poiché sarà inaugurato l’ospedale di comunità, primo tassello del nuovo Presidio territoriale di assistenza, che sorgerà nello stabilimento ospedaliero “San Camillo de Lellis”. Una «realtà di nuova concezione che rivoluzione l’assistenza sanitaria classica il quale opererà con la supervisione del Distretto sanitario locale e sarà animato dai medici di base», hanno riferito i dirigenti dell'Asl di Brindisi. Sarà davvero così? Diversi medici di base mesagnesi hanno avanzato dei dubbi sulla bontà di questo progetto, almeno nella fase embrionale in cui si trova al momento, e sul momento scelto per l'inaugurazione giacché l'iter burocratico non è stato ancora completato. «Elogiando la bontà dell'iniziativa - hanno confidato alcuni degli attori principali dell'ospedale di comunità - in ogni modo non comprendiamo ancora perché inaugurare una struttura ancora non pronta». Infatti, ad esempio, non sono stati sottoscritti tutti i protocolli con i medici di base che hanno tenuto solo un paio di incontri e niente più. «Avremmo avuto bisogno di qualche altro incontro per chiarire diversi aspetti del protocollo ma così non è stato. Ad esempio gli infermieri hanno una logica ospedaliera che non collima con la logica dell'ospedale di comunità. Non si comprende se di notte c'è un'emergenza nei pazienti chi deve intervenire, se il medico di base di riferimento oppure il paziente è trasportato al "Perrino" di Brindisi. Ed ancora chi si rivolge al punto di primo intervento e ha bisogno di un ricovero breve andrà in questo nuovo servizio? Poi ci sono gli stampati che si dovrebbero utilizzare che ancora non sono pronti». Insomma una serie di se e di ma che se non inficiano l'inaugurazione di domani quanto meno la mettono in discussione. E la guardia medica che ruolo rivestirà nell'ospedale di comunità? «L’Ospedale di Comunità – ha spiegato il dottor Michele Morgillo, direttore sanitario del distretto Br4 - è una struttura sanitaria in cui il medico di Medicina Generale si avvale di diversi servizi ambulatoriali specialistici, diagnostici e terapeutici, dell’assistenza infermieristica e di tutte le altre funzioni presenti nel Pta. In questa struttura trovano ricovero i pazienti con patologie croniche che necessitano di monitoraggio e stabilizzazione; i pazienti con patologie acute il cui ricovero in ospedale risulterebbe non appropriato; i pazienti in dimissioni protette provenienti da reparti ospedalieri “classici”; i pazienti fragili in riabilitazione». E ancora: «I pazienti che necessitano di interventi sanitari potenzialmente erogabili a domicilio in mancanza di idoneità per motivi strutturali o familiari». La Regione Puglia ha previsto, inoltre, per gli ospedali di comunità spazi ricreativi per vivere insieme la mensa, la lettura, la Tv, il tempo libero dei pazienti ma utili anche per intrattenere i visitatori. «Ambienti che contribuiscono a rendere l’ospedale di comunità una tipologia del tutto nuova di cura residenziale in cui è fondamentale la presenza dei familiari: parte integrante del piano di recupero e determinanti nella gestione di pazienti complessi», ha concluso il dottor Morgillo.