Mesagne. Scricchiola la maggioranza. Rischio tellurico per il sindaco Molfetta In evidenza

Settembre 19, 2018 3274

molfetta sindaco ago18Lunedì scorso le forze politiche della maggioranza

di governo di Mesagne hanno gettato le basi per sfiduciare il sindaco Pompeo Molfetta. Al primo cittadino, infatti, è stata contestata la gestione del bilancio, delega che egli ha avocato a sé al momento dell’insediamento, a seguito di una nota della Corte dei conti con cui ha chiesto lumi sula rendicontazione 2015. La loro preoccupazione è che Mesagne si trovi a breve con un dissesto finanziario, insomma un crack in piena regola. In pratica inizia a evidenziarsi quello che dal marzo scorso è accaduto. Una frattura, insanabile, tra Molfetta e la maggioranza dei consiglieri della sua coalizione pronti a firmare un atto di sfiducia. Documento che, per la verità, non sarà firmato subito ma tra qualche mese, probabilmente entro febbraio 2019 termine ultimo per andare a votare in primavera. A meno ché il sindaco non anticipi tutti e rassegni le dimissioni prima di tale data aprendo, di fatto, la strada a un commissario prefettizio. Dunque, è stato un incontro piuttosto schietto quello che si è svolto lunedì sera tra il sindaco Molfetta e i segretari politici della sua coalizione che gli hanno contestato una gestione poco attenta dei soldi pubblici. Forti, anche, di una nota della Corte dei conti che ha chiesto al Comune lumi circa la gestione messa in atto per la diminuzione delle spese, il taglio degli sprechi, il continuo ricorso alle anticipazioni di cassa e alla mancata riscossione dei tributi. Non è tutto poiché gli stessi consiglieri hanno chiesto al primo cittadino di convocare un secondo incontro in cui dovrà relazionare sui bilanci successivi al 2015 e consegnare una nota integrativa in cui è evidenziato se i bilanci della gestione Molfetta hanno migliorato i parametri della precedente amministrazione oppure no. Il sindaco, per la verità, è rimasto sia sorpreso da questo blitz della sua maggioranza sia contrariato. Anche se ha fornito delucidazioni rassicurando tutti sulla bontà delle rendicontazioni. Assicurazioni verbali che i segretari politici hanno chiesto che siano seguiti dai documenti da cui si evince quanto asserito a Molfetta. Tuttavia, il primo cittadino ha anche espresso delle perplessità professionali sul team di dipendenti comunali che non riescono a fornirgli un controllo sulla spesa pubblica. Una denuncia che metterebbe in discussione la professionalità delle figure apicali del Comune di Mesagne. E’ stata la complessità di questa materia finanziaria che ha convinto la maggioranza di governo a chiedere al sindaco Molfetta di incontrarsi immediatamente per studiare bene “le carte” poiché attualmente vi sarebbe una situazione di pre-dissesto che se non affrontata celermente potrebbe portare al default finanziario del Comune. Se ciò si dovesse verificare il cittadino verrebbe tartassato da una tassazione portata ai massimi livelli. L’ente dissestato, infatti, è tenuto ad approvare un nuovo bilancio, basato principalmente sull’elevazione delle proprie entrate al livello massimo consentito dalla legge, vale a dire che tutte le tasse comunali saranno aumentate il più possibile fino ad arrivare al tetto massimo consentito dalla legge, basato, inoltre, sul contrasto all’evasione e sul contenimento di tutte le spese. Spesa comunale significa anche oneri del personale pertanto da questa procedura potrebbero scaturire esuberi di personale che verrebbe posto in mobilità. Tuttavia, la dichiarazione di dissesto è parsa ai politici una negatività da evitare al fine di non essere costretti ad emanare provvedimenti così impopolari.