Redazione

L’attività dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, nella giornata di ieri, si è concretizzata nel rinvenimento di una pistola semiautomatica, sulla litoranea Nord di Brindisi, immersa nell’acqua, nei pressi della riva. La segnalazione era giunta alla Sala Operativa  da parte di un uomo che stava facendo una passeggiata sulla battigia. Sono in corso accertamenti per risalire alla marca, al calibro ed alla matricola della pistola, corrosa dall’azione erosiva del mare.

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Arrestato M.C. di anni 25, poiché responsabile di rapina ai danni di una ragazza. La donna, dopo aver parcheggiato l’auto, mentre era in procinto di raggiungere la propria abitazione in Brindisi, veniva raggiunta alle spalle da un soggetto che le tirava i capelli  e cercava di strapparle la borsa. L’uomo, impossessatosi della borsa, contenente effetti personali e la somma di € 300,00, si dirigeva versa la sua autovettura che aveva lasciato con il motore acceso e lo sportello lato guida aperto. La malcapitata lo inseguiva nel tentativo di riprendersi quanto rubato, ma il reo inseriva la marcia e riusciva a dileguarsi, urtano con la carrozzeria le gambe della donna.

Immediatamente un equipaggio della Sezione Volanti si recava sul posto della rapina dove riceveva le descrizioni del reo e del veicolo usato per la fuga. Le notizie apprese venivano subito trasmesse agli altri equipaggi presenti sul territorio che, pochi minuti dopo, notavano una persona sospetta in Piazza Vittorio Emanuele II, alla guida di un’autovettura simile a quella descritta dalla rapinata. Quindi procedevano al controllo ed immediatamente rinvenivano la borsa rubata, all’interno dell’abitacolo, occultata sotto il sedile lato guida. Pertanto l’uomo, condotto negli uffici della Sezione Volanti per le formalità di rito, veniva arrestato e condotto presso la locale Casa Circondariale. La borsa, con l’intero contenuto, veniva restituita alla proprietaria.

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Da Filomena Schiena, Segretaria CGIL Brindisi. 

 
L'8 marzo sarà celebrato nel pieno dellemergenza COVID, questo ci obbliga a ripensare le modalità tradizionali con cui negli anni passati come sindacato lo abbiamo celebrato.
 
Cogliamo quindi loccasione per una riflessione più approfondita, sul pensiero delle donne e la loro forza in un contesto così difficile come quello della pandemia. La storia e la rappresentazione delle donne, il lungo cammino che hanno percorso e lattualità, segnata dallemergenza sanitaria, le vede confrontarsi ancora, e purtroppo, con un lavoro non ancora paritario e segnato da forti discriminazioni. 
 
Giusto per citare un dato: le donne, a parità di mansioni, continuano a guadagnare di meno degli uomini. Senza contare la violenza o le molestie che subiscono sui posti di lavoro e questo solo perché donne. Tra le diverse forme di violenza quella nel mondo del lavoro è sicuramente la più difficile da contrastare e forse anche quella meno quantificabile. Pochissime, purtroppo, le denunce. Una violenza che noi definiamo sottile, particolarmente complessa e delicata ma non per questo meno presente, come si evince dagli attuali indicatori di riferimento. 
 
Chiaro che cè un problema che è principalmente culturale e quindi bisogna impegnarsi di più in campagne di sensibilizzazione a vastissimo raggio verso tutti gli ambiti sociali a cominciare dalle scuole perché la socializzazione al genere inizia dalla nascita e continua durante linfanzia, ma anche le aziende hanno un ruolo fondamentale nelle campagne di comunicazione e di formazione contro gli stereotipi. E poi cè il sindacato che da anni si batte per la difesa dei diritti delle donne in tutti gli ambiti, soprattutto in quello lavorativo. 
 
La CGIL di Brindisi, dopo lapertura dello sportello salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, che è di supporto a tutti i lavoratori per la gestione delle problematiche relative alla salute e sicurezza sul lavoro, a breve aprirà anche uno sportello di ascolto contro le molestie, la violenza e le discriminazioni di genere sui luoghi di lavoro, con lobiettivo di offrire supporto anche di natura legale a chi, donna o uomo, subisce discriminazioni, molestie o violenze sul lavoro.  
 

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi venerdì 5 marzo 2021 in Puglia, sono stati registrati 10.530 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.418 casi positivi: 610 in provincia di Bari, 64 in provincia di Brindisi, 93 nella provincia BAT, 169 in provincia di Foggia, 198 in provincia di Lecce, 273 in provincia di Taranto, 3 casi di residenti fuori regione. 8 casi di provincia di residenza non nota.

