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In attesa del 25 aprile: "Bombe sulla città"

Enzo Poci, Società di Storia patria per la Puglia Aprile 24, 2020 1142
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milano il duomo distrutto dalle bombeL’Italia durante la seconda guerra mondiale, fu vittima di pesanti incursioni aeree

da parte degli anglo-americani fino al 25 luglio 1943, data della “caduta” di Mussolini. Quante vittime innocenti. Le bombe non venivano lanciate solo sugli obiettivi sensibili, spesso o per errore o volutamente venivano coinvolti edifici e vittime civili. Queste incursioni, questi attacchi aerei avvenivano su tutte le città della nostra penisola. Ancora oggi i giornali riportano notizie della bonifica di luoghi di alcune città dove spesso vengono intercettate bombe inesplose. Nei libri di storia, la trattazione di questi bombardamenti , viene quasi sempre ignorata. L’avvenimento è stato drammatico. Milano fu una delle città più colpite. Sulla metropoli vi furono grandi attacchi nell’agosto del 1943, memorabile la tragica bomba che nell’ottobre 1944, colpì una scuola elementare del quartiere Gorla della città di Milano. Una strage di bambini, quante povere vittime innocenti.

Voglio proporre la lettura di una bella poesia di Salvatore Quasimodo. Lo scritto testimonia gli orrori dei bombardamenti avvenuti a Milano nell’agosto 1943. Il poeta descrive lo stato d’animo dei sopravvissuti, del loro dolore, della loro poca voglia di vivere , dei morti nelle case e per le strade con il loro corpo sfigurato dalle esplosioni delle bombe. La fine del canto dell’usignolo simboleggia la fine della vita .

                                                     MILANO, AGOSTO 1943.

                Invano cerchi tra la polvere,

               povera mano, la città è morta.

               E’ morta: s’è udito l’ultimo rombo

               sul cuore del Naviglio. E l’usignolo

               è caduto dall’antenna, alta sul convento,

              dove cantava prima del tramonto.

               Non scavate pozzi nei cortili:

                 i vivi non hanno più sete.

                 Non toccate i morti, così rossi, così gonfi:

                 lasciateli nella terra delle loro case:

                la città è morta, è morta.

                

Ultima modifica il Venerdì, 24 Aprile 2020 11:14