Detenuto Mesagnese fugge dall'ospedale In evidenza

Giugno 14, 2025 995

Momenti di tensione ieri pomeriggio a Roma, dove un detenuto del carcere di Regina Coeli è riuscito a evadere dall'Ospedale Santo Spirito, dove si trovava per una visita ambulatoriale. L'episodio, denunciato dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), riaccende i riflettori sulle annose problematiche legate alla sicurezza dei trasferimenti e alle condizioni operative della Polizia Penitenziaria.

Maurizio Somma, segretario regionale per il Lazio del SAPPE, ha raccontato come la fuga sia avvenuta in un istante. "L'uomo, 46 anni, pugliese di Mesagne, in attesa di primo giudizio per rapina, era stato accompagnato in ospedale per una visita ambulatoriale ed è proditoriamente fuggito", ha dichiarato Somma, sottolineando l'urgenza di rintracciare il fuggitivo. L'episodio, ha aggiunto, è "emblematico per comprendere i rischi derivanti dai facili ricoveri cosiddetti a vista nonché dal pericolo dell'utilizzo illecito dei cellulari nell'ambito penitenziario". Somma ha anche sollevato un quesito cruciale: "Era davvero necessario visitarlo in ospedale?".
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha colto l'occasione per denunciare ancora una volta le "quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano le unità di Polizia Penitenziaria in servizio nelle carceri e nei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti". Il quadro tracciato da Capece è allarmante: agenti sotto organico, retribuzioni inadeguate, carenze nella formazione e nell'aggiornamento professionale, turni di servizio che superano regolarmente le nove ore e mezzi di trasporto dei detenuti spesso inefficienti o inutilizzabili per mancanza di fondi per la manutenzione.
Il sindacato chiede a gran voce una profonda revisione del sistema sanitario penitenziario. "Riteniamo che ci sia una certa facilità d'invio di detenuti verso le strutture sanitarie pubbliche", ha affermato Capece, criticando inoltre i "troppi casi di invio in codice rosso poi ritenuti non di carattere d'urgenza". La fuga del detenuto da Regina Coeli non è solo un fatto di cronaca, ma un campanello d'allarme che evidenzia le gravi lacune e le pressanti necessità del sistema carcerario italiano.
Ultima modifica il Sabato, 14 Giugno 2025 07:14