Redazione

Regolamentare un settore che nel giro di 5 anni ha visto aumentare di dieci volte i terreni coltivati a cannabis sativa fino ad oltre 4mila ettari, con esperienze innovative  che vanno dalla ricotta agli eco-mattoni isolanti, dall’olio antinfiammatorio alle bioplastiche, dai cosmetici all’alimentare. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione della convocazione giovedì 4 febbraio prossimo della riunione di insediamento del Tavolo di filiera della canapa industriale, istituito il 17 dicembre scorso presso il Ministero delle Politiche Agricole, attraverso il lavoro di concertazione del Sottosegretario Giuseppe L'Abbate.

“Serve un intervento legislativo per regolamentare una volta per tutte il settore che coinvolge la commercializzazione dei derivati della cannabis sativa nel rispetto dei principi costituzionali e convenzionali, dopo la sentenza restrittiva emessa dalle Sezioni Unite della Cassazione sui limiti della legge 242 del 2016. Oggi c’è un diffusa consapevolezza internazionale delle opportunità che possono venire da queste coltura ed è pertanto necessario l’intervento del Parlamento per  tutelare i cittadini senza compromettere le opportunità di sviluppo del settore”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Per la coltivazione e vendita di piante, fiori e semi a basso contenuto di principio psicotropo (Thc) si stima – aggiunge Coldiretti Puglia – un giro d’affari potenziale stimato in oltre 40 milioni di euro con un rilevante impatto occupazionale per effetto del coinvolgimento di centinaia di aziende agricole.

Il boom della canapa in Puglia è stato registrato anche grazie alla legge regionale del  2017 che ha favorito – dice Coldiretti Puglia - il moltiplicarsi di terreni e produzione, oltre ad idee innovative nella trasformazione della ‘pianta’ dai mille usi, dalla birra alla ricotta e agli eco-mattoni isolanti, dall’olio antinfiammatorio alle bioplastiche, fino a semi, fiori per tisane, pasta, taralli, biscotti e cosmetici e ancora vernici, saponi, cere, detersivi, carta o imballaggi, oltre al pellet di canapa per il riscaldamento che assicura una combustione pulita.

L’affermarsi di stili di vita più ecologici ha favorito – aggiunge Coldiretti Puglia - la diffusione della canapa che è particolarmente versatile negli impieghi, ma anche in grado dal punto di vista colturale a basso impatto ambientale di ridurre il  consumo del suolo, la percentuale di desertificazione e la perdita di biodiversità.

Si tratta in realtà – rileva Coldiretti Puglia – del ritorno ad una coltivazione che fino agli anni ‘40 era più che familiare in Italia, tanto che il Belpaese con quasi 100mila ettari era il secondo maggior produttore di canapa al mondo (dietro soltanto all’Unione Sovietica). Il declino è arrivato per la progressiva industrializzazione e l’avvento del “boom economico” che ha imposto sul mercato le fibre sintetiche, ma anche dalla campagna internazionale contro gli stupefacenti che ha gettato un ombra su questa pianta.

Il Governo italiano nel 1961 sottoscriveva una convenzione internazionale chiamata “Convenzione Unica sulle Sostanze Stupefacenti” (seguita da quelle del 1971 e del 1988), in cui la canapa sarebbe dovuta sparire dal mondo entro 25 anni dalla sua entrata in vigore mentre nel 1975 esce la “legge Cossiga” contro gli stupefacenti, e negli anni successivi gli ultimi ettari coltivati a canapa scompaiono. Il boom della coltivazione della canapa è un’ottima dimostrazione – conclude Coldiretti Puglia - della capacità delle imprese agricole di scoprire e sperimentare nuove frontiere e soddisfare i crescenti bisogni dei nuovi consumatori che proprio da queste esperienze di green economy si aprono opportunità di lavoro nelle campagne che possono contribuire alla crescita sostenibile e alla ripresa economica ed occupazionale del Paese.

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Sono un Oss precaria del Perrino, mi accingo a muovere la penna su un foglio bianco, facendomi portavoce di 141 colleghi, reduci da una graduatoria storica del 2009 che non è mai stata espletata fino alla fine. Non si sa per quale scherzo della vita o del destino. In questo duro periodo ci siamo interfacciati con un mostro più grande di noi chiamato covid 19,pensando che ci saremmo potute riprendere un po' perché molti di noi si sono infettati.

