Dopo una pioggia di polemiche l’ordine del giorno per la collocazione del busto bronzeo del generale Giovanni Messe, in piazza dei Commestibili, è stato ritirato. Ufficialmente perché il Comune di Mesagne ha ricevuto dalla Curia arcivescovile di Brindisi una nota con la quale si invitava l’ente a bonificare l’area dell’aiuola prospicente la chiesa di San Cosimo a causa di infiltrazioni di acqua, lì dove doveva essere collocata la statua dell’ufficiale. Ufficiosamente la curia, inconsapevolmente, ha fornito al Comune l’occasione per glissare l’argomento divenuto piuttosto ingombrante e impopolare. Infatti, contro la collocazione del busto si erano schierati, l’Anpi, Mesagne bene comune, Pd, associazione Di Vittorio, studiosi e tanti altri. D’altronde la proposta della collocazione del busto era giunta da un manipolo di nostalgici che, pur avanzando studi sul Messe, non hanno mai potuto dimostrare, al di là di ogni ragionevole dubbio, la sua condotta trasparente prima come ufficiale e poi come politico.

L’argomento è stato rinviato a data da destinarsi. Rinviare, però, non vuol dire rinunciare. Quindi l’argomento è tutt’altro che archiviato. Il Comune, infatti, dovrà necessariamente fornire delle spiegazioni ai cittadini e agli studiosi che attendono di conoscere il perché il presidente del Consiglio comunale, che ha inserito tale ordine del giorno, non ha motivato questa sua decisione. Ed ancora il perché la commissione di storici nominata dal Comune non ha espresso pubblicamente i suoi risultati. Su quest’argomento il presidente Ture non ha inteso rilasciare nessuna dichiarazione se non quella di aver rinviato il tutto. Tuttavia, l’ampio dibattito che si è innestato in città sull’opportunità di valorizzare pubblicamente la figura del generale Messe, ultimo maresciallo d’Italia, ha aperto anche una discussione sulla toponomastica. O meglio sui nomi delle vie titolate a personaggi politici degli anni Cinquanta. A rivederne il curriculum politico e, soprattutto, le motivazioni delle commissioni che avevano proposto tali titolazioni. Insomma, lo strascico polemico che Messe si è lasciato dietro è abbastanza lungo. Pensare di chiudere qui la discussione è, al momento, impensabile. Altri studi e altre ricerche necessitano di essere esperite.

Sollecitazioni che certamente gli studiosi locali, sempre bramosi dal togliere i veli dalla storia per riportarla alla luce, non si faranno sfuggire. In primis quello di svolgere un convegno per continuare a indagare su tali personaggi che, nel bene o nel male, hanno segnato la storia nazionale del secolo passato. Nel 2000, l’allora amministrazione comunale, organizzò un convegno per far emergere ulteriori notizie sul generale Messe. Da allora sono trascorsi venti anni e tanto altro materiale è stato riportato alla luce. Atti provenienti dagli archivi storici e segreti della Gran Bretagna, degli Stati Uniti e, naturalmente, dell’Italia. Documenti che potrebbero contribuire a completare questo mosaico di macro storia rileggendo, ampliando e modificando i fatti fin qui conosciuti. In questo percorso di rilettura della storia il ruolo principale lo potrà giocare il Comune di Mesagne. Solo così ci potrà essere in città una pacificazione sociale.   

 

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Cap.1 Liliana Segre

Per provvidenziale combinazione, nel dicembre dello scorso anno, questa amministrazione  decise di conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice  Liliana Segre proprio mentre discuteva della collocazione del busto del Generale Messe. La cosa suscitò un po di scalpore, qualche sussulto di indignazione che però non sortì effetto alcuno poichè non si dolse il popolo sovrano, ne si scalfì la  determinazione dell’amministrazione di portare avanti i due obiettivi.

Io non presenziai alle sedute consiliari in cui fu conferita l’alta onorificenza alla senatrice Segre in segno di protesta e ne rappresentai le ragioni al Presidente del Consiglio con una nota in cui sostenevo che:  salire sul treno della memoria seguendo l’onda emotiva per le minacce subite dalla senatrice, mi pareva una operazione beffarda e propagandistica allestita solo per cercare di affermare un’identità  vagamente antifascista al governo in carica e per appagare il peloso campanilismo e qualunquismo di destra pure presenti nella compagine governativa.

L’antifascismo non è una medaglia da appuntare sul vestito buono per le sfilate, non è solo storia e memoria ma è pratica quotidiana: è cercare nella propria vita di respingere le tentazioni revansciste e ri-fasciste che girano anche dalle nostre parti sotto mentite spoglie. Significa opporsi alla tentazione di intendere il governo come esercizio del potere, di usare il corpo, la violenza e la propaganda come strumento di lotta politica, significa resistere alle pulsioni nazionaliste, sovraniste e discriminatorie, significa respingere gli attacchi alla costituzione repubblicana e alle istituzioni democratiche. Non mi pare che questo esercizio sia compiutamente espresso dal governo cittadino in carica, che anzi sembra essere perfettamente a proprio agio nell’uso di certi metodi e strumenti.

