Italia in Comune difende i progetti Sprar di Mesagne In evidenza

Novembre 08, 2018 1675

calabrese antonio copyPrima uscita pubblica di “Italia in Comune” di Mesagne

che ha chiesto all’Amministrazione Molfetta di deliberare, nel Consiglio comunale di domani, uno specifico ordine del giorno a difesa dei progetti di accoglienza Sprar che con il decreto 113/2018, in materia di Immigrazione e sicurezza, gli infligge un duro colpo economico e sociale, poiché l’onere di mantenere in piedi i progetti ricadrebbe sui Comuni. Dunque il sistema di accoglienza Sprar, introdotto dalla legge 189/2002 e presente in città, è ormai riconosciuto come un modello di integrazione valido e sostenibile per l’Italia e di esempio anche per l’intera Europa. Gli Sprar, infatti, si pongono come ponte necessario all’inclusione e come punto di riferimento per le reti territoriali di sostegno, avviandosi, in tal modo, processi più solidi e più facili di integrazione. “Purtroppo, però, le misure contenute nel decreto n. 113/2018 in materia di Immigrazione e Sicurezza vanno nella direzione opposta a quella di sostenere il sistema Sprar in quanto prevede, ad esempio, diverse migliaia di migranti in meno nel circuito dell'accoglienza e la revoca di circa 1500 permessi di protezione umanitaria oltre che la chiusura di decine di Cas e Sprar”, ha ricordato Antonio Calabrese, coordinatore di “Italia in Comune”, secondo cui tali interventi “potrebbero avere delle ricadute devastanti sui territori in termini di costi sociali ed economici; vi è il concreto rischio, infatti, di “strappare” dal circuito virtuoso dell’accoglienza tante vite umane per immetterle invece nella strada con il pericolo di andare incontro a casi di emarginazione sociale nonché di delinquenza diffusa”. I tagli previsti dallo stesso decreto provocherebbero esborsi enormi per le casse dei vari Comuni. È stato stimato dall’Anci, infatti, un ammontare complessivo di circa 280 milioni di euro di costi amministrativi che ricadrebbero su Servizi sociali e Sanitari territoriali. “Per tali motivi – ha concluso il coordinatore – abbiamo inviato al sindaco una proposta di adozione di un ordine del giorno, inteso a chiedere al Ministro dell'Interno ed al Governo di sospendere temporaneamente gli effetti del decreto legge citato e di rivalutare, a seguito di confronto con i territori, le ricadute concrete dell’atto sia in termini economici che sociali e di sicurezza, contestualmente a richiedere alla Regione Puglia di sostenere l’iniziativa”. 

Ultima modifica il Giovedì, 08 Novembre 2018 10:49