32 anni fa veniva ammazzata Marcella Di Levrano

Aprile 05, 2022 1234
 

Lo scorso 5 aprile è stato l’anniversario dell’omicidio di Marcella Di Levrano avvenuto per mano dei sodali della Sacra corona unita. Ben 32 anni sono trascorsi da quando il suo corpo fu trovato, privo di vita, nel bosco dei “Lucci”, in agro di Brindisi. Nel giorno dell’anniversario a Mesagne, sua città natale, non ci sono stati dei momenti pubblici per ricordare il barbaro assassinio. Come ogni anno a ricordarla è stato, invece, l’avvocato Fernando Orsini, già presidente del Consiglio comunale e amico di famiglia. “Il primo pensiero oggi è per Marcella, vittima innocente della criminalità organizzata, nel 32° del suo brutale ed orrendo assassinio deciso dalla Sacra corona unita quale spietata “punizione” per la forza ed il coraggio di affidarsi alle forze dell’ordine e alla giustizia, denunciando gli orrori di quello stesso mondo criminale che aveva stravolto la sua giovane esistenza”, ha spiegato il legale. Orsini ha, quindi, fatto un forte “fraterno abbraccio a Sara e Marisa, infaticabili custodi della memoria della vita e della morte di Marcella”.

Oggi il nome di Marcella Di Levrano è impresso in luoghi pubblici presenti in tutta Italia. Da un centro di ascolto istituito dall’Asl Br1 a Mesagne a un bene confiscato alla mafia in provincia di Torino. Ed ancora un cortometraggio realizzato dagli studenti dell’istituto comprensivo “Carducci” di Mesagne, per ricordarne la vicenda, a un murales disegnato nella masseria “Canali”, bene confiscato alle cosche mafiose. Era la mattina del 5 aprile 1990, un giovedì, quando un agricoltore in giro nel bosco “Lucci” per alcuni lavoretti si accorse che a poca distanza vi erano due uomini intenti a calare in una buca, scavata precedentemente, un corpo inanime. I due, scoperti, fuggirono mentre l’agricoltore si allontanò per chiedere aiuto. Dopo alcuni minuti nel bosco arrivarono le gazzelle dei carabinieri. Ciò che avvenne dopo è la storia che tutti conoscono. Tra i primi che arrivarono sul posto c’era anche “Trottolino”, nome in codice di un carabiniere facente parte di una squadra anti Scu, colui al quale Marcella aveva posto le speranze per uscire dal giro in cui si era venuta a trovare. Purtroppo, i mezzi allora a disposizione degli investigatori non erano stati sufficienti a salvare la vita della ragazza. Oggi come allora i sicari e i mandanti sono rimasti nell’ombra, impuniti. Solo sospetti, tanti, e nessuna certezza.

---------------
Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina 
Facebook. Puoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube
Per scriverci e interagire con la redazione 
contattaci  

 
Ultima modifica il Giovedì, 07 Aprile 2022 11:52