Redazione

L’amministrazione uscente guidata dal Sindaco Avv. Cosimo Maiorano nell’ultimo consiglio Comunale, nel quale l’assessore all’urbanistica dott. Massimiliano Baldari ha dato le dimissioni per poi candidarsi come consigliere a sostegno del Sig. Salvatore De Punzio  (consigliere di maggioranza fino a pochi giorni addietro), ha rinviato tra le altre cose due temi di assoluta importanza: l’approvazione definitiva del regolamento edilizio adeguato alla Delibera di Giunta Regionale n.2250 e l’approvazione del nuovo Documento Preliminare Programmatico adottato con Delibera di Consiglio comunale n.15 del 06/08/2020.

Come forze politiche a sostegno del candidato sindaco Claudio Ruggiero sosteniamo che il rispetto nei confronti dei cittadini si misura da quello che viene raccontato loro, in questo particolare caso siamo di fronte a due temi in assoluto contrasto e per niente complementari.

Il cosiddetto “nuovo regolamento edilizio comunale” riprende di pari passo quello già esistente stilato negli anni 70 integrato semplicemente con il RET regionale (regolamento edilizio tipo) che definisce, tra le altre cose, le cosiddette verande e tettoie. Inoltre, stabilisce quali sono le superfici accessorie che non sviluppano volumetria. È grazie al nuovo RET regionale che i privati cittadini hanno potuto realizzare le “verande”.  Con l’eventuale adozione del PUG verranno ridefiniti tutti gli indici urbanistici e le zone in cui si potranno realizzare interventi di nuova costruzione e ristrutturazione. Questo nuovo strumento, già da tempo in vigore nella maggior parte dei comuni limitrofi, andrebbe a sostituire l’attuale piano di fabbricazione mettendo la parola fine ai tanti problemi dei Latianesi.  In buona sostanza se parliamo di P.U.G. non ha nessun senso aggiornare o modificare l’attuale regolamento edilizio del nostro Comune.

Sui temi che riguardano l’Urbanistica nella nostra città, come coalizione abbiamo le idee molto chiare. Attiveremo un confronto costante e continuo con le organizzazioni di settore e gli ordini professionali per decidere insieme gli interventi sul Piano Urbanistico Generale e sul RET. Riporteremo l’ordine con gli strumenti operativi di cui dispone il Comune collaborando con tutti.

Inoltre, sempre il Comune di Latiano è inadempiente nei confronti del PPTR (Piano Paesaggistico Territoriale Regionale) non avendo mai capito l’importanza di adeguare il nostro piano di fabbricazione al PPTR, scelta indispensabile al fine di evitare umiliazioni per chi in questi anni ha dovuto ricorrere alle famose “varianti” per vedere riconosciuti i propri diritti.

Con molta umiltà, competenze e senso del dovere, la futura Amministrazione dovrà seriamente lavorare per rimettere un po’ di ordine nell’urbanistica Latianese utilizzando l’aiuto e l’esperienza degli addetti al settore. Questo obiettivo potrà essere raggiunto con il coinvolgimento attivo dei cittadini e con la super visione della Politica tutta che dovrà finalmente assumere delle decisioni.

In questi giorni di piena campagna elettorale è riapparso non a caso lo spettro delle lottizzazioni, con foto che ritraggono la prima costruzione della “lottizzazione smargiasso” da realizzarsi in via Dalmazia. Se dopo circa venti anni si comincia a vedere qualcosa, sorge il dubbio che le medesime lottizzazioni non possono rappresentare la soluzione alle innumerevoli problematiche del comparto edile. Vogliamo sperare che i lavori appena avviati non subiranno in un futuro molto prossimo rallentamenti dovuti alla mancata realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria a carico del lottizzante. Non a caso la prima opera abitativa si sta realizzando con l’affaccio su via Dalmazia dove sarà più facile effettuare i collegamenti di fogna e acqua.

