Emergenza sanità, pochi i sindaci presenti al meeting di Brindisi.

Luglio 20, 2017 1650

molfetta pompeo ott15Pochi i sindaci presenti ieri mattina a Brindisi per discutere

dell'emergenza sanità in un meeting voluto dal sindaco Molfetta. Il sindaco di Mesagne non ha pace. I dati di mortalità rivenienti dall'inquinamento ambientale, secondo un'indagine regionale, non lo fanno più dormire. Sa bene che da solo non ce la può fare in questa lotta impari e perciò ha colto l'occasione della festività della Vergine del Carmelo per parlare ai suoi concittadini e metterli in guardia poiché in provincia è in atto una crisi di sistema che è diventata emergenza ambientale e sanitaria, economica ed occupazionale, politico-istituzionale. «Il fatto più sconcertante - ha esordito Molfetta - riviene dall’analisi dei dati epidemiologici relativi ai tassi di mortalità e morbilità connessi all’inquinamento atmosferico di origine industriale nei Comuni che in favore di vento aspirano i fumi delle ciminiere delle centrali termoelettriche e del petrolchimico di Brindisi». Ha fatto, quindi, notare che «da questi dati emerge in maniera inequivocabile che in questo territorio, ed in particolare nella nostra città, vi è un incremento del tasso di mortalità, di morbilità, di ospedalizzazione per malattie croniche cardiovascolari e respiratorie, che vi è un aumento significativo nell’incidenza di alcuni tumori». Sono dati inquietanti che confermano come questo territorio «abbia rapidamente scalato la graduatoria dei siti più inquinati d’Italia mettendosi al passo della terra dei fuochi, di Porto Marghera, Piombino o dei Tamburi di Taranto», ha detto con rammarico il primo cittadino. E allora cosa fare per cercare di invertire la tendenza? Il sindaco ha una sua "ricetta". «Bisogna spegnere quanto prima la centrale Enel “Federico II” di Cerano e tappare la bocca alle ciminiere del petrolchimico - ha detto - delle altre centrali termoelettriche presenti nella zona industriale di Brindisi, così come bisogna rapidamente convertire e bonificare definitivamente l’Ilva di Taranto. Contestualmente bisogna potenziare la rete dei servizi territoriali di prevenzione e di assistenza, le strutture poli-ambulatoriali per la diagnostica clinica e strumentale precoce e gli strumenti di monitoraggio ambientale». Tuttavia, queste direttrici, che sono in parte contemplate dal piano di conversione dell’ospedale S. Camillo de Lellis di Mesagne, devono essere ulteriormente potenziate. «In questa direzione apriremo un confronto con l'Asl e con la Regione a partire dall’assemblea dei sindaci da me personalmente richiesta e convocata per oggi». Infine, Molfetta ha sferzato i politici di tutti gli schieramenti poiché «di fronte a questa situazione sconcertante la classe politica annaspa, balbetta e sembra totalmente inadeguata alle sfide cui è chiamata prima fra tutti quella di modificare e presto il nostro modello di sviluppo e avviare politiche attive di rilancio del Mezzogiorno a partire dalle risorse proprie come agricoltura, turismo, innovazione, ricerca e attraverso l’applicazione di nuovi modelli di vita e di sostenibilità ambientali».