Un “vecchio” coach (come lui stesso si definisce) per la Mens Sana Mesagne
femminile: Felice Rizzo, sampietrano, 37 anni di tessera di allenatore, una
lunga esperienza nel basket femminile nella sua San Pietro, a Lecce, ad
Ostuni, a Monteroni, di nuovo a San Pietro e, lo scorso anno, nello Staff
Tecnico di Intrepida Volorosa Brindisi. Istruttore di psicomotricità nelle
scuole dell’infanzia, il neo-allenatore mensanino ha acquisito anche
notevole esperienza in campo dirigenziale con i suoi 10 anni da consigliere
regionale FIP, i 17 da presidente della Commissione Regionale Allenatori,
gli 8 anni da responsabile dell’attività giovanile FIP Puglia ed i 4 da
componente del Settore Giovanile Nazionale; oggi ricopre l’incarico di
referente regionale pallacanestro in un ente di promozione sportiva molto
attivo sul territorio. Il presidente Fabio Mellone non ha avuto dubbi nello
scegliere il coach sampietrano (che dividerà il suo impegno con le squadre
giovanili della U.S. San Pietro), volendo regalare alle interpreti di questa
nuova esperienza femminile una persona tecnicamente affidabile, di grande
temperamento, serietà e dedizione, ma soprattutto di provata sensibilità nei
non facili rapporti con il mondo femminile della palla a spicchi.
"Accogliamo Felice Rizzo nella grande famiglia mensanina, augurandogli buon
lavoro ed offrendogli tutto il supporto necessario per far decollare
nuovamente il basket femminile mesagnese. Dopo il progetto triennale che ha
visto avvicinarsi alla pallacanestro oltre 50 bambine, abbiamo pensato che
sia possibile ricostruire a Mesagne qualcosa di importante, dopo i fasti
della Meyana. Oltre a tutti i campionati giovanili maschili e alla serie D
con una formazione competitiva, partecipiamo al campionato di serie C
femminile e al campionato Under 13 regionale con bambine formate nel nostro
settore minibasket".
 
 

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La città di Mesagne sarà interessata dal transito del convoglio di gara in oggetto indicato, che attraverserà la via Marconi e la via Brindisi, nella giornata di venerdì 9 ottobre 2020; considerato che per permettere lo svolgimento della gara in sicurezza alcune strade urbane saranno interdette alla circolazione veicolare, tramite l’adozione di specifici e successivi provvedimenti, con importanti difficoltà nell’attraversamento della città e conseguente sovraccarico e intasamento della viabilità circostante e cittadina in generale; il percorso previsto interesserà la via Brindisi e la via Marconi nella loro interezza, costituendo le stesse importante asse viario, con ripercussioni notevoli per i movimenti di persone e veicoli, resi problematici dalle limitazioni del traffico locale connesse alla chiusura contestuale di numerose traverse collegate; l’orario di modifica della viabilità ordinaria di venerdì 9 ottobre 2020 coinciderà inoltre con quello dell’uscita delle scuole di fine mattinata, e ciò comporterà che parte delle stesse non saranno raggiungibili con i veicoli; l’eccezionalità dell’evento fa ritenere necessario disporre la chiusura straordinaria delle scuole cittadine, per le suddette motivazioni dispone la chiusura straordinaria delle scuole di ogni ordine e grado, site nel territorio del Comune di Mesagne, nella giornata di venerdì 9 ottobre 2020.

 

 

 

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La Città di Mesagne è ricca di tesori d'arte di natura sacra e no. Nell'aprile dello scorso anno ho avuto il piacere di studiare e presentare presso la Chiesa di San Leonardo il dipinto dell’Addolorata, realizzato sul finire del XVIII secolo, conservato nel Museo d’Arte Sacra di Mesagne. A questa tipologia di dipinto va aggiunta l'omonima tela, ascrivibile allo stesso periodo e conservata nella Chiesa del SS. Crocifisso a Mesagne, anch'essa di autore ignoto.

