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Conserve Italia Mesagne: la guerra delle giornate

Luglio 28, 2021 3387
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Da qualche settimana lo stabilimento “Conserve Italia” di Mesagne ha iniziato la lavorazione del pomodorino e già si sono verificati i primi “stop and go” relativi alle assunzioni degli operai stagionali. Una situazione incandescente che sta per esplodere se la direzione centrale di Sant’Antimo di Savena non interverrà con gli opportuni correttivi. Tantissimo, infatti, è il malumore che serpeggia tra i circa 340 dipendenti stagionali, sui 400 complessivi, alcuni dei quali paventano la presenza di una “black list” su cui sarebbero iscritti operai, a tempo determinato, non graditi al management locale. Alcuni di loro si sarebbero dimessi poiché hanno trovato discriminante essere lasciati a casa, dopo diversi lustri di lavoro aziendale, mentre operaie assunte da pochi anni stanno svolgendo regolarmente il loro lavoro con maggiori giornate. La preoccupazione è che non si possano raggiungere il minimo di giornate lavorative che danno l’accesso ai benefici di legge della disoccupazione agricola. Sulla querelle aziendale questa mattina si svolgerà un tavolo di confronto tra l’azienda mesagnese e le organizzazioni sindacali al fine di chiarire le criticità.

Da qualche settimana, dunque, ha avuto iniziato a Mesagne, presso il conservificio “Conserve Italia”, la campagna della lavorazione del pomodoro 2021 con la trasformazione del pomodorino per poi passare al pelato e, contestualmente, al concentrato. Al momento sono stati assunti 330 operai stagionali contro i 140 dello scorso anno. Dei 330 assunti una parte hanno la qualifica di chimici o mulettisti mentre la stragrande maggioranza ha la qualifica di manovale conserviero. E sono proprio gli operai di quest’ultima categoria che hanno iniziato prima a mugugnare e poi a essere attanagliati da un chiaro malessere lavorativo quando dopo alcuni giorni di lavoro sono stati lasciati a casa. “Che senso ha – hanno commentato gli operai – chiamare tutta la forza lavoro all’inizio della lavorazione per poi lasciarla a casa dopo qualche giorno. Non sarebbe stato meglio assumere man mano che la produzione aumentava?”. E qui si innesta la seconda criticità poiché, sempre secondo gli operai stagionali, sarebbero rimaste a casa operaie che lavorano in azienda da oltre 20 anni, e che hanno firmato il relativo documento di precedenza lavorativa, a favore di altre operaie che non hanno mai lavorato oppure che hanno un curriculum lavorativo, presso “Conserve Italia”, di pochi anni. Insomma, secondo loro ci sarebbe una sorta di “black list” da cui non attingere forza lavoro.

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