Redazione

FlixBus amplia le tratte con la provincia di Brindisi e la Puglia per supportare il turismo sul territorio. Al via le prime rotte regionali: i turisti potranno raggiungere Brindisi in FlixBus anche dall’aeroporto di Palese e da Lecce. Cinque le località servite nel Brindisino, dalla costa alla Valle d’Itria al Salento. L’MD Incondi: «Puglia terra di affascinante varietà su cui continuare a investire». 

FlixBus punta nuovamente sulla Puglia per l’estate 2022, consolidando la propria rete anche in provincia di Brindisi.

Tale potenziamento si riflette su due livelli: da un lato, la società inaugura le primissime rotte regionali tra Brindisi, Bari e Lecce ; dall’altro, amplia le tratte interregionali attive con la provincia.

Prime rotte regionali: Brindisi è ora raggiungibile dai turisti anche da Bari e Lecce.

Grazie ai primissimi collegamenti regionali operativi con Brindisi, i turisti in arrivo sul territorio pugliese potranno raggiungere facilmente la città a bordo degli autobus verdi anche da Bari Palese, il principale scalo aeroportuale regionale, e da Lecce, punto di partenza ideale per quanti questa estate sceglieranno di trascorrere le vacanze in Salento.

Nel dettaglio, saranno operativi ogni giorno fino a 4 collegamenti diretti fra l’aeroporto di Palese e Brindisi e fino a 17 fra Lecce e Brindisi, con la possibilità di intercettare i passeggeri in transito dallo scalo barese e dal capoluogo salentino in varie fasce orarie, accompagnandoli alla fermata di Via Galanti.

Il lancio, da parte di FlixBus, di collegamenti diretti fra Brindisi, Bari e Lecce rientra nell’ambito di un più ampio potenziamento di rete in Puglia, con l’istituzione di rotte regionali tra vari capoluoghi di provincia. Tali collegamenti consentiranno di moltiplicare gli itinerari possibili all’interno della regione, favorendo la circolazione dei visitatori sul territorio per valorizzarne al meglio il vasto patrimonio storico-culturale e paesaggistico, in linea con la visione di un turismo di prossimità fondato sull’esplorazione immersiva del territorio e sull’esaltazione delle sue specificità.

A trarre vantaggio da questa novità saranno soprattutto i visitatori provenienti dall’estero, che grazie al sistema di prenotazione di FlixBus, già noto a livello internazionale e disponibile in 30 lingue anche su sito e app, potranno prenotare facilimente i propri spostamenti anche fra Bari e la provincia di Brindisi, oltre che raggiungere quest’ultima dalle altre regioni, come da sempre.

«Sin dall’inizio abbiamo colto l’opportunità di investire sulla Puglia, terra di affascinante varietà strategica per il turismo, ampliando negli anni la nostra rete interregionale per offrire una soluzione di viaggio green, sicura e capillare a un numero sempre maggiore sia di residenti che di visitatori», ha dichiarato Andrea Incondi, Managing Director di FlixBus Italia. «Ora, con le prime rotte regionali, vogliamo accompagnare le persone ancora più a fondo alla scoperta del territorio pugliese, facendo la nostra parte per esaltarne l’immenso potenziale e valorizzarne al meglio tutte le sfumature».

           

Cinque le città servite in provincia, dal litorale adriatico alla Valle d’Itria al Salento

Contemporaneamente al lancio delle prime tratte regionali, FlixBus potenzia le rotte interregionali attive con il Brindisino, ampliando le connessioni esistenti con cinque località.

Nell’ambito di questo potenziamento, la società si focalizza non solo sul capoluogo e sul litorale adriatico, consolidandosi a Fasano e Ostuni, ma anche sull’entroterra, dove gli autobus verdi raggiungono Ceglie Messapica e Francavilla Fontana, offrendosi come soluzione di mobilità per chi desidera raggiungere la Valle d’Itria e l’Alto Salento brindisino.

Del potenziamento in corso potranno infatti beneficiare non solo i turisti diretti nel Brindisino, ma anche i passeggeri in partenza dalla provincia, che potranno raggiungere direttamente ancora più destinazioni in tutta Italia, oltre che arrivare, con un solo cambio, in molte città estere grazie alle interconnessioni potenzialmente infinite disponibili all’interno della rete europea di FlixBus.

