Redazione

  • Durante l’emergenza Coronavirus la Asl di Brindisi ha gestito gli oltre cento casi positivi riscontrati al Focolare convertendo una residenza sociosanitaria per anziani in un grande reparto di Malattie infettive. Per i pazienti dimessi dagli ospedali e in attesa del tampone negativo, invece, gli ospedali di comunità sono stati trasformati in strutture post Covid. Queste due esperienze sono state al centro dell’intervento del direttore generale Giuseppe Pasqualone, in un incontro con tutti i manager delle Asl pugliesi, durante la prima giornata del Forum Mediterraneo in Sanità, in programma fino a domani alla Fiera del Levante.
  • Pasqualone ha sottolineato “l’importanza di avere strutture, come gli Ospedali di comunità, per una presa in carico intermedia del paziente, utili anche in una situazione come quella pandemica. Queste strutture vanno incrementate su tutto il territorio per accogliere pazienti che non necessitano di cure ospedaliere e che tuttavia non possono essere gestiti attraverso l’assistenza domiciliare. E possono essere affidate ai medici di medicina generale o direttamente a medici dipendenti con il supporto di specialisti”. A questo proposito Pasqualone ha ricordato che di recente la Regione ha autorizzato l’attivazione anche nel Comune di San Pancrazio Salentino di un nuovo Ospedale di comunità.
  • Dedicata al distretto sociosanitario, invece la sessione a cui ha partecipato oggi il direttore generale. “Due aspetti essenziali – ha detto - hanno consentito di attuare il processo di cambiamento nell’ambito del distretto. Il primo è il Presidio territoriale di assistenza realizzato nei piccoli ospedali riconvertiti nei comuni di Fasano, Cisternino, Ceglie Messapica, Mesagne e San Pietro Vernotico in cui si sono concentrate tutte le attività sanitarie. Il secondo punto di forza è la telemedicina avviata nel 2015 nel Pta di Ceglie Messapica con un progetto sperimentale ed estesa a tutta la Asl nel 2018 dopo lo svolgimento di una gara finanziata con Fondi comunitari”.

 

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Le imprese agricole pugliesi hanno sostenuto costi pari a 10 milioni di euro di mascherine e gel igienizzanti per mettere in sicurezza gli oltre 100mila operai agricoli impegnati nelle campagne, da quando a marzo è scoppiata l’emergenza Coronavirus. E’ l’analisi di Coldiretti Puglia, presentata durante l’incontro sul lavoro nei campi ai tempi del Covid, con le imprese agricole che hanno subito un ingente aggravio dei costi a carico delle imprese agricole per il welfare aziendale, dove solo il 9% della spesa per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale è stato compensato dal credito d’imposta.

“In questo momento di incertezza per la brusca risalita dei casi di infezione, da gennaio ad agosto appena lo 0,2% delle 1281 denunce di infortunio da Covid-19 al lavoro registrate dall’Inail in Puglia riguarda l’agricoltura, dove nelle oltre 100mila aziende agricole, stalle e più di 5mila imprese di lavorazione alimentare non si è peraltro mai smesso di lavorare per garantire le forniture alimentari alla popolazione”, ha detto il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. “Si tratta di uno sforzo necessario a garantire sicurezza che va riconosciuto e premiato – ha insistito Muraglia - quando l’emergenza ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza in Puglia che può contare su una risorsa da primato mondiale ma deve investire per superare le fragilità presenti, difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali”.

E’ necessario investire – afferma Coldiretti Puglia - sul futuro competitivo delle imprese agricole, spesso penalizzate dai costi di burocrazia e lavoro, con una tassazione sul lavoro stagionale più alta che in Paesi come Francia e Spagna.

“Sono stati stringenti i protocolli adottati dalle aziende agricole – ha aggiunto Romano Magrini, Responsabile nazionale delle Relazioni Sindacali e del Lavoro di Coldiretti - con un aggravio dei costi per la cartellonistica interna, i termo scanner, i trasporti con la riduzione a tratta del numero di operai condotti nei campi, la formazione, oltre al ridimensionamento degli spazi di lavorazione nelle aziende agroalimentari per garantire le distanze di sicurezza. Un impegno sul fronte della sicurezza a cui gli imprenditori agricoli hanno adempiuto con enorme senso di responsabilità, soprattutto rispetto agli oltre 100mila operai agricoli impiegati nelle campagne pugliesi”.