Invece ancora sotto emergenza ci ritroviamo a fare i conti con la fine dei nostri contratti. Alla luce di tutto ciò sul nostro cammino abbiamo incontrato persone straordinarie che hanno sposato la nostra causa combattendo con noi e per noi. E per voce di 141 vogliamo ringraziare il consigliere Mauro Vizzino insieme al consigliere Maurizio Bruno e Fabiano Amati, un abbraccio speciale va a tutto il direttivo della Cgil e alla nostra combattente (da noi nominata) Chiara Cleopazzo che ha gioito con noi ad ogni rinnovo e pianto con noi per un no.

Vorremmo ringraziare il primo cittadino di Brindisi il sindaco Riccardo Rossi e tutti i sindaci dei paesi limitrofi che ci stanno sostenendo. Un forte abbraccio lo vogliamo dare ai nostri segretari Antonio Macchia e Pancrazio Tedesco. Persone dal cuore grande. E un augurio a tutti i cittadini della provincia affinché non manchi loro nessun servizio in ospedale. Ricordando a chi di dovere, che si fa presto a trovarsi dall'altra parte.

I 141 precari del “ A.Perrino” di Brindisi

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“La zona gialla purtroppo lascia psicologicamente intendere che la tensione si sia abbassata.

Non è così, noi abbiamo ancora tanti contagi.

Le Regioni hanno perso la possibilità di intervenire sulle misure di controllo della curva epidemiologica perché il Governo ha tolto totalmente questi poteri.

Noi ci limitiamo a gestire gli ospedali, che al momento non sono sotto pressione. Abbiamo le terapie intensive con posti liberi, posti di area medica abbastanza capienti.

Il regime della zona gialla, dal mio punto di vista, in questo momento è sbagliato, pericoloso, e tutta l'Italia avrebbe dovuto rimanere nella situazione della zona arancione, perché altrimenti rischiamo che questa variante inglese che sta per arrivare, acceleri di nuovo e provochi assieme alla riapertura delle scuole una terza ondata molto grave.

I numeri della Puglia sono da zona gialla in questa settimana.

Dopo due settimane di dati da zona gialla sarà impossibile rimanere in arancione, anche perché lo Stato ci rimette più ristori in zona arancione.

Emergenza epidemiologica: oggi a Mesagne si registrano 5 nuovi  contagi e si contano 7 guariti. Sono 57 le persone attualmente positive, 3 di loro sono ricoverate in ospedale, una è in condizioni critiche.

Il pronto intervento dei vigili urbani hanno evitato un potenziale incidente a una signora 90enne che al buio camminava, munita di passeggino per disabili, lungo la provinciale per Latiano. Gli agenti sono giunti sul posto e hanno messo in sicurezza la nonnina che era in stato confusionale. Poi l'hanno accompagnata presso la sua abitazione e affidata alle cure del figlio.

 

L’agroalimentare può offrire 100mila posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni in Puglia con una decisa svolta dell’agricoltura verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale da sostenere con il Recovery Plan, ma anche un nuovo welfare in campagna con gli agriasilo, le fattorie didattiche e quelle di agricoltura sociale, che in alcuni territori potrebbero rappresentare un presidio insostituibile. E’ quanto afferma  Coldiretti Puglia, in occasione della audizione in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati sui progetti da finanziare con il Recovery Plan, a cui ha partecipato la leader nazionale di Coldiretti Donne Impresa, la pugliese Floriana Fanizza.

“La mancanza di parità di genere è ancora più accentuata in campagna con le donne nelle aree rurali che subiscono uno svantaggio maggiore per quanto riguarda l’uguaglianza rispetto alle loro omologhe urbane. In media, le donne trascorrono 22 ore a settimana in attività lavorative non retribuite, mentre gli uomini ne trascorrono meno di 10”, ha argomentato la responsabile nazionale Fanizza. 