  • Brindisi: oltre 30 città collegate. Fino a 7 tratte al giorno con Roma, 5 con Napoli e 3 con Milano

Con più di 30 città direttamente collegate in tutta Italia, Brindisi si riconferma nuovamente un nodo strategico per le tratte interregionali operative con la Puglia. Grazie al potenziamento di rete attuato da FlixBus, aumenta la frequenza quotidiana dei collegamenti con città come Roma (collegata fino a 7 volte al giorno) Napoli (fino a 5) e Milano (fino a 3).

Fra le altre città direttamente connesse con la fermata di Via Galanti, vi sono Torino, Bologna, Firenze, Potenza e Palermo, e città d’arte come Caserta, Siena, Parma e Catania.

  • Costa: servite Ostuni e Fasano. Il litorale adriatico collegato con tutta Italia da Sud a Nord

Anche questa estate FlixBus continuerà a servire Ostuni e Fasano con la propria rete di tratte interregionali, garantendo l’operatività dei corridoi attivi con le grandi città del Centro-Sud e del Nord Italia. Entrambe le località beneficiano di connessioni dirette con città come Roma, Napoli e Caserta, a cui si aggiungono quelle attive tra Fasano e centri come Milano e Bologna.

  • Valle d’Itria e Alto Salento brindisino: FlixBus attiva a Ceglie Messapica e Francavilla Fontana

Completano il quadro le tratte attive con Ceglie Messapica, direttamente connessa con Roma e Napoli, e quelle operative con Francavilla Fontana, anch’essa collegata con la Capitale e il capoluogo campano, oltre che con città come Milano, Bologna e Matera, che permetteranno ai passeggeri di tutta Italia di arrivare con facilità in Valle d’Itria e nell’Alto Salento brindisino.

Il servizio, effettuato con mezzi all’avanguardia nel rispetto dei più elevati standard di comfort e sicurezza e nell’osservanza di un esaustivo protocollo di tutela della salute, è prenotabile, oltre che su sito e via app, anche presso i numerosi rivenditori ufficiali dislocati sull’intero territorio nazionale.

 

A proposito di FlixBus 

FlixBus è un giovane operatore europeo della mobilità. Dal 2013 offre un nuovo modo di viaggiare, comodo, green e adatto a tutte le tasche. Con una pianificazione intelligente della rete e una tecnologia superiore, FlixBus ha creato la rete di collegamenti in autobus intercity più estesa d’Europa, con oltre 400.000 collegamenti al giorno verso oltre 5.000 destinazioni in circa 40 Paesi. 

Fondata e avviata in Germania, la start-up unisce esperienza e qualità lavorando a braccetto con le PMI del territorio. Dalle sedi di Milano, Monaco di Baviera, Berlino, Parigi, Zagabria, Stoccolma, Amsterdam, Aarhus, Praga, Budapest, Los Angeles, Madrid, Bucarest, Varsavia, Bruxelles, New York, Kiev, Belgrado, Lisbona, Norimberga, Istanbul, Londra, San Paolo e Sofia, il team FlixBus è responsabile della pianificazione della rete, del servizio clienti, della gestione qualità, del marketing e delle vendite, oltre che dello sviluppo del business e tecnologico. Le aziende di autobus partner – spesso imprese familiari con alle spalle generazioni di successo – sono invece responsabili del servizio operativo e della flotta di autobus verdi, tutti dotati dei più alti standard di comfort e di sicurezza. In tal modo, innovazione, spirito imprenditoriale e un brand affermato della mobilità vanno a braccetto con l’esperienza e la qualità di un settore tradizionalmente popolato da PMI. Grazie a un modello di business unico a livello internazionale, a bordo degli autobus verdi di FlixBus hanno già viaggiato milioni di persone in tutta Europa, e sono stati creati migliaia di posti di lavoro nel settore.

www.flixbus.it/azienda.

Con la morsa della siccità che non si allenta e crescono esponenzialmente i danni alle colture, occorre accelerare sulla realizzazione di un piano per i bacini di accumulo per assicurarsi stabilmente in futuro le riserve idriche necessarie, ma di velocizzare le procedure burocratiche quando in Puglia la durata degli appalti è di 877 giorni in Puglia contro 663 in Italia. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, rispetto a quanto richiesto del presidente nazionale Ettore Prandini di fronteggiare l'allarme siccità su più fronti, infrastrutturale, competenze regionali, eventuali ristori, sulla base dell’analisi di BanKitalia