Sono stati registrati 19 decessi: 9 in provincia di Bari, 1 in provincia di Brindisi, 2 in provincia BAT, 1 in provincia di Foggia, 2 in provincia di Lecce, 3 in provincia di Taranto, 1 residente fuori regione.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.603.289 test.

114.497 sono i pazienti guariti.

34.250 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 152.819, così suddivisi:

58.899 nella Provincia di Bari;

16.049 nella Provincia di Bat;

11.258 nella Provincia di Brindisi;

30.178 nella Provincia di Foggia;

13.039 nella Provincia di Lecce;

22.604 nella Provincia di Taranto;

605 attribuiti a residenti fuori regione;

187 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

30° ESODO ALBANESE IN PUGLIA – ARESTA (M5S) : “ FU UN ABBRACCIO COLLETTIVO, IL TERRITORIO SUPPLI’ A RITARDI STATO”. 

“Il 30° anniversario dell’esodo albanese sulle coste pugliesi è una straordinaria occasione per ricordare la solidarietà e la fratellanza con cui i cittadini accolsero 27 mila uomini e donne in fuga da un regime morente. Lo Stato si fece trovare due volte impreparato: per non aver capito cosa stava accadendo ad appena 60 miglia dalle nostre coste e per i ritardi negli aiuti. Toccò alle città di Brindisi e della sua provincia farsi carico di queste persone e lo fece con una generosità unica aprendo le proprie case, le scuole, ogni luogo dove potevano essere accolti.” Lo afferma, in una dichiarazione, Giovanni Luca Aresta, parlamentare del M5S e a quel tempo scout​ dell’Agesci e volontario della Caritas di Brindisi.

“Ho ricordi vivissimi di quelle giornate – prosegue Aresta -​ ​ passai con gli altri volontari molte ore nel porto di Brindisi e nelle scuole che finalmente vennero aperte e messe a disposizione di questa folla disperata. In quei volti vedevamo una umanità che cercava una speranza e un futuro migliore. Fu un abbraccio collettivo.”

“Con il popolo albanese, anche grazie a quell’abbraccio, abbiamo costruito un rapporto straordinario – prosegue il parlamentare – e tutti noi abbiamo ancora negli occhi il contingente di medici ed infermieri albanesi inviati in Lombardia, epicentro della prima ondata del Covid-19, per aiutare il nostro sistema sanitario a fronteggiare la pandemia. La solidarietà chiama altra solidarietà, il legame che si crea tra i popoli è più forte di tante polemiche propagandistiche sui porti chiusi o sui respingimenti in mare.”

“Benvenuto nella nostra terra al primo ministro della Repubblica di Albania Edi Rama che domani sarà a Brindisi - conclude Aresta – segno visibile del sentimento di riconoscenza nei confronti della popolazione dei comuni del territorio e dei valori di fratellanza, accoglienza e solidarietà.”

 

Nel corso della notte, circa 80 uomini della Polizia di Stato, coordinati dalla Procura della Repubblica di Brindisi, hanno proceduto all’arresto di nr. 9 persone, destinatarie di un provvedimento di misura cautelare, di cui nr. 4 in regime di custodia in carcere e nr. 5 in regime di custodia domiciliare. 

 
Il provvedimento, emesso dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Brindisi, su richiesta del Sostituto Procuratore - Dott. P. Montinaro - con il quale sono stati disposti gli odierni provvedimenti cautelari, ha consentito di assestare un durissimo colpo all’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di appropriazione indebita di autovetture di grossa cilindrata e di notevole valore economico ai danni di ignare società del settore e autoriciclaggio dei proventi dei delitti.
 
La misura cautelare è stata eseguita da personale del Commissariato di P.S. di Ostuni, unitamente a personale della Squadra Mobile della Questura di Brindisi e della Squadra Mobile di Milano, coadiuvato da numerosi equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine di Lecce e Bari, nonché con l’ausilio di unità cinofile e artificieri nonchè del Reparto Volo di Bari, nei confronti di sodali ritenuti responsabili dei delitti di associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita di autovetture, riciclaggio e autoriciclaggio. 
 