Il conferimento della cittadinanza onoraria  presuppone l’attivazione di un percorso di partecipazione con il corpo associativo, con i movimenti culturali cittadini affinché la comunità intera adotti ed accolga con piena consapevolezza e nel modo più degno il nuovo prestigioso “concittadino”. Niente di tutto questo è successo: solo qualche conferenza stampa unilaterale, un Consiglio Comunale ed una mesta cerimonia senza la sposa.

Eppure c’era chi aveva fatto autonomamente un serio percorso della memoria, chi sistematicamente da anni studia, approfondisce e sperimenta nei luoghi e nella carne l’obblio dell’olocausto. Sono i giovani studenti del liceo E. Ferdinando che, alla fine del loro percorso formativo, avevano in animo di ascoltare la testimonianza di Liliana Segre. Forse ci sarebbero riusciti se non ci fosse stato il “ratto della senatrice” da parte di un governo a cui non è sarà parso vero di appuntarsi la spilla dell’antifascismo a così basso costo e con  cotanta risonanza mediatica.

Cap.2 Giovanni Messe

Da quasi mezzo secolo il busto del Generale Giovanni Messe si aggira inquieto nelle vie e nelle piazze della sua città natale anni in cerca di un piedistallo che renda giustizia della sua grandezza.  Sembra un insulto averlo lasciato marcire per tanto tempo nel limbo  della contesa politica o della controversa interpretazione dei fatti. Non si può certo disconoscere che egli è stato uno dei principali protagonisti del primo novecento nei ranghi dell’Esercito Italiano. Un uomo che è riuscito a scalare tutti i gradi della gerarchia militare ricevendo dalle mani stesse di Mussolini il grado di Generale di Corpo d’Armata e la nomina prestigiosa a Maresciallo d’Italia, per lasciare infine la carriera militare con il grado di Capo di Stato Maggiore Generale dell’Esercito assegnatogli direttamente da Vittorio Emanuele.  Un militare che poteva eccepire agli ordini del suo comandante supremo (il Duce), che poteva permettersi di contrastare le strategie militari di Rommel, che aveva ricevuto le lusinghe del generale Montgomery. Un campione di strategia e organizzazione militare che si era coperto di ferite e di medaglie durante la prima guerra mondiale, che aveva fondato il glorioso corpo degli Arditi, che tante volte aveva tolto le castagne dal fuoco al suo committente in Nord Africa, in Grecia e che infine aveva comandato, fors’anche con disappunto, lo sciagurato corpo di spedizione in Russia (ARMIR).

Come mai allora con cotanta biografia e bibliografia, con una montagna di documenti impilati negli archivi militari di mezza Europa non si è ancora sciolto il nodo del busto e la sua città natale si ostina o non riconoscerli la gloria che la storia gli attribuisce?

Negli anni trascorsi si è considerato sufficientemente dignitoso e bastevole organizzare varie iniziative di approfondimento e di studio, la più importante delle quali si svolse nel 2000 la presenza delle più alte cariche dell’Esercito Italiano, di storici di sicura fama con la diffusione e pubblicazione di documenti inediti.

Si è considerato dignitoso e il pregiato lavoro dei cultori della nostra storia patria che pure hanno arricchito il corredo documentale sulla figura del generale. Inoltre si sono spese  nel tempo nobili contese storico culturali dentro e fuori dalle istituzioni. Niente di tutto questo ha portato alla determinazione di innalzare il suo busto su di un sempiterno piedistallo.

Non andò bene il mausoleo fatto costruire dai potenti governi democristiani nel piazzale della basilica del Carmine dove fu sloggiato da un nutrito drappello di comunisti inferociti, di reduci dell’AMIR, di braccianti e mezzadri coi forconi. Non è andata bene la biblioteca comunale dove pure fu destinato da una delibera del Consiglio Comunale. Non lo si è voluto al cimitero comunale,  nell’atrio del comune e in  altre cento postazioni che nel tempo si sono vagheggiate.  Come mai? Forse semplicemente perché, in altri tempi, questo avrebbe scatenato l’ira funesta dei famigliari dei morti in guerra, l’indignazione di un popolo ancora fieramente legato ai valori dell’antifascismo e del pacifismo e l’irritazione di un corpo elettorale ancora molto ideologizzato e con la memoria lunga.

 Nessuna sindaco e nessun governo finora  aveva osato sfidare l’onta di legare la storia della nostra città alla storia di un uomo di guerra, monarchico e se non fascista non certo antifascista. Nessuno ha voluto alzare un monumento ad un uomo che, anche nell’Italia repubblicana, si era distinto per il dinamismo con cui aveva cercato di costruire il fronte di una destra monarchica e reazionaria e che  forse aveva disegnato trame eversive e golpiste.

Nemmeno io, seppur pressato da una maggioranza ostile, ho assunto questa determinazione. Con metodo strumentalmente dilatorio ho fatto slittare la questione sui i binari morti di una commissione che non poteva decidere e ho prefigurato soluzioni  che non potevano essere praticate. Quindi almeno quest’onta mi deve essere risparmiata.