Appena insediata la nuova compagine Amministrativa dovrà a nostro avviso perseguire una assoluta priorità: restituire ai Latianesi quel rispetto che una parte di amministratori gli ha tolto pur di rimanere incollati al potere. Da adesso in poi dobbiamo mettere al centro di tutto Latiano.

Le forze politiche a sostegno di CLAUDIO RUGGIERO

Continua incessante l’attività di prevenzione e repressione dei reati in genere da parte dell’UPGSP-Sezione Volanti della Questura di Brindisi.

Nella   giornata di ieri una pattuglia  dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico , nel corso dei servizi di controllo del territorio,  ha tratto in arresto  S.P. (classe 1961), pregiudicato brindisino resosi responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Lo stesso è stato fermato mentre percorreva la S.C. Pittachi a bordo della sua bicicletta. Al momento del controllo l’atteggiamento dell’uomo aveva indotto gli operatori di Polizia ad eseguire una perquisizione personale che aveva permesso di rinvenire tre involucri contenente sostanza stupefacente del tipo marijuana e haschisch per un peso complessivo di circa 8 gr, nonché una somma di denaro pari a 185€ di cui l’interessato non aveva saputo giustificare la provenienza. Gli esiti dei primi accertamenti hanno indotto gli operatori di Polizia ad estendere la perquisizione all’abitazione con l’ausilio delle Unità Cinofile della Polizia di Stato del capoluogo. Anche la perquisizione domiciliare aveva avuto esito positivo portando al rinvenimento di altro stupefacente del tipo marijuana e haschisch per un peso complessivo di circa 30 gr , nonché di un bilancino di precisione utilizzato per il confezionamento delle dosi destinate allo spaccio.Alla luce di quanto accertato, S.P. è stato tratto in arresto e gli veniva contestato il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti; dopo le formalità di rito, così come disposto dalla competente Autorità Giudiziaria, l’arrestato era stato associato alla Casa Circondariale di Brindisi.La sostanza stupefacente , il denaro verosimilmente provento della vendita della droga , la  bicicletta condotta da S.P e il suo telefono cellulare sono stati sottoposti a sequestro.

L’azione di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti ha visto le Volanti dell’UPGSP della Questura di Brindisi procedere ad un ulteriore sequestro di cannabinoidi avvenuto nella giornata di ieri. Infatti nel corso della mattinata una pattuglia impegnata negli ordinari servizi di controllo del territorio in città, percorrendo le vie della periferia aveva notato tre vasi contenenti ognuno una piantina di cannabis alta circa 20 cm, depositati all’interno di un’area di verde pubblico. Le piantine di sostanza stupefacente sono state sottoposte a sequestro. Sono in corso accertamenti al fine di identificare chi abbia portato i vasi contenenti le piantine di cannabis nell’area dove sono stati rinvenuti.

“La situazione non è così drammatica come quella descritta nel comunicato. Nei momenti di maggiore afflusso durante il periodo estivo, come accade in qualunque pronto soccorso di un ospedale di secondo livello, occorrono tempi tecnici per l’attivazione delle procedure previste in questi casi di emergenza. Ogni giorno ci impegniamo per limitare al minimo le situazioni di disagio per i nostri pazienti”.

Il direttore sanitario dell’ospedale Perrino di Brindisi, Antonino La Spada, risponde così al comunicato della segreteria territoriale della Fp Cgil nel quale si chiedono chiarimenti sulla disponibilità delle barelle in pronto soccorso.

“Per quanto riguarda le attese per lo sbarellamento - continua La Spada - dobbiamo sottolineare un aspetto pure richiamato nel comunicato: l’organico del Pronto soccorso è in sofferenza. Un problema che non riguarda soltanto il Perrino. A questo dobbiamo aggiungere anche l’esecuzione dei tamponi che fa inevitabilmente crescere i tempi di attesa per i pazienti”.