Il gruppo criminale inquisito risulta estremamente coeso, strutturalmente complesso ed altamente organizzato. Il metodo criminale che l’indagine ha cristallizzato è pedissequamente quello tipizzato dall’art. 416 del codice penale. Le indagini hanno fatto emergere l’esistenza di un’associazione per delinquere connotata dalla stabilità del vincolo associativo, attesa la durata nel tempo dei delitti, monitorati per circa due anni, la suddivisione dei ruoli tra gli indagati, la disponibilità di una base logistica e una “cassa” comune, la indeterminatezza del programma criminoso i cui delitti non sono stati preventivamente stabiliti, bensì decisi di volta in volta, in esecuzione del pactum sceleris. 
 
Gli indagati, dopo aver noleggiato veicoli di grossa cilindrata da varie società di locazione finanziaria, servendosi dello schermo di alcune società fittiziamente create, si rendevano inadempienti a contratto di noleggio, conducendo l’auto all’estero per rivenderla a terzi acquirenti o comunque facendone perdere le tracce.   
 
Le indagini hanno avuto origine da alcune denunce querele per appropriazione indebita di autovetture presentate da alcune società di noleggio sfociate nell’emissione di alcuni decreti di sequestro preventivo delle autovetture interessate. Tali episodi, concernenti peraltro autovetture di rilevante valore commerciale, riconducibili ad uno degli odierni indagati, insospettivano sin da subito gli organi inquirenti, tenuto anche conto che lo stesso era conosciuto come semplice manovale edile che non palesava un tenore di vita alto. Successivi accertamenti, anche sulla documentazione prodotta in occasione della stipula dei contratti di noleggio, consentivano di rilevare il coinvolgimento di società fittizie, di altri soggetti odierni indagati e soprattutto la sussistenza di altre operazioni analoghe poste in essere dalla medesima società fittizia e con lo stesso modus operandi. Si accertava quindi la serialità delle condotte e l’unicità del disegno criminoso perseguito dal gruppo criminale finalizzato a defraudare le società sia dei guadagni rivenienti le offerte di noleggio proposto e sia del capitale (autovettura) di cui si perdeva ogni traccia. Gli approfondimenti investigativi hanno consentito, altresì, di individuare il luogo, un ufficio che fungeva da vero e proprio “quartier generale”, in cui il gruppo criminale era solito riunirsi, pianificare le operazioni illecite, le attività da porre in essere e le società da utilizzare a tal fine. 
 
Il modus operandi utilizzato dai membri dell’associazione per delinquere corrisponde ad una strategia criminale schematizzata, sempre più perfezionata, ripetuta ciclicamente, che può essere quindi sintetizzata in tali fasi: 1) ottenere il possesso di prestigiose autovetture di significativo valore economico; 2) inadempimenti nei pagamenti dei canoni mensili di locazione, cui seguivano diffide e la risoluzione contrattuale; 3) appropriazione delle autovetture e inizio della trattativa per la vendita delle stesse con l’aiuto di intermediari consapevoli della provenienza illecita dei veicoli e ben collegati a potenziali compratori di paesi oltre confine; 4) cessione dei veicoli oltre i confini nazionali, rendendoli in tal modo irrintracciabili, dietro corresponsione di compensi illecitamente pattuiti.
 
L’attività di indagine ha riguardato quindici autovetture oggetto di appropriazione indebita, per un giro d’affari di circa €. 600.000, alcune delle quali ritrovate fuori dai confini nazionali (Francia, Belgio e Germania) e quindi riconsegnate alle società proprietarie, altre sottoposte a sequestro, mentre di alcune vetture si sono perse le tracce. 

