Nella mattinata odierna è stata eseguita, da personale della Squadra Mobile della Questura di Brindisi, coadiuvato dalla Squadra Mobile di Lecce, dai Reparti Prevenzione Crimine di Lecce e Bari, nonché con l’ausilio di unità cinofile, un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal Gip del Tribunale di Brindisi nei confronti di 7 persone resesi responsabili dei delitti di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, nell’ambito dell’attività di indagine coordinata dal Sostituto Procuratore presso la locale Procura dr. Luca Miceli. Contestualmente sono state eseguite numerose perquisizioni personali e domiciliari a carico di altri coindagati nell’ambito del medesimo procedimento penale.

L’attività di indagine trae origine dall’arresto in flagranza di PERUGINO Fabrizio cl. ’83, dello scorso aprile, per il reato di detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti, quando, nella giornata del 21 aprile 2020, lo stesso veniva arrestato per detenzione ai fini di spaccio di gr 0,4 di cocaina e diversi spinelli. L’estensione della perquisizione nell’abitazione del prevenuto portava al sequestro di ulteriori dosi di cocaina (circa 40 grammi) pronte per essere smerciate e la somma di circa 4.000,00 euro ritenuta provento di attività illecita.

La successiva attività di indagine ha consentito di individuare un gruppo nel quale emergevano PERUGINO Fabrizio e TESTINI Francesco, gruppo operante nel centro cittadino particolarmente attivo nell’attività illecita di spaccio di sostanze stupefacenti anche all’interno di un noto locale di proprietà di MOLENDINI Giuseppe cl. 89 sottoposto agli arresti domiciliari unitamente a cl. ‘89, BORSETTI Daniel cl. ’93 e MELA Cristian cl. ’81 per il loro coinvolgimento nell’attività illecita.

La misura dell’obbligo di dimora è stata, invece, applicata a carico di G.D. cl. ’88 e L.M. cl. ’97.

La Questura ritiene di aver individuato un gruppo di spacciatori molto attivo che, sfruttando anche la disponibilità di un avviato esercizio commerciale, riforniva di stupefacente in particolare i giovani della movida. 

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Alle prime ore di oggi 6 ottobre 2020, nelle Province di Brindisi e Taranto, in particolar modo in Oria (BR), Mesagne (BR) e Manduria (TA), la Compagnia Carabinieri di Francavilla Fontana, con il supporto dei reparti territorialmente competenti, ha eseguito un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Brindisi, applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 7 indagati (3 destinatari della custodia cautelare in carcere e 4 degli arresti domiciliari), ritenuti responsabili del reato di traffico illecito di sostanze stupefacenti (eroina, hashish e marijuana), in concorso.

 

 Nel corso di questa mattina, Personale della Stazione Carabinieri di Oria, coadiuvato da un cospicuo numero di altri Carabinieri in servizio nell’ambito del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Francavilla Fontana e  del Comando provinciale di Brindisi, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi nei confronti di sette persone, sottoposte alle indagini, insieme con altre cinque (una delle quali di sesso femminile), perché ritenute responsabili di un organizzato traffico di sostanze stupefacenti.

          I destinatari delle misure (tre delle quali carcerarie e quattro domiciliari), tutti residenti in Oria, sono R. F., quarantatreenne, M.  E., ventiduenne (cui è contestato pure la commissione del delitto di resistenza a pubblico ufficiale, consumato pur di sottrarsi ad un controllo su strada mentre si occupava del traffico illecito), S. A., ventitreenne (con i primi due detenuto nella Casa circondariale di Brindisi, nell’attesa di essere interrogato dal giudice per le indagini preliminari del locale Tribunale che ha disposto l’applicazione delle misure chieste da questo Ufficio), D. A., ventunenne, F. F., ventenne, L. A., venticinquenne, S. A., trentatreenne, ora custoditi nelle rispettive abitazioni.