addolorataLa Vergine Addolorata del Museo d'Arte Sacra è rappresentata a mezzo busto e leggermente rivolta di tre quarti verso destra. Ha il braccio sinistro poggiato su un basamento, le mani incrociate e il capo rivolto verso l’alto. Un pugnale le trafigge il petto. La figura esce gradualmente dall’oscurità e viene delicatamente avvolta dalla luce proveniente da sinistra, elemento questo, che modella i lineamenti del corpo e definisce le pieghe delle vesti. I particolari, che evidenziano il momento di grande tristezza, non sono trascurati. Osservando attentamente il volto della Vergine si possono notare le lacrime che fuoriescono dagli occhi. L’autore potrebbe essere un pittore salentino, conoscitore delle grandi novità pittoriche del Settecento. Dopo una approfondita ricerca è deducibile che il modello ispiratore per la realizzazione dell’opera è la Mater Dolorosa di Francesco Solimena, capolavoro assoluto del maestro campano, datato 1723 e conservato a Dresda presso la Gemäldegalerie Alte Meister. Le analogie con questa tela sono numerose: la posa, il capo rivolto verso l’alto e l’incrocio delle mani. Cambiano i colori delle vesti: nella tela di Mesagne sono più opachi e scuri, mentre nel dipinto del Solimena sono più luminosi. La Vergine del dipinto mesagnese è trafitta dal pugnale, particolare assente nella tela di Dresda. Nella Chiesa del SS. Crocifisso, come già anticipato prima, è conservata una tela omonima settecentesca[1], differente, rispetto a quella del Museo d'Arte Sacra, nella posa in quanto rivolta di tre quarti verso sinistra e nei cherubini all'altezza del capo, mentre trova uniformità nell'incrocio delle mani, nello sguardo rivolto verso l'alto. Spicca il contrasto fra luci ed ombre, difatti un bagliore colpisce e avvolge il volto, le mani e i diversi particolari presenti come le pieghe del maphorion, anche se lievemente inferiore dal punto di vista qualitativo rispetto al dipinto del Museo d'Arte Sacra, è ugualmente interessante e degna di approfondimento.

Entrambe le tele è possibile fare l'esempio con altri dipinti come l’Addolorata, sempre del Solimena, conservata a Bari presso la Pinacoteca Provinciale “Corrado Giaquinto”, opera realizzata fra il 1701 e il 1705. In questo dipinto la Vergine è rivolta verso sinistra. Non cambiano invece l’effetto cromatico, le mani incrociate, particolari già visti nella tela di Dresda, oppure in quella conservata a Manduria presso la Chiesa di Sant'Antonio. L’opera ha diverse affinità con la tela di Mesagne: oltre alla posa, alla posizione ed all’incrocio delle mani, anche il colore delle vesti è lo stesso ed anche il modo con cui è impostato il velo che copre il capo della Vergine.

Questo discorso tira in ballo i modelli dei grandi maestri napoletani, i quali hanno ispirato i pittori attivi nelle province dell'allora Regno di Napoli e nel nostro caso nella provincia di Terra d’Otranto.

È opportuno dunque illustrare, anche se in maniera breve, il panorama pittorico del XVIII secolo a Napoli e in Terra d’Otranto. Nel Settecento la città partenopea è il centro culturale per eccellenza del Sud Italia e fra i più importanti d'Europa. Figura chiave, in ambito pittorico, di questo periodo fu Francesco Solimena (1657-1747), “pilastro” della pittura barocca a Napoli. Capo di una fiorente bottega, vera “impresa” nel campo artistico, in cui si formarono diversi pittori alcuni dei quali divenuti celebri. Le opere del Solimena erano molto richieste dalla committenza, laica o religiosa, napoletana e no. Quando Solimena era troppo impegnato, subentravano gli allievi nel soddisfare le commissioni, soprattutto nelle province del Regno. Bernardo De Dominici, nelle sue “Vite de' pittori, scultori ed architetti napoletani”, del 1747, descrive Solimena con queste parole: «…egli ha col suo studio accoppiato quanto di più bello, e perfetto hanno raccolto con loro studiose fatiche i migliori Artefici di Pittura, così ne' grandi componimenti, che nella forza di un perfetto disegno, ed ottimo chiaroscuro; Accompagnando tutte queste preziosissime, e difficili parti, col suo bel colorito (…) rendendolo forse più bello con una nobil magia di bellissime tinte, che par ti renda quasi impossibile a superarlo; come in questa sua vita nelle opere egregie da lui dipinte.»[2]. All'interno della bottega, lo stesso “Abate Ciccio”, nome con cui veniva chiamato Francesco Solimena, impartiva le lezioni agli allievi. Teneva informati i propri apprendisti sulle varie esperienze pittoriche passate e presenti. Le opere del Solimena divennero ben presto un modello da seguire, da reinterpretare, nacque così il “solimenismo”. Stile pittorico, che si diffuse in larga scala in tutto il corso del Settecento in due modi: grazie alla circolazione delle opere dello stesso maestro, e grazie all'operato degli allievi, chiamati a lavorare in cantieri della provincia del Regno.

