Il Comune di Mesagne non paga l'Arneo, pronto il decreto ingiuntivo oltre a spese

Luglio 02, 2016 2269

arneoAnche il Comune di Mesagne non ha pagato

l'Arneo, almeno gli anni pregressi. Tanto che il Consorzio di bonifica ha dovuto far emettere un decreto ingiuntivo per poter avere i suoi soldi. L'Amministrazione Molfetta ha colmato il gap ed ha pagato il dovuto solo che i legali del consorzio hanno chiesto un'ulteriore somma aggiuntiva per la registrazione del decreto ingiuntivo presso l'Agenzia delle entrate. Il 29 settembre 2014, con l'Amministrazione Scoditti, è stato notificato al Comune di Mesagne il decreto ingiuntivo 2410/14, emesso il 18 agosto 2014, con il quale il tribunale ordinario di Lecce ha ingiunto nei confronti del Comune il pagamento, in favore del Consorzio speciale per la bonifica dell'Arneo la somma di 27 mila 959 euro oltre interessi legali e spese per competenze legali, riguardante il pagamento dei canoni relativi agli anni 2010, 2011 e 2012 inerenti lo scarico di acque reflue di tipo industriale. L'allora Amministrazione comunale, però, non ritenne di procedere all’opposizione del decreto ingiuntivo 2410/14. Il 23 giugno 2015 l'avvocatessa Francesca Marzano, per conto dell'Arneo, aveva intimato al Comune di Mesagne il pagamento di 27 mila 959 euro come tassazione oltre a 2 mila 459 per competenze legali, interessi legali e Iva. Per un debito complessivo di 30 mila 418 euro. L’Amministrazione comunale con determinazione 1341 del 17 luglio 2015 aveva disposto il pagamento, nei confronti del Consorzio dell'Arneo. A un anno di distanza il legale dell'Arneo ha chiesto al Comune il pagamento di altre 847 per i diritti di registrazione del decreto ingiuntivo. Forse se il Comune avesse pagato subito avrebbe risparmiato 3 mila 306 euro, pari al 12 per cento dell'intera somma iniziale. Tuttavia, sono tanti i cittadini mesagnesi che si sono rifiutati di pagare la tassazione dell'Arneo non ritenendola "fondata". In molti hanno presentate delle istanze in autotutela per chiedere la descrizione dei lavori eseguiti e i conteggi che ne sono derivati. Altri hanno scelto di adire le vie legali. Un paio di settimane fa i consiglieri di minoranza avevano inviato una nota in Comune perché preoccupati che il Consorzio di Bonifica dell'Arneo aveva dato mandato a una società di cartolarizzazione di riscuotere coattivamente le somme non pagate dagli utenti. Com’è noto, dal luglio 2015, è ritornata prepotentemente alla ribalta, dopo quasi quindici anni, l’annosa questione dell’Arneo, con avvisi di pagamento del luglio 2015 e successive notifiche intervenute nel febbraio 2016 a carico della maggior parte dei cittadini mesagnesi e dello stesso Comune di Mesagne. Nella cartella di pagamento, il consorzio si è limitato a una mera indicazione generica di un servizio fornito: si parla, infatti, di una tassa dovuta in parte per la manutenzione delle opere pubbliche di bonifica, senza nulla precisare sulle modalità del servizio prestato, e in parte destinato alle spese di funzionamento del consorzio, per quanto non coperto dalla contribuzione regionale. Complessivamente però gli addebiti richiesti dal consorzio, a titolo di contributo per l’anno 2014, sono assolutamente privi dell’indicazione analitica degli immobili tassati e del tutto privi di motivazione sul valore imponibile della spesa e al tipo e agli indici di benefici. Da qui la protesta dei consiglieri di minoranza.