pubblica per la salute mentale di comunità situato in un antico palazzo di Latiano ed offre luoghi diversi dai tradizionali spazi della psichiatria in cui non si parla della malattia o ci si ritrova come malati, bensì si parla di vita e ci si ritrova come persone che mettono a disposizione le proprie risorse e sviluppano nuove competenze. Il centro “Marco Cavallo” fa parte del circuito nazionale dell’Unione nazionale delle associazioni per la salute mentale che nei giorni scorsi ha inviato una missiva sia al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sia al direttore generale dell’Asl di Brindisi, Giuseppe Pasqualone, al sindaco di Mesagne, nella qualità di presidente dell’Ambito 4, Toni Matarrelli, per sensibilizzarli sulla loro precaria situazione. “Chiediamo che questa straordinaria esperienza venga debitamente rispettata e supportata, anche attraverso l’assegnazione di adeguate risorse economiche, umane e strumentali: un’esperienza altamente innovativa ed emancipativa che ha saputo realizzare, in modo singolare ed esemplare, il reale protagonismo dei cittadini con esperienza diretta e loro familiari”, è scritto nella nota dell’Unasam, a firma della presidente Gisella Trincas, inviata alle istituzioni interessate -. Esperienza che grazie anche alla partecipazione nella nostra Direzione Nazionale di Cosimo Venerito, utente esperto del Marco Cavallo, è conosciuta e apprezzata da tutte le nostre organizzazioni nelle diverse regioni”. L’esperienza del centro sperimentale di Latiano ha dimostrato che “si può fare, al di là del cronico pessimismo della psichiatria ufficiale, e conseguentemente si possono realizzare percorsi virtuosi, con un evidente miglioramento della qualità di vita dell’ “utenza” insieme ad un intelligente risparmio per la cosa pubblica ed andare “oltre la” cosiddetta “riabilitazione”, che ha comportato pratiche spesso cronicizzanti, anche per la eccessiva medicalizzazione, con un alto utilizzo farmacologico, e riduzione dei servizi territoriali a semplici ambulatori, mettendo in pratica ed inverando i principi della legge 180 e delle straordinarie riforme psichiatrica e sanitaria, vere rivoluzioni italiane invidiateci dal mondo intero”, ha concluso la presidente Trincas.  

Ultima modifica il Domenica, 16 Febbraio 2020 15:47