Siamo davanti ad un risultato storico. L’affermazione del Si dimostra che abbiamo intercettato un sentimento popolare che richiedeva alla #politica uno scatto di coraggio, un cambiamento tangibile per rispondere alla domanda di modernizzazione del Paese. La nostra idea è quella del rilancio della centralità del Parlamento, per questo abbiamo sempre detto che quello della riduzione del numero dei parlamentari era un primo passo a cui ne devono seguire altri. Occorrerà infatti mettere mano alla legge elettorale ed in particolare al diritto degli elettori di scegliersi i propri rappresentanti liberamente. Così come è necessario lavorare sulla modifica dei regolamenti parlamentari per adeguarli alla nuova composizione delle Camere.
 
Oggi festeggiamo la vittoria dei #referendum che non è la vittoria di una parte sull’altra del popolo italiano, la Costituzione infatti appartiene a tutti e faremo tesoro della discussione e del confronto che c’è stata in questa campagna elettorale. Proprio perché è l’inizio di un percorso riformatore respingiamo le strumentalizzazioni di chi dice che con il referendum si è delegittimato il Parlamento in carica. In verità il referendum ha rafforzato l’attuale Parlamento, lo stesso Parlamento che ha votato la riforma oggi confermata dal popolo italiano con il referendum.
 

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A margine dell’incontro con la stampa e i cittadini di Mesagne tenutosi oggi presso la Villa Comunale della città, il deputato Giovanni Luca Aresta ha rivolto agli elettori un ragionato appello al SI al referendum costituzionale del 20 e 21 settembre 2020.

Questo è il testo dell’appello:

“Da anni assistiamo ad uno scollamento tra istituzioni e cittadini, far finta di non vedere questo scollamento sarebbe da irresponsabili. La cosiddetta antipolitica si nutre di questo malessere ma rimanere asserragliati su procedure e numeri che hanno fatto il loro tempo, non è una risposta efficace. Quando abbiamo deciso di mettere mano al numero dei parlamentari abbiamo scelto di puntare sulla modernizzazione dell’istituzione parlamentare e di valorizzare al massimo la rappresentanza democratica. Non sempre – e purtroppo la storia della nostra Repubblica è lì a dimostrarlo – un numero alto di parlamentari significa maggiore rappresentatività. 

Con il Si al referendum approviamo una riforma che migliora le cose e allo stesso tempo avviamo un percorso virtuoso che vuole riscattare la politica agli occhi dei cittadini. 

Da giurista con una forte impronta democratica, sono molto legato alla Costituzione e se questa riforma ne rappresentasse davvero un sabotaggio dei suoi valori fondanti, come una parte dello schieramento del No va sostenendo, non starei certamente da questa parte.

Il numero dei parlamentari – è utile ricordarlo – non venne deciso dai Costituenti, ma nel 1963. Per l’Italia del boom economico, in rapida crescita e con un forte divario tra Nord e Sud del Paese, era giusto avere una rappresentanza larga e capillare. Oggi siamo nel 2020, al tempo di internet e dei grandi mezzi di comunicazione, il rapporto stesso tra eletto ed elettore è cambiato. Non possiamo avere lo sguardo rivolto al passato, dobbiamo immaginare il futuro in cui i termini democrazia e partecipazione trovino nuove declinazioni e tornino ad essere il “sale” della politica. 

Per noi questa riforma è il primo passo. Se venisse respinta difficilmente potremo mettere mano al Rosatellum, la legge elettorale voluta da Renzi e Salvini nella scorsa legislatura, fatta di liste bloccate e candidati decisi nel chiuso delle stanze dei partiti. Il successo del referendum imporrà una nuova legge elettorale nella quale siano pienamente garantiti il pluralismo e la rappresentanza delle idee e dei territori. Imporrà inoltre di mettere le mani ai regolamenti parlamentari. La vittoria referendaria apre una nuova breccia nelle incrostazioni della politica, inaugura una fase di riforme orientate alla qualità e all’efficienza e dà ai cittadini la possibilità di realizzare ciò che hanno sempre chiesto: meno e meglio! Col referendum si inizia quindi a spostare il “potere” dai partiti ai cittadini.

Nel rivolgermi agli elettori chiedo di recarsi in tanti e tante alle urne per esprimere un SI consapevole e informato. Vi chiedo di sostenerci in questa lotta per il cambiamento. Insieme possiamo costruire una democrazia più moderna e matura. Il 20 e 21 settembre possiamo iniziare a disegnarla insieme.”

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“Ho votato per due volte, nella mia qualità di deputato, la riforma costituzionale che diminuisce il numero dei parlamentari per cui il mio SI al referendum del 20 e 21 settembre sarà in questo senso anche un atto di coerenza. Il referendum costituzionale confermativo appartiene a tutti i cittadini e le cittadine e seguo con grande attenzione il dibattito che si è aperto nel Paese, perché è fondamentale un voto informato e consapevole. 

Alcune preoccupazioni avanzate dallo schieramento del NO per esempio sono anche le nostre che la riforma l’abbiamo proposta: rilancio della centralità del parlamento, una legge elettorale in grado di garantire pluralismo e rappresentanza oltre che tornare a far scegliere agli elettori i propri parlamentari. Così come sarà fondamentale adeguare i regolamenti parlamentari al numero più ridotto di componenti in modo da garantire efficienza dell’istituzione e al contempo un percorso dell’iter legislativo perfettamente conforme al dettato della nostra Carta Costituzionale.

Sono impegni che ci siamo presi al momento del varo della riforma e che è giusto confermare con solennità nell’imminenza del voto referendario. Molte delle discussioni riguardano i risparmi che la riforma produrrà che sono importanti, ma è pure limitato ridurre la nostra riforma – che ricordo essere stata votata da larghissima parte del Parlamento – a questo aspetto.

Per la mia cultura di giurista preferisco mettere l’accento sulle possibilità della modernizzazione dell’istituzione parlamentare che non significa rinunciare ai pesi e contrappesi che i Costituenti vollero introdurre nella nostra legge fondamentale a tutela delle libertà democratiche e del ruolo del Parlamento.

Credo che questa riforma possa “scuotere” la politica, costringerla a ripensarsi e a correggere quelle storture che in questi anni hanno affievolito nel popolo la fiducia nelle istituzioni.  

Il dibattito di questi giorni nel Paese è prezioso e i vari punti di vista, quando sono costruttivi e non dettati da una contrapposizione aprioristica, possono contribuire ad aiutare il Parlamento a completare la riforma e a garantire che il numero più ridotto di rappresentanti non significhi meno ricambio della classe politica. 

Responsabilmente un voto per il SI al referendum può aprire una nuova stagione per la politica e le istituzioni democratiche.” Così il deputato mesagnese del MoVimento 5 Stelle Avv. Giovanni Luca Aresta in una nota Stampa.