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Mesagne. Coltivava marijuna in casa a spese della comunità. 47 mila euro di corrente non pagata In evidenza

Marzo 22, 2015 5550
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carabinieri san vito con marijuana e altro materiale sequestrato a GuariniI carabinieri nella giornata di venerdì hanno tratto in arresto a Mesagne

Gianmarco Guarini, di 29 anni, fabbro di professione, che all’interno della sua officina aveva ricavato un box adibito a serra per la coltivazione della marjuana con relativa apparecchiatura illuminante e riscaldante. Il tutto a spese della comunità poiché l’allaccio per l’energia elettrica, necessaria a tenere accesi dei potenti riflettori, era stato fatto utilizzando abusivamente la pubblica rete. Sarebbero 170 mila i chilowatt consumati pari a circa 47 mila euro. Ai polsi del giovane sono scattate le manette poiché è stato accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e furto aggravato. Dopo le formalità di rito, il magistrato gli ha concesso la detenzione domiciliare. Le indagini sono tutt’altro che concluse poiché i militari stanno cerando di ricostruire l’intera rete di rapporti “professionali” tessuta dal Guarini. L’episodio si è verificato nella giornata di venerdì quando i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di San Vito dei Normanni, al comando del capitano Diego Ruocco, hanno deciso di effettuare un blitz all’interno di un’officina di fabbro, in via Petrarca, dove sospettavano fosse in atto un’attività illecita. I carabinieri, al comando del maresciallo Francesco Bavia, sono arrivati nell’officina e hanno chiesto al giovane di poter controllare l’ambiente. Durante la perquisizione, ben occultato in un angolo della struttura, c’era un box. I militari sono entrati dentro e si sono sentiti proiettati in un’altra dimensione poiché l’interno era stato rivestito di carta stagnola e specchi. Al muro vi erano dei grossi fari di circa 600 watt ciascuno e alcune stufe. Ben allineati vi erano dei vasi con delle piantine e del fertilizzante, specifico in bottiglia da cento centilitri, acquistato su internet. Hanno approfondito gli accertamenti e hanno trovato quattro piante di marijuana, di altezza variabile tra i 10 e gli 80 centimetri, un involucro contenente 11 grammi della medesima sostanza già essiccata, probabilmente, pronta per essere immessa sul mercato, oltre a 5 grammi di hashish. Inoltre hanno trovato che l’impianto illuminante e riscaldante della serra era allacciato direttamente alla rete pubblica. Perciò Guarini non ha pagato un euro di costi per la sua “coltivazione”. Dagli accertamenti è emerso un consumo di energia elettrica pari a circa 47 mila euro. Le piante, la sostanza stupefacente e l’altro materiale rinvenuto nella serra è stato posto sotto sequestro. Il giovane fabbro è stato tratto in arresto con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e furto aggravato. Il magistrato gli ha concesso gli arresti domiciliari. Le indagini della Benemerita non sono concluse poiché è convinzione degli investigatori che la droga coltivata in casa di Guarini aveva come fine ultimo lo spaccio. Ecco perché in queste ore stanno cercando di ricostruire la rete di rapporti dell’arrestato per cercare altri canali utilizzati in questo momento dai pusher per approvvigionarsi della sostanza stupefacente necessaria allo spaccio.  

Redazione

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