          I molteplici reati complessivamente in contestazione, riguardanti numerosissimi episodi di cessione di sostanze stupefacenti tipo eroina (nel gergo utilizzato dai trafficanti in questione indicata con la parola “ventino” o “quintino”), marijuana (indicata con i termini “ventella”, “ventelle”, “erba” o “bomba”) ed hashish (indicato con i termini “fumo” o “storie”), sono stati commessi nel corso dei primi sette mesi dell’anno 2018 ed hanno impegnato per lungo tempo i Carabinieri inquirenti, che hanno dovuto superare più ostacoli frapposti, nel corso delle indagini, dalla non modesta capacità criminale degli indagati, i quali hanno improvvisamente abbandonato una prima “base di spaccio” attivata, secondo gli investigatori, in un’abitazione ubicata in Via Monte Grappa (sottoposta ad attento monitoraggio dai Militari dell’Arma), per trasferirsi in altra casa di Vico Bainsizza, nel frattempo utilizzando di terreni agricoli ubicati in Contrada Burdo per occultare cospicue quantità di droga e di sostanze da “taglio” di quella così detta “pesante”.

          Proprio il rinvenimento non casuale di importanti corpi di reato ha consentito ai Carabinieri di ampliare le proprie conoscenze sulle modalità operative di ciascuno dei trafficanti, che avevano importanti punti di riferimento in ancor più pericolosi pregiudicati locali.

          Quando è stato possibile, si è proceduto, ovviamente, a mirati interventi dissuasivi ma, per lo più, è stato necessario attendere il completo sviluppo dei dati acquisiti prima di ricostruire ciascun fatto-reato nei suoi esatti termini giuridici.

          Terminate anche operazioni tecniche, è emerso un quadro complessivo di illiceità e personalità integralmente dedite al traffico illecito, ed il pericolo di commissione di gravi delitti della stessa di quelli per cui si procede è stato reputato insito proprio nell’acquisita “professionalità” degli indagati maggiormente gravati, che mai hanno smesso di delinquere, nonostante una serie di disavventure giudiziarie che già avevano interessato gran parte di loro.

            Gli indagati catturati saranno sottoposti al previsti interrogatori di garanzia nel corso dei prossimi giorni.

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La Polizia di Stato nel primo pomeriggio di lunedì 7 settembre 2020
ha arrestato due individui - B.T. 34enne albanese e P.R 29enne. brindisino per un’estorsione consumata ai danni
di un piccolo imprenditore locale. Nell’ambito di attività tese al contrasto dei reati in materia contro il patrimonio ci si è
imbattuti in questa triste vicenda, ove all’origine la vittima, oltre a patire una violenta aggressione
fisica, risulta essere stata subissata da continue e pressanti richieste di un’ingente somma di denaro.
L’attività si concludeva con la fase di consegna del denaro, presso la galleria del Centro
Commerciale Le Colonne, durante la quale gli investigatori della Squadra Mobile brindisina che,
opportunamente occultati tra gli avventori, dapprima pedinavano gli estorsori per poi bloccarli
all’atto della consegna del denaro. L’operazione di P.G., considerato il particolare contesto in cui si svolgevano i fatti è stata
portata a termine adottando tutte le misure di cautela conseguendo il massimo risultato.
I malviventi sono stati tradotti, come disposto dall’Autorità Giudiziaria, presso la Casa
Circondariale di Brindisi e posti a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di
Brindisi. Arresti convalidati.
 

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I Carabinieri della Stazione di Mesagne, a conclusione degli accertamenti, hanno tratto in arresto DISTANTE Cosimo Francesco e PASIMENI Daniela, conviventi, entrambi del luogo, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare, a seguito di perquisizione presso l’abitazione di proprietà della donna, i militari hanno rinvenuto, occultati, tre involucri in cellophane e precisamente nella cassaforte della camera da letto, 12,4 grammi di cocaina, in un pensile della cucina 14,8 grammi di cocaina, nel bagno 9,2 grammi di sostanza da taglio, vario materiale utile per la pesatura e il confezionamento e la somma di 320 euro in contanti, il tutto sottoposto a sequestro. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, dopo le formalità di rito, gli arrestati sono stati tradotti presso l’abitazione in regime degli arresti domiciliari.