Si è appreso dalla stampa che la Regione Puglia avrebbe finanziato con 100.000€ un progetto presentato dal Comune di Mesagne nel 2018 ‘per realizzare interventi operativi in materia di tutela della salute umana, monitoraggio e controllo ambientale nel territorio mesagnese’. Si apprende inoltre: ‘Grazie all’utilizzo di queste risorse sarà possibile predisporre un report su ambiente e salute nel territorio di Mesagne, in collaborazione con l’Asl, l’Arpa e l’Ares.’
Non si conoscono i dettagli del progetto ma si può ragionevolmente ritenere che alcune evidenze riscontrate negli anni precedenti a Mesagne, che di seguito si richiamano, abbiano avuto un ruolo di stimolo delle amministrazioni coinvolte. 
 
Nel gennaio 2016 ARPA-Puglia ha pubblicato il rapporto dal titolo “Valutazione modellistica della qualità dell’aria nella regione Puglia – Anno 2013”, nel quale sono riportati i risultati di modelli matematici impiegati per valutare la qualità dell’aria in tutta la regione Puglia. I modelli matematici integrano le informazioni delle centraline di monitoraggio laddove queste non sono presenti o per quegli inquinanti che non rilevano.
 
In alcuni comuni del brindisino, in particolare a Mesagne e a Latiano, alcuni inquinanti sono stimati in concentrazione superiore alle aree industriali di Brindisi e Taranto. Nei due comuni, è particolarmente critica la stima della concentrazione del Benzo(a)pirene, sostanza classificata dall’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (IARC) come cancerogena certa. Il modello di Arpa-Puglia, infatti, stima valori superiori all’aria industriale di Taranto e al valore obiettivo annuale di 1.0 ng/m3 indicato dalla legge (D.Lgs. 155/2010). Gli autori del rapporto attribuiscono i superamenti alla combustione di biomassa. 
 
Il 4 luglio 2017 la Regione Puglia ha reso pubblico lo studio di coorte su 7 comuni del brindisino noto come ‘studio Forastiere’ in cui Mesagne registrava eccessi di mortalità per tutte le cause e per tumori.
 
In attesa di conoscere il progetto abbiamo l’impressione che si tratterà di un lavoro chiuso nelle stanze del Comune e delle Agenzie Regionali, senza il confronto con i cittadini. Si spera di essere smentiti. 
 
Non si può non rilevare però che evidenze così preoccupanti provenienti dalle medesime Agenzie regionali abbiano a 3 e 4 anni di distanza dalla loro pubblicazione prodotto soltanto un finanziamento per produrre un altro rapporto. Interventi a tutela della salute pubblica potevano e dovevano essere attuati (e possono ancora) a costo zero subito dall’amministrazione comunale come la riduzione del traffico veicolare e la facilitazione della mobilità attiva e pubblica (bici, bus ecc). In altre parole se il rischio c’è, più che studiare ancora bisogna attuare misure concrete di abbattimento dell’inquinamento per fare vera prevenzione.
Gino Stasi
MESAGNE BENE COMUNE 
SALUTE PUBBLICA BRINDISI

L’agriturismo è stato escluso dalle politiche regionali di sostegno al turismo, nonostante sia stato tra i primi settori a risentire della crisi a causa del lungo lockdown causato dall’emergenza Covid, con un crac stimato in 150 milioni di euro. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia che torna a chiedere provvedimenti urgenti e mirati per il settore agrituristico che nel 2019 aveva registrato oltre 600mila presenze.

“Il boom di presenze di turisti italiani negli agriturismi esclusivamente ad agosto non può in alcun modo compensare le perdite subite dalle 876 strutture attive in Puglia nel 2020. A fronte dei 4,2 milioni di arrivi di turisti nel 2019 e 1,2 milioni di arrivi dall'estero, è evidente la perdita secca subita nel 2020 dalle masserie della Puglia per la chiusura delle frontiere che hanno praticamente azzerato gli arrivi di turisti stranieri e annullato le prenotazioni di italiani e del turismo di prossimità fino a giugno. E l’autunno si prospetta altrettanto negativo”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. “Va immediatamente attivata almeno la misura 21 del PSR per l’agriturismo, percorso già ben definito a livello nazionale che la Regione Puglia deve semplicemente declinare a beneficio dei nostri imprenditori”, aggiunge il presidente Muraglia.