Per questo semplificazione e sussidiarietà sono necessarie, soprattutto in questo periodo di emergenza – insiste Coldiretti Puglia - a recuperare lo spread di competitività delle imprese agricole pugliesi, considerato che l’attività legislativa rimanda spesso a provvedimenti amministrativi che alimentano una tecnocrazia insopportabile.

“Lo squilibrio fra controlli “giusti”, che fanno dell’agricoltura pugliese un emblema di qualità e sicurezza - ha rimarcato Magrini - e pressione burocratica derivante dalla molteplicità di interventi tra loro non coordinati, finiscono per generare un grave elemento di malessere nei confronti dell’azione pubblica”.

Per Coldiretti sono tante le azioni comuni da intraprendere per far incontrare in maniera trasparente domanda e offerta di lavoro “a partire dal trasporto dei lavoratori nei campi che rappresenta un aspetto fondamentale del business dei caporali, facendo controlli mirati, in particolare nei confronti delle cooperative senza terra che svolgono solo ed esclusivamente servizi agricoli, pulendo le sacche di grigio in tutti i segmenti del lavoro”, ha stigmatizzato Magrini.

“Ciò passa anche dalla capacità di riuscire finalmente a sfruttare le risorse inutilizzate del Meridione. Coldiretti lo sta facendo, presentando progetti di sviluppo insieme ai principali gruppi industriali e bancari d’Italia, progetti che realizzano nuovi e moderni strumenti di gestione delle relazioni contrattuali lungo le filiere – ha concluso Magrini - che vogliono rappresentare un modello di coimprenditorialità, sostenibilità economica, ambientale e dello sviluppo dell’occupazione, nel rispetto dell’ambiente e del consumatore”.

E’ necessario che le istituzioni a tutti i livelli – conclude Coldiretti Puglia - implementino le opportunità occupazionali nel settore agricolo, attraverso interventi di stabilizzazione del lavoro, garantendo flessibilità e competitività all’impresa, continuità di reddito e sicurezza al lavoratore.

 

 

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I Carabinieri Forestali della Stazione di Brindisi, nell’ ambito di controlli pianificati a vasto raggio con le Compagnie Carabinieri ed il Nucleo Ispettorato del Lavoro dell’ Arma, hanno accertato irregolarità sul rispetto delle norme a tutela dell’ ambiente in un’ azienda agricola di Cellino San Marco.

In particolare, hanno verificato la presenza di una vasca interrata di accumulo dei reflui domestici, collegata ad una tubazione in PVC di circa 10 metri di lunghezza, asservita da una pompa di sollevamento, per lo scarico dei liquidi nei terreni circostanti. Poiché non è risultata alcuna autorizzazione (di competenza della Provincia) al suddetto scarico, è stato operato un sequestro amministrativo di tutto l’ impianto, nonché dei terreni interessati, ai sensi dell’ art. 133, comma 2, del “Testo Unico Ambientale” (Decreto legislativo n. 152 del 2006). Per tale violazione è previsto il pagamento di una somma da 6.000 a 60.000 euro (12.000 se evaso entro 60 giorni).

I Militari hanno anche rilevato la presenza di un contenitore in PVC della capacità di circa 10 quintali, utilizzato per la raccolta delle acque di lavaggio degli automezzi agricoli e delle acque di prima pioggia del piazzale, convogliate a mezzo di canalette in calcestruzzo ricoperte da griglie metalliche. Anche in questo caso, una tubazione collegata al recipiente provvedeva ad immettere le acque in eccesso direttamente nel suolo. Nessuna autorizzazione nemmeno per questo impianto.

Trattandosi qui di reflui classificati come industriali, la violazione riveste carattere penale, configurata come gestione di rifiuti non autorizzata (art. 256, comma 1, del citato Testo Unico). Resta da verificare se nei liquidi sversati sui terreni vi possano essere sostanze pericolose, come residui di olii lubrificanti per macchine agricole.

Contenitore e tubazione sono stati sottoposti a sequestro preventivo penale; il titolare dell’ azienda, D.R. di anni 59, è stato deferito alla Procura della Repubblica di Brindisi.