Oggi questo tabù si rompe senza fragore e la statua finalmente troverà la sua dimora nella piazza che fu del mercato. Quello che non è stato fatto in più di 40 anni per il rispetto dovuto alla storia e al sentimento diffuso della nostra comunità si farà adesso e sarà senza spargimento di sangue perché finalmente (sich!) i tempi sono maturi.

In questo gesto eclatante-senza clamore sta la straordinarietà del nostro sindaco che strappa in un colpo solo tutta la storia del novecento relegando definitivamente il secolo breve nell’ultraremoto e nei libri di testo. Egli segna con un tratto nero della sua matita di ferro una linea netta di demarcazione fra passato e presente ed elimina in un colpo solo tutto il retaggio degli “inutili” ideologismi del passato.

Non esiste più la destra ne la sinistra. Si può liquidare sia il fascismo che l’antifascismo in un unica soluzione,  basta il conferimento sciatto della cittadinanza onoraria a Liliana Segre ed un piedistallo per il generale Messe. Zero a zero palla al centro! Andiamo tutti allegramente verso un mondo nuovo che strizza l’occhio al pragmatismo della ragione e al qualunquismo dell’ “uomo qualunque”, un mondo  che ha come dogma il governo-potere ad ogni costo e che ha come orizzonte temporale il prossimo appuntamento elettorale. 

E’ questo l’archetipo dominante, la mossa vincente che ha consentito in Italia di sdoganare senza pudore la destra più retriva e reazionaria della nostra storia, che ha consentito ai penta stellati di stare a proprio agio sia nel governo di centro-destra che di centro- sinistra, che sta logorando la sinistra in una perenne crisi di identità. Questo è il tutto/nulla politico che ha permesso alla gioiosa macchina da guerra di Emiliano-Matarrelli-Vizzino di asfaltare tutti i potenziali competitor nella nostra provincia. Al governo dunque sempre, comunque e con chiunque sia disposto a riconoscere il potere del capo.

 E’ naturale dunque che, di fronte a questo scenario, il popolo sovrano sia ormai drammaticamente persuaso che “… sono tutti uguali,  conviene stare zitti, pedalare e scegliere bene da che parte stare” A noi “non ci resta che piangere”.

Ma in fila indiana e col cappello in mano… mai.!!!!

Pompeo Molfetta

Mesagne. Detiene in casa 103 grammi di marijuana, arrestato. I Carabinieri della Stazione di Mesagne hanno tratto in arresto in flagranza di reato un 29enne del luogo, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare, a seguito di perquisizione domiciliare eseguita con l’ausilio del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno (BA) con il cane “Fighter”, è stato rinvenuto occultato tra gli scaffali del garage, un involucro contenente 103 grammi di marijuana, posto sotto sequestro. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, concluse le formalità di rito, l’arrestato è stato rimesso in libertà.

 

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L’Amministrazione comunale di Mesagne ha deciso di collocare il busto del generale Giovanni Messe, ultimo maresciallo d’Italia, nell’aiuola di piazza dei Commestibili. La decisione di giunta sarà ratificata dal Consiglio comunale che si svolgerà giovedì 22 ottobre presso Palazzo dei Celestini, sede della municipalità mesagnese. Una decisione che, secondo l’Anpi, mal si coniuga con il deliberato di qualche mese fa in cui a Liliana Segre, ebrea deportata nei campi di concentramento nazisti, è stata assegnata la cittadinanza mesagnese. La contrarietà alla posa del busto di Messe nasce dal fatto che egli è stato un ufficiale comandante prima al servizio del re e poi di Benito Mussolini. Un dibattito che va avanti da decenni tra coloro che vogliono mettere alla gogna il generale e coloro che vogliono riabilitare tale figura di soldato a servizio della Patria, al di la di chi fosse al governo. Così, la decisione dell’Amministrazione comunale di ridiscutere di tale argomento ha fatto esplodere la protesta. In primis da parte dell’Anpi di Mesagne che si è schierata contro tale decisione.  “La scelta di inserire tale punto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale offende la storia democratica e pacifista della nostra città”, è l’incipit di una nota diffusa ieri mattina dall’Associazione nazionale dei partigiani italiani - offende tutti coloro che hanno ridato, anche con il sacrificio della propria vita, al nostro Paese la libertà, la democrazia contro ogni forma di tirannia e assolutismo; offende tutti quei giovani che credono fermamente nell’importanza della legalità, della forma Repubblicana dello Stato e di tutti i principi costituzionali”.

