Don Pietro: Mesagne è a rischio ludopatia In evidenza

Settembre 21, 2019 2479

depunzio don pietroI 35 milioni di euro spesi in un anno dai mesagnesi

per giocare legalmente hanno scosso la città che si sta interrogando su questo fenomeno che è strettamente legato ai casi di ludopatie. A giocare spesso sono mamme di famiglia o disoccupati che nel gioco cercano il sogno di arricchirsi. Spesso, però, il sogno resta tale. Così, per arginare questo problema ci sono molti suggerimenti. Come quello che è giunto dall’associazione “La M” che ha proposto al sindaco Matarrelli, poiché è nelle sue prerogative, di limitare gli orari del gioco, emettendo un’ordinanza “che imponga la chiusura delle sale slot entro le ore 18”. Resta però il problema di come risolvere la vendita dei vari giochi tipo i “Gratta e vinci”. Sul rischio di ludopatia è intervenuto anche don Pietro De Punzio, parroco del santuario di Mater Domini. “Per molti imprenditori le slot machine sono un business da migliaia di euro, e poco importa se la schiavitù del gioco d'azzardo, legale, porta alla disperazione intere famiglie”, ha esordito il sacerdote che ha tenuto a far prendere coscienza sulla “impressionante deriva morale, sociale ed economica che sta segnando la vita di alcuni nostri concittadini. Gente che perde denaro e continuando a giocare “legalmente”, conservando la speranza di recuperarlo. E intanto c’è la perdita del lavoro, la rottura di relazioni personali, problemi legali”. Don Pietro è preoccupato poiché conosce bene questa gente che più volte gli ha chiesto un aiuto psicologico. “Quando subentra la disperazione per il denaro perso – ha spiegato - quando non si ha più nulla né nessuno, si ricorrere all'alcool, alla droga e, nel peggiore dei casi, al suicidio. Occorrono interventi socio-assistenziali che consentano al giocatore non solo di affrontare con maggiori garanzie le sue problematiche, ma anche di riorganizzare il proprio tessuto sociale e familiare, laddove questo si è usurato lasciando, nella maggior parte dei casi, ferite terribilmente gravi”. Infine, il parroco ha rivolto una domanda al presidente dell’Associazione Nazionale Gestori Gioco di Stato, Domenico Distante. “Cosa direbbe l’imprenditore Domenico Distante a quei cittadini che bussano al centro di ascolto della "Casa di Zaccheo" per chiedere aiuto e sostegno psicologico per venir fuori dal vizio del "gioco legale"?”. Distante, infatti, pochi giorni fa aveva dichiarato. “Le cifre pubblicate dall’Agenzia delle dogane sempre più spesso si espongono a maldestre interpretazioni col preciso scopo di generare nel lettore allarmismo e preoccupazione sul sistema del gioco di Stato, dando luogo a considerazioni distorte e alterando evidentemente il senso della realtà. Spesso si descrivono scenari apocalittici sulla ludopatia che alla pari dell’alcolismo e della droga rientra nelle cosiddette “dipendenze”. Dichiarazioni che anche l’ex presidente del Consiglio comunale di Mesagne, Fernando Orsini, ha rigettato: “Tutto quel che ruota intorno al gioco d'azzardo - i costi economici e sociali, i rischi sanitari e per la collettività, le facce di una "dipendenza", altro che non scenari apocalittici sulla ludopatia, difficile da intercettare e da prevenire, il limite tra il gioco legale e il gioco illegale - elementi che vengono quotidianamente denunciati dalle agenzie e della organizzazioni che hanno in cura milioni di "giocatori", per il presidente Distante, almeno così emerge dalle dichiarazioni riportate, «alterano il senso della realtà»”. Orsini ha, quindi, concluso: “Contento lui, per niente noi e, soprattutto, le famiglie che vivono giornalmente un dramma che, purtroppo, il presidente Sapar non è in grado evidentemente di comprendere in tutta la sua drammatica portata”.