Anche la spesa di prodotti agricoli ha fatto segnare un calo del 10% nel 2020 per effetto del crollo del canale della ristorazione che non viene compensato dal leggero aumento della spesa domestica.

“Su 5 provvedimenti regionali per il turismo, nulla è stato disposto per l’agriturismo, nonostante sia l’emblema dell’accoglienza in Puglia, con le masserie storiche di straordinaria bellezza, la suggestione offerta dalle campagne pugliesi che gli operatori agrituristici manutengono quotidianamente”, insiste Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti.

“L'agriturismo e lo sviluppo multifunzionale delle aziende agricole sono oggi fuori da qualsivoglia strategia regionale, ivi incluse – insiste il presidente De Miccolis - quelle a sostegno del settore turistico per emergenza Covid, così come sono al palo le misure del PSR dedicate. Gli indennizzi per calo di fatturato previsti per il solo mese di aprile sono risultati solo un placebo, cosi come non mancano difficoltà per accedere al credito. Gli ammortizzatori sociali sono ormai insufficienti per entità e tempistica a dare respiro alle tante famiglie che hanno vissuto per mesi di inoccupazione. In compenso sono aumentati burocrazia ed adempimenti”, conclude il presidente De Miccolis.

Agriturismi e fattorie didattiche sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza fuori dalle mura domestiche – aggiunge Coldiretti Puglia -  anche in questo momento di grane incertezza per l’innalzamento della curva dei contagi registrata ad agosto.

Dall'agri-campeggio all'agri-relax, dalla semplicità dell'accoglienza rurale ai buffet con i prodotti dell'orto, alle passeggiate ritempranti nella natura, sono alla base del gradimento in crescita dei turisti rispetto al paesaggio e all’enogastronomia. Dal pranzo sul plaid con i piedi sull’erba, all’agri-aperitivo a bordo piscina o tra i filari fino all’agripilates, ma c’è anche chi si è attrezzato per ospitare i commensali sulle balle di fieno e ha organizzato cene romantiche tra i vigneti e gli oliveti, tra le diverse proposte per l’estate 2020 segnata dall’emergenza coronavirus che - conclude Coldiretti - spinge verso il turismo di prossimità con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne, accoglienza rurale che va tutelata e sostenuta ai tempi del Covid.

I Carabinieri della Stazione di Villa Castelli hanno eseguito un ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi, nei confronti di Barletta Daniele, 30enne del luogo. L’uomo deve espiare la pena di due anni e otto mesi di reclusione, per furto aggravato commesso in Villa Castelli il 17 settembre 2019. L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Brindisi.

I Carabinieri della Stazione di Fasano e della Sezione Radiomobile della locale Compagnia hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, Convertino Dario, 20enne di Monopoli (BA), per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Il giovane, controllato in località “Selva” e sottoposto a perquisizione personale, è stato trovato in possesso di 7 grammi circa di hashish, suddivisi in 12 dosi occultate nelle tasche dei pantaloni. La successiva perquisizione domiciliare ha consentito di rinvenire, all’interno del comodino asservito alla sua camera da letto:

  • 6,2 grammi circa della medesima sostanza, suddivisi in 9 dosi;
  • ulteriori 20 grammi circa di hashish, non porzionati;
  • 20 dosi di sostanza stupefacente verosimilmente del tipo “ketamina”;
  • due bilancini di precisione;
  • vario materiale e oggetti idonei al taglio e al confezionamento,

il tutto sottoposto a sequestro.

L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Brindisi.
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A Carovigno, i Carabinieri della Stazione di Ostuni, coadiuvati dal Nucleo Cinofili CC di Modugno (BA), hanno tratto in arresto in flagranza di reato Greco Pierpaolo, 53enne del luogo, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare, l’uomo, a seguito di perquisizione personale e domiciliare, è stato trovato in possesso di:

  • 3,1 grammi circa di cocaina, suddivisi in due “birilli” occultati in un vano a muro;
  • 4,3 grammi circa di hashish, nascosti nelle tasche dei pantaloni;
  • 44,7 grammi circa di marijuana, celati su un soppalco;
  • vario materiale e oggetti idonei al taglio e al confezionamento,

il tutto sottoposto a sequestro.

