Buona la vendemmia delle uve bianche e precoci

Settembre 09, 2019 1632

vendemmia donna che tagliaProsegue senza sosta, in provincia di Brindisi, la vendemmia 2019.

I viticoltori hanno concluso il taglio delle uve a bacca bianca e hanno iniziato a tagliare il Primitivo, il Syrah e gli altri vitigni internazionali. Per i vitigni autoctoni, come la Malvasia nera e il Negramaro bisognerà attendere ancora un paio di settimane. La pioggia di questi giorni, infatti, ha allungato ulteriormente il tempo della vendemmia. I grappoli hanno bisogno di sole affinché si asciughi l’eccesso di acqua incamerata. Le cantine sociali sono in pieno fermento. Da Sandonaci a San Pancrazio, da Mesagne a Cellino e Latiano. Da nord a sud della provincia i viticoltori sono in piena attività. Il comune denominatore è produrre vini di eccellente qualità da inviare sul mercato globale. Dunque, il territorio Brindisino conquista sempre più una posizione di rilievo nel mercato vitivinicolo mondiale, ciò grazie ad una tradizione agricola di eccellenza ed un tessuto agricolo che ha voglia di crescere e fare qualità. Un successo che è trainato dal gradimento in continuo aumento dei vitigni maggiormente rappresentativi, ossia il Primitivo e il Negroamaro, rispettivamente con una crescita sulle tavole degli italiani del 21% e del +15%. La presente annata si prospetta di grande qualità, con fruttati e profumi eccellenti, se pure con una produzione in calo tra il 15% e il 30% percento rispetto al 2018 che è condizionata nelle tempistiche della raccolta dal clima pazzo di maggio. “Non bisogna, però, dimenticare cosa c’è dietro una bottiglia di vino: anni di lavoro, speranze ed investimenti; continua lotta contro un clima impazzito che richiede un ripensamento della normativa sulle calamità; burocrazia che soffoca la voglia di fare ed investire; un Psr bloccato le cui risorse rischiano di essere mandate indietro facendo svanire risorse che spettano agli agricoltori; una bonifica che è fatta di opere inutilizzate e assenza di manutenzione e servizi ai coltivatori; un mercato del lavoro in attesa di semplificazione”, ha tenuto a precisare Filippo De Miccolis Angelini, presidente della Coldiretti provinciale -. Queste sono le fatiche, oltre a quelle nei campi, che si celano dietro i nostri eccellenti vini, queste sono le battaglie che la Coldiretti conduce al fianco degli agricoltori per un’agricoltura che deve recuperare competitività per vincere le grandi sfide dei mercati esteri”. Intanto, a Mesagne la Cantina sociale della Riforma Fondiaria ha già incamerato 26 mila quintali di uve bianche e ha iniziato la vendemmia del Primitivo e del Syrah. “Sono uve di eccezionale qualità da cui stiamo ottenendo un mosto dalle caratteristiche organolettiche promettenti”, ha spiegato Emanuele Guglielmi, vice presidente del sodalizio. A Cellino San Marco, presso Cantine Due Palme, si sono concluse le prime fasi della vendemmia a bacca bianca con ottimi risultati. Infatti, la gradazione zuccherina media è di 18 gradi Babo. “Si tratta di uve bianche precoci come lo Chardonnay, il Fiano e le basi spumanti di Negroamaro”, ha spiegato il presidente Angelo Maci. Durante queste fasi è stato accertato un calo di produzione, confronto allo scorso anno, di circa il 30%. Complessivamente sono stati lavorati, a oggi, 30 mila quintali di uva. Intanto, presso la Due Palme è partita la vendemmia delle uve a bacca rossa. I primi grappoli raccolti sono stati il Primitivo e il Merlot. Lo scorso 2 settembre ha aperto lo stabilimento di Lizzano, per le uve Primitivo Dop e, successivamente, lo stabilimento di Cellino San Marco. “I primi conferimenti appaiono eccellenti per qualità e sanità. Anche le gradazioni zuccherine sono interessanti e fanno presupporre un’ottima annata per i vini che si otterranno da questi vitigni”, ha concluso il presidente Maci. Uve da cui si ottiene un prodotto apprezzato in tutto il mondo. “Il successo dei vitigni dei nostri territori – ha fatto notare il presidente di Coldiretti - acquisisce un ulteriore valore, perché si trasforma in un esempio per la collettività. Gli agricoltori danno lavoro, danno reddito, portano investimenti, preservano il territorio e rendono possibile lo sviluppo turistico anche in un’ottica di destagionalizzazione per tutta la regione Puglia”. Il successo del brand Puglia lo si deve anche al successo dei pregiati vini della provincia di Brindisi e, quindi, “all’impegno degli agricoltori che lo producono, delle piccole aziende che trasformano e imbottigliano, delle cooperative sociali che ogni giorno aggregano i produttori per vincere le sfide dei grandi mercati esteri, agli agriturismi che raccontano il territorio e lo portano in tavola e nei bicchieri dei turisti”, ha concluso il presidente De Miccolis Angelini.