Il Gender Equality Index per l’Unione europea – calcolato su dati del 2017 – è di 67,4 punti su 100, migliorato di soli 5,4 punti dal 2005. L’Italia – spiega Coldiretti - si colloca a metà classifica, con 63 punti nell’indice complessivo, poco al di sotto della media UE. Il dato positivo è che il nostro Paese è migliorato di en 12 posizioni dal 2005, quando era tra i peggiori, con meno di 50 punti.

In parole povere, nel 2020 ancora nessuno Stato membro dell'UE ha realizzato la parità tra donne e uomini. I progressi sono lenti e i divari di genere persistono nel mondo del lavoro e a livello di retribuzioni, assistenza e pensioni.

Coldiretti ha chiesto investimenti seri nelle infrastrutture di supporto alle imprenditrici femminili nelle aree rurali. “Sotto questo aspetto va sottolineata l’esigenza di rafforzare il nuovo welfare nelle aree interne per consentire di mettere un argine allo spopolamento. Pensiamo agli agriasilo per consentire alle donne di non rinunciare alla maternità e coniugarla con il lavoro – ha aggiunto la responsabile Fanizza - alle fattorie didattiche e a quelle di agricoltura sociale, che in alcuni territori potrebbero rappresentare un presidio insostituibile. Crediamo che la multifunzionalità dell’impresa agricola possa essere una chiave da un lato di creazione di lavoro, dall’altro di risposta al tema dell’inclusione sociale che anche nel Piano viene raccomandata”.

Digitalizzazione delle campagne, foreste urbane per mitigare l’inquinamento e smog in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari ed in difficoltà dai cereali all’allevamento fino all’olio extravergine di oliva sono alcuni dei progetti strategici cantierabili elaborati dalla Coldiretti per la crescita sostenibile del Paese,  perché “come donne di Coldiretti siamo pronte a dare il nostro contributo anche nelle progettualità presentate dalla nostra organizzazione, insieme a Filiera Italia, che sono pronte a diventare cantieri e a creare opportunità di lavoro”, ha concluso Floriana Fanizza.

Basti pensare che in controtendenza rispetto all’andamento generale nel 2020 sono 24mila le aziende al femminile in agricoltura in Puglia, dove l’esperienza dell’emergenza coronavirus ha anche dimostrato che – precisa la Coldiretti – con una adeguata formazione e semplificazione l’agricoltura nazionale può offrire agli italiani in difficoltà i posti di lavoro che oggi sono affidati necessariamente a centinaia di migliaia di lavoratori stranieri stagionali che ogni anno attraversano le frontiere per poi tornare nel proprio Paese. L’allarme globale provocato dal Coronavirus ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma anche le fragilità presenti in Italia sulle quali occorre intervenire per creare nuovi posti di lavoro, difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali.

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi lunedì 1 febbraio 2021 in Puglia, sono stati registrati 4.122 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 379 casi positivi: 126 in provincia di Bari, 36 in provincia di Brindisi, 19 nella provincia BAT, 85 in provincia di Foggia, 82  in provincia di Lecce, 32 in provincia di Taranto, 1 caso di residente fuori regione è stato riclassificato ed attribuito.

Sono stati registrati 36 decessi: 11 in provincia di Bari, 3 in provincia BAT, 2 in provincia di Brindisi, 12 in provincia di Foggia, 8 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.316.798 test.

67974 sono i pazienti guariti.

52084 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 123.286, così suddivisi:

46.892 nella Provincia di Bari;

13.659 nella Provincia di Bat;

8882 nella Provincia di Brindisi;

26.047 nella Provincia di Foggia;

10.426 nella Provincia di Lecce;

16.683 nella Provincia di Taranto;

587  attribuiti a residenti fuori regione;

110  provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

Sono partiti i lavori di manutenzione in piazza Ottone Rosai, al quartiere Sant’Elia, in cui è in programma la rimozione di tutti i manufatti stradali che compongono la piazza. È prevista, inoltre, la sistemazione degli spazi pedonali ed anche della parte carrabile, con una nuova organizzazione della piattaforma stradale e dei parcheggi per consentire una migliore mobilità interna. Per ragioni di sicurezza saranno rimossi gli alberi che presentano condizioni di instabilità e che non sono adeguati al contesto circostante.