La situazione  delle campagne e le previsioni meteo per i prossimi giorni rendono sempre più evidente l’urgenza di avviare un grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo. Viene raccolta solo l’11% dell’acqua piovana e si potrebbe arrivare al 50% – denuncia Coldiretti Puglia – evitando così situazioni di crisi che in Puglia si ripetono ogni anno. Bisogna ripartire alle incompiute, come la diga del Pappadai in provincia di Taranto, un’opera idraulica mai utilizzata e di fatto abbandonata, utile a convogliare le acque del Sinni per 20 miliardi di litri di acqua da utilizzare per uso potabile e irriguo, che una volta ultimata andrebbe a servire l’Alto Salento, ancora oggi irrigato esclusivamente con pozzi e autobotti. La mancanza di una organica politica di bonifica e irrigazione - aggiunge la Coldiretti Puglia - comporta che lo stesso costo dell'acqua sia stato e continui ad essere caratterizzato da profonde ingiustizie. Ma vanno anche rivisti gli accordi fatti con la Regione Basilicata, circa il ristoro del danno ambientale, e con la Regione Molise per la realizzazione di una condotta di 10 chilometri per drenare acqua dall'invaso del Liscione sul Biferno fino all'invaso di Occhito sul Fortore.

Per fare ciò è necessario che la questione sia trattata per quella che è, cioè una vera e propria emergenza nazionale – sottolinea Coldiretti Puglia – velocizzando le autorizzazioni burocratiche come fatto, ad esempio, per il caso del Ponte Morandi a Genova. Solo in questo caso sarà possibile dare una risposta concreta alla sofferenza di imprese e cittadini. La realizzazione di un’opera pubblica di importo superiore ai 10 milioni di euro, in Italia - ricorda Coldiretti Puglia su dati dell’ANBI -  necessita mediamente di 11 anni, di cui 42 mesi per la progettazione, 60 mesi per la costruzione, 16 mesi per la gara d’appalto, 13 mesi per il collaudo.

La regione con il minimo afflusso meteorico è proprio la Puglia dove piove meno con 641,5 millimetri annui medi e mantiene anche il primato negativo – aggiunge Coldiretti Puglia – della disponibilità annua media di risorsa pro capite con soli 1000 metri cubi, meno della metà della disponibilità annua pro capite media nazionale stimata in 2330 metri cubi.

Negli invasi artificiali per l’assenza di piogge mancano 71 milioni di metri cubi d’acqua rispetto alla capacità, secondo i dati dell’Osservatorio ANBI Nazionale, ma a preoccupare – denuncia Coldiretti Puglia - è la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come il grano e gli altri cereali, ma anche quella dei foraggi per l’alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere. Con la trebbiatura in corso, si registra un calo del 30% delle rese per il grano e l’avena, del 25% per i legumi, ma si assiste anche alla maturazione contemporanea delle diverse varietà di frutta e ortaggi, come ciliegie e asparagi, dove le primizie e le varietà tardive sono maturate praticamente assieme, invadendo il mercato che non riesce ad assorbire le produzioni. Ma gli effetti sono evidenti anche sul settore olivicolo – dice Coldiretti Puglia - con il caldo durante la fioritura e la siccità che hanno compromesso l’allegagione, con una stima di un calo sensibile della produzione di olive del 40% in Puglia. 

A risentire è tutto il settore agricolo nel 2022 divenuto rovente – afferma Coldiretti Puglia – con la frutta e la verdura in campo  bruciate dal solleone e i frequenti incendi in Salento e nel foggiano. Stanno soffrendo il caldo gli animali nelle stalle – spiega Coldiretti Puglia - dove le mucche per lo stress delle alte temperature stanno producendo fino al 30% circa di latte in meno rispetto ai periodi normali, mentre il calo delle rese hanno ridotto la produzione dell’alimentazione degli animali, come orzo e piselli proteici.

I costi sono schizzati alle stelle per l’irrigazione di soccorso e per la necessità di gasolio – aggiunge Coldiretti Puglia - per tirare l’acqua dai pozzi, azionare trattori e mietitrebbie per raccogliere il grano e per tenere in funzione h24 ventilatori e doccette refrigeranti nelle stalle per aiutare le mucche a sopportare meglio la calura. Una situazione che fa salire ben oltre i 100 milioni di euro il conto dei danni provocati nel 2022 all’agricoltura pugliese per il caldo e la siccità soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti con le avversità da sole e scottature dei prodotti agricoli che non sono più assicurabili.

Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie abbiamo elaborato e proposto per tempo un progetto concreto immediatamente cantierabile nel Recovery plan – insiste Coldiretti Puglia - un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale.

Il progetto – spiega Coldiretti – prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto complessivo e ottimizzare i risultati finali. L’idea è di “costruire” senza uso di cemento per ridurre l’impatto l’ambientale bacini in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura – conclude Coldiretti Puglia - con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.

