Dopo una pioggia di polemiche l’ordine del giorno per la collocazione del busto bronzeo del generale Giovanni Messe, in piazza dei Commestibili, è stato ritirato. Ufficialmente perché il Comune di Mesagne ha ricevuto dalla Curia arcivescovile di Brindisi una nota con la quale si invitava l’ente a bonificare l’area dell’aiuola prospicente la chiesa di San Cosimo a causa di infiltrazioni di acqua, lì dove doveva essere collocata la statua dell’ufficiale. Ufficiosamente la curia, inconsapevolmente, ha fornito al Comune l’occasione per glissare l’argomento divenuto piuttosto ingombrante e impopolare. Infatti, contro la collocazione del busto si erano schierati, l’Anpi, Mesagne bene comune, Pd, associazione Di Vittorio, studiosi e tanti altri. D’altronde la proposta della collocazione del busto era giunta da un manipolo di nostalgici che, pur avanzando studi sul Messe, non hanno mai potuto dimostrare, al di là di ogni ragionevole dubbio, la sua condotta trasparente prima come ufficiale e poi come politico.

L’argomento è stato rinviato a data da destinarsi. Rinviare, però, non vuol dire rinunciare. Quindi l’argomento è tutt’altro che archiviato. Il Comune, infatti, dovrà necessariamente fornire delle spiegazioni ai cittadini e agli studiosi che attendono di conoscere il perché il presidente del Consiglio comunale, che ha inserito tale ordine del giorno, non ha motivato questa sua decisione. Ed ancora il perché la commissione di storici nominata dal Comune non ha espresso pubblicamente i suoi risultati. Su quest’argomento il presidente Ture non ha inteso rilasciare nessuna dichiarazione se non quella di aver rinviato il tutto. Tuttavia, l’ampio dibattito che si è innestato in città sull’opportunità di valorizzare pubblicamente la figura del generale Messe, ultimo maresciallo d’Italia, ha aperto anche una discussione sulla toponomastica. O meglio sui nomi delle vie titolate a personaggi politici degli anni Cinquanta. A rivederne il curriculum politico e, soprattutto, le motivazioni delle commissioni che avevano proposto tali titolazioni. Insomma, lo strascico polemico che Messe si è lasciato dietro è abbastanza lungo. Pensare di chiudere qui la discussione è, al momento, impensabile. Altri studi e altre ricerche necessitano di essere esperite.

Sollecitazioni che certamente gli studiosi locali, sempre bramosi dal togliere i veli dalla storia per riportarla alla luce, non si faranno sfuggire. In primis quello di svolgere un convegno per continuare a indagare su tali personaggi che, nel bene o nel male, hanno segnato la storia nazionale del secolo passato. Nel 2000, l’allora amministrazione comunale, organizzò un convegno per far emergere ulteriori notizie sul generale Messe. Da allora sono trascorsi venti anni e tanto altro materiale è stato riportato alla luce. Atti provenienti dagli archivi storici e segreti della Gran Bretagna, degli Stati Uniti e, naturalmente, dell’Italia. Documenti che potrebbero contribuire a completare questo mosaico di macro storia rileggendo, ampliando e modificando i fatti fin qui conosciuti. In questo percorso di rilettura della storia il ruolo principale lo potrà giocare il Comune di Mesagne. Solo così ci potrà essere in città una pacificazione sociale.   

 

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