Mesagne. Riserve sulla pubblicazione di un bando pubblico In evidenza

Dicembre 18, 2016 1686

castello visita guidataDopo la vicenda degli Sprar il Comune

di Mesagne ha emesso un bando, immediatamente contestato, rivolto ad associazioni di promozione sociale locali "per un progetto di volontariato civico mediante guide turistiche a valere sugli attrattori culturali della città". Ed è polemica poiché alcune clausole espresse nel bando sarebbero state ritenute discriminatorie. Cosa alquanto strana è che il bando è stato pubblicato una prima volta, ritirato e, dopo alcune ore, reinserito modificato con un numero di ore nettamente inferiori a quelle inserite nella prima stesura: da 500 a 300. Cosa è accaduto nella prima fase di pubblicazione non è dato saperlo. Il sospetto di alcuni operatori, che per motivi comprensibili hanno richiesto di restare al momento anonimi, è che le clausole del bando siano state inserite in maniera tale da favorire qualche soggetto a discapito di altri. A denunciare la presunta anomali sono stati alcuni operatori che hanno contestato il fatto che le associazioni che possono aderire devono avere sede legale a Mesagne. "Perché altre associazioni che hanno gli stessi requisiti, ma con sede legale fuori Mesagne, non possono partecipare? Vi è in questo caso una violazione della normativa sulla libera concorrenza, oltre che un atto discriminatorio, anche perché l’affidamento del servizio non è privo di rilevanza economica", hanno tenuto a precisare alcuni operatori. Il corrispettivo che il Comune deve versare all'associazione che si aggiudicherà il servizio è di 4 mila euro l'anno. L’ altro punto che presenta dei dubbi è la richiesta della "funzione di tutela" del complesso dei beni culturali del Comune di Mesagne. "Quando mai la tutela di un patrimonio così vasto ed importante, compreso il Museo del Territorio, è affidata ad una semplice associazione di promozione sociale che, per di più, dovrebbe svolgere “volontariato civico”, hanno precisato gli operatori. Il codice che regolamenta i beni culturale parla di affidamento della tutela solo in via eccezionale e dopo adeguati accordi sottoscritti con tra Stato e Regione. "La tutela dei beni culturali, in questo caso, spetta al Comune", hanno messo in rilievo gli operatori. Il bando è stato emesso il 28 novembre e scadrà il 22 dicembre. Le accuse mosse all'Amministrazione sono state respinte dall'assessore alla Cultura, Marco Calò, che ha spiegato: "Il bando non è restrittivo, tutt'altro - ha detto - se avessimo voluto preferire qualcuno avremmo fatto un affidamento diretto. Invece abbiamo aperto a tutti con un bando pubblico andando controtendenza confronto agli anni scorsi". Un bando che, tuttavia, discrimina le realtà associative non autoctone. "Come Amministrazione abbiamo il dovere di preservare il capitale umano del nostro territorio aprendo a realtà virtuose e qualificate che alzano il livello di qualità del servizio offerto", ha concluso l'assessore Calò.  

Ultima modifica il Domenica, 18 Dicembre 2016 16:49