Nella Asl di Brindisi, di fronte all'aumento dei contagi da Coronavirus, resta stabile l'occupazione dei posti letto negli ospedali. Il management aziendale è impegnato nella riorganizzazione della rete ospedaliera, con l’obiettivo di garantire la presa in carico dei pazienti Covid e al tempo stesso avviare la ripresa graduale delle attività, in particolare nell’ospedale di Ostuni, tenendo conto dell’inizio della stagione turistica. 

Al Perrino sono ricoverati 12 pazienti nel reparto di Malattie infettive (20 i posti disponibili) e un paziente in Pneumologia (2 posti di semintensiva respiratoria a cui se ne aggiungeranno altri 2 nella prossima settimana). Nell'Area mista dedicata a pazienti positivi, ma con patologie diverse dal Covid, sono occupati 5 posti su 8. Nell'ospedale di Ostuni sono ricoverate 3 persone in Medicina interna Covid con 8 posti attivi. Non ci sono ricoveri in Rianimazione e sono 5 su 16 i posti occupati nel post Covid di Mesagne.

In merito alla gestione di tutte le problematiche legate alla pandemia l’interlocuzione con la Regione non si è mai interrotta. "La Regione Puglia - spiega il direttore sanitario della Asl di Brindisi, Vito Campanile - ha delineato la rete ospedaliera Covid con un'ottica scalare, modificabile in base alla diffusione del virus. Al momento non si registrano criticità, ma in caso di aumento dei contagi siamo pronti a riconvertire le nostre strutture per affrontare una nuova situazione di emergenza. Per quanto riguarda i ricoveri in Rianimazione in questa fase non ci sono pazienti: secondo le indicazioni regionali stiamo per concludere un accordo con la Asl di Lecce per centralizzare eventuali ricoveri nella terapia intensiva del Dea Vito Fazzi di Lecce, come struttura di riferimento per tutto il Salento. L'obiettivo è quello di ottimizzare le risorse umane e garantire al meglio anche le attività ordinarie".

Nei giorni scorsi, inoltre, è stata adottata la procedura aziendale per l’accesso in sicurezza nelle strutture ospedaliere e territoriali, redatta secondo le linee di indirizzo fornite dalla Regione Puglia, aggiornate allo stato epidemiologico attuale. Le disposizioni hanno l’obiettivo di contenere la diffusione del virus, senza trascurare le necessità dei pazienti ricoverati (o utenti dei servizi) di avere supporto di familiari e conoscenti.

Lo sport brindisino invade il centro città, le società del Capoluogo Adriatico e della sua Provincia nelle piazze e sui corsi per una serata dal sapore agonistico. 
 
L’iniziativa, in programma sabato 9 luglio 2022 dalle ore 20:00 fino alle ore 23:00, prende il titolo di “Festival dello sport – I Edizione”, ideato e organizzato dal Maestro Carmine Iaia con il coinvolgimento delle società sportive brindisine di Uniti per lo Sport ed il patrocinio del Comune di Brindisi.
 
In un percorso ideale che partirà da Piazza Cairoli e si snoderà su Corso Umberto e Corso Garibaldi, passando attraverso Piazza della Vittoria, istruttori, allenatori, maestri ed esperti delle più disparate discipline, saranno a disposizione dei cittadini presenti per offrire loro esperienze dirette con il proprio sport preferito, di cimentarsi in prove sportive con cui si pensa di avere meno affinità o addirittura sperimentarne di nuove. Laddove necessario saranno le stesse società coinvolte a fornire l’attrezzatura per coloro che vorranno partecipare.
 
Ancora una volta sarà il pubblico il vero protagonista dell’evento, in quella che trasformerà nuovamente una vasta area della città in una vera e propria palestra a cielo aperto. Già numerose e differenti le società che hanno confermato la loro presenza si tratta di Boxe Iaia Brindisi, l’ASD 40 Nodi del Presidente Emilio Morocutti, la società Atletica Mesagne di Giovanni Guarini, la società Aurora Basket di Fabio Minieri, BDL Escule de baile del maestro Ciccio Laveneziana, il Black Deer SoftAir dell’Istruttore Fabio Fontò, la società Casale Volley 3 dell’Allenatore Claudio Scanferlato, Endpoint skateboard di Ivan Simone, la Ginnastica La Rosa dei maestri Barbara e Luigi Spagnolo, la Gold Team TaeKwonDo del maestro Marco Cazzato, l’Invictus Fight Lab KickBoxing del maestro Mino Gorgoni, Padma scuola di Yoga di Claudia Tulsi Lovato, la Società Street Tango del maestro Alessandro De Virgilio, l’Asd Studio Dance Brindisi della maestra Laura Zicola, la Società Tango Levante della maestra Ilaria Caravaglio e la palestra Wellness Studio Officina del Corpo di Fabio Scarano,
 
La partecipazione è aperta ad altre associazioni sportive di Brindisi e provincia, per aderire richiedendo, a titolo assolutamente gratuito, il posizionamento nell'area dell'evento o semplicemente chiedere informazioni più dettagliate è possibile contattare direttamente il maestro Carmine Iaia al numero 347 / 94.28.957.