“Si tratta di una parte dei lavori che riguardano la sistemazione di alcune piazze cittadine - spiega l’assessore ai lavori pubblici Elena Tiziana Brigante -; tra queste, oltre a piazza Rosai, anche piazza Apulia e largo Palermo. Sono stati investiti circa 400mila euro per la manutenzione e i nuovi arredi”.

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“Per l’infrastrutturazione turistica, cioè interventi a rendimento duraturo, è previsto lo stanziamento di almeno 40 milioni di euro per finanziare 33 progetti esecutivi di altrettanti comuni, che si aggiungeranno ai quasi 7 milioni per 4 progetti già finanziati. È un impegno encomiabile degli assessori Piemontese e Bray, a valere sull’art. 4 della Legge di bilancio regionale per il 2021, contenente norme per il finanziamento di opere pubbliche demaniali e patrimoniali”.
Lo comunica il presidente della Commissione regionale bilancio e programmazione Fabiano Amati.
“Investire risorse su progetti esecutivi e per programmi a rendimento duraturo mi pare un metodo che andrebbe seguito sempre. In questo senso spicca l’intento della Giunta regionale, comunicato dagli assessori Raffaele Piemontese e Massimo Bray, di voler far scorrere la graduatoria degli interventi previsti con il bando sulla fruizione di aree e infrastrutture destinate al miglioramento della qualità dei servizi di accoglienza nel settore turistico.
La graduatoria di merito di quel bando aveva visto il finanziamento di soli 4 programmi per i comuni di Alberobello (3 milioni di euro), Ginosa (1.420.000 euro), Polignano (1.220.000 euro) e Galatone (1.258.000 euro) a causa della progressiva restrizione del finanziamento originario. Ciò aveva determinato il mancato finanziamento di numerosi programmi ammissibili.
Con l’indirizzo assunto si procederà dunque allo scorrimento ulteriore della graduatoria per almeno 40 milioni, che saranno dunque in grado di finanziare 33 programmi per altrettanti comuni.
È chiaro che l’ulteriore ampliamento del finanziamento disponibile, ovviamente auspicabile, comporterebbe la possibilità di finanziare molti altri comuni.
Su 40 milioni disponibili, i programmi finanziati dunque saranno i seguenti:
Cisternino (1.300.000 euro);
Castellana Grotte (1.400.000 euro);
Monte Sant'Angelo (3.000.000 euro);
Muro Leccese (1.400.000 euro);
Alessano (1.400.000 euro);
Fasano (1.400.00 euro);
Racale (500.000 euro);
Accadia (500.000 euro);
Alliste (721.400 euro);
Tricase (1.400.400 euro);
Latiano (936.500 euro);
Massafra (659.674,15 euro);
Ruvo di Puglia (1.400.000 euro);
Ostuni (1.500.000 euro);
Gravina di Puglia (1.484.590,67 euro);
Carovigno (1.400.000 euro);
Molfetta (1.500.000 euro);
Ruffano (1.391.900 euro);
Bitonto (1.265.000 euro);
Cavallino (1.130.000 euro);
Torricella (950.000 euro);
Castrignano dei Greci (1.400.000 euro);
Bisceglie (1.400.000 euro);
Pietramontecorvino (1.192.954,45 euro);
Carosino (1.400.000 euro);
Maglie (1.400.000 euro);
Matino (1.400.000 euro);
Lecce (1.500.000 euro);
Casarano (1.400.000 euro);
Otranto (680.000 euro);
Alberona (788.900 euro);
Melendugno (1.399.996 euro);
Terlizzi (1351.310,21 euro)”.

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Brindisi. Rifiuta di sottoporsi all’accertamento per la verifica dello stato di ebbrezza alcolica, denunciato.

I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Brindisi, a conclusione degli accertamenti, hanno denunciato in stato di libertà un 60enne del luogo, per rifiuto dell’accertamento dello stato di ebbrezza. L’uomo, nella serata del 30 gennaio, è stato controllato in una via del centro abitato alla guida di un’autovettura, in evidente stato di alterazione psicofisica, rifiutandosi nella circostanza di sottoporsi agli accertamenti finalizzati alla verifica dello stato di ebbrezza alcolica.