 

[1]              M. GUASTELLA, Inventario della pittura sacra di età moderna nelle Chiese di Mesagne, Neografica, Latiano 1993, p. 38

[2]              B. DE DOMINICI, Vite de' pittori, scultori ed architetti napoletani, 1742, rist. anast., Forni Editore, Bologna 1979, p. 579

 

 

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I Carabinieri della Stazione di Francavilla Fontana, al termine degli accertamenti scaturiti dalla querela presentata dal Sindaco di quel Comune, hanno contestato la violazione amministrativa per “abbandono di rifiuti” nei confronti di un 19enne e di un 29enne entrambi del luogo. In particolare, i due in più occasioni hanno abbandonato diversi rifiuti domestici in una via del centro storico cittadino. Gli autori sono stati identificati grazie all’esame delle immagini estrapolate dalle numerose telecamere presenti. Per entrambi le contravvenzioni ammontano a un totale di 200 euro. Così mentre a Francavilla Fontana i carabinieri individuano e multano gli sporcaccioni a Mesagne bisogna assistere all'abbandono selvaggio dei rifiuti con conseguente pulizia dei luoghi a carico del Comune e, di conseguneza, di tutti i cittadini. 

 

 

 

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Carabinieri della Stazione di Mesagne, a conclusione degli accertamenti, hanno tratto in arresto KUMBANKYET Davide, 29enne di origine ghanese residente a Mesagne, per porto illegale in luogo pubblico di armi comuni da sparo, detenzione illegale di arma clandestina, porto ingiustificato di strumenti atti a offendere, detenzione abusiva di armi e ricettazione. In particolare, nella serata del 23 settembre, l’uomo è stato sorpreso a piedi in una via del centro abitato con una scatola contenente 10 cartucce calibro 16 da 70 mm marca "Winchester" occultata nella tasca dei pantaloni. La successiva perquisizione estesa alla sua autovettura ha consentito di rinvenire un fucile calibro 16 senza marca, funzionante, unitamente a un machete, occultati nel portabagagli. Le armi sono state sottoposte a sequestro. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, dopo le formalità di rito, l’arrestato è stato tradotto presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari.

 

 

 

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E la vendemmia va...

Settembre 21, 2020

Grazie a un clima favorevole è in pieno svolgimento anche in provincia di Brindisi la vendemmia della Malvasia nera e del Negramaro. Due vitigni autoctoni che, da sempre, hanno dato grandi soddisfazioni ai viticoltori. Uve pregiate da cui si ricava un vino dalle qualità organolettiche eccezionali. Quest’anno, a causa delle diverse avversità atmosferiche, la resa ha subito una contrazione considerevole poiché, in alcune zone della provincia, si sta riscontrando un calo produttivo anche del 30 per cento. Diversamente sul fronte della qualità poiché le temperature ottimali di agosto e settembre hanno ben fatto maturare l’uva ottenendo mediamente una gradazione di 21 gradi Babo. E se nei vitigni il canto delle operaie che tagliano l’uva ricorda la festa di una volta nelle cantine a cantare sono le attrezzature enologiche, tra torchi, pompe, fermentini e un profumo di mosto inebriante.

È il momento in cui le aziende si animano del lavoro incessante in vigna e della selezione dei grappoli migliori, un periodo suggestivo per visitare i vigneti, partecipare insieme ai vignaioli alla raccolta dell'uva e alle prime fasi di lavorazione. Per accogliere al meglio gli appassionati, le aziende organizzano eventi speciali come mostre d'arte, spettacoli, concerti e molto altro.  “È un’annata davvero molto buona – ci ha confermato Emanuele Guglielmi, vice presidente della Cantina della Riforma Fondiaria di Mesagne – abbiamo appena finito di vendemmia il Syrah, ottenendo una gradazione media di 20 gradi. Soddisfazione anche dalla Malvasia nera e dal Negramaro da cui stiamo ottenendo gradazioni anche intorno ai 22 gradi Babo”.