L’organizzazione criminale è così costituita:
ERRICO Giacomo, classe ’66, ostunese, considerato il capo della consorteria criminale ha promosso, organizzato e diretto l’associazione, utilizzando società precostituite agli scopi, intestate a prestanomi, da lui ideate e dirette, allo scopo di stipulare contratti di noleggio di autovetture di grossa cilindrata.
CANTORE Gennaro, classe ’71, ostunese - promotore ed organizzatore dell’associazione - si occupava, in particolare, della gestione dei mezzi noleggiati, custodendoli e della loro vendita all’estero e delle risorse economiche del gruppo, fornendo, altresì, assistenza negli spostamenti quotidiani del capo.
SASSO Gaetano, classe ’72, ostunese - promotore ed organizzatore dell’associazione – impegnato perlopiù delle formalità fiscali delle società all’uopo costitute e di quelle burocratiche.
MORO Ottavio, classe ’63, ostunese - promotore ed organizzatore dell’associazione – aveva il compito di organizzare l’attività illecita e di seguirne gli sviluppi, fino allo spostamento all’estero delle vetture.
LACORTE Giuseppe, classe ’92, ostunese – partecipe all’associazione - fungeva da prestanome per conto del capo in una società allo stesso riconducibile, stipulando i contratti di noleggio di diversi veicoli.
VINCENTI Angelo, classe ’73, ostunese - partecipe all’associazione - legale rappresentante di una società fittizia, appositamente costituita per realizzare le condotte delittuose, stipulando i contratti di noleggio di diversi veicoli.
LANZILLOTTI Damiano, classe ’77, ostunese - partecipe all’associazione – si occupava materialmente del ritiro dei veicoli dalle società noleggiatrici e della consegna degli stessi ad altri correi, provvedendo anche all’alterazione dei documenti per consentirne la vendita all’estero.
ANDRIOLA Antonio, classe ’70, ostunese, partecipe all’associazione - fungeva da intermediario nelle trattative di compravendita dei veicoli nella disponibilità del sodalizio, smistando le autovetture e gestendo i rapporti economici con gli acquirenti.
ANCONA Martino, classe ’63, residente in provincia di Milano, partecipe all’associazione - si occupava delle trattative di acquisto dei veicoli che venivano poi trasferiti all’estero.
Gli indagati hanno dimostrato di possedere una spiccata capacità criminale e propensione al reato essendosi dimostrati essere assai inclini al crimine, cui si approcciano con estrema disinvoltura e professionalità, evidenziando una spiccata capacità organizzativa ed una ‘intelligenza criminale’ fuori dal comune.   
 
Il coinvolgimento di ERRICO Giacomo, capo indiscusso dell’associazione per delinquere, conferisce grande rilevanza al sodalizio criminale, laddove si consideri la caratura criminale e i numerosi precedenti penali e di polizia dello stesso, in materia di contrabbando, estorsione, ricettazione, stupefacenti, resistenza a P.U., lesioni personali ed introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi. 
Lo stesso ERRICO ha partecipato attivamente alla realizzazione delle operazioni di natura illecita, elaborando e mettendo in gioco la società “GL BIG STOCK” intestata (figurativamente) al cognato LACORTE Giuseppe. Si colloca come “figurato” operaio facente funzioni di magazziniere; prima ancora della cessione di detta società (e dopo che era stata impiegata nella stipula di vari contratti di locazione finanziaria di veicoli di significato valore), di concerto con i restanti del gruppo, ha ideato e realizzato l’apertura di una nuova società, ove ha occupato la nuova mansione di addetto alle vendite, sotto l’insegna “BIG STOCK ARREDAMENTI S.r.l.s.” (avente ad oggetto la vendita di mobili e arredi), avviata in data 08.01.2019, svolta sempre nei medesimi locali e tipologie di mercato, in seno alla quale ricopre la carica di socio M.O., anch’egli indagato (titolare di quote al 90%).
 
L’odierna operazione è diretta a rafforzare l’azione di contrasto alle condotte illecite connotate da maggiori profili di insidiosità e gravità che generano un diffuso allarme sociale tra la popolazione. 
La costante presenza sul territorio ostunese della Polizia di Stato, sia dal punto di vista preventivo che repressivo, risulta essere garanzia di legalità e di sviluppo del territorio.

Interessante scoperta quella che è stata fatta ieri mattina a Mesagne durante i lavori di scavo per la posa di una condotta fognante. Durante lo scasso la benda di un mezzo meccanico ha fatto riaffiorare una tomba terragna e lo scheletro del defunto lì sepolto. Ma la scoperta ancora più interessante è che durante l’allargamento di questo scavo è stato intercettato il selciato di una strada antica. Fin qui nulla di così stravolgente se non fosse che lo scavo, e i relativi rinvenimenti, si trovano a circa dieci metri dall’attuale via Appia. Logico, quindi, pensare, e sperare, che il selciato possa far parte dell’antica strada romana e se non è proprio l’antica via Appia possa essere una sua pertinenza come, ad esempio, qualche strada di servizio. L’area è stata delimitata e sul posto sono giunti gli archeologici che sovrintendono i lavori che hanno trasmesso la notizia alla Soprintendenza archeologica, alle Belle arti e Paesaggio di Brindisi e Lecce.

