Mesagne. Locali in Piazza Commestibili, offerte di gara o puntate da casinò? In evidenza

Mesagne Bene comune Settembre 19, 2019 1866

piazza commestibili SPETTACOLOLo dichiariamo fin da subito per evitare fraintendimenti. Non intendiamo limitarci

alla critica ma vogliamo portare contributi e ragioni al dibattito aperto su uno dei motori più importanti per lo sviluppo presente e futuro della città: il centro storico.

Partiamo dalla gara appena conclusa sull'assegnazione dei 4 locali di Piazza Commestibili, che è a nostro avviso emblematica di un processo in corso, che va governato prima che un'opportunità diventi un problema, e anche serio.

Assistere alle offerte pervenute sui 4 locali è stata, per chi presente, un'esperienza simile a osservare le puntate ad un tavolo di un casinò, con rialzi che hanno superato il 600%.

Ad una prima analisi ci sarebbe solo da gioire: il Comune di Mesagne, in perenne ristrettezza economica, batte cassa e percepisce fino a 1000 euro al mese per singolo locale.

Il Comune ha puntato tutto sui soldi: nessuna offerta tecnica, nessuna valutazione del progetto, in vendita al migliore offerente!

A nostro parere l'indirizzo è invece fondamentale: paradossalmente, un imprenditore facoltoso avrebbe potuto presentare un'offerta altissima per “La Casa del Bullone”, nessuno avrebbe potuto negarla. Ma una ferramenta avrebbe senso in un luogo come Piazza Commestibili?

Sono arrivate molte offerte con attività di gelateria: se risultassero assegnatarie l'Amministrazione potrebbe intervenire per evitare che Piazza Commestibili si trasformi in Piazza Granite e Gelati?

Oggi in Piazza Commestibili c'è chi paga 90 euro e chi ne paga 1000, chi ha partecipato ad una gara con offerta tecnica, chi ad una con offerta esclusivamente economica, chi è assegnatario diretto senza gara. E' giusto ed equo?

Il portafogli pieno nasconde diverse insidie, che non riguardano solo Piazza Commestibili ma evidenziano criticità di un modello di sviluppo che il centro storico vive senza guida e indirizzo.

Il Comune ha lasciato spazio al libero mercato: se il bando avesse valutato oltre l'offerta economica anche quella tecnica, cioè l'idea, il progetto imprenditoriale, l'Amministrazione avrebbe potuto governare il processo e connotare la piazza, dandole un'identità ed evitando storture. Questo è il compito e il dovere della politica: valutazione, visione, indirizzo.

Sono arrivate esclusivamente offerte legate alla ristorazione. Cultura, servizi, artigianato, sono vitali per la città e per il centro storico, ma offerte a tanti zeri non sono alla portata degli imprenditori che operano in questi settori.

Un centro storico che si satura di una monocultura di ristoratori con decine di pub, ristoranti gelaterie, paninerie, baguetterie, insalaterie, sarà solo apparentemente vivo.

La monocultura economica e sociale è simile a quella agricola, provoca desertificazione e impoverimento. Ed espelle i più deboli, a cominciare dagli abitanti, per arrivare ai piccoli artigiani, alle associazioni.

Tanti centri storici che non hanno governato questi aspetti sono stati svuotati dalla propria ricchezza principale, la comunità che lo vive.
Mesagne corre questo rischio!

E' a nostro avviso necessario aprire un dibattito ed estenderlo a tutta la città.

E' fondamentale che l'Amministrazione da oggi in poi riequilibri il fragile tessuto del centro storico, con un piano di sviluppo che incentivi

  • Le piccole attività artigianali

  • L'associazionismo

  • L'imprenditoria culturale

  • La partecipazione dei residenti ai processi decisionali

  • Gli spazi di aggregazione sociale e giovanile

Noi siamo disponibili a fare la nostra parte.