L'estasi di San Francesco d'Assisi, opera datata 1753, presso la chiesa dell'Immacolata di Mesagne

Domenico Ble Gennaio 27, 2021 62322

Nello scorso mese di giugno ho analizzato il Sant'Antonio di Padova di Domenico Carella presente all’interno della Chiesa dell'Immacolata, ritorno a percorrere gli stessi passi e propongo al pubblico, che attentamente segue la rubrica, un altro dipinto sempre di Domenico Carella, raffigurante. L'estasi di San Francesco d'Assisi, opera datata 1753. Seconda opera di un grande interprete dello stile in voga nel Salento e nel Regno di Napoli tutto.

Il dipinto, dalle tinte accese e forti, vede San Francesco d'Assisi in estasi dinnanzi alla Croce. Nel lento cadere lo soccorrono gli angeli, che tenendolo per il busto e le spalle lo accompagnano verso terra. Un angelo in volo con le due braccia sorregge la Croce.

Nel cielo invece un altro angelo seduto al di sopra di una nube suona un violino, altri due posti al suo fianco guardano la scena. È un momento di grande intimità con la fede, il poverello d'Assisi privo delle forze ricongiunge il suo animo con il Creatore, la luminosità prelude al momento della celestialità, del contatto con Dio Padre.

estasi di san Francesco di Solimena inizio XVIII secolo Dresda Staatliche KunstsammlungenL'ispirazione per l'iconografia è senza ombra di dubbio data da una tela omonima di Francesco Solimena, realizzata nel primo decennio del XVIII secolo e conservata a Dresda presso la Staatliche Kunstsammlungen. Ma come ogni volta il modello d'ispirazione è sempre quello del maestro, una volta recepito dall'allievo o osservatore veniva poi riproposto in maniera similare o in chiave differente.

Stilisticamente è simile al Sant'Antonio presente nella stessa chiesa, difatti confrontando i due dipinti è evidenziabile l'uguaglianza della plasticità degli imponenti corpi degli angeli. Stessa cosa nel senso ascendentale diagonale che va da destra a sinistra, caratteristica questa che è riscontrabile in diverse molte altre tele del Carella. Il vibrante gioco di luci ed ombre pone l'accento su una caratteristica di formazione del maestro francavillese, come già accennato in precedenza, egli è un esponente e divulgatore dello stile solimensco e demuriano in quella parte della Terra d’Otranto più vicina alle città di Brindisi e Taranto.

Sono tante le tracce e porterebbe molto tempo nell'elencarle tutte, ma non possiamo fare a meno di non citare le decorazioni di Palazzo Caracciolo a Martina Franca, realizzate alla fine degli anni '70 del XVIII secolo.

Egli, di pari passo al più rindondante Oronzo Tiso, ha plasmato e indirizzato generazioni di pittori verso una forma d'arte che più delle altre ha espresso il sacro in maniera elevata. Ancora un'altra traccia artistica su cui poter riflettere e pensare alla Città di Mesagne come uno dei grandi centri dell'arte del Salento, la presenza di opere del Carella non sono un semplice passaggio, ma denotano una società del tempo aperta e pronta ad accogliere le migliori novità artistiche del tempo.

 

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