Mesagne. Convegno sulla confisca e utilizzo dei beni della mala In evidenza

Maggio 10, 2016 2320

convegno beni confiscati ai mafiosi 1Grazie alla raccolta di 1 milione di firme promossa da Libera,

convegno beni confiscati ai mafiosi 2molfetta pompeovent'anni fa era approvata la legge 109/96 per l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie. Una legge che ha rappresentato uno spartiacque nella lotta al crimine organizzato sia nel metodo - saldando l'aspetto repressivo con quello rigenerativo e sociale - sia nei risultati con la restituzione alla collettività di migliaia di beni rubati dai poteri criminali. Per fare il punto della situazione ieri pomeriggio a Mesagne si è svolto un convegno, dal titolo “Beni confiscati alle mafie: patrimonio della comunità”, con gli organismi interessati e i cittadini. Presenti all'incontro il Procuratore generale della Corte d’appello di Lecce, Antonio Maruccia, che è stato commissario straordinario del Governo per i beni confiscati dal 2008 al 2009 e Davide Pati, della presidenza nazionale di Libera, responsabile del settore Beni confiscati. Non era presente per il Governo Andrea Olivero, vice ministro alle Politiche Agricole e forestali. Oggi si può dire che le esperienze in atto di destinazione e riutilizzo dei beni confiscati hanno il grande merito di porre al centro dell'attenzione pubblica le opportunità offerte dagli immobili confiscati ai vari soggetti coinvolti, gli enti locali e i soggetti del privato sociale. Allo stesso tempo, permettono di mettere in evidenza alcune criticità, che richiedono con urgenza l'approvazione di proposte di modifica legislativa. In particolare la destinazione e la consegna non sempre comportano la valorizzazione del bene oppure una maggiore trasparenza, pubblicità e parità di trattamento nelle procedure di assegnazione. Tra le varie criticità, però, c’è anche l'esigenza di programmazione nella destinazione dei beni confiscati e la valorizzazione di un bene come intervento di sviluppo locale. Un’altra delle criticità emersa nella gestione dei beni confiscati è di addossare l'intera responsabilità dell'operazione di valorizzazione del bene confiscato al soggetto che ne diviene, nella maggior parte dei casi, proprietario: il Comune. Infine c’è l'esigenza di andare oltre il "micro-localismo". Il tema della valorizzazione degli immobili confiscati è spesso relegato in una dimensione "micro-localistica" e "iper-frammentata". Diviene quindi prioritario "aprire" i beni versoi territori, per far crescere la consapevolezza che può esistere una via di miglioramento in chiave economica e sociale della qualità della vita. “Per sconfiggere la criminalità bisogna intervenire sui canali di finanziamento. E’ questa legge è stata il Vangelo perché l’effetto sulla confisca dei beni ai mafiosi è stato drammatico per le organizzazioni criminali cui si è aggiunta l’effetto della legge sul pentitismo”, ha spiegato il sindaco Pompeo Molfetta nel suo esordio al convegno mettendo in rilievo gli effetti prodotti dalla legge 109/96 sull'uso sociale dei beni confiscati alle mafie. “Quella grande intuizione in terra di Puglia ha pagato al massimo – ha continuato Molfetta. E’ stato il grimaldello perché si concludesse la prima fase, fatta bene grazie all’intervento dello Stato. Adesso bisogna passare alla fase due. Cioè gestire questi beni. Quindi tocca a noi proseguire l’opera virtuosa di inaridire i canali di finanziamento attraverso la riconversione e la gestione dei beni confiscati”.