Dunque, giornata interessante sotto il punto di vista storico quella di ieri poiché a seguito di alcuni lavori di scavo è stata intercettata una tomba a pochi metri dal tempietto paleocristiano di San Lorenzo fuori le mura la cui costruzione dovrebbe risalire al V o VI secolo d. C.. Dello stesso periodo, Alto Medio Evo, potrebbe essere la tomba trovata al cui interno non sono state rinvenute suppellettili funerarie. Mesagne si conferma, quindi, quello scrigno di tesori antichi che continuano e riaffiorare dalla terra. Particolarmente entusiasta del ritrovamento è il sindaco, Toni Matarrelli. “I ritrovamenti archeologici nei pressi del tempietto di San Lorenzo – ha detto - sono interessanti: nei prossimi giorni, d'intesa con la Soprintendenza Archeologica, diffonderemo un comunicato per illustrare la tipologia di reperti rinvenuti in occasione dei lavori di scavo che Aqp sta effettuando per il rifacimento del tronco idrico-fognario. Dalle prime valutazioni, si tratterrebbe di un'importante traccia del passato, utile a restituire le testimonianze di cui la nostra città è ricca”.

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Erchie. Responsabili di una ditta edile violano le norme in materia di sicurezza sul lavoro, due denunciati. In Erchie, i Carabinieri della locale Stazione congiuntamente ai colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Brindisi, hanno denunciato un 24enne e un 52enne del luogo, il primo titolare di una ditta edile e l’altro ingegnere della medesima, per aver violato la normativa in materia di sicurezza sugli ambienti di lavoro. In particolare, dal controllo eseguito dagli operanti è emerso che il cantiere allestito dall’impresa su un immobile di quella Città, era privo degli idonei parapetti prescritti nel piano di sicurezza e coordinamento, essenziali per scongiurare il pericolo di caduta dall’alto dei lavoratori.

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Carovigno. Viola le prescrizioni del divieto di avvicinamento alla persona offesa, disposti gli arresti domiciliari. I Carabinieri della Stazione di Carovigno hanno eseguito l’ordinanza di sostituzione della misura coercitiva del divieto di avvicinamento alla persona offesa con quella degli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale di Brindisi, nei confronti di un 50enne del luogo, poiché – resosi già responsabile di maltrattamenti in famiglia nei confronti della ex convivente – ha reiteratamente violato le prescrizioni imposte dal precedente provvedimento cautelare. Le violazioni sono state documentate e segnalate dai militari operanti. L’arrestato, concluse le formalità di rito, è stato tradotto presso la sua abitazione agli arresti domiciliari.

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8 MARZO: COLDIRETTI PUGLIA, SI FESTEGGIA LA RESILIENZA DELLE DONNE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS CON MIMOSE VIOLETTE E MENU' IN ROSA IMPREZIOSITI DA FIORI EDULI. Al via da domani 6 marzo le celebrazioni per la festa della donna nei mercati contadini e negli agriturismi della regione.
Al tempo del coronavirus si celebra la Festa della Donna in Puglia con i tradizionali mazzetti di mimosa e le violette nei mercati contadini, dove non mancheranno i menù salutistici con un tocco afrodisiaco, impreziositi da fiori eduli, proposti dalle donne contadine a tutte le donne. E’ quanto organizza Coldiretti Donne Impresa della Puglia nei Mercati di Campagna Amica e negli agriturismi di Terranostra, in occasione delle celebrazioni dell’8 marzo, festa internazionale della donna.

L’appuntamento è sabato 6 marzo nei mercati contadini di Campagna Amica di Viale della Repubblica 80 a Foggia e a Brindisi al mercato di Via Appia 226, dalle ore 9,30, dove tutte le donne che si recheranno a fare la spesa verranno omaggiate delle tradizionali mimose e di violette.

Spazio ai consigli medici al mercato di Campagna Amica di Brindisi, con la presidente dell’Associazione Nazionale Donne Operate al Seno di  Brindisi, Mirella Tondo, che sensibilizzerà le donne consumatrici sulla necessaria prevenzione, oltre al sostegno psicologico prestato dall’Associazione nell’anno della pandemia causata dal Coronavirus.

Domenica prossima, 7 marzo 2021, omaggi floreali a tutte le donne al mercato di Campagna Amica di Piazza Bottazzi a Lecce, dalle ore 10,00, mentre negli agriturismi i cuochi contadini si cimenteranno con menù in rosa, salutistici e leggermente afrodisiaci.

“Un fiore tricolore sconfigge la paura – dice Floriana Fanizza, leader di Coldiretti Donne Impresa Puglia - è il simbolo della resilienza e della nostra voglia di non farci sopraffare dalla paura. Non abbiamo rinunciato a festeggiare la Festa della Donna in Puglia, perché è importante stringerci tutte, in un abbraccio simbolico e virtuale, per affrontare insieme il momento di criticità che impone sobrietà e senso di responsabilità, ma anche tanta voglia di reagire”.

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