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In provincia di Brindisi la perdurante siccità sta mettendo in ginocchio l’agricoltura. Ormai è un dato inconfutabile che il comparto nel prossimo futuro deve fare i conti con risorse idriche sempre minori. Per affrontare questa emergenza bisogna strutturare le reti di distribuzione dell’acqua che attualmente è, a dir poco, un colabrodo. Inoltre, ad oggi l’89% dell’acqua piovana va persa per cui serve subito realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione. Il rischio di non poter più effettuare irrigazioni di soccorso sia per carenza idrica sia perché il livello salino della falda inizia a salire in maniera preoccupante è alquanto reale. Irrigare con acqua salmastra nuocerebbe gravemente alle colture.

Tra le soluzioni per accrescere la disponibilità di acqua sul territorio c’è il riutilizzo delle acque di vegetazione, dopo opportuno trattamento in impianti su alcuni territori già realizzati, come quello, ad esempio, esistente a Mesagne e costruito decenni fa dalla provincia di Brindisi. Intanto, alcuni agricoltori stanno realizzando sulle loro aziende impianti di irrigazioni intelligenti dotati di nuove tecnologie tese a risparmiare sulla distribuzione dell’acqua. “Preoccupa molto la siccità nelle nostre campagne che sta colpendo tutte le colture presenti in provincia di Brindisi”, ha dichiarato Filippo De Miccolis Angelini presidente provinciale della Coldiretti. La carenza di acqua sta causando, tra le altre cose, anche una diminuzione sostanziale del prodotto. “La riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo – ha proseguito il presidente di Coldiretti – la stiamo constatando in questi giorni con la trebbiatura del grano e di altri cereali, ma anche quella dei foraggi per l’alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere”. Con la trebbiatura in corso, si registra un calo del 30% delle rese per il grano e l’avena, del 25% per i legumi, ma si assiste anche alla maturazione contemporanea delle diverse varietà di frutta e ortaggi, come ciliegie e asparagi, dove le primizie e le varietà tardive sono maturate praticamente assieme, invadendo il mercato che non riesce ad assorbire le produzioni. “Gli effetti sono evidenti anche sul settore olivicolo – ha aggiunto De Miccolis - con il caldo durante la fioritura e la siccità che hanno compromesso l’allegagione, con una stima di un calo sensibile della produzione di olive del 40%”. Calo che va ad aggiungersi a quello prodotto dalla xylella.

“Questa criticità si è aggravata per l’assenza di una chiara strategia in merito alla gestione dell’acqua”, ha tenuto a far notare il presidente che è certo che tale situazione si acuisce perché “paghiamo il fatto di non aver presentato dei dettagliati piani operativi del Pnrr per quanto riguarda la bonifica”. Inoltre, il presidente Coldiretti ha spiegato che l’agricoltura “soffre perché la natura decide di non fa piovere, ma di sicuro perché le istituzioni non realizzano quanto necessario in termini di creazione di bacini, invasi, di sistemi irrigui. Ecco perché c’è bisogno di un cambio di passo sulla strategia dell’acqua in agricoltura. Oggi assistiamo a fenomeni pluviali ormai non più eccezionali con il rischio che quando piove fa anche danno alle colture. Quindi - secondo Coldiretti - ci deve essere un diverso approccio nella gestione acqua in agricoltura che non può essere più rimandato”.

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Oreste Castagna incanta Latiano! Una giornata memorabile per la coop.
Sostegno di Latiano, quella vissuta lo scorso venerdì, e che ha visto la
presenza del cantastorie di Rai Yoyo Oreste Castagna, lo storico Gipo
dell’albero azzurro. La serata, presentata da Roberto Schifone, ha visto
la presenza presso l’anfiteatro della Villa Comunale di oltre 450 fra
bambini, genitori e nonni! “Sono e siamo entusiasti – è il commento
della Presidente della storica cooperativa latianese, Paola Baldari –
per il grandissimo successo di pubblico. Abbiamo voluto regalare alla
città dei più piccoli, ai bambini del territorio brindisino, un
pomeriggio da incanto con il loro beniamino che non si è sottratto a
foto ed autografi”. All’evento, fortemente voluto dalla Direzione della
Sostegno, hanno preso parte diversi bambini provenienti dal territorio
brindisino. “Regaleremo altri momenti al territorio – conclude Baldari –
momenti ludici dedicati all’infanzia e formativi per i professionisti
del settore, crediamo fortemente nelle scambio arricchente con il
territorio”.