Stessa situazione di Mesagne la si sta vivendo a Latiano, Brindisi, San Pancrazio Salentino e San Donai dove i viticoltori stanno conferendo un prodotto di buona qualità. Anche le vie di Cellino San Marco sono sommerse dai profumi del vino di casa Due Palme, ormai a pieno regime con la vendemmia. “Un’annata eccellente, dalle uve sane e di altissima qualità, con un lieve calo produttivo che si registra in tutta la regione”, ha spiegato il presidente Angelo Maci. Intanto, in cantina ci si dedica alla lavorazione della nuova annata di Corerosa Rosato Salento Igp, un blend di vitigni Primitivo e Susumaniello che ha saputo conquistare i palati dei migliori sommelier al mondo. Vino sapido ed equilibrato, di colore rosa cerasuolo brillante e dai sentori fruttati e floreali, che si accosta bene coi primi di pesce o piatti di carne bianca. “La ricerca della qualità inizia nei vigneti, con un’accurata selezione dei migliori grappoli. Sistemati con cura all’interno di cassette, sono trasportati presso la cantina in celle frigorifere, per garantire il perfetto mantenimento delle uve e l’estrazione degli aromi primari”, ha aggiunto il presidente. Dopo due giorni si procede con la fermentazione alcolica a una temperatura controllata di 15°C, con l’utilizzo di lieviti selezionati. Il vino si presenta in una bottiglia bordolese imperiale, elegante e dalle spalle piene, con un’etichetta dorata, a dimostrare l’unicità del prodotto rispetto ai concorrenti, italiani e non.

“La Puglia deve approfittare della crescita di domanda di vino rosato per farsi conoscere nel mondo. Abbiamo una lunga tradizione di vini autoctoni alle spalle, Due Palme continuerà a investire nel territorio e credere nella forza della cooperazione”, ha dichiarato il presidente di Due Palme. Intanto, nei vitigni le vendemmiatrici continuano a tagliare i grappoli mentre le cantine li trasformano nel buon nettare di Bacco. Per un bilancio definitivo, però, bisognerà aspettare ancora qualche settimana. Intanto, il Movimento turismo del vino ha già programmato, per il prossimo 4 ottobre, la manifestazione enologica “Cantine aperte”, per salutare la fine dell’estate e la vendemmia brindando con i migliori prodotti aziendali. E’ l’occasione per i vignaioli di far vivere agli enoturisti la dinamica della frenetica vita di cantina. L’esperienza della visita in cantina durante i giorni di vendemmia è memorabile, soprattutto per i più piccini e per i neofiti del vino, che per la prima volta provano questo fascino antico.

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Dopo il lockdown e il periodo estivo domani, lunedì 21 settembre, riapre le sue sale musicali Lab Creation, in via Lucantonio Resta. Per l'occasione ci sarà una colazione ricca e abbondante per tutti i clienti. 

 

 

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C’è grande apprensione a Mesagne per il passaggio del Giro d’Italia che, all’ultimo momento, potrebbe decidere di bypassarla a causa del percorso che presenta delle insidie. Il manto stradale, infatti, avrebbe bisogno di un restyling che non sarà fatto. Niente tappetino di asfalto. I tempi ristretti e la disponibilità finanziaria potrebbero far saltare la “volata messapica”. Il percorso che i ciclisti faranno è il seguente: dalla statale 7 prenderanno lo svincolo di “Mesagne Ovest” e proseguiranno lungo la bretella stradale, supereranno il sovrappasso ferroviario e si immetteranno sulla provinciale 45, via Latiano.

Da qui proseguiranno su via Guglielmo Marconi, l’importante arteria stradale che divide in due la città, via Brindisi e attraverso la rampa riprenderanno nuovamente la statale 7 verso la città di Brindisi. L’attraversamento sarà una manciata di minuti che, in ogni modo, saranno storici per la città che in un passato non troppo lontano ha avuto la fortuna di accogliere tra le sue vie il Giro d’Italia e il Giro di Puglia. Intanto, in questi giorni sono ore frenetiche anche per il comando della polizia locale che sta approntando un piano di sicurezza, anche in ossequio alle misure anti Covid per l’eventuale assembramento di persone lungo il percorso urbano.

L’ufficio Tecnico comunale, da parte sua, sta predisponendo l’iter burocratico per acquistare le transenne da installare lungo il percorso. In ogni modo, al di là della pianificazione c’è la grande incognita del manto stradale da rivedere poiché presenta buche e tombini traballanti. La situazione stradale potrebbe non ottenere l’autorizzazione da parte della commissione del Giro. “Abbiamo chiesto al prefetto di Brindisi un incontro per comprendere i lavori che ci sono da fare – ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici, Roberto D’Ancona -. Ad oggi la commissione esaminatrice del percorso non ha convocato nessun tavolo tecnico. Posso solo dire che sul manto stradale faremo solo degli interventi di rattoppo. Nulla di più”.