Per tutte queste ragioni l’Anpi di Mesagne ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale, Omar Ture, al sindaco, Toni Matarrelli, ed a tutti componenti del Consiglio, della Giunta e della maggioranza di decidere da che parte stare: dalla parte di Liliana Segre e della Costituzione o da quella del Generale Messe?”. Intanto, in città si fa strada la proposta di chiedere il ritiro di tale ordine del giorno e di archiviare definitivamente il “Caso Messe”. “Mentre solo pochi mesi fa il Consiglio comunale di Mesagne conferiva la cittadinanza onoraria proprio alla senatrice Liliana Segre, quale simbolo e testimonianza di tutti coloro che sopravvissero alle barbarie nazi-fasciste; mentre Mesagne è riuscita, in meno di un anno, a ricostituire una sede locale dell’Anpi, riunendo oltre 100 consociati che nei valori e nei principi della pace, della libertà, della democrazia e dell'antifascismo si riconoscono; mentre a livello mondiale, nazionale e locale aumenta il bisogno di far conoscere anche ai più giovani i sacrifici umani di coloro che sono morti per la libertà, il presidente del Consiglio comunale, Omar Ture, convoca il sindaco ed i consiglieri per la seduta del 22 ottobre 2020, inserendo all’ordine del giorno anche il punto: “Giornata commemorativa in onore del maresciallo d’Italia Giovanni Messe e individuazione sito per la collocazione del busto", è scritto nella nota dell’Anpi. Tuttavia, il “caso Messe” ha creato una frattura anche tra gli storici poiché ci sono coloro che vogliono recuperare la figura del generale e coloro che lo vogliono continuare a studiare senza, al momento, nessun riconoscimento pubblico.

 

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Una commissione dell’Unesco, nei giorni scorsi, è stata segretamente a Mesagne per valutare la candidatura dell’antica Via Appia a patrimonio dell’umanità. Ha effettuato vari sopralluoghi, sia alla necropoli messapica urbana sia al museo. Infine, ha terminato il suo tour esplorativo a Muro Tenente dove ha fotografato, catalogato e constatato i resti di quella che si ritiene essere il tratto brindisino della “Regina Viarum”, che collegava Roma a Brindisi. La commissione, volutamente, non ha incontrato nessun amministratore poiché questo sarà materia del secondo step dei lavori. L’unica cosa certa è che gli esperti dell’Unesco sono rimasti piacevolmente colpiti dall’enorme patrimonio storico culturale presente nella cittadina messapica e la sinergia di lavoro esistente tra le due amministrazioni, Latiano e Mesagne, per la gestione del Parco archeologico. La visita della commissione dell’Unesco segue a pochi giorni quella del direttore del Parco archeologico dell’Antica Via Appia di Roma, Simone Quilici, responsabile del progetto di valorizzazione dell’antico tracciato viario che collegava Roma con Brindisi.

Dunque, la commissione Unesco sta valutando la candidatura della via Appia antica a divenire patrimonio dell’umanità. Il parco archeologico di Muro Tenente, ricadente con la Via Appia in proprietà comunali, potrebbe rientrare nello studio di fattibilità. Tutti gli altri tratti di via Appia individuati, infatti, ricadono per gran parte in proprietà privata e non sono gestiti, mentre altri ricadono in aree per lo più compromesse dal punto di vista paesaggistico. Fin dal 2006 la Via Appia Antica, la prima e più importante delle grandi strade costruite dai romani, si trova nella “tentative list” dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco) con lo scopo di entrare di diritto nel registro delle aree riconosciute come patrimonio dell’umanità.

Oggi, la procedura per la candidatura della Via Appia Antica a patrimonio mondiale dell’Umanità entra nel vivo tanto che alcuni componenti dell’ufficio Unesco del Mibact, la commissione che gestisce le richieste di nuove candidature italiane per l’iscrizione dei siti nella lista del patrimonio mondiale, assieme ad alcuni funzionari della Soprintendenza di Lecce, hanno visitato Mesagne e, in particolare, il Parco archeologico di Muro Tenente accompagnati dall’archeologo Christian Napolitano. L’antica arteria di collegamento tra Roma e Brindisi fu realizzata a partire dalla fine del IV secolo a.C., nel 312, per volere dal censore Appius Claudius Caecus, da cui prese il nome. I lavori per la costruzione della Via Appia Antica si conclusero in un momento non meglio precisabile del II secolo a.C., quando la Via completò il suo percorso raggiungendo Brindisi. Grazie alla Tabula Peutingeriana, un itinerario stradale del IV secolo d.C., sappiamo che la Via Appia, nel suo ultimo tratto, uscendo da Taranto si dirigeva verso una stazione di sosta nota come Mesochorum, in territorio di Grottaglie, attraversava il territorio attualmente amministrato da Francavilla Fontana, passava da Oria e continuava verso Brundisium dopo aver superato un’ultima stazione di sosta riportata con il nome di Scamnum, comunemente identificata con l’area archeologica di Muro Tenente, in territorio di Mesagne.

 

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giro ditalia 2020 1Grande festa sportiva ieri pomeriggio a Mesagne per il passaggio del Giro d’Italia, il “Giro della rinascita dopo il lockdown primaverile, che ha fatto tappa a Brindisi. La città si è vestita con i colori rosa in onore dei corridoi che hanno sfrecciato, sembra che sia stata la tappa più veloce della storia del Giro, sulla lingua d’asfalto, in parte scosceso, a oltre 55 chilometri orari. La macchina logistica ha funzionato benissimo, nulla è stato lasciato al caso. In campo molti dipendenti dell’area tecnica comunale. Piena soddisfazione degli amministratori locali e della tanta gente che, mascherina sul naso e bocca, diligentemente ha assistito alla corsa autunnale del Giro.

