Mesagne. Le terme romane entrano nel patrimonio comunale

Agosto 08, 2025 696

Dopo quattordici lunghi anni di attese, speranze e battaglie civiche, finalmente le antiche terme romane di contrada Malvindi, in territorio di Mesagne, saranno patrimonio di tutti. Un traguardo storico per la città di Mesagne, frutto di un lavoro paziente e determinato portato avanti dalle istituzioni locali e, prima ancora, da quei cittadini che per primi sollevarono l’attenzione sul degrado dell’area. Era il 12 giugno 2011 quando si svolgeva il “Malvindi Day”, una manifestazione simbolica ma significativa, che vide un centinaio di mesagnesi guidati da Mimmo Stella – allora presidente del Comitato civico “Terra di Mesagne” – chiedere a gran voce la tutela e la valorizzazione di un sito archeologico straordinario ma abbandonato. Oggi quel grido è stato finalmente ascoltato. Le terme romane, situate lungo la provinciale che collega Mesagne a San Pancrazio Salentino, sono ufficialmente entrate a far parte del patrimonio comunale grazie a un accordo di acquisizione con la proprietà, la società Ital Green Energy Srl, con sede legale a Venezia e sede amministrativa a Monopoli. A sancire questo passaggio fondamentale è stata la mediazione del sindaco Toni Matarrelli e del consulente per i Beni culturali Mimmo Stella, ancora una volta protagonista di questa lunga battaglia culturale. Ma le buone notizie non finiscono qui. L’area termale sarà oggetto di una campagna di scavo archeologico e di un intervento di ristrutturazione, resi possibili grazie ai ristori economici derivanti dall’impianto agrivoltaico situato in contrada Moreno. Un progetto importante che ha ricevuto il placet della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, a testimonianza del valore storico e culturale dell’iniziativa. Le terme, databili tra il I e il IV secolo d.C., rappresentano un vero e proprio gioiello dell’architettura romana.

L’impianto termale conserva ancora oggi la sua struttura originale, articolata nei tre ambienti classici: il calidarium, la sala dei bagni caldi e di vapore, riscaldata attraverso un sofisticato sistema di circolazione del calore sotto il pavimento (sospeso tramite le suspensurae); il tepidarium, destinato ai bagni tiepidi; e il frigidarium, dove sono ancora visibili i resti di una vasca utilizzata per i bagni freddi. Particolarmente significativo è il mosaico pavimentale rinvenuto durante le precedenti ricognizioni, oggi conservato nel deposito del Museo Archeologico di Mesagne. La prospettiva di una nuova campagna di scavi fa ben sperare in ulteriori scoperte. Non va dimenticato, infatti, che a poca distanza dall’impianto termale, alcuni decenni fa, venne individuata una necropoli romana: un indizio importante che potrebbe suggerire la presenza di un più ampio insediamento umano nell’area, ancora in parte da esplorare. Il progetto di valorizzazione ha coinvolto anche l’assessore all’Urbanistica Francesco Rogoli e l’architetto Marta Caliolo, dirigente dell’ufficio tecnico comunale. La sinergia tra amministrazione, tecnici e cittadini ha permesso di raggiungere un risultato che non è soltanto simbolico, ma rappresenta un’autentica rinascita per un bene storico rimasto troppo a lungo nell’ombra. Le terme di Malvindi, oggi, non sono più solo un frammento del passato: tornano a essere parte viva della storia di Mesagne, pronte a raccontare ancora molto del nostro patrimonio e a diventare volano di cultura, conoscenza e identità per le future generazioni.

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