 

 

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“Mesagne solo apparentemente è una città tranquilla. In effetti sotto la cenere c’è il fuoco che cova ed è pronto a esplodere”. E’ questo il leit motiv che ha scandito gli interventi dei componenti l’Osservatorio permanente sulla legalità che si è riunito a Mesagne dopo alcuni fattacci di cronaca che si sono verificati in città e su cui indagano le forze dell’ordine. Unanime il pensiero che dopo alcuni anni di “lotta” la città ha abbassato la guardia contro la criminalità.

Anni di rilassamento che hanno permesso alle cosche di riorganizzarsi in maniera silente, ma altrettanto potente e pericolosa. Una criminalità che si è evoluta, ma che quotidianamente chiede il pizzo riscuotendo nel tessuto produttivo una complicità inconsapevole. E che dire dell’omertà che ha caratterizzato gli ultimi due episodi criminali. Il primo un pestaggio avvenuto presso il parco Potì mentre il secondo è stato un tentato sequestro di persona avvenuto in piazza Vittorio Emanuele.

Entrambi di pomeriggio quando era presente diversa gente. E poi c’è la presenza oppressiva delle sostanze stupefacenti su cui i carabinieri stanno conducendo una battaglia impari per far emergere questo traffico deleterio. C’è il gioco d’azzardo, con la ludopatia che ha in pugno diverse famiglie; le aste giudiziarie, divenute “lavatrici” in cui ripulire i soldi provenienti da varie attività illecite. Insomma, un sommerso criminale ignoto ai più. L’assessore alla legalità, Anna Maia Scalera, ha inviato tutti i componenti a rialzare la guardia per fare risvegliare la città. Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco, Toni Matarrelli, l’onorevole Gianluca Aresta (M5S) e il presidente del Consiglio, Omar Ture. Unanime il pensiero dei componenti dell’Osservatorio di rinvigorire gli anticorpi sociali dell’antimafia. Per il Partito democratico, che ha chiesto la convocazione dell’Osservatorio, è intervenuta la consigliera Rosanna Saracino.

“Devo dire che noi siamo molto preoccupati per l’atteggiamento che si sta diffondendo a Mesagne. Un atteggiamento di omertà, dove si vede ciò che accade, la gente guarda, ma nessuno interviene. Nessuno che sente il dovere di allertare le forze dell’ordine. Purtroppo, quando la città ritorna nel silenzio, evidentemente, c’è qualcosa che non va”, ha sottolineato l’esponente di minoranza che ha contezza del fenomeno in atto. Peraltro la Dia, nella sua ultima relazione, ha scritto che a Mesagne “è presente una mafia di seconda generazione, scalpitante e violenta”. “È così – ha affermato l’avvocatessa – poiché penso ai traffici di droga, di armi, di furti che avvengono in città. Fenomeni criminali che mi preoccupano non poco. Oggi nei tribunali – ha proseguito - assistiamo ai processi che si celebrano e non possiamo far finta di non capire che il fenomeno è grave e sta ritornando in maniera importante. In passato ci siamo riscattati da un peso che oggi riavvertiamo”. Il vicario foraneo, don Gianluca Carriero, ha proposto di istituire all’interno dell’Osservatorio dei “gruppi di lavoro che possano leggere con obiettività la nostra situazione. Con un tema annuale di riflessione e aiuto alla lettura delle realtà, in tutti gli ambiti sociali, per avere gli strumenti necessari ad affrontarla. Bisogna lavorare sui valori e fare un buon lavoro sui giovani”. Il già sindaco Franco Scoditti ha voluto sottolineare “la splendida reazione avuta dalla città contro la criminalità organizzata, dopo che molti sodali erano finiti in carcere. Poi la città ha avuto la sensazione di essere oltre il pericolo ed ha fatto cadere l’attenzione. Purtroppo abbiamo compreso che, pur avendo vinto una battaglia, non si è vinta la guerra contro la criminalità organizzata. E abbiamo scoperto che il fuoco cova sotto la cenere”. Ed ha concluso: “Oggi in città, tra le altre cose, c’è il problema della diffusione della droga. Se ciò accade, evidentemente, c’è qualcosa che non va. È necessario, secondo me, istituire gruppi di lavoro per affrontare queste devianze aiutati da vari esperti”.