giro ditalia 2020 2In piazza Vittorio Emanuele II erano stati collocati migliaia di palloncini rosa che al passaggio del giro si sono librati ina aria. La coreografia è stata curata dall’assessore all’Ambiente ed Ecologia, Maia Teresa Saracino. Il costo complessivo del restyling dell’asfalto, palloncini e vari altri addobbi è stato di circa 40 mila euro, per 15 secondi di passaggio dei ciclisti. In contropartita la città è stata vista in televisione da milioni di spettatori del villaggio globale. Insomma, si potrebbe dire soldi ben spesi per un evento planetario. “Il passaggio del Giro d’Italia è stato molto più che un avvenimento sportivo – ha spiegato il sindaco Matarrelli - la carovana rosa si è portata dietro da oltre un secolo la storia culturale del nostro Paese e molti suoi protagonisti sono divenute icone di un’Italia che sulla fatica e sul sacrificio di quegli eroi in bicicletta ha tratto spesso ispirazione nei momenti di maggiore difficoltà”. Ieri, dopo 49 anni, il Giro ha attraversato di nuovo Mesagne.

mesagne giro ditalia 2020 1Tra i protagonisti della macchina organizzativa c’è l’assessore ai Lavori pubblici, Roberto D’Ancona. È una stata una giornata di festa, di colore e di allegria - ha sottolineato l’assessore - siamo contenti di essere stati coinvolti dal passaggio del Giro. Posso dire che è stata una avventura planetaria poiché ci hanno guardato in mondovisione. La nostra città ha avuto un’immagine mondiale, anche se per una manciata di minuti. Fortunatamente è andato tutto bene”. E sulle fonti di finanziamento delle opere di restyling e acquisto del materiale necessario per l’allestimento della città per il passaggio della carovana ciclistica, D’Ancona, ha aggiunto: “Abbiamo realizzato il tutto con risorse del Comune per una somma complessiva di 40 mila euro. Non abbiamo avuto soldi da nessuno. Siamo contenti di questo investimento poiché il ritorno turistico sarà enorme”. Per il presidente del Consiglio, Omar Ture, appassionato di ciclismo “il Giro d’Italia è l’evento più importante della storia sportiva del nostro Paese. Vederlo passare dalla nostra città è un’emozione enorme”.

mesagne giro ditalia 2020 2mesagne giro ditalia 2020 3Il sindaco Matarrelli, in “maglia rosa”, ha assistito al Giro in prima fila. “Siamo orgogliosi che abbiamo avuto questa opportunità”, ha spiegato -. Il Giro è visto in 198 Paesi del mondo, tra cui America e Cina, con centinaia di milioni di persone che guardano l’evento sportivo, certamente il più importante insieme al Tour de France. E’ una grande opportunità e pubblicità per la nostra città. Certo abbiamo pagato un prezzo per qualche disagio dettato, però, dalle norme antiterrorismo. Un piccolo disagio per una grande festa e un’immensa vetrina. Sono moto felice anche perché tutti hanno compreso la necessità di indossare la mascherina anticontagio”. (Un grazie agli amici Tonino Calabrese, Davide Marti e Samuele Carlucci)

La città di Mesagne non è arrivo della settima tappa Matera-Brindisi, ma si è ugualmente vestita a festa per accogliere la carovana del Giro d’Italia di ciclismo che intorno alle ore 16 sfreccerà su via Marconi prima di prendere la statale 7 e giungere a Brindisi. Innanzitutto diverse attività commerciali della città hanno allestito in rosa le vetrine. Dai salumieri agli atelier, poi c’è il negozio di articoli sportivi, Legea di Giovanni Guarini, che ha preparato una maglia rosa con la scritta “Bentornato Giro d’Italia – Mesagne 9 ottobre 2020”. Un gadget davvero simpatico per ricordare il passaggio dei corridoi.

Un evento sportivo che resterà iscritto negli annali della storia della città. Anche il Comune ha, naturalmente, incentivato e partecipato l’evento sportivo vestendo di rosa il sito web ufficiale. Sullo stesso sito sono state inserite tutte le informazioni necessarie, per pedoni e automobilisti, al fine di non incappare nella “bolgia” frenetica della “zona rossa” dove dalle ore 6 alle ore 17 è inibito completamente il transito dei mezzi. Alcune piantine aiutano a districarsi nei percorsi alternativi. Sono impegnati in prima linea la protezione civile e il comando di polizia locale. Invece, polizia e carabinieri sono stati dislocati nei punti nevralgici della città in servizio anticrimine. Le due testate giornalistiche locali, Qui Mesagne e il Gazzettino di Brindisi, trasmetteranno in diretta streaming, dalle ore 13,30, le fasi della corsa commentando l’evento con sportivi, politici e semplici cittadini. Gli indirizzi su cui collegarsi sono www.quimesagne.it e www.ilgazzettinodibrindisi.it. Per l’occasione l’Enac, per ragioni di sicurezza, ha vietato l’utilizzo di droni per le riprese del Giro d'Italia. Sono consentite solo le foto e le immagini dal basso con videocamere e telefonini, ma non dall'alto. Inoltre, oggi il sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli, ha emesso un’ordinanza di chiusura per tutte le scuole cittadine. Inoltre, l’ufficio Ecologia e Ambiente ha disposto per l’intero territorio comunale, le scuole e gli immobili comunali, gli interventi di derattizzazione. Intanto, alcune proteste si sono registrate ieri mattina da parte di automobilisti bloccati su via Marconi a causa dei lavori di asfalto dell’arteria su cui oggi passerà la carovana del Giro. “Lavori eseguiti di giorno nel pieno del transito veicolare.

