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Mesagne. Mentre l'ospedale chiude i cittadini si indignano con le istituzioni In evidenza

Maggio 21, 2016 4784
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ospedale ingressoSe le istituzioni di Mesagne nicchiano nel prendere

una posizione decisa per garantire la sanità territoriale i cittadini hanno iniziato, meglio tardi che mai, a pianificare le strategie di protesta che molto presto saranno messe in campo. Per organizzare il tutto è nato il comitato civico "Sos San Camillo" che in questi giorni sta facendo un tour nei vari rioni cittadini per ascoltare le esigenze del territorio. "Il comitato, davanti a questa allarmante situazione dice no a un riordino ospedaliero incapace di assicurare i livelli minimi di assistenza, dice no a chiusure irrazionali che rischiano di intasare ulteriormente l’unico presidio ospedaliero di secondo livello della provincia, dice no al silenzio delle istituzioni e della politica locale che dura oramai da tempo, dice no ad un costante depauperamento delle prestazioni sanitarie nella nostra provincia deciso da tutte le precedenti amministrazioni regionali degli ultimi venti anni", ha esordito Biagio Silla componente del comitato civico che ha invitato i cittadini a divenire "protagonisti di questa protesta giacché su un diritto prezioso e costituzionalmente garantito, come quello della salute, si riapproprino della loro sovranità". Il comitato, in questa prima fase, si sta ponendo all’ascolto dei cittadini. Negli incontri settimanali, organizzati nei vari quartieri della città, si raccolgono testimonianze, osservazioni e soprattutto proposte. "Tuttavia, su un punto si è tutti d’accordo - ha continuato Silla - la mission della sanità brindisina dovrà essere quella di impiegare al meglio le strutture già esistenti sul territorio cercando di non disperdere o non sottoutilizzare le risorse infrastrutturali disponibili al fine di poter dare le migliori risposte alla domanda di salute che provengano dalla comunità provinciale". Nella seconda fase del "progetto salute" sarà attivato un tavolo tecnico scientifico fra quanti, cittadini, associazioni e istituzioni, vorranno dare il loro contributo per formulare una dettagliata proposta da porre all’attenzione delle istituzioni locali, regionali e nazionali. Il piano di riordino ospedaliero, deliberato dalla regione Puglia a fine febbraio scorso, è stato ritenuto inadeguato dal governo per una serie di ragioni fra queste la rete dell'emergenza/urgenza, con i punti di soccorso e relativa assistenza, non ben definita e gli ospedali di base insufficienti. Nell’ultimo piano proposto la provincia che ha subito maggiori tagli è stata quella di Brindisi che ha perso il 50% degli ospedali passando da 6 a 3: il Perrino di Brindisi, ospedale di secondo livello, il Camberlingo di Francavilla Fontana, ospedale di primo livello e quello di Ostuni ospedale di base, mentre i nosocomi di Mesagne, San Pietro Vernotico e Fasano saranno definitivamente “retrocessi” e riqualificati in Pta, ossia in presidi territoriali di assistenza. Per il “San Camillo” è prevista l’attivazione di un Ospedale di comunità, una Residenza sanitaria assistita e un hospice. "Tuttavia, con questo nuovo assetto l’offerta sanitaria, in termini di erogazioni di servizi, non migliora anzi subisce ulteriori ed insostenibili riduzioni", ha concluso Silla.  

Redazione

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