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Dopo tanto clamore, discussioni, e veti chiaramente politici a Mesagne in questi giorni si scriverà una pagina di storia molto importante: la collocazione del busto bronzeo del generale Giovanni Messe, l’ultimo Maresciallo d’Italia. Una diatriba che va avanti da circa cinquant’anni tra veti e contro veti che non hanno permesso la posa del manufatto. Il generale Messe, infatti, è ancora ricordato in città come un ufficiale dell’esercito italiano a servizio dei governi monarchico e fascista. All’inizio della consiliatura del sindaco Toni Matarrelli, il presidente del Consiglio comunale Omar Ture, su proposta di alcuni cittadini, aveva pensato di collocare il busto in piazza dei Commestibili. Ma anche questa scelta fu contrastata da ragioni politiche frutto di documentazione rinvenuta negli archivi inglesi. Un curriculum non proprio limpido, acclarato anche da abbondante documentazione di prima mano, che la “sua” città non gli ha perdonato. Così, la statua bronzea nei prossimi giorni verrà sistemata a Roma presso il monumento ai Caduti di tutte le guerre, presente nel cimitero comunale.

La decisione è stata comunicata all’Amministrazione comunale di Mesagne, dal nipote Giuseppe Messe attuale custode del busto. Per la verità ci sarebbe da discutere anche su questo poiché, sembra, che la famiglia ha custodito il busto per lunghi anni, ma non avrebbe un documento ufficiale che ne certifichi il possesso. E siccome il busto fu realizzato con soldi dei cittadini il manufatto apparterrebbe ancora a loro e ai loro eredi. Perciò la donazione che è stata fatta dalla famiglia alla direzione generale per il personale militare di Roma potrebbe non avere un fondamento giuridico. Insomma, non hanno titolo a cedere il busto bronzeo non essendone né i proprietari né i custodi legali. In questi anni tanto si è scritto e parlato del generale Messe. Non ultimi due scrittori di caratura nazionale, Mario Cereghino e Giovanni Fasanella. “Del suo passato fascista – hanno scritto in una loro opera dedicata a Messe - a noi importa relativamente, come pure delle sue idee monarchiche.

Ciò che invece molti italiani ignorano è che nell’immediato dopoguerra Messe fu uno dei protagonisti – certo non l’unico – della costruzione sotto l’egida dei servizi segreti britannici e del capitano statunitense (anglofilo) James Jesus Angleton (Oss, poi Cia) di un apparato paramilitare clandestino (nulla a che fare con Gladio, che nacque dopo e che, a nostro avviso, aveva anche una sua legittimità) formato da monarchici, ex fascisti, repubblichini, squadroni della morte mafiosi, massoni; e che allungava i suoi tentacoli anche verso formazioni “rivoluzionarie” di estrema sinistra ostili alla dirigenza moderata del Pci di Togliatti”. I due scrittori hanno, quindi, aggiunto: “Un “Doppio Stato” occulto e aggressivo che non aveva come obiettivo la difesa della libertà del nostro Paese da una fantomatica minaccia dell’Armata Rossa. Pericolo inesistente per gli stessi britannici e americani, ma enfatizzato ad arte proprio da quel milieu di cui Messe faceva parte. Ingigantito attraverso operazioni di guerra psicologica per creare consenso intorno ai progetti eversivi contro lo Stato legittimo, rappresentato dai governi di unità nazionale antifascista”.

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FASANO – «La comunità fasanese è ormai nota in tutto il mondo per la sua cultura dell’accoglienza».

Così il sindaco, Francesco Zaccaria, interviene sul presunto episodio di discriminazione accaduto due sere fa in un locale di Savelletri.

«L’amministrazione comunale di Fasano, che mi onoro di guidare, è da sempre vicina a tutti i soggetti che subiscono ingiuste discriminazioni – dice il primo cittadino –. Difendiamo i diritti della comunità LGBT nell’ambito del principio-cardine della modernizzazione, che non deve essere solo nelle infrastrutture, ma anche nella cultura e nella mentalità. In una società culturalmente evoluta la discussione su questi temi dovrebbe essere superata in quanto questi temi dovrebbero essere patrimonio comune. Mi farò promotore di un incontro che possa chiarire l’episodio e che sono certo si concluderà con una stretta di mano. Il dialogo e il confronto sono sempre la cura migliore per superare ogni forma di diffidenza e comprendere l’importanza del rispetto reciproco».

