A rischio la campagna olivicola 2019/2020

Tranquillino Cavallo Ottobre 09, 2019 1151

olivoSe la vendemmia che si sta chiudendo ha dato delle ottime

soddisfazioni ai produttori tutt’altro si può dire della imminente campagna olivicola segnata da diversi fattori colturali negativi, in primis la Xylella ormai giunta anche nella provincia di Brindisi. Fortunatamente la qualità del prodotto dovrebbe essere buona e permetterà di ottenere degli oli extra vergine e vergine di qualità superiore. A incidere sulla produzione vi sono state delle condizioni climatiche avverse che hanno determinato una minor quantità rispetto, ad esempio, ad annate come il 2015 e il 2017. olio e oliveTuttavia, la prossima campagna olearia è, soprattutto, segnata dall’incombere, in maniera “sempre più devastante, del batterio Xylella, il quale, con la complicità di una farraginosa burocrazia, avanza mangiandosi non solo i nostri ulivi, ma le speranze e sacrifici di tante famiglie brindisine, che dall’olivo hanno sino ad oggi tratto reddito”, ha esordito Filippo De Miccolis Angelini, presidente provinciale della Coldiretti -. Per tanti agricoltori quest’autunno, come i prossimi, non saranno più segnati dalla frenetica attività di raccolta delle olive che impegnava interi nuclei familiari, anni in cui le famiglie traevano risorse importanti per affrontare il periodo invernale; quest’autunno, ad esempio, inciderà sul territorio la flessione delle giornate lavorate in agricoltura, con effetti devastanti sull’intera economia provinciale”. Secondo il presidente di Coldiretti si rischia “di dover chiudere molti frantoi, come è accaduto in provincia di Lecce che, oltre ad essere ridotti all’inattività, sono stati venduti e dismessi, venendo spesso svenduti, per disperazione, ai nostri competitors del Nord Africa”. Il presidente ha, quindi, scagliato i suoi strali verso “le istituzioni regionali che hanno una grave responsabilità per i ritardi negli abbattimenti degli ulivi infetti, che con imperdonabile lentezza hanno esitato nell’attività di estinzione dei focolai attivi e nel mettere in campo campagne informative per le varie cittadinanze”. La stima del calo della produzione olivicola, per la campagna 2019/2020, è del 36%, nella sola provincia di Brindisi. Un vero e proprio “dramma epocale”, dunque quello della Xylella, “sottovalutato nel dibattito politico, come nelle scelte economiche e strategiche, del nostro Paese e che ha portato a un disastro di queste dimensioni”. Da ciò si comprende come l’olivicoltura brindisina è oggi a rischio e con essa non solo il sistema produttivo agricolo, ma l’identità e l’appeal commerciale di un intero territorio: è in pericolo il brand Puglia nella sua interezza. “Trovo inaccettabile – ha aggiunto il numero uno di Coldiretti – che, ad oggi, non esista un tavolo a livello istituzionale regionale dove confrontarsi non solo sulle azioni di lotta al batterio ed al vettore, ma, altresì, su quale futuro dare all’olivicoltura, all’agricoltura ed al territorio. La tragedia che ci sta colpendo duramente - come già accaduto nel basso Salento – si abbatterà presto anche sui Comuni della piana degli ulivi monumentali e costituirà, per tutto il popolo pugliese, una ferita che rischia di cancellare, per ogni ulivo secolare che muore, non solo una tradizione agricola centenaria, ma la possibilità di costruire un futuro agricolo e turistico per le prossime generazioni”. Da qui l’invito di De Miccolis di essere “custodi di questo patrimonio ponendo in essere tutte le migliori pratiche agronomiche al fine di contrastare il batterio”. Ed ha bacchettato che “su innesti e varietà resistenti si sta facendo ben poco da parte della pubblica amministrazione che oltre ad essere, come sempre, lenta o inadempiente negli atti amministrativi - protocollo innesti in primis -, nulla o poco investe in ricerca e innovazione”. Quindi, quello che i produttori chiedono alle istituzioni è un tavolo di confronto tecnico e scientifico sulle varietà di olivo resistenti ed immuni oltre che sule altre specie arboree che presentino soluzione alla diffusione del batterio; comprendere quali possibilità vi siano, sia a livello agronomico che di mercato, per il loro sviluppo. “La Xylella la si deve vincere in campo agricolo, scientifico ed amministrativo, altrimenti non vi saranno mai né risorse sufficienti né la possibilità di costruire un futuro per i nostri figli”, ha concluso il presidente Coldiretti.