L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Brindisi.

Con un caldo torrido ha preso avvio in provincia di Brindisi la vendemmia 2020, la prima dopo il post pandemia, che si presenta qualitativamente buona. Il caldo di agosto, infatti, ha bilanciato la maturazione e permesso di iniziare le operazioni vendemmiali in linea con i tempi canonici delle uve precoci. In questi giorni si stanno tagliando le uve Chardonnay per passare poi alle uve Moscato e Primitivo. Successivamente saranno vendemmiate le uve necessarie per le basi spumante. Per la prima decade di settembre, se le condizioni atmosferiche lo permetteranno, si inizieranno a vendemmiare le uve autoctone come il Negramaro e la Malvasia di Brindisi. Tuttavia, se le prospettive enologiche si prospettano buone quelle relative al prezzo di vendita delle uve preoccupano non poco i viticoltori. Stessa cosa per il consumo dei vini che hanno risentito pesantemente del lockdown dovuto alla pandemia da Covid-19.

Dunque, nonostante le condizioni meteorologiche altalenanti degli ultimi mesi, che hanno provocato qualche attacco di peronospora immediatamente arginato dai viticoltori, l’annata vitivinicola dello Chardonnay si presenta qualitativamente buona, con gradazione media di 18,50 grado Babo, con una potenziale riduzione dei quantitativi che si dovrebbe aggirare intorno al 20 per cento. Inoltre, le escursioni termiche delle scorse settimane, con differenze anche di 10 gradi tra il giorno e la notte, hanno permesso alle uve di sviluppare degli ottimi aromi. In ogni modo un bilancio consuntivo potrà essere stilato solo a fine vendemmia delle uve di qualità precoce. Intanto, le cantine sociali e le aziende vinicole hanno già messo in moto le attrezzature per vinificare le uve precoci. “Da questa mattina (mercoledì per chi legge, n.d.r.) abbiamo avviato la vendemmia dello Chardonnay che si presenta di ottima qualità”, ha spiegato Emanuele Guglielmi, vice presidente della Cantina Riforma Fondiaria di Mesagne, fondata nel 1959 da un gruppo di soci determinati a voler dare una svolta al territorio brindisino.

“In campagna abbiamo riscontrato una gradazione Babo mediamente del 19,50 per cento”, ha proseguito l’amministratore. “La speranza – ha concluso il vice presidente Guglielmi – è che il vino che otterremo potrà essere commercializzato nei ristoranti che hanno risentito molto del periodo del lockdown”. I prezzi di vendita delle uve Chardonnay si aggirano intorno ai 50 euro per quintale. Cantine Due Palme, di Cellino San Marco, azienda fondata 31 anni fa, ha già iniziato la vendemmia. “Stiamo constatando che le uve di Chardonnay che stiamo tagliando in questi giorni sono davvero ottime, nonostante qualche attacco di tignoletta, immediatamente contenuto, avvenuto nelle scorse settimane”, ha spiegato il presidente Angelo Maci -. Una produzione straordinaria che ci permetterà di ottenere vini ottimi.

D’altronde gli sbalzi termici hanno accresciuto i valori olfattivi”. A Sandonaci, dove c’è l’omonima Cantina sociale più antica della provincia di Brindisi, fondata oltre ottanta anni fa, la vendemmia dello Chardonnay inizierà giovedì. Al timone del sodalizio c’è il presidente Marco Pagano. “L’annata è ottima, le uve sono prive di qualsiasi fitopatia e la gradazione riscontrata in campagna è di circa 18,50 gradi Babo, tutto ciò ci fa sperare in un’annata dalle buone caratteristiche organolettiche da cui si otterranno degli ottimi prodotti”, ha precisato il presidente Pagano. A 18 chilometri da Sandonaci ci sono le cantine di San Pancrazio Salentino. Anche qui il residente, Oronzo Pati, è particolarmente ottimista. “Le uve sono sane e speriamo in una vendemmia dello Chardonnay al top – ci ha detto – la gradazione è mediamente di 18 gradi Babo anche se prevediamo una riduzione della quantità che potremo stimare solo a fine vendemmia”. La vendemmia dello Chardonnay andrà avanti ancora per qualche giorno prima di lasciare il passo alle basi spumante e poi al Primitivo.    