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La Uiltec della Puglia ha celebrato nella giornata di giovedì 23 giugno presso Villa Romanazzi Carducci a Bari il suo Congresso Regionale a conclusione del percorso avviato in questi mesi sui territori ed allo stesso tempo momento utile al lancio dell’ultima tappa della vita sindacale, il Congresso Nazionale, che sarà celebrato proprio nel capoluogo pugliese dal 5 al 7 ottobre presso gli ampi spazi della Fiera del Levante.

All’appuntamento regionale di questi giorni la Uiltec pugliese è arrivata forte dell’esperienza dei diversi Congressi Territoriali di Brindisi, Taranto e Lecce ognuno dei quali ha portato all’attenzione dei vertici regionali le specificità, le problematiche e le vertenze di ogni territorio. A Taranto è la Raffineria ed il suo futuro a preoccupare, senza dimenticare la cronica questione dell’ex Ilva. A Lecce fari puntanti sulla crisi del Calzaturiero e del Tessile: nonostante i Grandi Marchi rimane un settore nel quale è assente la volontà di investimenti in nuove tecnologie, a Lecce come in altri territori. In Terra di Bari e Capitanata sono notevoli le crisi nel settore Manifatturiero, della Gomma e Plastica e del Tessile. In tutte le vertenze è cruciale e fondamentale il lavoro che la Uiltec compie con i suoi Dirigenti e delegati in ogni realtà a difesa del lavoro e dei lavoratori.

Il punto su Brindisi è arrivato dalla Tavola Rotonda vissuta durante il Congresso Territoriale alla quale ha preso parte l’intera Segreteria Nazionale Uiltec assieme ad illustri ospiti del mondo accademico, di Confindustria e di aziende strategiche come Eni ed Enel. La discussione ha avuto per tema la «Transizione Energetica per una Giusta Equità Sociale» ed ha messo in evidenza come il processo di rinnovamento del sistema produttivo industriale di Brindisi, a partire dalla decarbonizzazione dell’Enel di Cerano, non può e non debba avere ricadute negative sugli aspetti economici ed occupazionali del territorio acuendone ulteriormente il drammatico divario sociale. A Brindisi sono molte le vertenze: oltre a Cerano, la riconversione green degli impianti chimici (e non solo) di Eni, l’assestamento societario della nuova costituenda azienda farmaceutica EuroApi ed altre ancora.

Con la crisi internazionale fra Russa ed Ucraina l’Energia è oggi, più che mai in passato, il settore più esposto e sui cui le Autorità nazionali ed europee stanno prestando la maggiore attenzione. Gli interrogativi sulla autonomia energetica nazionale, oggi evidenti a tutti, sono un tema antico che l’Italia si porta dietro da tempo per la mancanza di politica industriale strategica adeguata. Oltre alla classe politica incapace di fare scelte di lungo corso ha il suo peso in questa difficoltà strutturale del nostro Paese anche una diffusa cultura del no-a-tutto: dal blocco delle Trivelle in Adriatico al no ai Rigassificatori, dalle battaglie ideologiche sui gasdotti e sui depositi di GNL alla contrapposizione pressoché quotidiana sulle Centrali Elettriche e sui Petrolchimici e per ultimo anche la battaglia sui parchi eolici e fotovoltaici. Una linea ambientalista radicale ed ideologica che ha messo in difficoltà un intero Paese facendo la fortuna solo di chi ha guidato le battaglie anti-Industria.

Le polemiche di questi giorni sull’intesa accordata da Regione e Ministero al deposito Edison a Costa Morena ne sono una dimostrazione paradigmatica: tante le prese di posizione, alcune totalmente estranee al mondo dell’industria e del lavoro tanto da sembrare pregiudizievoli. Ogni occasione è utile per ribadire il no all’industria a priori. Dire “no all’industria” vuol dire, nell’immediatezza, dire no al lavoro ed al volano economico che porta su altri settori.

La Puglia industriale non presenta un quadro incoraggiante: l’ultimo rapporto di Bankitalia riporta un forte rallentamento della crescita economica a causa dei ritardi nelle catene di approvvigionamento e l’aumento di energia e materie prime. Aumentata anche la disoccupazione e le richieste di Reddito di Cittadinanza. In questo contesto l’unica azione realmente dannosa sarebbe una svolta anti-industriale da parte del mondo politico e dell’opinione pubblica. Il rischio di una desertificazione industriale che metta a rischio la tenuta economica e sociale dell’intera Puglia è reale.