Forse - hanno fatto notare alcun automobilisti – questi lavori andavano fatti di notte, quando il traffico è minore”. Altro gap è stato “l’assenza di vigili su tale arteria in maniera tale che potessero decongestionare il traffico”. Ma la carenza di presenza di vigili in città è un problema che i cittadini sollevano ogni giorno. “Più volte le varie Amministrazioni che si sono susseguite alla guida della città hanno promesso di farsi carico di questo problema, purtroppo con vani risultati giacché al momento il gap resta”, hanno spiegato altri cittadini. Per la verità la città ha sperato tanto che il nuovo comandante, Teodoro Nigro, potesse dare una svolta alla gestione del corpo. Inversione che, al momento, non c’è stata. Ma questa è un’altra storia. Buon Giro Mesagne.

 

 

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Venerdì 9 ottobre questa provincia sarà interessata dal transito con arrivo in Brindisi della 7^ tappa  del Giro d’Italia, per un percorso complessivo di Km 52, di cui 43 di strada Statale 7 (Taranto –Brindisi) Proveniente da Grottaglie (TA) la carovana percorrerà la SS7 direzione Brindisi, attraverserà il centro abitato di Francavilla Fontana, di Mesagne e di Brindisi con tappa di arrivo in via Palmiro Togliatti. La carovana dei concorrenti è preceduta dal giro “E” Bike Grottaglie Brindisi, manifestazione ciclistica non competitiva con biciclette a pedalata assistita.

Il tratto di competenza della provincia di Brindisi, sia per la carovana dei professionisti che per il Giro “E” ha inizio al Km 670.030 della SS7 (Taranto- Brindisi) ricadente nel comune di Villa Castelli e termina nel centro abitato di questo Comune.

L’intera manifestazione si svolge a traffico chiuso, ovvero le strade interessate dal percorso di gara saranno chiuse al  traffico veicolare e ai pedoni in ambedue i sensi di marcia.  In particolare la SS7 vedrà interdetta la circolazione sia in direzione Brindisi sia in direzione Taranto rispettivamente dal Km 670.030 (limite di provincia) sino al termine della stessa al  Km713.350 (raccordo con la Statale 16, variante in agro del Comune di Brindisi) e viceversa.

Percorso di Gara con interdizione al traffico veicolare e ai pedoni dalle ore  11.30 sino a cessate esigenze (all’incirca ore 17.00).

Strada Statale 7 direzione Brindisi Km 670.030 Comune di Villa Castelli, sovrappasso ferrovia, svincolo per Francavilla Fontana SP26, centro abitato Francavilla Fontana (via Ceglie, via G. di Vagno, via San F. di Assise, rotatoria via Nicolò De Reggio, S.P.4bis rampa) prosegue SS7 fino allo svincolo Mesagne Ovest, sovrappasso Ferrovia S.P45 centro abitato Mesagne ( via Marconi, via Brindisi, rampa ingresso SS7) prosegue SS7 sino a Brindisi svincolo Sant’Elia, rotatoria – sottopasso ss16 variante centro abitato Brindisi (via Appia, via Tor Pisana, rotatoria-viale Commenda, via Tirolo, rotatoria-via Tirolo, viale Aldo Moro, via Palmiro Togliatti)

Non sarà consentito l’accesso sulla SS7 dagli svincoli ricadenti nel tratto di Strada Statale interessata dal percorso di gara (direzione Brindisi / Taranto dal Km.670.30 al Km. 713.350 e viceversa)

In particolare:

TERRITORIO COMUNE VILLA CASTELLI

- SS7 svincolo Villa Castelli - direzione Brindisi e direzione Taranto

 TERRITORIO  COMUNE DI FRANCAVILLE FONTANA

- SS7 svincolo zona indust.2 direzione Brindisi e direzione Taranto

- SS7 Svincolo Francavilla zona indust 1 Direz. Brindisi e direzione Taranto

- SS7 svincolo Francavilla/Svincolo Villa Castelli dir Bindisi e direzione Taranto

