Nell'indifferenza istituzionale vandali in azione al parco "Roberto Potì"

Novembre 11, 2016 2544

parco potì - erba secca 2Ancora atti di vandalismo presso il nuovo parco "Roberto Potì"

di Mesagne dove è stata forzata la "Casa dell’acqua" fatta costruire per chi desidera fruire di questa tipologia di prodotto nella variante gassata o fresca. All’interno della cassa, però, non c’erano soldi. In fumo, quindi, il progetto dei balordi che, probabilmente, pensavano di arraffare un gruzzoletto di euro. La scoperta è stata fatta ieri mattina dagli addetti alle pulizie del nuovo spazio urbano che hanno notato la porta in acciaio sul retro della casetta forzata. Immediata è stata una telefonata al comando della polizia urbana per denunciare l'effrazione. Inutile scoprire di chi si è trattato poiché le telecamere dell'impianto di videosorveglianza sono spente. Una gap tutto mesagnese che vanifica la politica di controllo del territorio più volte invocata dai cittadini. La struttura di erogazione dell'acqua, non ancora in funzione, è stata costruita con il finanziamento del progetto di riqualificazione urbana dell’area dell'ex campo sportivo. I balordi pensavano di trovare all’interno del denaro da rubare. purtroppo non è così. Poiché la struttura non è stata affidata alla ditta che dovrebbe gestire la fontana pubblica da cui si potrà prelevare dell'acqua gassata o liscia fredda. Dell’atto vandalico sono stati avvisati i vigili urbani che poco possono fare considerando che le telecamere del parco "Roberto Potì" non sono utilizzabili. Il monitor collocato presso il comando dei vigili non offre alcuna immagine, poiché l’impianto sarebbe stato spento. Un problema tecnico, infatti, non consente di riaccendere le telecamere altrimenti non risulterebbero visibili tutte le altre poste in città. Un paradosso tutto mesagnese. Eppure quegli occhi elettronici, pagati con soldi pubblici, sarebbero stati utili anche per individuare i vandali che hanno rotto la spalliera della panchina che si trova nei pressi del bocciodromo e l’autore della rottura di questo gioco per bambini oltre ad individuare i "geni" che stanno facendo della rete di protezione del campetto una gruviera. Il parco "Roberto Potì", come è stato denunciato anche da un sindacalista durante l’ultimo incontro dell’Osservatorio della legalità, è preda giornalmente di un gruppo di ragazzini che stanno mettendo in discussione la stessa fruibilità dell'area verde. Solo qualche settimana fa a una ragazzina era stato rubato il telefonino mentre un'altra era stata intimidita. "Ciò che resta perplessi è che sia le forze dell'ordine sia il Comune sono a conoscenza di questi problemi e non intervengono per ripristinare la legalità", hanno chiosato alcuni avventori del parco.