Il polso del comparto agricolo è costantemente monitorato dalla Coldiretti di Brindisi e dal suo presidente Filippo De Miccolis Angelini. Diversi sono, infatti, i tempi che il presidente affronta ogni giorno.

Presidente, la pandemia ha inciso negativamente sul comparto agricolo. Cosa state facendo per superare tale gap? 

“Quello che si è perso è ormai impossibile da recuperare, così come non è facile prevedere quelli che saranno gli effetti del calo del pil nazionale sui consumi. Sicuramente i progetti di filiera rappresentano una strategia fondamentale per il nostro territorio e per la quale necessita che l’agricoltura faccia sempre più sistema”.

Su questo fronte si sono dimostrati vincenti i mercati che siete riusciti ad attivare nei Comuni della provincia di Brindisi.

“Il mercato coperto di Via Appia a Brindisi è un esempio poiché ha dato un servizio continuativo anche durante il lockdown, garantendo prodotti freschi del territorio ai nostri consumatori ed uno sbocco economico per le nostre aziende. Ma, sicuramente, un rilancio della nostra agricoltura non sarà possibile se non verrà messa in atto una strategia di rilancio infrastrutturale e di approvvigionamento idrico. Il lockdown non ha fatto altro che evidenziare problemi che già affliggevano l’agricoltura e che oggi si sono mostrati con ancor più evidenza”. 

Dopo il tonfo dei mesi scorsi come è la situazione negli agriturismi della provincia di Brindisi? 

“I mesi di giugno e luglio sono stati pessimi, per fortuna agosto ha sviluppato dei numeri soddisfacenti dando un po' di respiro alle nostre imprese ed al territorio. È evidente, però, che il boom registrato ad agosto, con la speranza che anche il mese di settembre proceda nella stessa maniera, non riuscirà certamente a compensare le gravi perdite subite durante il lungo lockdown. La Regione Puglia, ad esempio, ha dimenticato completamente l’agriturismo nelle sue politiche di sostegno economico, finanziarie e di promozione, dimostrando grande disinteresse per questo settore e poca sensibilità sia nei confronti degli 875 operatori agrituristici che per i loro tanti dipendenti. Per questo chiediamo che la Regione Puglia attivi immediatamente almeno la Misura 21 del Psr introdotta dalla Comunità Europea che consentirà di liquidare ad ogni agriturismo 7mila euro, che rappresenta sicuramente poca cosa rispetto alle perdite del settore, ma sicuramente può dare una boccata di ossigeno alle tante aziende in difficoltà, così come si auspica una celere liquidazione delle procedure di cassa integrazione”.

Tra circa due mesi inizierà la nuova campagna olivicola. Che annata si prevede alla luce del flagello Xylella.

“Il vero problema è che per tanti produttori una campagna olivicola non ci sarà né quest’anno, né in quelli prossimi. La filiera olivicola, infatti, in alcune zone sta sparendo, schiacciata dalla batteriosi della Xylella fastidiosa, da un mercato altamente speculativo che mortifica i piccoli e le produzioni distintive, alimentando un crescente scoramento e senso di impotenza negli imprenditori. Per chi avrà la fortuna di raccogliere le olive sicuramente la stagione si presenta favorevole in termini di qualità, anche se c’è preoccupazione per la perdurante siccità, che costringe ad una frequente irrigazione di soccorso, con conseguente aumento dei costi che raramente trovano poi ristoro nei prezzi del mercato”.