- SS7 svincolo FrancavillaNord / SP26 Ceglie direz Brindisi

- SS7 (ricadente percorso di gara) direz. Taranto

- SS7 svincolo Francavilla  centro dir. Br

- SS7 svincolo San Vito Ostuni   direzione Ta

          Centro Abitato Francavilla Fontana

 Prosegue raccordo via Appia-SS7

- SS7 svincolo Francavilla EST

- - SS7 svincolo Francavilla F. est Brindisi/Taranto  

TERRITORIO COMUNE DI ORIA

- SS.7 svincolo Oria direzione Brindisi e direzione Taranto

TERRITORIO COMUNE DI LATIANO

- SS7 svincolo Latiano Ovest direzione Brindisi e direzione Taranto

- SS7 svincolo zona artigianale Latiano direzione Taranto

- SS7 svincolo Latiano centro direzione Brindis e direzione Taranto i

- SS7 svincolo Latiano est direzione Brindisi e direzione Taranto                      

TERRITORIO COMUNE DI MESAGNE

- SS7 svincolo Mesagne Ovest termine SP45 /SS7

- strada raccordo SP45 e SS7 inters. Via vecchia Latiano  

- strada raccordo SP45 e SS7  inters. Via vecchia Ceglie

- strada complanare est SS7 inters. canalizzata Taranto/ Brindisi

          Centro abitato  Mesagne

prosegue

- SS7  svincolo Mesagne /San Vito dei N.ni   direzione Brindisi e direzione Taranto

- SS7 svincolo Mesagne centro direz Brindisi

- SS7 svincolo Mesagne Est direzione Brindisi e direzione Taranto

- SS7 svincolo Mesagne Z.I direzione Brindisi e direzione Taranto

 

TERRITORIO COMUNE DI BRINDISI

- SS7 svincolo San Donaci dir Brindisi e direzione Taranto

- SS7 svincolo Restinco   dir Brindisi e direzione Taranto

- SS7 svincolo centro commerciale dir. Brindisi e direzione Taranto

- SS7 svincolo Sant’Elia direz Brindisi

- SS7 svincolo presidio ospedale  direz. Taranto

- SS7 corsia decelerazione e raccordo SS16 variante

- SS16 variante Nord e variante Sud

- strada complanare nord della SS16 variante

- SS16 variante svincolo Sant’Elia

- strada comunale via Cappuccini/strada per lo Spada

  Centro abitato Brindisi

 

           

 

Veicoli provenienti da Lecce e diretti a Taranto

Per i veicoli che percorrono la Strada Statale 613 direzione Nord, provenienti da Lecce e diretti a Taranto è: svincolo San Pietro Vernotico, SP.86 direzione verso il centro abitato dello stesso San Pietro Vernotico. Percorse le strade comunali proseguire sulla strada provinciale 75 attraversando i comuni di Cellino San Marco, San Donaci sino a San Pancrazio Salentino, proseguire per la SS7 Ter direzione Taranto.

VIABILITA’ ALTERNATIVA ALLA SS.7  -  LECCE-TARANTO

                               

Veicoli provenienti da Brindisi e diretti a Taranto

Per i veicoli provenienti dal centro abitato di Brindisi, dalla Strada Statale 379 e dalla SS.613 e diretti a Taranto in alternativa alla Strada Statale 7 (Brindisi-Taranto), proseguiranno sulla SS.379 (Brindisi-Fasano-Bari) a seguire SS.16 (direzione Bari) sino all’innesto della Strada Statale 172 Dir (agro di Fasano) direzione Taranto.

Confine Provinciale Br/Ba, Locorotondo  S.S.172 Dir, Circonvallazione tratto Martina Franca - Fasano S.S. 172,  Martina Franca S.S. 172.

VIABILITA’ ALTERNATIVA ALLA SS.7 -  BRINDISI - TARANTO

Veicoli provenienti da Taranto e diretti a Brindisi

 

S.S. Km 652+500 (Svincolo 7/7 Ter), S.P. Punta Penna Pizzone S.S. 172, Martina Franca Ex S.S. 581, Confine Provinciale Ta/Br, Ceglie Messapica Ex S.S. 581, San Michele Salentino S.P. 30, San Vito dei Normanni Ex S.S. 16, Brindisi Innesto S.S. 379

VIABILITA’ ALTERNATIVA ALLA SS.7 “APPIA” -  TARANTO-BRINDISI

 

 

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A quattro giorni dal passaggio del Giro d’Italia la città di Mesagne si sta preparando all’evento per non lasciare nulla al caso. In questi giorni, ad esempio, l’assessore ai Lavori pubblici, Roberto D’Ancona, ha trovato i soldini per far asfaltare, con degli ampi rattoppi, via Guglielmo Marconi, l’asse viario principale su cui transiterà il Giro. Inoltre, il sindaco Matarrelli ha emesso un’ordinanza di chiusura di tutte le scuole cittadine al fine di evitare intasamenti all’uscita dei ragazzi giacché coincide con l’orario di passaggio dei corridori. Infine, nel castello Normanno-Svevo è stata allestita una mostra documentaria sulla storia della bicicletta. “Inizialmente la città di Mesagne non era interessata dal percorso del Giro d'Italia poi, a settembre inoltrato, ci hanno informato della variazione di percorso”, ha spiegato l’assessore D’Ancona -. Comunque, anche se impegnati con la riapertura delle scuole, non ci siamo fatti sfuggire l'occasione e abbiamo attivato subito un percorso di messa in sicurezza, per quanto possibile, della strada interessata al passaggio. Sono sicuro che sarà una bella giornata di festa dello sport, anche se inattesa”.

