Mesagne. Un appartamento di Peppo Leo confiscato e utilizzato In evidenza

Luglio 27, 2015 4475

comune portoneLa prefettura di Brindisi ha assegnato a Libera Terra e al Comune di Mesagne

un appartamento confiscato al boss della Sacra corona unita, Peppo Leo. L'immobile è in discrete condizioni e, probabilmente, per la prima volta a Mesagne sarà utilizzato in maniera residenziale. Rispondendo in questo modo al vincolo sociale con cui lo stesso è stato concesso. La graduatoria delle domande avanzate dalle famiglie indigenti mesagnesi per la richiesta di una casa è, infatti, di 300 richiedenti. L'appartamento confiscato al boss, nel frattempo divenuto collaboratore di giustizia, è solo una goccia in un mare di bisogno. Nei prossimi giorni la prefettura assegnerà al Comune un altro appartamento e alcuni terreni agricoli che possono essere concessi in comodato gratuito a cooperative sociali di giovani. I beni sono stati concessi in applicazione della legge n. 109/96 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, che prevede l'assegnazione dei patrimoni e delle ricchezze di provenienza illecita a quei soggetti, associazioni, cooperative, Comuni, Province e Regioni, in grado di restituirli alla cittadinanza, tramite servizi, attività di promozione sociale e lavoro. Libera non gestisce direttamente i beni confiscati, ma promuove, in collaborazione con l'Agenzia Nazionale per l'Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata, le Prefetture e i Comuni, i percorsi di riutilizzo dei beni. Libera svolge un'importante azione di animazione territoriale, attivando percorsi di conoscenza e sensibilizzazione relativi alla presenza di beni confiscati sul territorio nazionale. L'appartamento concesso al Comune di Mesagne si trova in un immobile, di via Manfredi Svevo, dove vi sono diversi altri nuclei abitativi ed è stato confiscato a Peppo Leo poiché ritenuto acquisito con proventi illeciti. Leo è accusato dell'omicidio di Nicola Lippolis avvenuto a Bar ad opera di un killer della Scu. L'appartamento confiscato al boss è privo delle porte interne e degli arredi della toilette. Giorni fa un pool tecnico del Comune di Mesagne, composto tra l'altro dall'assessore ai Lavori pubblici, Palma Librato, e dal funzionario Francesca Andriola, hanno effettuato un controllo dello stabile. L'ingresso, tuttavia, gli è stato impedito da una porta blindata. Per cui hanno aggirato l'ostacolo facendo entrare un operaio da un finestrino e dall'interno è riuscito ad aprire il portone. "La spesa per rendere fruibile l'appartamento non è esosa", ha spiegato il sindaco Pompeo Molfetta il quale ha spiegato che con Libera stanno valutando la possibilità di assegnare l'immobile in comodato a una famiglia indigente. "In alcuni casi - ha precisato il sindaco - questa finalità è stata concessa, comprendo anche che è una destinazione non usuale ma a Mesagne la domanda per la concessione di un’abitazione è piuttosto alta".