Passeggiando per i viali del parco Potì salta subito all'occhio la presenza, alquanto civile, di acuni dispenser per la distribuzione di buste per il contenimento delle deiezioni canine che l'Amministrazione comunale ha fatto collocare nell'area.

Un gesto minimale, ma civile. Infatti, i coduttori di cani che non hanno a seguito le bustine delle deiezioni potrebbero utilizzare quelle che il Comune mette a loro disposizione. Tutto bene dunque? Macché. I dispenser, infatti, sono privi di buste da diversi mesi e non sono riempiti dagli addetti ai lavori. Non resta che dire all'assessora Sracino:  “mal comune, mezzo gaudio”.

Dopo circa 90 giorni dalla loro morte resta ancora avvolta dal mistero la morte di quattro cani avvenuta nel giardino dell’ex casa del pellegrino, attigua al Santuario della Misericordia di Mesagne. I risultati dell’autopsia hanno escluso l’avvelenamento da topicida, ma non hanno dato risposta sulla causa della morte. Forse altri e costosi esami che il Comune avrebbe potuto eseguire presso un laboratorio zootecnico italiano specializzato avrebbe risolto il mistero. Purtroppo, così non è stato e la vicenda resta una cold case. Ad eseguire l’autopsia, per conto del servizio Veterinario dell’Asl di Brindisi, è stato il dottor Maurizio Marra, valido e apprezzato professionista mesagnese. Il medico ha, innanzitutto, escluso che i pelosi possano essere stati avvelenati da sostanze chimiche utilizzate dagli agricoltori nei campi. “Le ricerche effettuate su alcune sostanze tossiche, molto diffuse in agricoltura, hanno dato esito negativo”, ha spiegato il veterinario, Maurizio Marra, che ha seguito l’autopsia sui quattro cani trovati morti alla fine dello scorso mese di maggio. “Purtroppo – ha continuato Marra – la limitatezza delle indagini sta nel non indagare sulla presenza di sostanze tossiche di ultima generazione che non rientrano nelle tabelle generali eseguite dall’istituto zooprofilattico di Puglia e Basilicata”. Accertamenti, quindi, che hanno escluso alcune ipotesi, come quella dell’avvelenamento da topicida, ma non hanno dato certezza alla tanta gente e ai volontari che hanno preso a cuore la morte di questi cagnolini divenuti i beniamini di coloro che andavano a pregare nel santuario. Tuttavia, il dottor Marra ha precisato che “non si può escludere l’avvelenamento e nemmeno l’infezione da patogeni”. Per avere risposte certe sulla causa del decesso dei pelosi bisognava approfondire gli accertamenti presso il centro specializzato in veleni presente a Genova, ma il Comune di Mesagne, evidentemente, ha ritenuto di non eseguire tali analisi. Lo screening completo delle sostanze tossiche avrebbe permesso di determinare con certezza l’anomala morte dei quattro cani grazie all’individuazione della molecola tossica. Resta, quindi, irrisolto il giallo legato alla morte di Odone, Lucky, Spillo e Bianchina. Il quinto cane presente nell’area e scampata miracolosamente alla morte, Pallina, fu subito adottata. A un punto morto le indagini, partite sulla denuncia di alcune persone che facevano footing in quella zona, che avrebbero visto un signore che dava da mangiare ai cani. Difficile pensare a una morte naturale dei 4 pelosi. Solo esami approfonditi avrebbero svelato il giallo della morte, ma il Comune non ha inteso eseguirli.