Mesagne. I ritrovamenti medievali di piazza Sant'Anna non saranno più visibili

Febbraio 01, 2020 2006

piccareta mariaHa destato un certo clamore la notizia dei ritrovamenti medievali avvenuti

nel centro storico di Mesagne durante lo scavo per la posa delle condotte idrico-fognanti. Soprattutto ha fatto tenerezza il rinvenimento della sepoltura di una giovane donna, con monili a seguito, con a fianco lo scheletro di un bambino. Così, ieri mattina da più parti è stato chiesto che lo scavo resti aperto a vista e che gli scheletri della ragazza-madre e del figlioletto siano ricomposto in una delle sale del museo del territorio collocato presso il castello Normanno-Svevo. “Sono decisioni che non spettano a noi – ha precisato il sindaco Toni Matarrelli – comunque se la soprintendenza sarà orientata verso questa ipotesi come Amministrazione comunale faciliteremo il percorso museale”. Di più il primo cittadino non ha detto poiché l’intera vicenda è nelle mani della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggistica delle province di Brindisi, Lecce e Taranto. Ipotesi che la soprintendente, Maria Piccarreta, ha scartato. "Dopo i rilievi lo scavo sarà richiuso poiché non vi sono attualmente i presupposti per una sua musealizzazione”, ha spiegato il numero uno degli archeologi che, in ogni modo, ha lasciato qualche speranza sulla musealizzazione dello scheletro della donna con bambino. “Attualmente i due scheletri sono allo studio dei nostri esperti – ha spiegato – successivamente sarà decisa la loro destinazione finale che sarà espositiva oppure conservata nei depositi della Soprintendenza”. Infine, la dottoressa Piccarreta ha confidato che stanno valutando la possibilità, al termine degli scavi del centro storico, di allestire una mostra con tutti i rinvenimenti. Il rinvenimento di piazza Sant’Anna dei Greci è composto da un nucleo di sepolcreti di epoca basso medievale, e delle fondamenta di quella che, probabilmente, era la chiesa di Sant’Anna dei Greci, di epoca bizantina di rito Greco. Il periodo del sepolcreto è databile tra il 1.300 e il 1.500 d. C.. Durante gli scavi sono stati ritrovati dei manufatti e dei monili in bronzo e in argento che sono stati trasferiti presso i laboratori della Soprintendenza di Taranto per la pulitura e lo studio. Tra questi anche un anello-ditale. La direttrice scientifica degli scavi è l’archeologa Annalisa Biffino. “Posso dire – ha tenuto a sottolineare l’esperta – che il dato archeologico ha confermato le antiche fonti scritte. Il sepolcreto rinvenuto è composto da 5 tombe di varia tipologia che attestano l’esistenza del sepolcreto urbano. Le due tombe a cassa in materiale tufaceo sono accostate a un tratto di muratura, verosimilmente dell’antica chiesa esistente in piazza. Al momento possiamo datare le tombe al periodo basso medievale”. La dottoressa Biffino si è, poi, soffermata sulla deposizione dello scheletro di “una giovane donna, reclinata su fianco destro, con sovrapposto lo scheletro di un bambino. Una deposizione molto suggestiva che studieremo nei nostri laboratori”. Le tombe a cassa rinvenute durante gli scavi contenevano due scheletri, alcune monete. Le tombe, fortunatamente, non sono state depredate. Infine, sono state rinvenute delle tombe a colatoio, con almeno cinque scheletri, e vari reperti metallici. Il tutto è stato trasferito nei laboratori della Soprintendenza.