UN TAVOLO DI CONFRONTO COL GOVERNO PER EVITARE CHE BRINDISI RITORNI AL PASSATO

Maggio 15, 2022 563

La trasmissione di Telenorba "il Graffio" andata in onda ieri registrata nel teatro Verdi, ci ha confermato, ove ve ne fosse ancora bisogno, che sui temi dell'energia, in questa città si viaggia a due velocità. Quella di chi non riesce ad immaginare un futuro diverso dal passato e la visione strategica e avveduta del Sindaco basata sulla capacità di programmazione. Che tradotto in soldoni significa, l'interesse di pochi contro quello collettivo. Tutto legittimo, se non fosse però che la già avviata transizione energetica è un fatto assai serio che ha a che fare con la vita di tantissima gente e che governarla significa saper essere lungimiranti, cioè saper cogliere le occasioni di sviluppo vere, quelle dal respiro ampio e lungo, non quelle con l'affanno di 18 mesi di emergenza.

Quelle capaci di generare lavoro pulito e sicuro nel tempo. Le parole pronunciate dal presidente dell'Autorità Portuale Patroni Griffi secondo il quale gli investimenti in energie rinnovabili sono "ammortizzatori sociali" non possono trovarci d'accordo. Lo abbiamo ascoltato ancora dire che carbone e gas possono essere sostituiti solo da carbone e gas. Cioè, per lo stesso Patroni Griffi a Bari il futuro è un porto turistico con un investimento di 36 milioni di euro per puntare alla nautica da diporto mentre a Brindisi il futuro è solo il fossile, con l'enorme deposito GNL di Edison all’imbocco di Costa Morena, il raddoppio di TAP, una nave rigassificatore davanti al porto e la centrale di Cerano che torna a bruciare 3/4 milioni di tonnellate di carbone.

Per la verità la strategia di Patroni Griffi ci era già chiara, a partire dagli attracchi di sant'Apollinare di cui non si ha più traccia pur autorizzati da anni ed immediatamente cantierabili. Brindisi ha bisogno senza ulteriori ritardi di quella idea di futuro raccontata dal sindaco: basta scelte di retroguardia, puntare con decisione sulle rinnovabili non solo per la produzione di energia ma anche e soprattutto per la creazione di filiere produttive ad esse collegate (e il progetto del parco eolico offshore ci pare un inizio importante) e chiedere al governo le risorse, fino ad oggi negate, per gestire gli impatti sociali della transizione energetica. Il futuro non può essere una nave rigassificatore con poco più di 100 persone specializzate a bordo e nessun ritorno per la città. Riprendiamo la mobilitazione in città, per chiedere maggiore attenzione al governo e per ridare dignità al nostro porto: il futuro di Brindisi lo decide Brindisi, abbiamo già dato tanto, troppo, adesso dobbiamo avere.

BRINDISI BENE COMUNE