MESAGNE. Bollette di gas gonfiate il comune non paga
Un vero e proprio "caso bollette" scuote le fondamenta del Comune di Mesagne. La Giunta comunale ha dovuto agire con urgenza dopo aver ricevuto un decreto ingiuntivo che chiede il pagamento di una somma ingente, ben 225 mila 382 euro, per la fornitura di gas destinata agli immobili comunali. Una cifra che, secondo gli uffici tecnici, non trova alcuna giustificazione nei consumi reali. La vicenda ha preso il via il 18 luglio 2025, quando è stato notificato al Comune il ricorso e il relativo decreto ingiuntivo, emesso dal Tribunale di Brindisi su istanza del fornitore, il cui nome è stato omesso nel documento ufficiale. Le fatture, benché non saldate, hanno sollevato immediatamente il sospetto del personale del Comune. È stata l'architetta Marta Caliolo, responsabile dell'ufficio Patrimonio, a far suonare il campanello d'allarme. Dopo un'attenta relazione richiesta dall'Avvocatura Civica, l'architetta Caliolo ha infatti rilevato una netta discordanza tra quanto fatturato e i consumi effettivi. In particolare, i consumi risultano inspiegabilmente raddoppiati rispetto alle stime. Non solo: anche le voci accessorie in bolletta, come "trasporto e gestione del contatore" e "oneri di sistema", sono apparse "esorbitanti ed improprie".
Di fronte a queste evidenze, la Giunta comunale ha dato mandato all'Avvocatura Civica di proporre opposizione al decreto ingiuntivo. La linea difensiva è chiara: il credito azionato dal fornitore non sarebbe né "certo, né liquido, né esigibile" come richiesto dalla legge (art. 633 e segg. c.p.c.), rendendo il decreto stesso nullo o inefficace. Il procedimento è stato quindi incardinato presso il Tribunale di Brindisi e assegnato al dott. Rubino. Tuttavia, la battaglia legale non si ferma alla sede giudiziaria. Un aspetto cruciale del contenzioso risiede nell'obbligo di esperire il tentativo di conciliazione. La Giurisprudenza, in materia di controversie su gas ed energia elettrica, è ormai consolidata: l'onere di avviare la procedura di conciliazione spetta alla parte che propone l'opposizione, in questo caso il Comune di Mesagne, in quanto utente finale. Per adempiere a questo passaggio fondamentale, previsto dal decreto legislativo n. 28/2010, la Giunta ha deliberato di affidare un incarico specifico all'avvocatessa. Luana Nacci, dell’Avvocatura Civica, per promuovere il tentativo di conciliazione presso l'organismo competente. Inoltre, per garantire una rappresentanza a conoscenza dei fatti tecnici, il Comune ha deciso di delegare la responsabile dell’ufficio Patrimonio, l’architetta Marta Caliolo, a partecipare attivamente al procedimento di mediazione, conferendole "ogni più ampia facoltà" per giungere a una composizione della controversia. Con questa mossa, il Comune non solo avvia la sua difesa legale in tribunale, ma si prepara anche al tavolo della conciliazione, cercando una soluzione extragiudiziale per contestare la maxi-bolletta e proteggere le casse pubbliche da un esborso considerato ingiusto e sproporzionato. La delibera è stata dichiarata immediatamente eseguibile, a sottolineare l'urgenza e la determinazione dell'amministrazione nel tutelare gli interessi della collettività.
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