Infine, Fabio Marini, presidente dell’antiracket locale e regionale, ha ricordato che la “Scu è camaleontica ed i metodi mafiosi sono cambiati”. Marini ha, quindi, ricordato “che tali fenomeni esistevano ed esistono. Oggi non c’è più la richiesta violenta, ma amichevole. I gruppi dominanti sono sempre gli stessi, sono solo cambiate le dinamiche”. Il presidente ha spiegato come tuttora è “difficile intercettare le denunce delle vittime”. Ed ha sottolineato che: “a Mesagne resta il problema agricolo dei furti. Oggi è difficile far fare alle vittime le denunce”. E sul fonte del racket ha detto: “Sappiamo bene che è presente, specialmente nei grandi gruppi commerciali di Mesagne e Brindisi. Come se non bastasse c’è il problema delle difficoltà economiche dovute al lockdown. Operatori economici fermi e in crisi per la complessità ad accedere ai finanziamenti bancari”.

 

 

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Diventa realtà il recupero e la riqualificazione dell’ex palazzo Murri posto nel centro storico di Mesagne. Dopo diversi lustri in cui era stato lasciato in uno stato di fatiscenza l’immobile è stato acquistato da un imprenditore di Latiano che lo ristrutturerà per farne un’oasi ricettiva. Il progetto è stato presentato ieri mattina in Comune dal sindaco Toni Matarrelli e dall’amministratore unico della Cea, l’azienda che eseguirà il restauro, l’ingegnere Anna Chiara Contessa. Quindi la riqualificazione del borgo passa attraverso l'ex palazzo Murri.

progetto ex palazzo murri 3Questa operazione permetterà di aprire alla pubblica fruibilità corte Figheroia, finora off limits perché sbarrata da un muro, e di riqualificare l’intero centro storico. Dunque, il recupero di uno stabile del Settecento e la riapertura di un’antica strada dell’antico borgo è un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato. È stato presentato ieri nella sala consiliare del Comune di Mesagne il progetto di “Riqualificazione urbana e ri-destinazione e recupero conservativo del fabbricato di Corte Figheroia”, in prossimità di piazza dei Commestibili, tra via Manfredi Svevo, vico dei Caputo e via Luca Antonio Resta. L’intervento servirà a recuperare un complesso privato di immobili in stato di abbandono, noto tra i mesagnesi come “palazzo Murri". Così, un angolo suggestivo dell'antico borgo sarà rigenerato e ridestinato; di tale intervento beneficerà un’area pubblica da anni interdetta al passaggio da un cancello e un muro, Corte dei Figheroia, che tornerà ad essere fruita e valorizzata. 

progetto ex palazzo murri 4Intanto, nei prossimi giorni gli organi istituzionali consiliari saranno chiamati ad esprimersi sulla proposta, per sancire con atto formale l’interesse pubblico dell’intervento. Interessante l’area di investimento. Il palazzotto, infatti, ha una superficie complessiva di circa 2.500 metri quadrati così ripartiti: 1500 metri quadrati di copertura e giardino al piano terra; 500 metri quadrati al primo piano oltre a 500 metri quadrati di terrazze. A gongolare ieri mattina era innanzitutto il sindaco Matarrelli che con quest’operazione urbanistica riqualifica una parte importante dell’antico borgo. “È un progetto molto importante – ha esordito il primo cittadino – poiché riqualifica l’intera area storica. Il progetto, di particolare interesse pubblico, sarà portato in Consiglio comunale per l’approvazione”. Poi Matarrelli ha chiarito: “A Mesagne la burocrazia non sarà mai un ostacolo per chi vuole investire e per i cittadini.

progetto ex palazzo murri 5Questo perché la nostra Amministrazione ha la volontà di rendere la città sempre più dinamica. Da parte nostra – ha proseguito il sindaco – stiamo investendo risorse importanti per rendere il centro storico appetibile. Abbiamo avviato un lavoro di recupero significativo che darà impulso al rinascimento del centro storico”. L’amministratore unico della Cea, l’ingegnere Annachiara Contessa ha, quindi, spiegato nel dettaglio il progetto che ha, tra le altre cose, la caratteristica di integrarsi con gli immobili del centro storico con una particolare attenzione all’ambiente e ai materiali che saranno utilizzati per il recupero. “Il nostro antico borgo – ha concluso il sindaco Matarrelli – ha diversi immobili interessanti su cui c’è l’attenzione di vari imprenditori ad investire nella nostra città. In questo modo potremo recuperare quel patrimonio storico che oggi necessità di restauri conservativi”. La Cea ha assicurato che dalla data di approvazione della delibera impiegherà circa 11 mesi per ristrutturare il tutto.

 

 

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