Tornando alla cronaca Congressuale sono stati 22 i Dirigenti Sindacali della Uiltec di Brindisi a partecipare al Congresso Regionale di Bari. Assieme ai loro colleghi hanno contribuito ad eleggere la nuova Segreteria della Puglia: Filippo Lupelli, confermato Segretario Generale, Carlo Perrucci (Brindisi), Amedeo Guerrieri e Fabiana Signore quali Componenti di Segreteria e Adelio Zocco nel ruolo di Tesoriere.

Sempre a Bari sono stati eletti i Delegati che rappresenteranno Brindisi nel Congresso Nazionale Uiltec: Carlo Perrucci, Cosimo Zimmari, Annarita Gianniello, Lucio Licchello, Angelo D’Errico, Domenico Tarantini, Mario Medico, Carmelo Montanaro, supplenti Claudio De Giorgi e Salvatore Spinosa. Carlo Perrucci sarà anche il delegato Uiltec Brindisi a partecipare al Congresso Regionale della Uil confederale di Puglia e di Bari.

Brindisi 23 giugno 2022

Il Segretario Generale Uiltec Brindisi

Carlo Perrucci

Ieri pomeriggio la polizia dello Yorkshire meridionale ha comunicato di aver arrestato un giovane di 27 anni con l’accusa di omicidio. È il terzo arresto che i poliziotti inglesi effettuano sul caso di Carlo Giannini. In particolare gli investigatori hanno dichiarato: “Gli investigatori che indagano sulla morte di Carlo Giannini hanno arrestato oggi, mercoledì 22 giugno, un uomo di 27 anni con l'accusa di omicidio. Il signor Giannini è stato trovato morto a Manor Fields Park alle 5 del mattino di giovedì 12 maggio. Un'autopsia ha poi concluso che è morto per una coltellata. Questo è il terzo arresto dell'inchiesta. Un ragazzo di 17 anni è stato rilasciato sotto inchiesta e un uomo di 18 anni è stato rilasciato in attesa di ulteriori azioni”. Dunque, gli investigatori inglesi stanno concludendo il puzzle dell’omicidio del mesagnese Carlo Giannini inchiodando i potenziali autori, complici e fiancheggiatori alle loro responsabilità. L’omicidio di Carlo Giannini è avvenuto in Inghilterra nella notte a cavallo tra l’11 e il 12 maggio scorsi nel parco di Manor Fields Park, fuori City Road, ai margini di un cimitero, della città di Sheffield, nel South Yorkshire. Nelle ore successive l’omicidio la polizia di Sheffield ha arrestato un ragazzo di 17 anni e uno di 18, rilasciati dopo alcune ore a seguito del pagamento della cauzione. Evidentemente le prove raccolte non erano schiaccianti, ma solo indiziarie che, pertanto, non hanno potuto inchiodare i due giovani alle loro responsabilità. Perciò sono stati rimessi in libertà anche se sotto controllo della polizia. L'omicidio è maturato in Inghilterra, nel South Yorkshire, nella città di Sheffield, dove Carlo Giannini era ritornato a lavorare dopo una parentesi tedesca. Infatti, con il fratello Stefano e la cognata Valentina avevano avviato una pizzeria in Germania, nel cuore della foresta nera. Poi Carlo aveva deciso di fare ritorno in Inghilterra. Ed è qui che, probabilmente, va cercato il movente della sua morte. La pista principale potrebbe essere quella di un’aggressione con rapina, avvenuta nella notte all’interno del parco. In pratica Carlo si sarebbe trovato nel luogo sbagliato all’ora sbagliata. Per dare nuova linfa alle indagini i detective inglesi hanno ripostato sui social un invito rivolto a coloro che nelle ore in cui è maturato l’omicidio del Giannini si trovavano nel parco e potrebbero essere stati testimoni oculari dello stesso. Il caso Giannini è seguito costantemente dai funzionari della Farnesina che sono in contatto con l’ambasciata italiana di Londra e il consolato di Sheffield. Il 9 giugno scorso si sono svolti a Mesagne le esequie del giovane chef. Sulla bara un mazzo di rose bianche, simbolo della purezza, intrecciate con rami di olivo, che simboleggiano la pace, e spighe di grano a simboleggiare la rinascita. Poi sul feretro è stata posata la foto di Carlo e la sua casacca da chef.

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