Mesagne. Nel 2016 superata 4 volte la soglia del Pm10

Ottobre 12, 2016 2005

pisanò tecla 6-2015L'Amministrazione comunale di Mesagne

era a conoscenza del dossier dell'Arpa ben prima della sua divulgazione. Ecco perché aveva già attivato una serie di controlli per verificare l'effettiva qualità dell'aria. Oggi in città è presente una sola centralina fissa dell'Arpa dedicata al monitoraggio della qualità dell'aria ed è ubicata all'interno della scuola elementare "P. Borsellino", in via Udine. Tale centralina fa parte della rete di monitoraggio gestita da Arpa Puglia e rileva gli inquinanti Pm10 (che è una delle numerose frazioni in cui viene classificato il particolato), So2 (anidride solforosa) e No2 (diossido di azoto). Dal 2012 al 2015 a Mesagne c'era una seconda centralina installata dalla Provincia di Brindisi nel plesso scolastico "G. Falcone". Tuttavia, a seguito della carenza di fondi stanziati a favore delle province la centralina ha smesso di funzionare il 1° luglio 2015. Questa centralina rilevava i livelli inquinanti di ozono, ossido di carbonio e benzene. Le centraline hanno evidenziato come a Mesagne, nel 2013, il valore standard del Pm10 è stato superato ben 20 volte con un valore massimo di 83 su un limite di 50; nel 2014 i valori limiti sono stati superati 24 volte, con un valore massimo di 155 mentre nel 2015 la soglia limite è stata superata 20 volte con un valore massimo di 119. Nel 2016, al 10 di ottobre, la soglia del Pm10 è stata superata solo 4 volte. L'attuale normativa prevede per il Pm10 la possibilità del superamento del limite per un massimo di 35 volte nell'anno solare. "In considerazione del superamento dei valori delle polveri sottili Pm10 rispetto ai limiti consentiti il Comune di Mesagne ha richiesto nel gennaio 2015 ad Arpa Puglia quali fossero le possibili fonti che determinano tali superamenti e richiedeva l'esecuzione di ulteriori rilievi mediante centraline mobili da collocare nel centro abitato", ha spiegato il sindaco Pompeo Molfetta. Il 13 marzo 2015 l'Arpa inviò a Mesagne una centralina mobile che monitorò l'aria fino al 20 aprile 2015. Lo studio mise in evidenza il superamento, in alcuni giorni, della soglia minima con livelli elevati di Pm10, Pm2.5 e benzo(a)pirene. "L'esito dello studio ha evidenziato che per Mesagne il sito di campionamento è stato influenzato dalla presenza di sorgenti emissive locali molto vicine al sito dove era collocata la centralina mobile della qualità dell'aria", ha precisato l'assessore Tecla Pisanò che aveva incalzato l'Arpa, con nota del 27 ottobre 2015, a effettuare ulteriori verifiche in altre zone con l'unità mobile. Tale richiesta non era stata soddisfatta poiché l'Arpa aveva dato precedenza "a quei Comuni verso i quali non era mai stata eseguita una campagna di monitoraggio", ha precisato l'assessore. Nella stessa nota l'Arpa comunicava al Comune che Mesagne non aveva mai superato, dal 2004, i valori del Pm10 per 35 volte in un anno solare e che tali superamenti erano concentrati nel periodo invernale. Oltre che tali valori erano influenzati da "sorgenti emissive di tipo locale dovute al riscaldamento domestico". Giustificazione che, per la verità, in città in pochi credono.