 

 

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Nella serata di ieri, tre ignoti malfattori con il volto travisato, dopo essersi introdotti nell’abitazione di un pensionato 72enne del luogo, in una contrada di Oria, si sono fatti consegnare denaro contante pari a 3.000,00 euro, nonché le chiavi della sua autovettura, rinvenuta più tardi, mediante la localizzazione del gps assicurativo, in agro di Torre Santa Susanna, dopo che i malviventi avevano appiccato il fuoco al sedile anteriore, prontamente spento dai Carabinieri di Oria intervenuti. Il veicolo è stato sottoposto a sequestro per successivi accertamenti.

 

 

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I Carabinieri della Stazione di San Pietro Vernotico, al termine degli accertamenti, hanno denunciato in stato di libertà un 28enne del luogo per reiterazione nella guida senza patente. Il giovane, nel pomeriggio di ieri, nel corso di un controllo alla circolazione stradale, è stato sorpreso in una via del centro abitato alla guida di un ciclomotore Piaggio Ape 50, sprovvisto di patente di guida, mai conseguita, reiterando nella medesima condotta, già contestata dai militari del citato reparto il 10 agosto 2019. Il mezzo, sprovvisto di targa di circolazione e di copertura assicurativa, è stato sottoposto a sequestro finalizzato alla confisca.

 

 

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I Carabinieri della Stazione di San Donaci, a conclusione degli accertamenti, hanno denunciato in stato di libertà un 40enne del luogo, per guida sotto l’influenza dell’alcol e di sostanze stupefacenti. In particolare, all’alba del 7 ottobre l’uomo è stato controllato in una via del centro abitato alla guida dell’autovettura di proprietà di un familiare, in evidente stato di alterazione psicofisica e, sottoposto presso l’ospedale Perrino di Brindisi agli esami clinici finalizzati alla verifica dello stato di ebbrezza alcolica e all’eventuale uso di sostanze stupefacenti, è risultato positivo all’etanolo e all’uso di cocaina. La patente di guida è stata ritirata e l’autovettura restituita al proprietario.

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I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Brindisi hanno denunciato in stato di libertà, per furto aggravato, una 35enne del luogo. La donna, nel pomeriggio del 6 ottobre, ha sottratto vari prodotti dai banchi di vendita dell’ipermercato “Ipercoop” all’interno del centro commerciale “Le Colonne”, per poi essere fermata, dopo le barriere situate alle casse, dal personale preposto e dai Carabinieri prontamente intervenuti. La refurtiva è stata restituita al responsabile del punto vendita.

 

 

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I Carabinieri della Stazione di Ceglie Messapica hanno eseguito un’ordinanza di carcerazione, emessa dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Roma, nei confronti di DESÈ Leonardo, 59enne del luogo. L’uomo deve espiare la pena di 5 anni di reclusione, per i reati di falsità materiale e falsità ideologica commessi in Roma tra il 2007 e il 2010. L’arrestato, concluse le formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Brindisi.

 

 

 

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I Carabinieri della di Francavilla Fontana, a conclusione degli accertamenti scaturiti dalla querela presentata da una 60enne del luogo, hanno arrestato il marito 59enne, per maltrattamenti in famiglia. In particolare, in seguito a un intervento eseguito nella tarda serata di ieri presso l’abitazione familiare, richiesto dalla querelante, ha fatto emergere ripetute violenze fisiche e verbali, nell’arco temporale 2014-2020, messe in atto dal prevenuto. Nell’occorso, la donna, trasportata presso il pronto soccorso del locale ospedale civile, è stata riscontrata affetta da “trauma cranico facciale, trauma detrattivo/distorsivo polso e mano destra, trauma contusivo lombosacrale toracico posteriore e della spalla sinistra e destra”, attualmente ricoverata in attesa di ulteriori accertamenti, non in pericolo di vita. L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Brindisi.

