Nulla da festeggiare l'8 marzo, piuttosto riflettiamo In evidenza

Marzo 09, 2016 3380

vetrina fiori di pesco per 8 marzo 2016 1E’ stato un 8 marzo di protesta (Articolo completo su Nuovo Quotidiano di Puglia)

vetrina fiori di pesco per 8 marzo 2016 2che ha fatto storcere il naso a molte donne e ha fatto soffermare un attimo gli uomini a riflettere. E’ quello proposto da Patrizia Parisi, commerciante di Mesagne che ha addobbato la vetrina del suo negozio di biancheria intima, Fiori di pesco, con un manifesto su cui ha scritto: “Fino a quando ci saranno donne maltrattate, abusate, violate e uccise non abbiamo nulla da festeggiare”. Più in alto, centrale, un altro manifestino più forte e più grande: “Otto marzo un (cazzo), rispettami tutti i giorni”. Nella vetrina ha incollato, tra gli indumenti per i bimbi, diverse fotografie che ritraggono, ad esempio, le donne che lavoravano nell’industria tessile di New York che l’8 marzo 1908 persero la vita a seguito di un incendio. Vi sono immagini di donne africane costrette a sottoporsi all’infibulazione, donne maltrattate e violate. C’è tanta violenza sulle donne da far rabbrividire. E, in effetti, chi ha visto la vetrina ha sentito dei brividi nel leggere o nel vedere i volti stravolti di quelle donne. Così, c’è chi si è soffermato a guardare, e magari pensare, e chi, invece, ha preferito non guardare e ha tirato dritto. A incorniciare tutte le immagini alcuni versi della canzone di Mia Martini, Donna: “Donna come l’acqua di mare, chi si bagna vuole anche il sole, chi la vuole per una notte. C’è chi invece la prende a botte. Donna come un mazzo di fiori, quando è sola ti fanno fuori, donna cosa succederà quando a casa non tornerà”. “La vetrina che ho allestito per ricordare l’8 marzo è chiaramente il frutto di una provocazione – ha spiegato Patrizia Parisi – oggi la donna subisce tanti maltrattamenti nell’indifferenza di molti. E non è vero che queste vicende sono lontani anni luce da noi. Esistono anche qui da noi, nella nostra Mesagne”.parisi patrizia E, quindi, ha aggiunto: “La mia clientela è composta principalmente da donne e più volte capita di diventare confidenti di ciò che accade in famiglia. Perciò posso dire che la prevaricazione dell’uomo sulla donna è presente anche nella nostra comunità. D’altronde più volte ho visto nei giovani atteggiamenti di sudditanza sulle ragazze. E’ una questione di cultura”. In ogni modo Patrizia ieri mattina ha ricevuto anche alcune critiche per la protesta che ha messo in atto. “Alcuni colleghi mi hanno detto di aver sbagliato ad allestire la vetrina in questo modo – ha spiegato – perché anziché attirare clienti li ho fatti scappare. Non me ne importa nulla perché ho voluto dare voce a tutte le donne che in questo momento non possono farlo. Mi va bene così”. L’8 marzo per Patrizia non è una festa: “E’ la giornata del ricordo, come il 27 gennaio per la Shoah, per cui non comprendo gli auguri che ci si scambiano, le feste e le cene. Dovrebbe essere un giorno di riflessione e d’impegno. Invece il consumismo ha stravolto questo giorno in qualcosa di strettamente commerciale”.