Muro tenente è Scamnum? La via Appia c'è
Se prima erano dei solidi sospetti adesso c’è l’imprimatur della Soprintendenza ai beni storici: il tracciato rinvenuto nel parco archeologico di Muro tenente, 31 ettari in agro di Mesagne e Latiano, è parte integrande della rete stradale appartenente all’antica via Appia, la Regina viarum. C’è di più. I saggi effettuati per supportare gli studi hanno fatto emergere dei tratti di strada glareata, ossia costituita da pietre di piccolo pezzame compattate tra loro blocchi lapidei parallelepipedi, uniti uno di fila all’altro a formare un cordolo continuo leggermente rialzato rispetto al piano viario vero e proprio, con la principale funzione di contenere lateralmente il corpo stradale, tra i migliori rinvenuti fino adesso. Ha una larghezza di oltre cinque metri ed è inquadrabile nel II secolo a. C.. Inoltre, durante gli scavi è stato rinvenuto un sesterzio, di età repubblicana, che ha permesso di datare con precisione il periodo in cui la strada è stata fruita. Inoltre, al di sotto del tracciato viario rinvenuto all’esterno del parco sono stati notati dei resti di un altro insediamento, molto più antico, su cui gli archeologi svilupperanno gli studi. A seguire i saggi, su delega della Soprintendenza, è l’archeologo Christian Napolitano.
“Nel 2019 sono stati intercettati all’esterno del parco i resti di una strada il cui tracciato sembra che entrava e usciva dalla città antica – ha spiegato l’archeologo – questo rinvenimento ha permesso alla Soprintendenza di avviare lo scavo di due saggi per verificare i sospetti. E avevamo ragione poiché è stata intercettata una strada glareata, in cui sono presenti i solchi carrai, con direzione di marcia verso Oria. Tutto ciò che abbiamo rinvenuto sono elementi coerenti con la tipologia di costruzione adottata per l’Appia”. Poi scherzosamente ha aggiunto: “Naturalmente fino a quando non troveremo una pietra miliare con la scritta “Appia”, non scioglieremo mai la riserva”. Per la direttrice scientifica, Annalisa Biffino, della Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo, si tratta di una “strada ben strutturata, ben costruita che ci fa pensare che faccia parte del sistema Appia, con buone probabilità che si tratti dei resti dell’antica strada che portava da Roma a Brindisi toccando l’antico sito di Scamnum”. Anche il sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli, è particolarmente euforico della conferma che si è di fronte a una scoperta storica eccezionale.
“Questi saggi hanno un’importanza straordinaria poiché, pur non avendo certezze totali che si tratti della via Appia, intesa come tracciato principale, tuttavia ci confermano che il tracciato si inquadra nella sua rete stradale. Adesso, sulla base dei rinvenimenti, gli archeologi avanzeranno le loro considerazioni. Se si tratterà della via Appia sarà un evento straordinario poiché valorizzerà ancor più questa zona storica”. Il sindaco ha poi voluto sottolineare la sinergia di intenti esistente tra le Amministrazioni di Latiano e Mesagne per la gestione dell’area. Infine, il Comune di Mesagne sta valutando l’opportunità di acquisire nel proprio patrimonio immobiliare l’area esterna al parco in cui è stato rinvenuto una parte, ben conservata, del tracciato della via consolare romana.
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