 

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Si svolgerà dal 15 al 25 ottobre 2020 il 38° Trofeo “Dino De Guido”, torneo nazionale di 3^ e 4^ Cat. maschile e femminile. I partecipanti si contenderanno l’ambito trofeo sui campi in terra rossa del Circolo Tennis “Dino De Guido” di Mesagne; da Franco Di Meo (C.T. Bari)  che vinse la prima edizione del 1978 a Vincenzo Pastore (RM Sport Brindisi) vincitore dell’edizione 2019, sono passati  da Mesagne tutti i migliori tennisti pugliesi di questi ultimi decenni, alcuni dei quali si sono distinti anche a livello nazionale. Non meno significativa la partecipazione del mondo tennistico femminile pugliese che ha sempre qualificato positivamente tutte le edizioni del trofeo. 

Il trofeo è intitolato a Dino De Guido, grande appassionato di tennis sin da ragazzo; socio del Circolo Tennis Brindisi dal 1964 al 1975, socio del Circolo Tennis Bari nel 1973 e della Società Ginnastica Angiulli di Bari nel 1974. Illuminato ispiratore e socio fondatore del Circolo Tennis Mesagne costituito il 9 Febbraio 1974, in qualità di  Vice Presidente, contribuì  con la passione che lo contraddistingueva, alla sua  crescita. Il 1° Dicembre 1974 il Comitato centrale dei Giudici Arbitri della Federazione Italiana Tennis gli conferì la qualifica di Aspirante Giudice Arbitro. E il Comitato Regionale Pugliese della FIT lo designò Giudice Arbitro in diverse gare di Coppa Italia e Coppa “Facchinetti”.  Nel 1974 partecipò al 2° Torneo di Tennis per “Avvocati e Procuratori” organizzato dal Circolo Tennis Bari vincendo la gara di doppio maschile. Riuscì, nonostante i suoi numerosi impegni, a praticare il tennis con assidua frequenza, con la prerogativa del più puro divertimento, non tralasciando l’aspetto competitivo nel quale trasfuse tutto il suo impegno e la sua determinazione. Negli anni partecipò a molteplici tornei di tennis organizzati dai Circoli sparsi in tutta la Puglia formando una coppia affiatata nelle gare di doppio maschile con il fratello Vito. 
Grande estimatore di Nicola Pietrangeli, riuscì a coronare il sogno di vedere giocare il suo idolo nel maggio 1964, quando, nell’ambito delle manifestazioni del “Maggio Barese”, sui campi in terra battuta del Circolo Tennis Bari, si giocò l’incontro di Coppa Davis Italia – Egitto, primo turno del girone della zona europea. La squadra azzurra schierò Nicola Pietrangeli, Sergio Tacchini, Giordano Maioli e Giuseppe Merlo e vinse 4-1.
Dino De Guido, purtroppo, non riuscì a presenziare alla inaugurazione  del “suo” Circolo, con i suoi primi due campi in terra rossa, che avvenne il 31 ottobre 1976 perché, con la più profonda  costernazione di quanti lo conoscevano,  concluse a soli 28 anni la sua giovane esistenza vissuta intensamente, il 17 Marzo 1976 in seguito ad un tragica fatalità, nel mentre si accingeva a raggiungere Lecce per indossare la toga nel Tribunale di quella città. Il Circolo Tennis Mesagne, nell’Assemblea Ordinaria dei Soci del 2 Ottobre 1976, con affettuosa sensibilità, deliberò all’unanimità di intitolare il Sodalizio a Dino De Guido che da allora si sarebbe chiamato Circolo Tennis “Dino De Guido” Mesagne.
Il Circolo Tennis di Bari deliberò di intitolare a Dino De Guido il IV Torneo  riservato agli Avvocati, Procuratori e Magistrati appartenenti al Circondario del Tribunale di Bari, che si svolse dal 7 al 12 Settembre 1976; il 14 Maggio 1978 il Consiglio Direttivo del Circolo Tennis “Dino De Guido” deliberò all’unanimità di istituire il Trofeo “Dino De Guido” mettendo in palio un bellissimo trofeo in argento per il primo classificato del singolare maschile, il cui Circolo di appartenenza lo avrebbe custodito sino alla edizione successiva del Trofeo. Sono trascorsi tanti anni e il suo ricordo va restituito integro alle nuove generazioni come testimonianza di sportività, lealtà, profondo impegno sociale e umana sensibilità.
Le iscrizioni al trofeo dovranno pervenire entro e non oltre le ore 12.00 del 13 ottobre 2020.
Per informazioni e iscrizioni  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - tel. 0831 737773 – 347 0781236.