E sul fronte della sicurezza il sindaco Matarrelli ha ritento di emettere un’ordinanza di chiusura delle scuole.  “Ho emesso l’ordinanza di chiusura delle scuole – ha spiegato - in considerazione che per permettere lo svolgimento della gara in sicurezza alcune strade urbane saranno interdette alla circolazione veicolare, tramite l’adozione di specifici e successivi provvedimenti, con importanti difficoltà del transito della città e conseguente sovraccarico e intasamento della viabilità circostante e cittadina in generale”. Il percorso del Giro interesserà via Brindisi e via Marconi nella loro interezza, “costituendo le stesse importante asse viario, con ripercussioni notevoli per i movimenti di persone e veicoli, resi problematici dalle limitazioni del traffico locale connesse alla chiusura contestuale di numerose traverse collegate”, ha precisato il primo cittadino. L’orario di modifica della viabilità ordinaria di venerdì 9 ottobre 2020, infatti, coinciderà con quello dell’uscita delle scuole di fine mattinata e ciò comporterà che parte delle stesse non saranno raggiungibili con i veicoli. “L’eccezionalità dell’evento fa ritenere necessario disporre la chiusura straordinaria delle scuole cittadine, di ogni ordine e grado, ubicate nel territorio del Comune di Mesagne”.

MAPPA GIRO DITALIA 2020Un motivo in più per il mondo scolastico di partecipare, in sicurezza, all’evento sportivo. L’ultima volta che il Giro d’Italia è passato da Mesagne è stato 49 anni fa, quando i ciclisti partirono da Brindisi per giungere a Bari. Nel 1973 la città fu interessata dal passaggio del Giro di Puglia. L’anno dopo, nel 1974, il Giro di Puglia attraversò nuovamente Mesagne per la tappa partita da Monteroni con arrivo ad Ostuni, lunga  210 chilometri. E finalmente nel 1975 la città di Mesagne fu tappa di arrivo del 4° Giro di Puglia, partito da Taranto. Il Giro di Puglia attraversò Mesagne nuovamente nel 1984 e nel 1990.

 

 

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Venti di protesta ieri mattina a Mesagne da parte di alcuni operatori ecologici avventizi, di cui uno si è incatenato al cancello del deposito della nettezza urbana, poiché la nuova ditta, che il 1° ottobre scorso è subentrata nell’appalto, non li ha riassunti. Si tratta di operatori precari che da diversi anni lavorano a tempo determinato nelle varie ditte che si sono alternate nel servizio di raccolta dei rifiuti. L’Amministrazione comunale, da parte sua, ha spiegato che la ditta subentrante ha adottato procedure chiare, trasparenti, e concordate con le organizzazioni sindacali nell’assunzione del personale necessario. Dunque, dal 1° ottobre scorso il servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e conferimento rifiuti solidi urbani è gestito dalla Tekra Srl di Angri, in provincia di Salerno, per un periodo di due anni, rinnovabile per un terzo, per un importo complessivo di 6 milioni 654 mila 121 euro.

Grazie alla clausola di salvaguardia il personale assunto a tempo indeterminato è stato riassunto dall’azienda subentrante. Per l’assunzione del personale a tempo determinato le ditte utilizzano, secondo le necessità temporali, una graduatoria esistente presso il Comune. La Tekra Srl, da questa graduatoria, ha già attinto per assumente 7 operai a tempo determinato per coprire alcuni servizi territoriali. Da qui la protesta dei tre operai che non si sono sentiti esclusi e non riassunti dal nuovo datore di lavoro. “Sono dieci anni che lavoro a tempo determinato con la promessa di essere assunto, non voglio aspettare qui altri anni mentre gli altri fanno i cavoli loro”, ha spiegato Emilio Profilo che, ieri mattina, in forma di protesta si è incatenato a una inferriata del deposito dei mezzi della nettezza urbana. Profilo ha contestato anche il fatto di non essere stato aggiornato sulle nuove trattative. Accanto ad Emilio c’è Ugo che ha tenuto a sottolineare come “negli ultimi anni diversi operatori ecologici sono andati in pensione e non sono stati mai rimpiazzati con altro personale a tempo indeterminato”.

Infine, Mino Quaranta, rappresentante sindacale dei Cobas, ha tenuto a sottolineare che “con l’azienda appena insediatasi abbiamo riscontrato delle difficoltà organizzative per ciò che riguarda l’inquadramento delle attività. Circostanza che vogliamo approfondire con i responsabili aziendali e con l’Amministrazione comunale per conoscere quali sono i margini esistenti per risolvere queste situazioni”. Sulla vicenda è intervenuta l’assessora all’Ecologia e Ambiente, Maria Teresa Saracino: “Le assunzioni sono state precedute da accordi sindacali e sono contenute in un verbale siglato dalle parti in causa. Per ciò che riguarda le assunzioni dei precari esse avvengono dallo scorrimento di una graduatoria stilata da tempo. Il tutto nella massima trasparenza e legalità”. Infine, i netturbini assunti con la precedente azienda a tempo indeterminato sono trepidanti perché a ieri non hanno ancora ricevuto l’ultimo stipendio, i rati della tredicesima e il trattamento di fine rapporto.   

 

 

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